Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

lunedì 31 dicembre 2012

Auguri...l..e..n..t..i


Auguri lenti... per imparare a pensare, a conoscere, a riflettere, ad attendere a costruire, a rispettare, ad attendere, a rassicurare...
AUGURI BAMBINI!
AUGURI ANCHE
A MAMME E PAPA',
NONNE E NONNI,
AMICHE E AMICI,
MAESTRE E MAESTRI
E A TUTTI COLORO
CHE SI SPENDONO
PERCHE' POSSIATE CRESCERE
FORTI E LIBERI
anche nel 2013.
 
 
pubblicato da Annamaria e Maddalena
ill. di Nicoletta Costa


giovedì 27 dicembre 2012

Giocare insieme fa bene. A tutti.

Si trascorre molto tempo  insieme  in questi giorni di vacanza, forse anche di ferie, per i genitori. Scuola chiusa e non solo, attività sportive, culturali... asili nido e nonni a riposo.
Amici da incontrare, esperienze indimenticabili per coloro che sono in viaggio o che vivono con mamma e papà realtà alternative di condivisione, tanto per vedere al di là del proprio nasino e scoprire che ci sono bambini che ci donano molto senza possedere nulla e per i quali si può rinunciare saggiamente a qualche dono.
 
Sono i momenti del so-stare e del gioco insieme, genitori - figli, attimi che valgono oro per la vita e che rimangono impressi, che educano e fanno bene a tutti, genitori e bambini.
Come è accaduto a...
 
Mario, così lo chiameremo, ha una situazione difficile da portare per i suoi pochi anni. Mamma non c'è.  Quando disegna, traccia con molta abilità i giochi condivisi con il padre, magari sempre quelli, con mille sfumature diverse sia nelle forme, sia nel colore.  Mario dà un messaggio importante, da leggere!
Mario ama il padre, che non ha molto tempo da dedicargli, ma che  ha imparato a giocarselo tutto per stare insieme. Prima gli sembrava ovvio e naturale, preso dai suoi problemi, fare altro, si sentiva un po' inadeguato per quel figlio sensibile.
Giocare con Mario (tre "lunghe" volte al giorno prima di pranzo, prima  e dopo cena)  lo ha reso un papà più consapevole e assolutamente creat-tivo. Mario è diventato più sicuro e capace di raccontarsi finalmente! Anche a scuola  può spiegare gli incredibili giochi che fa con il papà e viene ammirato per questo.
Il padre intanto ha scoperto risorse assopite, un'immagine di sè paterna molto più positiva, ha visto sotto una luce nuova i suoi problemi e le forze per affrontarli. Insomma, il gioco con i bambini fa bene!
Pubblicato da Annamaria Gatti
foto da forumsolidarieta.it

sabato 22 dicembre 2012

Tornare fanciulli, anche noi.



Da quella perla editoriale che è il numero mensile de "I luoghi dell'infinito" di Avvenire,   raccolgo la profonda proposta di accostarsi all'infanzia, vista l'imminente festa dell'Infante Gesù, con occhi nuovi, con mente libera, che accoglie sfide nuove e che si riconcentra sulla realtà dell'infanzia profeticamente vissuta. Un mondo ricchissimo, quello dei bambini, da scoprire, vivere, interpretare e difendere, una realtà  troppo violata nella ricchezza e nella povertà.
 
TORNARE FANCIULLI, STRADA PER IL CIELO
da "I Luoghi dell'infinito" di Ermes Ronchi, dicembre 2012.
olio  su tela  di Fritz von Uhde "Suffer the little children come to me"

... "Portavano dei bambini a Gesù perchè li toccasse"
Per un contatto fisico, perchè i bambini capiscono subito il linguaggio del corpo, perchè loro il corpo dice il cuore. I bambini sono braccia aperte inviate alla terra.
... I bambini sono cosa sacra. A chi è come loro appartiene il Regno di Dio.
I bambini non sono solo teneri, ma anche egocentrici, impulsivi, istintivi, a volte persino spietati, ma sanno aprire facilmente la porta del cuore a ogni incontro, non hanno maschere, sono spalancati verso il mondo e la vita. I bambini sono maestri nell'arte della fiducia e dello stupore... facili al sorriso e incapaci di preoccupazioni nel segno della libertà.
Il bambino... porta la festa nella grigia ferialità quotidiana, perciò è naturalmente portato ad essere gioioso, ad aprire la bocca in un sorriso quando ancora non ha smesso di asciugarsi le lacrime. Prendendoli fra le braccia li benediceva perchè nei loro occhi il sogno di Dio brilla, non ancora contaminato.
Essi sono naturalmente religiosi, perchè vivono, nella liturgia di abbracci che è la loro giornata, l'esperienza di un amore che è al contempo sacro e profano, umano e divino... 
Noi ci sentiamo grandi, chiusi in ruoli importanti e nella serietà, come in una corazza respingente, nelle idee impugnate come armi. Gesù ci disarma e sguinzaglia il nostro lato giocoso, fanciullesco. Se non diventerete come bambini... Arrendersi all'infanzia è arrendersi al cuore. E' arrendersi al riso e soprattutto accettare di lasciare la mano in quella dell'altro, abbandonarsi senza riserve."

Che lo si voglia o no, che ci trovi credenti o no, questo Bambino, ci interroga, ci sconvolge e ci invita in spazi dove non è concesso ad altri, per ritrovare la dimensione umana, immersa nel divino.

pubblicato da Annamaria

 







lunedì 17 dicembre 2012

Pillola: capaci di letizia.


Per la serie "Cosa dicono i bambini?".
Laura non è giovane e me lo fa notare, ma non per lagnarsi del fatto inopinabile, ma per rallegrarsi di un fatterello, che ha in sè tutto il sapore di questi giorni...

Un gruppo di bambini lavora con lei, hanno sette anni e sono molto compresi dal lavoro che stanno svolgendo. Laura conduce amabilmente le cose, con estro e pazienza, sorride, sorride spesso, come è suo solito. I  bambini rispondono con impegno. Sorridono anche loro, incalzati e sorretti in quella pratica così coinvolgente.

Ai loro occhi, ne sono certa, i suoi capelli pepe/sale da contestatrice perenne e mai pentita, sembrano argentati, più che grigi... I suoi occhi verdissimi brillano e, complici, ignorano le rughe d'intorno e qualche fitta, tipica dell'età e i movimenti non più sciolti.
Poi la frase buttata là con noncuranza:
"Tu sei una bella maestra e io oggi sono contento!"
Il tipetto capace di raccontare questa minuscola, marginale, ma vitale letizia,  riprende soddisfatto il suo lavoro e la maestra è rimasta senza parole... Almeno per questa volta.
Chissà cosa pensano  le maestre! Forse  che comincia da noi adulti... la letizia.
Pubblicato da Annamaria
Illustrazione di Nicoletta Costa

venerdì 14 dicembre 2012

I figli: altro da noi, con le loro immense ricchezze


PENSAMI GRANDE!
di Annamaria Gatti

 

Silvana si muove con leggerezza per casa e fa mille cose  con la laboriosità dell’ape e la delicatezza della farfalla.

E’ attenta a tutto e soprattutto a tutti coloro che incontra, per i quali ha sempre una parola di interessamento. Un occhio vigile all’orologio perché l’efficienza è per lei,  saper anche  scandire il tempo. Ma non se ne cruccia e per questo a me sembra un pozzo di saggezza e di equilibrio tutto  femminile.

Sembra giovane ancora e solo quando si affianca al figliolo, allora hai la certezza che questi suoi anni siano portati proprio bene.

Davide infatti  è già un giovanottino della scuola media, più alto di lei, cresciuto in fretta, sembra un principe biondo.

Fra una cosa e l’altra Silvana  osserva limpidamente, senza pretese:

“Sono contenta di Davide, ha imparato a fare da solo, sa studiare e ha capito che tutto dipende da lui e dalla sua buona volontà. Io ho fiducia nelle sue possibilità. Questa fiducia l’ho sempre avuta, anche quando molti intorno  mi dicevano che non c’era da aspettarsi molto da un figlio disabile. E mi guardavano anche con un po’ di compassione”.

Silvana si ferma e sorride, poi continua.

“E ho avuto ragione, Davide ha vinto molte battaglie, ha preso buoni voti ed è stato promosso anche quest’anno. Ha buoni rapporti con i suoi professori e con i suoi compagni, si aiutano, stanno  bene insieme e vedo  Davide contento. Neppure il padre credeva ai suoi occhi quando lo ha visto recitare sul palco”.

Un guizzo di soddisfazione le  colora il viso.

 “Bisogna avere fiducia nei figli e fargliela sentire sempre, crederci ed esigere che poi ci mettano tutta la loro capacità, perché camminino da soli e acquistino autostima”.

  Quando vedo mamme disperate perché i loro figli non fanno meglio degli altri mi dispiace, perché capisco che hanno preso la strada sbagliata. Dico a loro che non è il caso di affannarsi troppo per rendere facile il cammino dei figli e pretendere che si distinguano a tutti i costi e che vadano proprio là, nella  direzione voluta. E poi si disperano se gli stessi figli rispondono male o rifiutano ogni loro  aiuto. Si sentono incapaci e  per forza si ribellano!”

Davide sta leggendo un libro seduto sul divano. E’ sempre educato e rispettoso, lo sguardo dolce di chi è in pace con tutti e prima di tutto con se stesso. Poi saluta, con un sorriso attento alla persona che ha davanti, senza timidezze.

Quali interessi ha Davide se lo pensiamo grande?

“A Davide piacerebbe coltivare bene un orto, ha dimostrato abilità con i pomodori… Ma vorrebbe anche imparare a suonare la batteria… Poi ha un’altra passione…” e qui la voce di mamma Silvana si affievolisce e sussurra “…gli piace fare la pizza,  potrebbe studiare in qualche scuola specializzata, vero?”

Già, forse il cammino è proprio aperto per questo figlio molto amato, perché promosso nella vita, prima di tutto da una madre che non si è mai scoraggiata e lo ha lasciato volare con le sue ali.

Beati i miti, penso ripetendo una complicata lezione, beati i puri di cuore.

venerdì 7 dicembre 2012

Quattro buoni motivi per accogliere un figlio.


 
Loro sono i primi del lunghissimo corteo di Budapest,  giovani ritrovatisi da tutto il mondo per dichiarare,  con grande entusiasmo e determinazione,  la loro volontà di operare per la cooperazione,  per fare migliore il  mondo...
Le notizie di oggi sono di quelle che ci fanno sospirare mentre ci chiediamo dove se ne  va il buon senso e la buona volontà di tanta gente ai posti di comando...
Mentre problemi serissimi ci assillano, l'organizzazione "Save the Children" mette seriamente in guardia: i figli sono ormai un bene raro per l'Italia.
Interi paesi svaniti nel nulla, a leggere i  numeri delle statistiche. Non è novità, ma le cose si fanno sempre più serie e, in proiezione, nel 2030 saranno insostenibili.
Lasciamo ai sociologi l'esame del fenomeno per nulla nuovo, che compromette il futuro e al quale non viene data saggia e adeguata attenzione nè dal mondo politico, nè da quello  economico. 
Perdendo, da scellerati, tempo prezioso.
Però... Intanto molti, come sempre, si danno da fare spesso eroicamente.
Provo a condividere qualche buon motivo per convincere che un figlio non rappresenta solo la garanzia economica della futura società.
E' molto molto di più.
Un figlio ti fa toccare con mano il limite della solitudine.
Un figlio comunque e dovunque  è lì per sussurrarti  speranza e fiducia.
Ti risparmia il gelo della vita.
Un bambino ti costringe al rispetto per te stesso.
...E alla coerenza ferrea!
E arriva quando tu, in fondo, ne avevi più bisogno. Anche se spesso lo capisci dopo.
Lui completa la tua umanità.
Intanto lui ti apre un mondo incredibile, che avevi dimenticato.
Un figlio ha sempre le domande giuste quando sente che tu hai bisogno di farti chiarezza.
Per lui, lo sai! sei sempre la cosa più importante...

Avrai qualcuno a cui raccontare la tua saggezza.
Sogni che sia la tua compagnia e il tuo sostegno quando sarai vecchio.

Un bambino ti chiede l'essenziale della vita e ti riequilibria.
Questo figlio è il compagno alla ricerca delle coordinate dell'anima.
Un figlio è il punto d'incontro con l'Infinito.
E sconfigge la morte.
Pubblicato da Annamaria
Foto da Let's Bridge - Incontro mondiale dei giovani - settembre, Budapest 2012
 
 
 
 
 
 

giovedì 6 dicembre 2012

Legami che liberano. Da Elisa, mamma di Maria Teresa

Foto fonte Città Nuova, 25 novembre 2012: la famiglia di Margherita  e Peter Kostner di Ortisei
Carissima Annamaria,
sono una mamma di 33 anni con una bimba di 4 di nome Maria Teresa. Proprio ieri guardavo insieme alla mia piccolina il film di animazione che hai commentato. Mi permetto di spezzare una …freccia? In favore della piccola Merida, che mi ha riempito di vero entusiasmo, tanto da farmi dire “ Magari alla sua età avessi avuto le idee così chiare” e continuo “magari mia figlia alla sua età potesse avere le idee così chiare”.
Di sicuro nessuno di noi, uomini o donne, vorrebbe che qualcuno facesse al suo posto delle scelte così importanti come quella del MATRIMONIO. E’ questo quello che la protagonista non vuole, senza per questo dimenticare gli insegnamenti materni che riesce a mettere in pratica al momento opportuno. Con grande
commozione di mamma-orso e di qualunque madre si trovi davanti alla scena in cui un figlio insegna agli altri un valore che gli è stato a sua volta insegnato.
Trovo che il film a differenza degli altri, ormai veramente ripetuti (e ti confesso che io credevo si sarebbe alla fine innamorata del principe orso…tanto finiscono tutti così) , metta in luce proprio quello che tu sostieni: l’importanza del legame genitore-figlio che va al di là delle parole ma che si concretizza nel momento in cui riescono ad avere una relazione, una condivisione.
Quando Merida vuole ottenere qualcosa da sola, combina un grande disastro trasformando la madre in un orso e facendole rischiare la vita. La nuova relazione che si crea tra le due, basata sulla condivisione e sul rispetto dei desideri l’una dell’altra fa sì che la mamma scopra nella figlia un’educatrice e allo stesso tempo Merida si rende conto di quanto sua madre sia importante per lei, tanto da essere pronta a sacrificare la sua vita sfidando suo padre. E questo non è amore?
La figura della madre poi è qualcosa
di splendido: forza, bellezza, umiltà, decoro e amore per la propria famiglia. Regina fortunata in quanto COSTRETTA a sposare un principe che non conosceva e che poi si è rivelato essere fedele e generoso (..se penso che la mia nonna paterna non ha avuto la stessa fortuna, oserei dire un caso più unico che raro).
Sinceramente, questo film ha finalmente lanciato diversi messaggi importanti: che tutti abbiamo un disegno per cui siamo nati per realizzare il quale dobbiamo ascoltare il nostro cuore e gli insegnamenti delle persone che ci amano.

Che non esiste soltanto l’amore in senso affettivo, ma anche l’amore materno, paterno, fraterno e l’amicizia vera, che in particolare tra gli adolescenti scarseggia.
Infine, e soprattutto, che siamo liberi di costruire ogni giorno della nostra vita, perché nel momento in cui facciamo una scelta consapevole e nella libertà, è allora che ci sentiamo realizzati.

Elisa
pubblicato da Annamaria
 

domenica 2 dicembre 2012

Solo insieme si può: un delicato, profondo messaggio

Irene-e-la-conchiglia

Fonte: Città Nuova
Annamaria Gatti
 
“Irene e la conchiglia”
Alessandra Jesi Soligoni
Illustrazioni di Francesca Marina Costa
Aurelia Edizioni

Irene trova una conchiglia e la storia  incalza con la  delicatezza della narrazione accurata di Alessandra Jesi Soligoni, scrittrice pluripremiata, di ampia esperienza e di forte sensibilità educativa.

La conchiglia di Irene è  l’emblema del desiderio di conoscere e di relazionarsi con il mondo  di questa bambina, dolcissima nei tratti ed efficace nelle espressioni, anche grazie alle illustrazioni che la interpretano.

Il bambino Karim invece viene… “da lontano” e possiede una rosa del deserto, custode del passato e del presente del ragazzo, che lascia casa e luna, per trovarle altrove, con la fortuna,  al di là del mare.

La conchiglia parla e Irene impara ad  ascoltarla.
Il fiore del deserto racconta tempi e  sorrisi di Karim.

Irene  regalerà  il suo tesoro  a Karim, appena  sbarcato sulla  luminosissima isola, che lei così bene controlla dall’alto della sua duna di sabbia dorata. La bambina si fa accoglienza, ancor prima di ricevere in dono  la gemma del Sahara, e per molti giorni ancora, ma  non più solitari sulla duna.

Il volume è una sorpresa,  sia per l’incantevole vena poetica che pervade un  testo profondo,  sia  perché il formato permette un’ impaginazione ideale per la narrazione: testo e illustrazioni si accompagnano adeguatamente per questo viaggio nel mondo della comunicazione non  verbale, non solo dell’infanzia, ma di coloro che si dispongono con meraviglia  ad  incontrare il diverso e il lontano.

 

venerdì 30 novembre 2012

E se ci fermassimo un momento? Parliamo di fiducia.

Il pilota è il mio papà...
Porre fiducia in una figura educativa.
Poter porre la propria fiducia incondizionata in un  genitore.
Avere fiducia nel proprio padre.
Nel Padre.
Una presentazione ppt da non perdere
segnalata da Tanino Minuta
curatore appassionato del blog
In...visibile
 
pubblicato da Annamaria
foto da mondoviaggiblog
 
 
 
 





mercoledì 28 novembre 2012

Ragazze di oggi: con o senza principe (azzurro)?



Tempi difficili per crescere le ragazze oggi... stupore, delusione, indecisione, ansia, sorpresa, collera, indulgenza, comprensione... Questi alcuni sentimenti che albergano bellamente insieme negli animi dei genitori.
di Annamaria Gatti
fonte: elab. da Città Nuova


Accompagnato da ritmi scozzesi,  è stato proposto nelle sale cinematografiche una delle ultime  fatiche della lampadina da tavolo ammiccante, la Pixar. “Ribelle-The brave” è un film  che potrebbe animare anche  le nostre quiete, ma non troppo, conversazioni su quali siano le nuove aspirazioni delle bambine oggi. E il motivo è presto detto.

In questo spettacolo Merida è la principessa scozzese alla ricerca della realizzazione delle sue vere passioni, che non contemplano né un principe di belle speranze, o azzurro che dir si voglia, né una corona da regina: sua vera passione sono arco e frecce. E bisogna dire che con questi aggeggi poco usuali per una donzella, Merida ci sa davvero fare, nonostante le  comprensibili opposizioni della regina madre.

La vicenda narrata nel film, che ricorda molto vicende reali più o meno romanzate, coinvolge una giovane alle prese con il futuro, i sogni e il desiderio di costruire il proprio futuro, decisa a tutto e che ammette di provarci con tutte le sue forze quando sfida:  “Se tu potessi cambiare il tuo futuro, lo faresti?”

Riuscirà a vincere con grande coraggio e soprattutto non troverà l’amore. Verrà lasciata a lei, in futuro,  la scelta di un compagno per la vita. Ma ciò che ci interroga è la sottolineatura di Merida, colta dall’opinione come  “eroina sola senza cavaliere”, come altre eroine o protagoniste che arrancano verso il successo  e la felicità da sole, senza la forza della coppia e dell’amore.

Ma proprio così si vedono le ragazze  oggi? Senza il sogno di un compagno capace di difenderle e di combattere con loro? Quali modelli inseguono le  ragazze di questi tempi non facili per le donne, relegate, o per scelta sciagurata, a ruoli infelici, strattonate tra reality, veline, donne in carriera, cantanti e attrici di successo? Poi ci si mettono anche le favole e i cartoni animati! E’ proprio scomparsa allora  l’idea del principe azzurro o ancora riposa nei loro sogni o nel loro dna?

Le nonne di queste apparentemente fiere ragazzette sono le femministe sessantottine che hanno aderito alla “liberazione della donna” affrancandola dalla dipendenza maschile e rivoluzionando con quel “io sono mia” l’intero approccio al ruolo femminile nella società occidentale. Con quale risultato lo sappiamo, nel bene e nel male.  Sono stati gli anni di cambiamenti epocali nella società, di entusiasmi e di delusioni.  E se buona cosa fu, ed è, la ricerca della parità fra i ruoli, indispensabile  è  la valorizzazione della diversità dei caratteri propri  femminili e maschili, che si arricchiscono vicendevolmente in ogni ambito sociale e nella coppia e nella famiglia  in particolare.

Non si può dire però che le ragazze d’oggi in massa siano percepite e si vivano come la ribelle del cinema. Si registra fra le più giovani una falsa idea dell’amore fatto di dipendenza, della fragile ricerca di appoggio che non viene più garantito nella crescita dalle figure genitoriali, proprio per quella fatica di ruoli a cui ci hanno abituato gli ultimi 40 anni.  Spesso sono rinunciatarie oggi le figlie delle ragazze che hanno tentato di “farsi” da sole, che hanno inseguito o inseguono il successo e il mito dell’indipendenza e della parità dei ruoli.  Oggi se lavorano per l’autonomia personale, può accadere che rifiutino  la realtà di coppia, memori di tanti esempi falliti o impensierite dalla società segnata ancora da forte maschilismo.

I moderni possibili cavalieri poi sono di frequente i figli di madri e di padri disorientati dalla confusione e dalla perdita del ruolo del padre,  che  faticano a darsi delle regole salde e che vivono il turbinio delle proposte della cosiddetta società moderna  senza l’equilibrio e la forza di un saldo modello, preferibilmente  familiare. Questi fragili cavalieri, tempeste ormonali a parte,  in fondo non sono molto attesi e sognati dalle sospettose ragazze d’oggi a fianco del  cammino verso la realizzazione dei loro sogni!

Elinor, madre di Merida si oppone al destino che la figlia si cerca con tutte le forze e l’ingenuità proprie dell’adolescenza. E sarà lei a pagare. Tutte le madri pagano in effetti lo strappo d’indipendenza delle figlie e anche questo fa parte del gioco della vita: lasciare andare una figlia è rispettarla nelle scelte, dopo averle dato gli strumenti per combattere, realizzarsi ed anche  per scegliersi il compagno della vita. Allora si ricompone il solco fra due grandi affetti, così complesso da riconoscere  e da valorizzare.

La vicenda di Merida potrebbe essere forse letta come la favola della metafora dell’adolescenza femminile, la ricerca del proprio ruolo, il  coraggio per trovare il proprio posto al di là delle convenzioni e delle circostanze, stabilizzare l’autonomia generosa che concilia con i genitori.

Tutto è rimediabile e realizzabile… E accanto a ragazze decise ed equilibrate, crescono anche ragazzi pronti e maturi per accompagnare la loro compagna degnamente. Dipende: dipende soprattutto dall’amore nella coppia genitoriale, dipende dall’educazione  ricevuta, dipende dai modelli perseguiti e dalle figure educative incontrate nella crescita, dal cammino onesto fatto per conoscersi limpidamente nei propri punti di forza e di debolezza, per ricominciare sempre, per saper accogliere e scoprire la bellezza della diversità e della complementarietà. Dipende… dal progetto educativo che farà riferimento a grandi valori traversali di forte portata, a grandi ideali capaci di suscitare entusiasmo per la vita e le sue sfide, da affrontare con coraggio, magari anche sapendo “stare in piedi” da soli.


lunedì 26 novembre 2012

"I DISEGNI ARRABBIATI" in riedizione

di Annamaria Gatti
fonte: Città Nuova
 
Mondadori riedita l’esplosivo racconto del 1977 di Italo Calvino,
uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento

 
Lodalinda, che disegna fiori e pecorelle quando è felice, colora invece con un toro infuriato la rabbia per le provocazioni di Federico, che però risponde appunto a suon di disegni, in un curioso crescendo. Un po’ commuove, un po’ incuriosisce pagina dopo pagina questo bel racconto, che è una sfida all’ultimo disegno. Ci si chiede infatti: come avrà interpretato le parole Giulia Orecchia, artista di gran talento?
 
E qui non solo le forme con le parole, ma soprattutto i colori incrociano eroicamente le spade. Il libro si legge e si rilegge, senza stancarsi, perché le pagine sussultano, s’inseguono, proprio come in una solenne litigata, ma assolutamente “pacifica”. Niente morti e feriti, neppure un po’ di sangue rosso carminio sul foglio!
 
Un serpente aggredisce una tigre, per salvare un toro arrabbiatissimo; un cow-boy neutralizza la freccia minacciosa di un indiano, un fiume ferma un bisonte… Poi sembra che Lodolinda e Federico facciano la pace.
 
Ci piacerebbe che altri facessero così la guerra e la pace, con sapienti giochi cromatici. E, come nel lontano 1977, la storia pare sospesa e l’ultima pagina diventa la prima di una nuova storia, di una bambina e un bambino che litigavano a colori!
 
Ora esco a prendermi un mare di fogli bianchi, magari da un pacco, e il rosso e il blu, che mi mancano sempre in casa. Che ci facciamo? Proviamo anche noi a disegnare e a colorare tanto tanto…
 

domenica 25 novembre 2012

Leggere per crescere: schiappe ed affini.


Fonte Città Nuova on line:
Diaro di una schiappa. La dura verità.
di Michele Genisio.
Fenomeno schiappa, dunque: un riconoscimento mondiale a tutti coloro – bambini, ma anche giovani e adulti – che non riescono ad eccellere, o semplicemente non ne hanno troppa voglia. Che non si danno troppo da fare per essere i primi della classe, i primi nello sport, i primi nella musica, i più bravi nella danza. Che non amano immedesimarsi nel modello del tipo o della tipa vincente, sempre più informato degli altri, sempre attivo, sempre perfetto. Ma che preferiscono la quiete della mediocrità.Nella nostra Italia quanto mai in transizione, che ammicca a modelli competitivi tipo americano, e che vorrebbe lasciarsi alle spalle la sicurezza dello stato sociale, tante persone si trovano in grande disagio: non sono portate alla competizione, si sentono fragili, cariche di paure. Un po’ come Greg, una schiappa che non si vergogna di essere tale. E che così sa diventare simpatico.La sua tenera debolezza diventa la sua forza. E dalle vicende della sua vita così normale, quasi in sottotono, pare trasparire un po’ della saggezza d’un proverbio africano: «Se vuoi essere primo corri veloce, se vuoi andare lontano corri insieme agli altri».
 
Condivido con Michele Genisio,  le osservazioni e la valutazione dell'intento editoriale di questa simpatica  serie per ragazzi.
Ma metto, nero su bianco, anzi giallo su blu, ciò che provo quando consulto le classifiche dei libri più letti e noto che questa serie ha occupato posti di assoluto riguardo nelle vendite  per ragazzi.
Scrittura facile? Sì. Progetto?  Decisamente poco impegnativo per i lettori. Ma vincente, perchè scorrevole, molto semplice, fruibile anche dai cari deboli lettori.
...Che spero perciò lo leggano per divertirsi un po', per assaporare l'umorismo liberatorio di chi sa sorridere di se stesso e poi  leggano anche altro, maturino scelte di qualità, anche in termini di contenuto e stile narrativo.
Sarebbe importante poi  trovare qualcuno con cui parlare della schiappa che sta nel fondo di ciascuno di noi, per farne motivo di conoscenza e per sedimentare sentimenti  e atteggiamenti empatici per la "schiappa" altrui, di sorridente collaborazione sulle fragilità personali e sulle potenzialità talvolta nascoste e da rivalutare. Ne farei oggetto in momenti  di  circle time...

pubblicato da Annamaria
Foto - film "Diario di una schiappa"

venerdì 23 novembre 2012

Aiutami! Vivo come in una stanza buia.







 
Non aver paura di dare regole ai nostri bambini. E' un pensierino facile da sfiorare. Ma...
Andrea, 5 anni, vive con grande impegno la "regola" che le norme siano dettate da lui, sempre e  comunque e ovunque. Lui il re della famiglia, il principe inaffondabile e infallibile.

Ma non lo fa con piacere, in effetti si sente potente e reagisce agli eventi, anche a quelli più banali, cercando di dimostrare sempre che è in grado di fare ciò che vuole.  E sta male, senza saperlo raccontare. E' una incombenza dura la sua! Che dura da 5 anni.

Ora che è più grandino poi, e i genitori stupiti si aspetterebbero altro comportamento, se ne è fatta una ragione di vita e non gusta più nulla delle relazioni, delle esperienze, delle scoperte, oscurando pesantemente le abilità logiche, quanto quelle creative. Vivendo un eterno disagio affettivo.
Andrea vive senza gioia. E  dà anche segnali inequivocabili urlando, ribellandosi, opponendosi, piangendo...  E questo è l'aspetto più angosciante della faccenda, che preoccupa all'inverosimile i genitori. E non solo.
Peraltro è comprensibile il disagio e l'imbarazzo suscitati,  in tutte le situazioni nella sua vita di figlio (pure) unico.

Una cosa però ce l'ha detta, chiara: non ci capisco più niente! E si è messo in castigo da solo ieri.
Vero: non sa più perchè deve prendere lui decisioni che non gli competono, non sa perchè tutti si preoccupino di lui in questo modo e nessuno gli dica con decisione  e autorevolezza  quello che deve fare e come farlo, senza sciorinare fiumi di parole a giustificazione.

Che fatica! fare il bambino senza potersi appoggiare e fidare di un adulto o due che lo rassicurino, lo perdonino e gli permettano di sbagliare indicandogli la via giusta.
Andrea ha paura sì: di stare in questa vita come in una stanza buia, senza sprazzi di luce che lo facciano sentire bambino vero, non onnipotente,  fragile magari, ma con l'opportunità di sentirsi bene e vivere esperienze contenute e gratificanti. Di piangere sommessamente perchè finalmente qualcuno ha capito di cosa ha bisogno: ed è una rabbia e un pianto liberatorio.

pubblicato da Annamaria Gatti
ill. di Quino
 
 

mercoledì 21 novembre 2012

INSEGNA LA NOSTALGIA DELL'INFINITO...


“Se vuoi costruire una nave,
 non radunare gli uomini
per raccogliere il legno
e distribuire i compiti,
ma insegna loro la nostalgia del mare
ampio e infinito..."
(Antoine de Saint Exupèry)

E appunto di nostalgia dell'infinito ha scandito la sua vita, il padre del Piccolo Principe. ... E di pedagogia dell'esistenza, quella profonda, che non si accontenta del rapporto frontale e del narrare,  della comunicazione e della ricerca.
Ma dà ragione del respiro di tutti i giorni, inonda di  entusiasmo e di desiderio, coinvolge e rapisce, ti dà le armi della curiosità e della creatività, con cui poi tracci la tua via,  su cui costruire o restaurare.
 
La forza dell'educazione solca onde lunghe e tenaci, segna il tempo e accende lo sguardo.
Paradossalmente quando ti sei speso e hai spremuto tutte le tue risorse umane e spirituali e hai insegnato la nostalgia per la vita e la pace, hai insegnato tutto quel che serve per partire...
Anche se il cammino sarà comunque per il nuovo uomo anche faticoso e lungo. Necessariamente e inevitabilmente.

pubblicato da Annamaria Gatti
foto: guidaditalia.com
 

venerdì 16 novembre 2012

Sai cos'è l'autunno veloce?




Alice è al parco. Nonna Maria la accompagna.
Alberelli fragili si protendono verso le manine curiose dei bambini che passeggiano, si rincorrono e  si richiamano, quasi a voler giocare con loro per difenderli dalle sorprese buie della vita.
Foglie per lo più dorate ornano i rami e sfarfallano attorno, a prova della stagione incalzante, che vuole donare alla terra umida nutrimento e consolazione.
Una foglia impertinente sfiora Alice sul visino e la storia dell'autunno va in onda con tutta la sua ricchezza di particolari.
E' nonna Maria a confermarle il succedersi delle stagioni... Nonna e nipotina, in una tenera intesa generazionale, sono saziate da tanta vita attorno, che l'abitudine e la fretta spesso fanno  passare inosservata.
Poi la richiesta di Alice di vedere tante foglie gialle cadere. Nonna  scuote un alberello, creando una pioggia di sottili lamine splendenti, una cascata piena di poesia e di stupore...
"Nonna guarda! Abbiamo fatto l'autunno veloce..."
Il pensiero-bambino ancora una volta sorprende... Solo coloro che lo sanno ascoltare e riconoscere.


pubblicato da Annamaria Gatti
foto Mil Pond Press

mercoledì 14 novembre 2012

LA FESTA LA SCEGLIAMO NOI







di ROSARIA AMURRI
fonte:  Città Nuova

Mattina del 31 ottobre. Arrivo in aula e dopo pochi minuti mi raggiungono i miei alunni. Tutti allegri mi circondano gridando «Dolcetto o scherzetto?». «Maestra, oggi è la festa di Halloween!», mi ricordano.
Sono 24 bellissimi bambini di seconda classe e già questa festa ha una gran presa su di loro. Mi chiedo se le ricorrenze appena trascorse e quelle dei prossimi giorni sono altrettanto importanti per loro.

Della classe fanno parte sei bambini musulmani, alcuni di origine tunisina, altri del Marocco. Da poco, il 26 e il 29 ottobre, hanno avuto la festa del Sacrificio. Tutti gli altri il primo novembre potranno festeggiare i santi e il 2 ricordare i defunti.
Non posso sorvolare e iniziare tranquillamente la mia lezione di matematica…

Spiego allora che la festa di Halloween è nata presso i popoli anglosassoni, è diffusa negli Stati Uniti, ma non ha molto significato per noi. Molto importanti sono invece le feste di questi giorni. Chiamo i bambini musulmani a raccontare agli altri come hanno trascorso la festa del Sacrificio.
Loro con entusiasmo spiegano che sono andati alla moschea e hanno mangiato la pecora tutti insieme. Racconto allora a tutti la storia del sacrificio fatto da Abramo, che loro conoscono molto bene. Spiego che Abramo è una persona importante sia per i musulmani che per i cristiani, posso arrivare a dire che tutti preghiamo lo stesso Dio che ci ama tanto.
Poi spiego a loro il significato delle prossime feste per i loro compagni cristiani: il primo novembre festeggeremo tutti i santi, quelle persone eccezionali che hanno vissuto amando tutti e amando sempre Dio e poi il 2 novembre festeggeremo tutti i nostri parenti e amici che hanno lasciato questo mondo per iniziare una nuova vita in un posto bellissimo, il Paradiso, dove tutti si vogliono bene.

C’è una grande attenzione e partecipazione e lo verifico nei pensieri scritti subito dopo da loro: «È stato bello stare con la mia famiglia e tutti gli altri a mangiare la pecora: è stata una festa bellissima»; «Questi Santi sono persone veramente intelligentissime!»; «Mio nonno mi manca, ma so che vive felice in Cielo».
 .

sabato 20 ottobre 2012

Bambini e media: buon senso, rispetto e mediazione familiare




Un altro mese volge al termine e molte notizie riguardanti il mondo - bambino hanno riempito, letteralmente,  le pagine delle notizie di questo periodo.

Ci siamo un po' tutti preoccupati per l'eccessiva esposizione video del triste episodio del bambino "allontanato" dalla scuola su ordinanza. 
Oggi leggiamo che i carabinieri sono stati allertati da un'insegnante, oggetto del lancio di un oggetto da parte di uno scolaro. L'altro ieri un altro caso di minore sofferente per la separazione dei genitori ha inquietato  certa opinione pubblica e non solo....
Conveniamo che, oltre a osservare che nessuno conosce la vera natura dei fatti e può atteggiarsi a giudice,  e oltre agli autorevoli giudizi di molti esperti raggiunti dai media, il buon senso e il rispetto per la persona, e per il minore in particolare, imponga il rispetto delle improrogabili norme deontologiche: 

  • il bambino deve vedere garantita la riservatezza sulla propria vita (privacy...), in qualsiasi situazione si trovi, quale che sia la diagnosi o la sofferenza anche psicologica,
  • i media rispettino scrupolosamente il loro protocollo normativo in merito, rinunciando agli scoop emotivi, che tanto (!) rendono, ma molto danneggiano la persona  che diventa oggetto...
  • il disturbo affettivo o psicologico  viene aggravato dalla diffusione mediatica e questo lo capiamo tutti, senza bisogno di esperti, 
  • anche le persone vicine ai bambini si rendano conto di quanto la diffusione fatta non certo per motivi favorevoli al minore, sia nociva al bambino stesso...
E allora? Come concludere la breve riflessione? 
Concludiamo che le sofferenze dei bambini, che sono molte e causate spesso dai loro genitori in difficoltà, sono da conoscere con la guida esperta di chi studia e sa che un'attenzione di grande qualità e valori umani trasversali ci condurrebbero ad avere la giusta saggezza, di fronte ai bambini. 

Questi poi chissà cosa farebbero per un amore stabile e duraturo, coerente e generoso dei loro genitori, che come già abbiamo scritto, devono sapere: due genitori si separano, ma non si separano dai loro figli. 
Lì devono stare, accanto a loro, trovando le forme più corrette e leali, costi quel che costi,  per condurre in armonia la crescita dei loro bambini e formandosi a capire i loro reali bisogni.

Ribadisco le parole di una madre: "Se avessi saputo la grande sofferenza dei miei bambini, avrei lottato per stare tutti insieme, anzichè ora lottare miseramente per veder riconosciuto il bisogno di avere accanto un padre vero..."
Ecco perchè la mediazione familiare dovrebbe essere incentivata su tutto il territorio, perchè fonte di civile confronto e di tentativo autorevole di soluzione mediata dei conflitti familiari.
E forse eviteremmo pagine di giornale o video che, fatti grandi, i figli brandiranno a denuncia della miseria degli adulti colpevoli di calpestare l'infanzia.

pubblicato da Annamaria
foto da: recensioni-storia.it

domenica 14 ottobre 2012

Saranno...( famosi) forti!



Crisi di qui crisi di là, anche i bambini sanno che c'è di mezzo la crisi.
"Come nel dopoguerra" citano i titoli dei giornali, cercando di disilluderci su alcuni input oggettivamente costruttivi.

Poi qualche giornalista prende dati alla mano e ci informa che dal gennaio al giugno scorsi  40.000 aziende sono state fondate dagli under 35. 

Settori? Commercio (29,7%), immobiliari 24,8%), servizi alle imprese (18,7%), grazie a provvedimenti  e decreti, l'ultimo di undici giorni fa,  che consentono ai giovani di costituire una società a responsabilità limitata anche con capitali bassissimi. 

E molti quindi hanno dato seguito a sogni e abilità provate o da giocarsi comunque. Alcuni sono laureati, altri diplomati e "...nonostante le difficoltà i giovani capitani di aziende vanno avanti. E un po' alla volta, caparbi, i piccoli imprenditori crescono." (Luca Mazza-Avvenire)

Noi guardiamo i nostri bambini e, no, non siamo in ansia per il loro futuro, appunto il loro... non il nostro per loro.
La strada se la sceglieranno, ma qui oggi si giocano le variabili fondamentali per quel futuro. 

Se è vero che non siamo noi ad assicurarlo, è vero  che è nostro compito invece dare loro gli strumenti per usarlo bene, per essere forti di fronte alle necessità, ai sogni e ai progetti. 

Insomma tornano in ballo  le scelte educative vincenti, perchè sperimentino già da ora la "convenienza" dei valori, non solo cristiani, ma umani, trasversali. 
Non la sopraffazione, ma la collaborazione, non il proprio tornaconto costi quel che costi, ma l'attenzione agli altri nel progetto che preparo, non la "furbizia" ma l'onestà intellettuale e morale. 

Incomincia adesso, nel cortile condominiale, nelle feste familiari, con i nonni, sui banchi di scuola, in automobile, al parco giochi, nelle squadrette sportive, in biblioteca, al cinema... 
sul seggiolone...
Pubblicato da Annamaria
foto di cooperazionesocialetrentina.it

domenica 7 ottobre 2012

 
CARISSIME BAMBINE, CARISSIMI BAMBINI,
DEGNISSIMI MAMME E PAPA',
MERAVIGLIOSI NONNI,
INDAFFARATISSIMI MAESTRE E MAESTRI, 
LE BLOGGER STANNO  RIFLETTENDO...CON CALMA E,
VISTO CHE HANNO TROPPE CONDIVISIONI
DA FARE CON TUTTI VOI,
VOGLIONO DEDICARE UN TEMPO GIUSTO, BELLO,
              . . . L      E       N        T            O
AL PROSSIMO INCONTRO.
NON NASCONDONO ANCHE CHE STANNO FACENDO MILLE ALTRE  E PIU' COSE BELLISSIME, SAPENDO CHE VOI POTETE CAPIRE...
ANCHE VOI STATE CORRENDO,
CORRENDO DA MATTINA A SERA?
ALLORA FERMATEVI PROPRIO QUI
SU QUESTA PAGINA DEL BLOG.
CON CALMA,
RESPIRANDO PROFONDAMENTE
E SORRIDENDO "DENTRO E FUORI".
METTEVI IN CONTEMPLAZIONE
DI QUEL CHE HA CREATO UN INCREDIBILE ARTISTA:
                          MICHEL POCHET...
                       ECCO,
TUFFATEVI PER ALCUNI MINUTI E VEDRETE
COSA POTETE SCOPRIRE DENTRO QUESTA OPERA!
BUON OTTOBRE,
AMICI PICCOLI E GRANDI!

pubblicato da Annamaria