di ROSARIA AMURRI
fonte: Città Nuova
Mattina del 31 ottobre. Arrivo in aula e dopo pochi minuti mi
raggiungono i miei alunni. Tutti allegri mi circondano gridando «Dolcetto o
scherzetto?». «Maestra, oggi è la festa di Halloween!», mi ricordano.
Sono 24 bellissimi bambini di seconda classe e già questa festa ha una gran presa su di loro. Mi chiedo se le ricorrenze appena trascorse e quelle dei prossimi giorni sono altrettanto importanti per loro.
Della classe fanno parte sei bambini musulmani, alcuni di origine tunisina, altri del Marocco. Da poco, il 26 e il 29 ottobre, hanno avuto la festa del Sacrificio. Tutti gli altri il primo novembre potranno festeggiare i santi e il 2 ricordare i defunti.
Non posso sorvolare e iniziare tranquillamente la mia lezione di matematica…
Spiego allora che la festa di Halloween è nata presso i popoli anglosassoni, è diffusa negli Stati Uniti, ma non ha molto significato per noi. Molto importanti sono invece le feste di questi giorni. Chiamo i bambini musulmani a raccontare agli altri come hanno trascorso la festa del Sacrificio.
Loro con entusiasmo spiegano che sono andati alla moschea e hanno mangiato la pecora tutti insieme. Racconto allora a tutti la storia del sacrificio fatto da Abramo, che loro conoscono molto bene. Spiego che Abramo è una persona importante sia per i musulmani che per i cristiani, posso arrivare a dire che tutti preghiamo lo stesso Dio che ci ama tanto.
Poi spiego a loro il significato delle prossime feste per i loro compagni cristiani: il primo novembre festeggeremo tutti i santi, quelle persone eccezionali che hanno vissuto amando tutti e amando sempre Dio e poi il 2 novembre festeggeremo tutti i nostri parenti e amici che hanno lasciato questo mondo per iniziare una nuova vita in un posto bellissimo, il Paradiso, dove tutti si vogliono bene.
C’è una grande attenzione e partecipazione e lo verifico nei pensieri scritti subito dopo da loro: «È stato bello stare con la mia famiglia e tutti gli altri a mangiare la pecora: è stata una festa bellissima»; «Questi Santi sono persone veramente intelligentissime!»; «Mio nonno mi manca, ma so che vive felice in Cielo».
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Sono 24 bellissimi bambini di seconda classe e già questa festa ha una gran presa su di loro. Mi chiedo se le ricorrenze appena trascorse e quelle dei prossimi giorni sono altrettanto importanti per loro.
Della classe fanno parte sei bambini musulmani, alcuni di origine tunisina, altri del Marocco. Da poco, il 26 e il 29 ottobre, hanno avuto la festa del Sacrificio. Tutti gli altri il primo novembre potranno festeggiare i santi e il 2 ricordare i defunti.
Non posso sorvolare e iniziare tranquillamente la mia lezione di matematica…
Spiego allora che la festa di Halloween è nata presso i popoli anglosassoni, è diffusa negli Stati Uniti, ma non ha molto significato per noi. Molto importanti sono invece le feste di questi giorni. Chiamo i bambini musulmani a raccontare agli altri come hanno trascorso la festa del Sacrificio.
Loro con entusiasmo spiegano che sono andati alla moschea e hanno mangiato la pecora tutti insieme. Racconto allora a tutti la storia del sacrificio fatto da Abramo, che loro conoscono molto bene. Spiego che Abramo è una persona importante sia per i musulmani che per i cristiani, posso arrivare a dire che tutti preghiamo lo stesso Dio che ci ama tanto.
Poi spiego a loro il significato delle prossime feste per i loro compagni cristiani: il primo novembre festeggeremo tutti i santi, quelle persone eccezionali che hanno vissuto amando tutti e amando sempre Dio e poi il 2 novembre festeggeremo tutti i nostri parenti e amici che hanno lasciato questo mondo per iniziare una nuova vita in un posto bellissimo, il Paradiso, dove tutti si vogliono bene.
C’è una grande attenzione e partecipazione e lo verifico nei pensieri scritti subito dopo da loro: «È stato bello stare con la mia famiglia e tutti gli altri a mangiare la pecora: è stata una festa bellissima»; «Questi Santi sono persone veramente intelligentissime!»; «Mio nonno mi manca, ma so che vive felice in Cielo».
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