Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

mercoledì 22 dicembre 2021

Natale in filastrocche: ascoltare quindi ora si può! Primo step




 

Da Città Nuova on line CN+, 22 dicembre 2021: articolo e  podcast delle prime due Filastrocche del Presepe

https://www.cittanuova.it/filastrocche-del-presepe-racconti-natale-due-podcast-ascoltare-storie-condividere-tenerezza/?ms=008&se=028

ASCOLTARE STORIE CONDIVIDERE TENEREZZA

La cura per l’infanzia e la passione per la lettura e le storie che popolano i giorni dei bambini, hanno convinto me e la Direttrice di Città Nuova  Aurora Nicosia, che ringrazio di cuore, ad accogliere la disponibilità di due  persone speciali,  che hanno voluto leggere alcune favole e filastrocche, in parte inedite, in parte pubblicate sul periodico Città Nuova in anni recenti, di cui sono autrice.

 Siamo molto grati a Gabriella e Paolo  che desiderano mettere a disposizione degli ascoltatori dalla pagina di cittanuova.on line i loro talenti e la competenza di lettori. Li conosceremo più avanti, quando questo “esperimento” si potrà consolidare.

La question

Perché non rendere fruibili le cose scritte  che ci sono piaciute,  all’ascolto per i bimbi più piccini, per chi preferisce ascoltare anziché leggere, per chi ama le narrazioni comunque e dovunque, attraverso la tecnologia semplice, che ci permette questa proposta?

E quindi eccoci a proporre intanto le Filastrocche del Presepe e alcune storie da ascoltare il prossimo Natale, durante l’attesa, nelle vacanze, con gli amici, in una festa,  la sera prima di dormire, in auto negli spostamenti, durante una convalescenza…

Per quale età?

Possiamo dire che non esiste età per queste storie e per queste filastrocche del presepe: ormai dobbiamo riconoscere che se ai bambini è destinata una narrazione di qualità, e speriamo si sempre così, non se ne avvantaggiano solo loro, ma tutti gli attori di questo cammino insieme, di questa avventura della vita che è l’incontro di emozioni, sguardi, condivisioni, sfide, paure, tenerezza, speranza… Bambine, bambini, genitori, nonni, amici ed educatori!

Spesso mi sono sentita dire: “Questa storia è fatta anche per noi adulti, perché capiamo meglio i bambini e riportiamo nel cuore l’infanzia che siamo stati!”

Certo ci sono proposte che si adattano ai più piccini e alcune che sono rivolte a bambine e bambini più grandicelli… da scoprire quindi!

Narrare il Natale

Le filastrocche che Gabriella e Paolo hanno registrato è la risposta a una domanda bambina: raccontami il presepe! Ma chi è Gesù Bambino? E che cosa fanno il suo papà e la sua mamma?

Quanti giochi attorno al presepe fanno i bambini che si tuffano in quel miracolo e ricordano poi per anni la sorpresa, l’affetto per i personaggi, che sono stati reali e che narrano di un Dio vicino, di un Bambino venuto a cambiare il tempo e la storia, ma soprattutto la mia storia, la mia famiglia. Viene a condividere la mia vita di ogni giorno.

Per questo le filastrocche raccontano emozioni e sentimenti di coloro che c’erano quella notte e quei giorni a Betlemme. Vita reale, quindi, non favole! (Mi spiace Babbo Natale,  ma tu non c’eri, ma puoi aggregarti allo stupore dei bambini! C’è posto per tutti accanto a Gesù).

Così le storie del Natale, ambientate in luoghi e tempi diversi,  narrano di persone, di bambini accolti con amore da Maria la Madre e da Gesù, con un abbraccio reale e uno sguardo attento al mio cuore e alla mia vita.

Inoltre da anni le mie storie presentano sempre un padre presente, amorevole,  accogliente, comprensivo, coraggioso: è San Giuseppe, che prende su di sé i figli di tutti i padri, che nelle storie li invita a non aver paura, ad accogliere il dolore, a sentirsi al sicuro presso quella culla e  quel focolare. Proprio quello che ci si aspetta da un papà!

Grazie a tutti coloro che vorranno seguirci,  ascoltare e darci suggerimenti. Buon Natale!


pubblicato da A. Gatti

foto da Vatican News Il presepe costruito dai giovani di Gallio (VI)


martedì 21 dicembre 2021

Il mio regalo di Natale

 

La ormai famosa natività di Laura Cortini illustratrice

C'era una volta un bambino di nome Paolo. 

Compiva gli anni nello stesso giorno di Annamaria, la sua giovanissima maestra, che in quegli anni sperimentava un nuovo stile educativo e voleva rendere avvincente l'avventura scolastica per i suoi scolaretti. 

Beh, non sempre ci riusciva, ma le piaceva molto insegnare. Era il lontano 1974.

Poi il tempo è trascorso intensissimo. 

Paolo è diventato grande e ha fatto grandi cose. Anche la maestra intanto  ha messo su famiglia in un'altra regione italiana e si è data alla scrittura. 

Ha continuato a insegnare per decenni, con una certa creat-tività...  Certo, scrivere era diventata  la sua passione e così di libro in libro, per grandi e piccini, si è ritrovata a scriver pure favole per un periodico. 

E dopo una montagna di racconti, il giorno del suo compleanno 2021,  ascolta stupita un messaggio vocale su whatsapp. E' Paolo che le manda un augurio e un regalo di compleanno unico: il piccolo scolaro di allora legge ora con talento una delle storie pubblicate  dalla maestra della sua infanzia.

La maestra pensa  che è proprio contenta di avergli insegnato a leggere. Ne era valsa la pena.

Poi si commuove parecchio e diventa una "maestrascrittricedifavolefortunata", perchè Paolo ci prende gusto e con  Gabriella inizia un pericolosissimo viaggio: decidono di dare voce e colore e musica ai personaggi e alle atmosfere delle storie e delle filastrocche dedicate al Natale perchè altri bambini e grandi possano ascoltarle.  

Hanno fatto anche un esperimento, per essere sicuri che la cosa potesse funzionare,  con mezzo centinaio di bambini che dopo aver ascoltato le loro registrazioni... pare abbiano fatto un applauso "lungo" tutto il corridoio della vecchia e grande scuola di Paolo e della maestra. 

Non so cosa succederà, ma vi prometto che condividerò questo mio straordinario regalo di Natale  con tutti voi, bambini, che seguite i racconti di questo blog. Così potrete ascoltare storie che magari vi hanno letto i nonni o i genitori o gli insegnanti. 

Però le voci saranno quelle di bambini ormai cresciuti, ma che hanno mantenuto un cuore bambino, capace di stupore e di sogni, di benevolenza e di fiducia. E questo è il regalo più bello che io e Paolo vi auguriamo di custodire sempre. Un grazie particolare a Gabriella. 

Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it


lunedì 20 dicembre 2021

Quali doni chiedono per Natale i bambini?

 


Il Natale per le bambine e i bambini è quello che gli adulti di riferimento raccontano, ma soprattutto vivono. 

I bambini più che ascoltare parole, vedono e assorbono gesti e sguardi e volti che cercano e trasmettono quel che passa nel cuore.

I bambini vedono oltre e comprendono quel che non possiamo nascondere o velare.

Le bambine e i  bambini sono tutti là davanti ad una umida grotta la notte di Natale e chiedono piccoli e grandi doni che vengono dal cuore. Sono stanchi di cose, l'abbiamo capito. I loro desideri sono molto più costosi, sono perle inestimabili,  che possono cambiare in meglio la loro giornata, la loro vita...

E anche la nostra.

Davanti alla grotta chiedono a Gesù Bambino, l'unico che certamente non li tradisce mai:  

tenerezza, abbracci, fiducia, ascolto, tempo, rispetto, 

empatia, sorrisi, comprensione, pace, unità, pazienza, allegria 

condivisione, compassione,  perdono e verità... 

Molti chiedono anche  casa, cibo, abiti, salute, scuole, un pianeta sano per crescere... ma qui l'elenco si fa davvero lunghissimo e grave. 

Loro sanno quali doni vorrebbero. 

Basta che glieli lasciamo coltivare in cuore. E non glieli pasticciamo con desideri fittizi. 

E poi ci sono le ragazze e i ragazzi. Che chiedono gli stessi doni. 

Chiedono di non essere o diventare trasparenti. 

Chiedono la misura massima dell'amore. 

Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

foto da: depositphoto.com

mercoledì 15 dicembre 2021

GESU' BAMBINO COME ME. Un emozionante libretto natalizio, da un fatto vero

Riproporre questo libro è celebrare una storia che raccoglie dalla realtà il senso della vicinanza di Gesù a tutti i bambini. Davvero una nave carica di bambini portati a lavorare da trafficanti era ferma sulle coste africane. Davvero alcuni bambini sono stati salvati. Qualcuno di loro avrà trovato nella missione proprio un Gesù e una sacra famiglia molto somigliante alla propria famiglia. Un racconto che ha emozionato tanti bambini che lo hanno incontrato nelle scuole. 


da "IL NATALE DI ALBERT NATALE"  di Annamaria Gatti
 Illustrazioni di Antonio Vincenti Editrice Effatà

Albert è un bambino che, come tanti altri, vive nel sud del mondo, ta povertà e sfruttamento... Ma anche in mezzo a rapporti umani ricchi di calore e di affetto.
Questa storia natalizia gli dà voce e spazio tra mille luci colorate che, troppo spesso, rallegrano le nostre strade, ma sono vuote di significato.
Un racconto per un Natale aperto al mondo... che diventa un biglietto di auguri!

di Annamaria Gatti
illustrazioni di Antonio Vincenti
edizioni EFFATA
Quasi il finale del libro...
PROPRIO COME GESU’
Padre Joe… tu abiti in una vera casa!” ho gridato, mentre mettevo la mia testa ricciolina dentro a ogni porta che dava sul corridoio centrale. Poi il nostro amico frate, che era appena entrato in una cucina, ha avvisato:
Albert, King… venite qui, qualcuno ha portato dei biscotti!”

Ma in quel momento non mi interessavano più i biscotti, nonostante la fame e la stanchezza. Mi ero ritrovato in una delle stanze, davanti ad un Presepe, ed ero rimasto a bocca aperta, silenzioso e immobile.
Padre Joe aveva lasciato King alle prese con i biscotti ed era dietro di me:
Albert!”

Al suo richiamo mi sono ripreso dallo stupore e ho notato:
Ci sono i pastori, gli angeli, le pecore, un bue e un asino e il Bambino… In una capanna…come la mia…”
Sì, Albert, Gesù è nato in una capanna come la tua.”
“… E avrà freddo questa notte, così, senza vestiti. Anche il mio fratellino appena nato ha freddo di notte e la mamma lo copre.”
Già, proprio come il tuo fratellino.”
E quella è la sua mamma, vero?” ho chiesto indicando la donna seduta accanto a Gesù.
Sì, si chiama Maria.”

Il suo papà non lo manderà con Keùssi sulla nave dei bambini venduti, vero?”
“… No, suo padre Giuseppe non lo manderà.”
E la sua mamma non piangerà e gli canterà la ninna nanna.”
Certo Albert, come faceva la tua mamma con te, quando eri piccolo.”

Proprio in quel momento qualcuno cantava.
Senti Padre Joe? Sembra proprio la ninna nanna che canta la mia mamma.”
Il mio amico non ha risposto, perché si era distratto guardando due persone che stavano sulla porta.
Albert, è proprio la tua mamma che sta cantando a Gesù la ninna nanna.”

In fondo alla stanza c’erano i miei genitori, proprio loro!

C’era la mia mamma e c’era il mio papà: erano venuti a prenderci!
Hanno fatto un viaggio faticoso. Sono partiti subito, quando hanno saputo che cosa vi era accaduto” spiegava Padre Joe, mentre con un salto ero fra le braccia della mamma.

venerdì 10 dicembre 2021

Maria una di noi. La nascita di Gesù e Daniele il giovane pastore.






E' ACCADUTO A BETLEMME!

Da "Una mamma di Galilea. Il Rosario narrato ai bambini" 
di Annamaria Gatti 
Illustrazioni di Barbara Gallizio
Effatà Editrice

Giuseppe  era preoccupato: avrebbe dovuto andare a Betlemme a farsi registrare con Maria, ma per lei il viaggio era molto faticoso.
“Vedrai, andrà tutto bene...” lo tranquillizzava la sposa che avrebbe dato alla luce Gesù di lì a pochi giorni. Partirono così con il loro asinello, cavalcato da Maria. 

Quando finalmente giunsero a Betlemme però, non trovarono posto  negli alberghi.
“La mia sposa deve partorire proprio   in questi giorni...” supplicava Giuseppe. 

Un albergatore, impietosito dalla giovane prossima madre, indicò loro una stalla, che già ospitava un bue. L'asinello si riposò, mentre Giuseppe si dava da fare ad aiutare la sua sposa. Maria, proprio quella notte, diede alla luce il Bambino. I cuori di Giuseppe e Maria battevano di commozione: il Figlio di Dio era lì nelle loro braccia e dormiva.

                                                      

Intanto, nei pressi, il pastorello Daniele stava per addormentarsi, vicino alle sue pecore, cullato dal crepitio della fiamma e dal profumo del pascolo umido.  
“Svegliati Daniele! Ascolta...” il fratello maggiore   gli scuoteva la spalla. 
Era buio, anzi no, qualcosa scintillava sopra il pascolo. Daniele balbettò: “Sono angeli”.
“...Non temete,” cantavano “ vi annunziamo una grande gioia: oggi è nato un Salvatore.
                                          
 Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia... Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra  agli uomini che egli ama”. Raggiunsero in fretta la stalla, sopra cui si era fermata una stella incandescente. Una giovane donna cullava  un  neonato, sotto lo sguardo vigile e buono di un uomo. C'era ancora quella luce! “La sala del re non deve  essere più bella”,  pensava  Daniele.

Daniele se ne stava in un angolo buio,  mentre fissava la madre del  Bimbo, che all'improvviso gli fece un cenno e lo chiamò. “Vieni qui, Daniele”. Pieno di tenerezza, fece qualche passo verso la mangiatoia. Vide da vicino il Bambino mentre lei sussurrava:
“Lui è Gesù.” Gesù si scosse un poco, aprì la boccuccia e si stiracchiò ben bene.
Daniele lo accarezzò sulla manina e quel Gesù sorrise nel sonno.

Altri pastori stavano arrivando, si fermavano intimoriti e curiosi all'ingresso della stalla ed esclamavano: “Oh, oh c'è davvero il Bambino!” E si fermavano per adorarlo.
Daniele tornò al pascolo, ma  deciso che sarebbe ritornato da Gesù con una bella ciotola di latte appena munto. “Tornerò al villaggio e racconterò questa buona notizia: io l'ho visto, è nato a Betlemme il Salvatore!”
E avrebbe raccontato l'accaduto  ai figli e ai figli dei suoi figli.

Pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it

Illustr. dal film Nativity
            iotibenedico,info
            Informatica Netizen

martedì 7 dicembre 2021

Attendere il Natale: Bambini in viaggio VERSO LA CAPANNA DI GESU'

 

Alcuni anni fa nella mia scuola, molto grande e frequentata da tanti bambini provenienti da altri Paesi... alcune centinaia di  bambini hanno assistito alla rappresentazione di questa storia di Natale che avevo creato per loro e che fu rappresentata da alcuni di loro. I nomi sono quelli di bambini realmente presenti allora nella scuola.
E' stato un momento molto bello, allegro tenero, pieno di speranza. 
Condivido questa storia con voi tutti che vi preparate al Natale. 
Annamaria


di Annamaria Gatti
illustrazione di Eleonora Moretti
fonte Città Nuova ,2009

C’era una volta un ragazzetto di nome Marco, che voleva  andare a trovare Gesù, appena nato nella capanna di Betlemme. «Andrai tutto solo a Betlemme? –gli aveva chiesto la mamma –. Il viaggio è lungo per un ragazzetto della tua età!». «Ormai sono abbastanza grande – le aveva risposto Marco –, vedrai che me la caverò bene!».

Ma in cuor suo Marco sapeva che sarebbe stata una lunga camminata e la strada era tutta in salita. Pensò che sarebbe stato bello avere compagnia.

«Dove vai?», gli chiese Sara, la sua compagna di scuola. «Vado a trovare il Salvatore che è nato a Betlemme, vieni anche tu?». «Perché no? La mamma mi darà il permesso, se vengo con te», sospirò Sara.

E così partirono. La strada era tutta a curve e in salita, proprio come se l’aspettava Marco.

«Ho sete», disse Sara. «Già, non abbiamo pensato a portarci delle provviste!», osservò Marco, ma non fece in tempo a preoccuparsi, perché dalla curva sbucò un ragazzetto alto come lui, con i ricci e gli occhi neri. Aveva un otre grande e un sorriso bianco che splendeva sulla pelle scura.

«Vuoi dell’acqua?», chiese a Sara. «Oh, certo, ho molta sete – annuì la bambina –. Stiamo andando a Betlemme».

«Andate da Gesù? L’hanno detto  gli angeli dal cielo che lo avremmo trovato là».

«Come ti chiami?», chiese Marco. «Sono King, sono ghanese.  Posso venire  anch’io con voi?».

«Sì, porteremo l’acqua a Gesu!», concluse Sara. E i tre si misero allegramente in cammino. «Ora però ho fame», disse fra sé Marco.

Alla curva successiva si fermarono, perché una bambina in un sari color oro, chiese loro: «State andando alla capanna di Gesù?». «Sì, vuoi venire anche tu?», le chiese Marco, osservando interessato le focaccine di uva che stava portando in un grande vassoio posato sul capo. «Certo, e voi avete un gran fame! Volete una focaccina fresca? Le altre le portiamo a Gesù e alla sua mamma». «Oh, bene, è stata una fortuna incontrarti, come ti chiami?», chiese King, che era un golosone.

«Il mio nome è Hina, sono indiana». E tutti e quattro si rimisero in cammino.

Ma venne una folata di vento freddo e Hina rabbrividì: «Che freddo!», disse, seguendo la strada che preparava la curva. Ed ecco appena di là, giungere a passettini un bimbetto che portava due copertine calde e colorate sulle spalle.

«Ciao, potresti darmi una coperta? Ho proprio freddo!», gli chiese Hina gentilmente. «Certo, ma tu dove vai?», le chiese il bimbetto. «Andiamo tutti da Gesù, a Betlemme – rispose  King per tutti –. Vuoi venire con noi? Come ti chiami?». «Sono Alam, sono marocchino e vengo volentieri con voi, porterò una copertina a Gesù che avrà freddo stanotte!». E tutti ripresero il cammino.

«Sono così stanca ormai», si lamentò  Sara, salendo su, su per la strada.

«Non ti preoccupare – le disse Marco –, ora ci diamo tutti la mano e ci aiutiamo, se stiamo insieme arriveremo a Betlemme». E così tutti si diedero la mano, Marco, Sara, King, Hina ed Alam fecero una piccola catena.

Ma venne il buio e la strada era confusa e faceva un po’ di paura. Forse mancava poco ormai alla capanna, quando, dopo un’altra curva, ecco apparire una debole luce, che dondolava nel buio: qualcuno stava camminando verso di loro. «Guarda quanti bambini: dove andate? Volete la mia torcia per camminare al sicuro?», disse una bambina. «Grazie, potresti venire anche tu con noi da Gesù». «Perché andate a trovare Gesù?». «Perché da lui si sta bene». «Allora vengo anch’io». «Così gli porteremo un po’ di luce! Come ti chiami?», le chiese Alam. «Mi chiamo Amina e sono slava».

E ripartirono. Arrivarono presto alla capanna, dimenticando fame, sete, freddo, stanchezza e paura. Ma le loro voci arrivarono ancor prima a Giuseppe e Maria.

«Giuseppe, vai a vedere chi c’è là fuori, sento voci di bambini», disse Maria.

Giuseppe, che stava riordinando la paglia nella capanna, uscì, li guardò un momento sorpreso, sorrise e allargò le braccia: «Bambini, venite, chissà quanta strada avete fatto per arrivare fin qui!».

Fece a tutti loro una carezza, raccolse l’otre dell’acqua, il vassoio di focaccine, le coperte e la torcia: «Oh, di tutto questo avevamo proprio bisogno. Grazie!». I bambini si fermarono immobili all’entrata: era tutto in penombra, ma la mamma con il bambino erano avvolti di luce, almeno così sembrava ai loro occhi. 

Maria posò il bimbo e li abbracciò dicendo: «Finalmente siete arrivati, Gesù vi aspettava! Ma ora pare che dorma!». «Eh no, che non dorme…», avvertì King. Tutti e sei si avvicinarono per accarezzare quel bimbo che sorrideva e si sentirono proprio bene. Il piccino aveva aperto davvero gli occhietti, li guardò uno per uno e sapeva che stava benedicendo tutto il mondo.

Allora Amina, King, Marco, Hina, Alam e Sara si presero per mano e intonarono un girotondo, intorno al giaciglio di Gesù Bambino.

GIRO GIRO TONDO,

FACCIAMO BELLO IL MONDO

PRENDIAMOCI PER MANO,

INSIEME POI CANTIAMO:

VOGLIAMO UN MONDO IN PACE

E CHE CI SIA LA LUCE

PORTATA DA GESÙ

A SCUOLA, A CASA, LAGGIÙ…

E POI DOVE VUOI TU.

lunedì 6 dicembre 2021

Per parlare di paura... Buona notte, Orazio!

 


di Lorenza Farina 
illustrazioni di Eleonora Pace
 Il Ciliegio Edizioni

Recensione di Annamaria Gatti

Un bambino fa i conti con la paura. Della paura è utile parlare in famiglia e a scuola... E dà un ottimo spunto anche questo libro, un invito a prendere fra le braccia la paura per neutralizzarla con poesia e affetti.
Lei certo impersonifica proprio tutte le paure del  mondo bambino: 
paura di stare male,
di soffrire,
di stare solo, 
di essere abbandonato, 
di essere spaventato, 
di non capire, 
di perdere tutto, 
di essere offeso,
di essere escluso,
di non poter chiamare mamma o papà,
di non poter correre,
di essere preso,
di scomparire...

La paura, il NEMICO N.1 trova casa fra le pagine del nuovo libro di Lorenza Farina, che replica la collaborazione con l'illustratrice Eleonora Pace, e dona un altra opera dell'editoria di qualità. La paura certo la fa da padrona quando Orazio se la vede arrivare, la sente persino, ne distingue rumori e suoni, la immagina e la prova attraverso le figure che invadono buie, ma non completamente nere, la sua stanza.

Il bambino fantastica mosse di attacco e di offesa, per difendersi dai suoi occhi, dalla bocca enorme e pronta a ingoiarlo, dai tentacoli pronti ad avvolgerlo in spirali di buio. Il cuore batte forte, come i denti che segnano il tempo della tessitura della ragnatela con cui il NEMICO N.1 lo vuole imprigionare e gli porta via il sonno.

Ma è solo l'inizio del cammino per trovare l'alleata che realizza l'incantesimo e che ha l'aspetto più tondo e pacioso del mondo, che vince con la sua luce il BUIO nemico per avvolgere invece di poesia Orazio, che ritrova il sonno e i sogni che bussavano forse alla porta, desiderosi di entrare e di custodire il respiro di Orazio.

E in questo tempo in cui il NEMICO N.1 ha il nome ben preciso di un virus e ha fatto e sta facendo davvero paura e le narrazioni possono aiutare a metterlo a tappeto, complici nella cura del tesoro più prezioso che abbiamo: i bambini.

giovedì 2 dicembre 2021

In attesa del Natale. Maria una di noi, per raccontare ai bambini il Magnificat


Mi piace riproporre questa pagina, perchè la Madre di Gesù è vicina al cuore dei bambini, più di quanto immaginiamo, è percepita nella sua bellezza spirituale: accoglienza, benevolenza, simpatia! A questa parte del libro sono molto affezionata!

Da "Una Mamma di Galilea. Il rosario narrato ai bambini." di Annamaria Gatti, ed. Effatà.


 



E’ MAGNIFICO!


Maria ripensava alle  parole dell'angelo:  lei sarebbe diventata la mamma di Gesù e anche Elisabetta aspettava un figlio! Evviva!  Doveva raggiungere la cugina incinta che era anziana, per gioire con lei e aiutarla.


“Stai attenta Maria e salutami Elisabetta.” le raccomandò Anna, come fanno tutte le mamme. Salì sull’asinello e quando gli allungò una carezza sul collo, l’animale zoccolò allegramente verso la montagna. 
La cittadina di Elisabetta dista  a soli sei chilometri da Gerusalemme.


Quando Maria aprì la porta Elisabetta esultò di gioia e l'abbracciò. Ma ecco all’improvviso una commozione profonda le illuminò gli occhi. “Elisabetta, ti senti forse poco bene?” chiese  allarmata Maria, vedendo che la cugina portava una mano sul cuore. 
Ma lei così rispose: “Oh, Maria, benedetta fra tutte le donne!  E' un onore per me  salutare la madre del mio Signore!”


“Come fai a sapere che aspetto il Figlio di Dio?” chiese sottovoce Maria.


“Vedi, appena mi hai salutato il mio bambino ha fatto una gran capriola: anche lui ha riconosciuto la madre del Figlio di Dio.”

Allora Maria esclamò:“E’ magnifico ciò che fa il Signore! Anche i bambini non ancora nati possono distinguere nel grembo della loro madre lo splendore della creazione, riconoscere le nostre voci e percepire le nostre carezze!” E continuò lodando Dio e tutte le cose belle che aveva fatto per gli uomini più deboli, per il suo popolo...

Poi lo sguardo di Maria sfiorò la casa di Elisabetta e visto che c’era da fare, accompagnò la cugina a sedersi presso la cesta del cucito e lei si mise a riordinare. “Cosa fai Maria? Devi riposarti dopo il viaggio!” protestò Elisabetta.“Oh, no, mi sento piena di forza. Continua pure  a cucire  la  camiciola per il bambino, è molto bella e dovrai insegnarmi a cucirne una per Gesù".
Nessuna delle due donne si era accorta che un angelo del Signore, accovacciato sul nudo pavimento, sorrideva divertito. 
Maria rimase con  Elisabetta  fino alla nascita di Giovanni, poi detto il Battista, cugino di Gesù. 
Chissà quali erano i loro giochi preferiti  quando le loro mamme si scambiavano qualche visita e li vedevano crescere in sapienza e bontà!








domenica 28 novembre 2021

Maria, una di noi. Il racconto dell'Annunciazione per i bambini



                           
            Annunciazione - Beato Angelico



da "Una mamma  di Galilea"                                           
Il rosario narrato  ai bambini
di Annamaria Gatti
Illustr. Barbara Gallizio
Effatà  Editrice



MARIA DIVENTA LA MAMMA DI GESU'

I bambini di Nazaret correvano sempre da Maria per imparare da lei nuovi giochi o per essere consolati: la figlia di Anna e Gioacchino era dolce e simpatica.

“Dimmi Gioacchino, cosa pensi di nostra figlia Maria?” chiese turbata un giorno Anna, la madre, vedendola spesso assorta in preghiera. Il marito la guardò comprensivo:

“Stai tranquilla, Maria è la nostra consolazione. Ora poi che è fidanzata al buon Giuseppe, il falegname, sono proprio contento di lei. Eccola, sta pregando...”

Maria, vedendo la madre, sorrise e la rassicurò: “Vai pure al mercato, io preparerò il pane.”

La giornata era chiara e Maria così continuò a pregare:

“Oggi, mio Signore, tu sei il mio sole, la mia luce e la fonte della mia gioia...”

E davvero una luce si diffuse nella stanzetta.

Maria, preoccupata, si coprì in fretta il capo con il mantello color dell'acqua, poi sentì  una gran pace nel cuore e si inginocchiò.

Solo allora si accorse che vicino a lei c'era un giovane  sorridente che non era entrato dalla porta, quindi doveva essere proprio un angelo del Signore. Le disse: “Ti saluto o piena di grazia, il Signore è con te.”

Maria pensò: “Ma cosa vorrà dire, salutandomi così?”

Ma l'angelo Gabriele, che conosceva i suoi pensieri, le spiegò:

“Dio ti ha scelta per diventare la mamma di Gesù, suo figlio.”

Maria non capiva: lei non era sposata!

“Nulla è impossibile a Dio” osservò l'angelo Gabriele “per grazia di Dio anche tua cugina Elisabetta aspetta un figlio, nonostante sia anziana”.

Allora Maria, si commosse e con grande fede gli disse:

“Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me ciò che hai detto.”

Quando l'angelo se ne andò, Maria sentì i passi svelti della madre  che tornava a casa. Tutto sembrava come sempre, invece Dio le aveva parlato e le aveva svelato un grande mistero. Il suo cuore ebbe un sobbalzo. Sarebbe stata capace di fare la mamma del figlio di Dio? Nulla è impossibile a Dio, aveva detto l'angelo: Dio l'avrebbe aiutata a superare ogni prova.

Allora Maria incominciò ad impastare il pane, mentre le voci chiassose dei bambini stavano avvicinandosi alla casa, per mostrarle un nuovo gioco.

Pubblicato a Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it

sabato 20 novembre 2021

Storia nella giornata dei Diritti dei Bambini e delle Bambine: PAOLINA ABBRACCIO



PAOLINA ABBRACCIO

di Annamaria Gatti 

illustrazione di Eleonora Moretti

Fonte: Città Nuova 

Novembre 2021

L’orsetta Paolina, afferrato l’inseparabile orsobimbo, si era precipitata verso l’abete rosso per giocare con i suoi amici. Orsetti,  scoiattoli, tassi e cerbiatti erano nella radura in attesa di qualcuno.

“Ciao  amici! Dov’è Sandro?”

“Volevamo chiederlo a te, anche ieri non è venuto a giocare e non lo abbiamo visto.”

Si guardarono tutti incerti su cosa fare, non tutti i giorni uno ha voglia di giocare con gli amici, ma era meglio dare un’occhiata.

Il gruppetto si era appena avviato, quando una cinciallegra azzurrina svolazzò elegantemente sulle loro teste: “Dove state andando così di fretta?” chiese gentile.

“Sandro non si vede da un po’ e stiamo andando a trovarlo. Sennò che amici siamo?”

“Giusto! Credo che troverete una sorpresa a casa di Sandro!” anticipò la cinciallegra con fare misterioso  e subito si tuffò nel folto del bosco.

La tana era a pochi passi, quando giunse distintamente un pianto piccino e sommesso.

Curiosi e titubanti gli orsetti si fermarono davanti all’entrata. Paolina chiamo Sandro che uscì come una saetta, al colmo della gioia.

“Siete tutti qui! Come sono felice. Mamma ha avuto bisogno di aiuto e  ora guardate qui…” E rientrato,  uscì portando fra le braccia un fagottino di orso. “E’ il mio regalo: una sorellina per me!” annunciò commosso.

Tutti restarono a bocca aperta: era tenerissima. Paolina prese l’iniziativa e allungò un abbraccio a Sandro.

Fu così che tutti, facendo una gran confusione, tentarono un abbraccio: chi con la coda, chi con le zampe, chi con le orecchie…

Insomma c’era una gran cosa da condividere con l’amico arrivato da poco, con un tesoro.

Paolina era pensierosa: “E come la chiamerai?”

“Gioia”

“Bel nome, ci vuole un altro abbraccio di felicità, vero orsobimbo mio?”.

Un abbraccio non costa nulla.

Ma dà molta gioia.

Sempre.

Ovunque.

 

domenica 14 novembre 2021

GENITORI OLTRE LA PANDEMIA 10° STEP. PARLIAMO DI EMOZIONI


 

   
Piccoli passi, piccole cose che danno senso al nostro cercare e allora...
 vedi quel che non avevi notato prima spesso un dono

Cari genitori, un' intervista alla psicologa Chiara Spatola,  che si occupa di   Psicoterapia comportamentale e cognitiva, ha stimolato la dott.sa Canna ed io ad affrontare per voi e con voi, in questo appuntamento, il tema delle emozioni e quanto queste interagiscano con le prassi della funzione  genitoriale,
L' intervista alla dott.ssa Spatola è fruibile a questo indirizzo: https://www.marcovigorelli.org/il-ruolo-delle-emozioni/

Potete ora e qui  prendere visione del percorso di questo decimo step con la consueta scaletta. 

Buona lettura!

  • Breve riflessione
  • Esperimento
  • Condivisioni,  libere domande a cui la dott.ssa Canna ed io risponderemo individualmente.

10° STEP: "SENTIRSI" GENITORI 

"Noi essere umani siamo costantemente immersi in un flusso di emozioni, anche se spesso non ne siamo del tutto consapevoli. Ci accorgiamo delle emozioni solo quando sono particolarmente intense. Spesso, poi, ad attirare la nostra attenzione sono soprattutto le emozioni spiacevoli, che vorremmo subito controllare o eliminare dalla nostra vita. Questa fretta di liberarci delle emozioni scomode può portarci a volte ad agire in modo impulsivo, perdendo di vista ciò che ci sta più a cuore". (da intervista C. Spatola)

Le emozioni invece sono molto importanti perché, ci ricorda la dott.ssa Spatola …“ rendono più consapevoli dei propri vissuti. Ad esempio, se un genitore capisce di essere troppo stanco e nervoso al rientro dal lavoro, può essere utile fare un piccolo esercizio di respirazione per ritrovare l’equilibrio e la calma, prima di entrare in casa e incontrare la propria famiglia. Può apparire banale, ma è qualcosa che può fare la differenza. Affinché questa abitudine entri nel proprio repertorio di comportamenti, di solito occorre un po’ di allenamento. Quando siamo immersi nella frenesia del fare, perdiamo spesso contatto con le nostre emozioni. Esse rimangono così sotto la superficie della consapevolezza e ci influenzano facendoci diventare reattivi, come una molla pronta a scattare. Se invece siamo sensibili e compassionevoli nei confronti di noi stessi, possiamo prenderci cura delle nostre emozioni, senza dover per forza arrivare al limite". (idem)

E' importante raggiungere quindi l'obiettivo di armonizzare il nostro dentro con il fuori,  le nostre emozioni con la nostra capacità di relazione.

“ ...due dimensioni: quella interiore e quella relazionale. Più sono in grado di conoscere e comprendere me stesso e le mie emozioni, più sarò in grado di comprendere le emozioni dell’altro, mediante l’empatia. E viceversa.

Oggi i bambini e gli adolescenti, come d’altronde anche gli adulti, sono abituati a ritmi molto intensi. Nelle pause tra un’attività e l’altra, c’è spesso un tablet, una TV o uno smartphone disponibile ad intrattenerli. In questo modo non si abituano a stare in contatto con se stessi,  a riflettere, a sviluppare la consapevolezza di sé e delle proprie emozioni. D’altra parte anche le capacità relazionali ed empatiche spesso non vengono allenate adeguatamente” (idem)

 

Su questo tema ora proponiamo il consueto ESPERIMENTO per i genitori, per sviluppare capacità di ascolto delle proprie e altrui emozioni:

  • State vicino a vostro/a figlio/a quando ha un problema: rabbia, paura del buio, rifiuto di eseguire i compiti; preoccupazione per una interrogazione imminente, delusione per una litigata tra amiche o amici… cercate di stare lì con lui/lei  in ascolto delle sue emozioni e di instaurare un dialogo. 
  • Alla fine di quel momento quando la situazione vi sembra più serena, isolatevi e cercate di riflettere rispondendo subito a queste domande:

-        che emozioni ho visto e ho sentito in mio figlio (rabbia, nervoso, preoccupazione, ansia , paura, scoraggiamento…)

-        Con quale atteggiamento ed emozione ho reagito io alla sua manifestazione emotiva (sfuggo, mi sento preoccupato, ansia,  rifiuto, nego, sminuisco ecc …)


Rientrare in se stessi, rivedersi con serenità e un certo distacco può davvero cambiare, a piccoli step, le nostre relazioni educative. Un passo per volta. E se lo facciamo anche scrivendo, prendendo appunti,  avremo anche un apporto pratico utile a fermare emozioni e sensazioni. 

Buona scoperta!

Come sempre scriveteci in privato vostre esperienze, chiarimenti, osservazioni e  richieste.

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                      @infanzia.icare

FB Annamaria Gatti


pubblicato da annamaria gatti
foto di Cristina  Guarda
foto da Città Nuova

sabato 13 novembre 2021

Storia di amicizia e gentilezza Piccolo Cavallo. Recensione

 

                       


PICCOLO CAVALLO

di Nicola Cinquetti
Illustrazioni di Elisabetta Civardi
I nuovi colori del mondo          Città Nuova
Roma, 2021

Recensione di Annamaria Gatti

Città Nuova esce per la collana de “I nuovi colori del mondo” con un altro albo di pregio, un po’  intrigante, per narrazione di Nicola Cinquetti, prolifico e premiato scrittore, e per le gradevoli scelte illustrative di Elisabetta Civardi.

Un libro che incontra l’infanzia in parole e rumori o suoni:

“… Piccolo Cavallo è un cavallo molto piccolo. Piccolo quanto? Piccolo come un bambino.”

plicchete cloppete glu glu frrr croc croc…”

Insomma,  se lo leggete lo trasformate in un libro musicale, ma dovrete impegnarvi con attenzione: i bambini sono molto esigenti! E precisi. E infatti il racconto di pensieri scanditi e semplici e di rumori è delicato e lento, come una nenia,  come deve essere l’incontro con i bambini

L’ attività illustrativa è originale e accurata, ma anche alternativa, dove parlano le forme più che gli sguardi, in gesti abbozzati e posture volutamente lievi. I colori intensi e improbabili giocano con la natura dell’esplorazione di un campo sconosciuto al di là di un corso d’acqua e interagiscono fra realtà e fantasia: un cavallo blu? Un gatto arancione e fedele? Il blu domina, il verde intenso, l’arancione e il giallo spavaldi catturano, illuminano, prendono e separano sentimenti e sensazioni.

Il Piccolo Cavallo vuole passare un ruscello e lo farà con un nuovo amico, Gatto Arancione, che gli promette una sorpresa al di là del confine, per poi ritornare nel proprio prato, nella  quotidianità rassicurante. I sentimenti bambini si cullano di amicizia, di desiderio di conoscere e di scoprire e farlo insieme placa l’ansia e il dubbio, dà coraggio e sicurezza. E attesa.

Tutto è avvolto di semplicità e gentilezza. Che celebriamo come via percorribile e antidoto al buio.

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it