Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

lunedì 30 novembre 2015

Il Cantastorie 14, un libro della Città della Speranza

Il Cantastorie 14 non è solo un libro, una riuscita raccolta di storie da leggere in famiglia…
Il quattordicesimo Cantastorie è l’espressione di una dedizione e una passione per il mondo dei
bambini e dei bambini malati in particolare. Sono onorata di far parte del team di autori che hanno
collaborato a rendere possibile questo progetto, ideato e coordinato da Nico Rigoni.
                                   https://www.youtube.com/watch?v=iyZQFufQMn8
“Ogni storia è scritta da scrittori noti: Andrea Nicolussi Golo, Annamaria Gatti, Cinzia Capitanio, Claudio Cappozzo, Franca Monticello , Gabriella Bertelle, Giancarlo Ferron, Lina Cocco, Lorenza Farina, Paola Valente, Valeria Balasso. Alcuni dei quali hanno ricevuto premi o riconoscimenti in concorsi o manifestazioni ed è poi arricchita da una bellissima illustrazione a colori realizzata da un noto disegnatore professionista: Ale Giorgini, Andrea Veronica Franceschi , Loris Bosk, Adele Pelizzoni, Carla Manea, Alexia Molin, Monica Venzo, Matteo Gaule, Iolanda Parmeggiani, Francesca Dafne Vignaga,Tommaso Ronda, Sofia Terzo.
libro10xDSC_0036
Alcune sono storie impegnate, altre più leggere e divertenti, per un libro nuovo ricco di spunti
interessanti; il tutto,  è arricchito da una veste grafica vivace e colorata, a cura della brava Angela Maltauro, che rende ancora più piacevole la lettura”.

Vi invito ad acquistare questo libro (gli ordini al sito o nelle librerie) e a regalarlo! La vendita di questo libro collabora, con altri progetti, a creare attenzione intorno a quel che definisco il miracolo della Città della Speranza. Miracolo sostenuto da intraprendenti volontari che sono riusciti a creare, per esempio… L’istituto di ricerca pediatrica e la Clinica di Oncoematologia Pediatrica di Padova. Anni fa l’80% dei bambini affetti da patologia oncologica morivano. Oggi l’80% dei bambini malati di patologie oncologiche guariscono, grazie alle iniziative di ricerca e di cura di questa realtà.
L’8 giugno del 2012 infine viene inaugurata a Padova l’ultima grande opera: l’Istituto di Ricerca
Pediatrica Città della Speranza, che con i suoi 17.500 mq è il più grande centro di ricerca sulle malattie infantili d’Europa.
torre16
Oggi la Clinica di Oncoematologia pediatrica, diretta dal Prof Giuseppe Basso, è collegata ai più
importanti centri italiani e mondiali e, grazie ai finanziamenti erogati dalla Città della Speranza, è Centro di riferimento nazionale per la diagnosi delle leucemie acute e per la caratterizzazione molecolare di linfomi e sarcomi e Centro di coordinamento di protocolli nazionale ed europei di diagnosi e cura di linfomi, sarcomi, tumori cerebrali ed epatici, tumori rari.
Dal 2014 la Clinica è Centro di coordinamento regionale della rete oncologica pediatrica del Veneto.
La Fondazione investe circa 2 milioni l’anno in Ricerca Scientifica e si è dotata di un Comitato
Scientifico Internazionale che valuta i progetti da finanziare.
La conoscenza della storia e delle realizzazioni de La Città della Speranza al sito
http://cittadellasperanza.org/citta-della-speranza-chi-siamo/, darà la dimensione scientifica e
internazionale delle iniziative e ci darà speranza… e di questa nobile componente della nostra vita
abbiamo davvero bisogno!

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it

sabato 21 novembre 2015

Una mamma scrive di questi giorni difficili...

                      



Sono una mamma qualsiasi e ti scrivo per dirti cosa mi accade in questi giorni.
I bambini, ne ho due di 8 e 10 anni,   sono stati un po' inquieti e lo siamo stati  anche noi, perchè siamo preoccupati di tutto quello che sta accadendo. E' tragico e il futuro sembra buio. 
Ma non ci lasciamo spaventare, leggiamo tutto quello che di positivo viene pubblicato e proposto.
Ne abbiamo parlato in casa. Abbiamo affermato tutto quello in cui crediamo davvero. Abbiamo concordato io e mio marito, cosa dire e come dirlo a loro che non sono ancora grandi, nè sono troppo piccoli.
Poi ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso che la vita in famiglia e fuori deve essere la prima  testimonianza di pace,  perciò
  • ci siamo curati meglio dei nostri mini-conflitti, cercando vie alternative di soluzione
  • abbiamo coltivato un po' di più  la pazienza, la guida a discernere come comportarsi al meglio
  • abbiamo evitato di incrociare proposte in cui la violenza era esercitata, film e similari
  • abbiamo aiutato a leggere nei dissapori e nelle liti con gli altri, vie di dialogo e soluzioni pacifiche
  • abbiamo aperto casa senza paura a chi non la pensa proprio come noi, anche sulle cose irritanti e banali
  • abbiamo parlato di accoglienza e l'abbiamo esercitata anche nelle piccole cose che il nostro quartiere ci offre
  • abbiamo seguito le proposte della scuola, per capire e  sostenere con un dialogo attento i valori proposti
  • abbiamo letto e guardato video adatti a loro, portatori di questi valori.
Non so fare altro, per ora, ma comprendo che i miei figli sono più sereni e fanno osservazioni  più appropriate. Se qualcuno sa darmi altre indicazioni ne sarei felice. 
Speriamo che i tempi migliorino e che i governanti abbiano la luce per fare le scelte giuste perchè i miei figli e tutti i bambini possano crescere sereni.
Grazie per  questo spazio che hai voluto darmi e grazie per questo blog.
Con simpatia
Clara

pubblicato da Annamaria Gatti
foto da www.digita.it

martedì 10 novembre 2015

Un film da proporre ai nostri ragazzi: Snoopy and friends



C'è speranza per i Charlie Brown del mondo.
Snoopy and friends-Il film dei Peanuts appena uscito nelle sale, ci riporta nel mondo un po’ magico, eppur così vicino alla quotidianità,  dei personaggi di Charles Schulz, papà di Linus e Charlie Brown  e dell’esilarante bracchetto Snoopy.
L’animazione è nata grazie all’idea del figlio Craig,  con la collaborazione del proprio figlio e nipote di Charles, lo sceneggiatore Bryan, e la regia di Steve Martino.

Un film per bambini? Anche.
Scrivo volentieri che raccomando questo film a tutti, proprio tutti, perché le vicende di questa curatissima animazione conducono per mano chiunque a riprendersi l’idea, semmai l’avesse persa, che le belle persone si riscattano. E i Peanuts lo fanno con grazia, tenerezza e solida filosofia di vita. Schulz, morto nel 2000, sarebbe stato soddisfatto di questa produzione, assolutamente rispettosa, nel segno grafico e nel contenuto, della sua opera.

Noi adulti non ce lo nascondiamo: ci piacciono le strisce di Schulz, ci sono sempre piaciute. A turno ci siamo sentiti Snoopy, Linus, Lucy, Piperita Patty o Charlie… e avremmo desiderato trovare amici così simpatici, intriganti, severi, determinati, pasticcioni, feroci, bonari come i Peanuts… Quello che ci affascinava poi era l’assenza degli adulti nelle strisce e nelle animazioni, e ammiravamo l’ingenua (finta) saggezza in fondo delle battute.

I loro problemi sono le metafore della vita anche nel film, che, da psicologa, vedrei bene utilizzato anche per discutere e far ripensare ai ragazzini che eternamente si sentono inadeguati, perdenti come il nostro Charlie Brown, ma capaci di generosi gesti di attenzione per gli altri, di tenacia nel trafficare i talenti, pur nella sconfitta, senza farsi prendere dallo scoraggiamento, sinceri,  umili nell’ascolto del consiglio di un amico.

E’ quello che farà il nostro eroe, quando saprà accettare il suggerimento di Linus e scoprirà che la ragazzina dai capelli rossi di cui si è innamorato non lo ha scelto come compagno di penna per pietà, ma per aver riconosciuto in lui davvero una “bella persona”. Alla faccia di tutti bulli del pianeta…

Riscatto, consapevolezza, valorizzazione degli ideali alti, conforto che la scelta più onesta è sempre da perseguire, anche nel bel mezzo di una società che esalta la furbizia e l’arrivismo.
Ragazzi! C’è materia di educazione affettiva e prosociale in questo prodotto Peanuts! Perché non servirsene nelle scuole o nei percorsi educativi?


Non vi svelo poi l’epopea di Snoopy, storia agile e parallela,  nella sua eterna battaglia immaginaria contro il fatidico barone rosso per la salvezza dell’eroina dei cieli… Il beagle, vincitore in simpatia, con la sua inconfondibile cuccia-bombardiere, con l’attaccamento perenne a quello sfortunato, ma tanto amato e acclamato Charlie Brown! 
Pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
Ill. C. Schulz

mercoledì 4 novembre 2015

Genitori di S. Teresa, i Santi Martin



Una bella commozione essere in Piazza San Pietro durante la  canonizzazione di una coppia di genitori. Uno sente che la santità non è poi così lontana, anche se effettivamente le difficoltà attraversate da Luigi e Zelia Martin sono state tante e di valore eroico in alcuni tratti.

Lei merlettaia, conduceva un laboratorio con operaie che trattava come figlie, lui orologiaio, vicino all'attività della moglie, che aiutava nella gestione e nei contatti lavorativi.

Nove figli, di cui solo cinque sopravvissute e tutte religiose, una figlia morta a 24 anni, Santa e Dottore della Chiesa: "genitori santi che generano santi" dicevano di loro.


Tempo fa parlare di santi era varcare una soglia arcana, forse irraggiungibile  dai comuni cristiani, che dovevano fare i conti con  le  difficoltà quotidiane ad incarnare gli ideali di bontà e di eroicità. Cosa c’era di santo ed eroico in una madre che si dedicava ai figli e al lavoro? O di un padre fedele alla propria famiglia e tenace nell’educare i propri figli?  

Negli anni abbiamo sperimentato nella Chiesa la vicinanza di venerabili e beati sempre più “normali”, e più  sono vissuti in prossimità dei nostri anni, più ci sembra che la santità sia accessibile e accanto alle vite di ciascuno di noi.
E ci siamo  innamorarati di questa vita buona.

Ci piace questa chiesa che esalta le virtù di madri e padri, di gente semplice, che ha saputo fare cose vere, attente agli altri, con umiltà, con le difficoltà e gli ostacoli di sempre. Ma che ha saputo tenere fede alla chiamata alla vita in Dio.

Santa Teresa, Dottore della Chiesa, è cresciuta in quella famiglia, ha respirato amore, affetto, cura, pur perdendo la mamma a 4 anni, e poi seguita con grande dedizione dal padre. Vale la pena conoscere le vicende di questa famiglia particolarissima, dove la coppia ha vissuto un grande amore, con gli occhi e il cuore fissi in Gesù, che tutto valorizza, acquieta, dirime, salva e rende liberi da possesso e da egoismo.
Zelia scriveva al proprio fratello: Io sono sempre felicissima  con Luigi, egli mi rende la vita molto dolce. E' veramente santo io marito. Ne auguro uno come lui  a ogni donna"
E anche Luigi quando le scriveva terminava la lettera con questa frase: "Il tuo marito e vero amico, che ti ama più della vita".
La preghiera insegnata da Zelia alle figlie e che ha accompagnato  Teresa fin da piccola  era semplice e grande nello tesso tempo:
"Mio Dio ti offro il mio cuore, prendilo se vuoi, in modo che nessun altro lo possegga, ma soltanto Tu mio buon Gesù".

C'è speranza che i nostri figli respirino un clima di pace e di serenità  in famiglia, perchè il nostro  sguardo è fisso là dove sta la vera gioia.

Pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
Ill. Lo stendardo della canonizzazione in Piazza San Pietro il 18 ottobre 2015