Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

mercoledì 30 giugno 2010

STARE INSIEME 3



















TRA MILLE ALTRE OCCUPAZIONI I BAMBINI PREFERISCONO SENTIRE LEGGERE.
OLTRETUTTO SONO RISULTATI I LETTORI PIU' FEDELI IN ITALIA (statistiche recenti alla mano!!!) ...grazie alla scuola e ai suoi percorsi di educazione alla lettura? ...grazie ai genitori sempre più sensibili?


MI LEGGI UNA STORIA? Ovvero: stai con me?
PRIMA PUNTATA
di Annamaria Gatti
fonte: Città Nuova
Illustrazione di Altan: la dolcissima PIMPA.


Per esempio una sera…

Da bambina ho letto molto e ho goduto dei racconti che hanno popolato tranquille serate senza televisione, poiché il “tutti a letto dopo carosello”, voleva dire “adesso vi leggo una storia…”

Quando sono diventata mamma, è stato normale leggere o raccontare un po’ di tutto…da subito e soprattutto ovunque: prima di dormire, giocando insieme, con gli amichetti del quartiere, durante i frequenti viaggi in automobile, mangiando, combattendo l’influenza…

Qualsiasi oggetto poi, in continuità con le letture, poteva trasformarsi in un personaggio parlante e animato di sentimenti più o meno buoni, pronto ad affrontare avventure e accadimenti, sobillando oscuri destini, comunque destinati poi a sera, a sfumare in un sonno pacificatore. Spesso però, lo ammetto, arrivava prima il “mio” abbandono nelle cosiddette braccia di Morfeo, dopo un’intensa giornata da mamma… e altro! Allora il racconto o il libro si facevano muti e continuavano le mie figlie la storia, mentre nel dormiveglia percepivo frasi del tipo:

Piano, piano… altrimenti mamma si sveglia!”

Il momento della sera! Magico e intrigante, attimo del raccontarsi, capace di convogliare il vissuto di una giornata, con le sue piccole scoperte, le delusioni e le battaglie. Capace di rendere così vero il perdono, se necessario, e la possibilità di ricominciare, liberi da zavorre inutili. Esperienza preziosa per la serenità dei piccoli!

Diventa però anche il momento della lettura, che poi si perpetua da adulti: chi non ha sul comodino un libro? Magari anche un giornale a fumetti? E quanti vorrebbero avere la possibilità di dedicare più tempo alla lettura serale, spento il televisore, il cellulare e le voci di casa?

Per esempio per i bambini la lettura serale (o il raccontare) dell’adulto e poi personale è un cerimoniale graditissimo: l’importante è cominciare, cominciare presto, da piccolissimi, ad entusiasmarli alla presenza di queste piccole miniere di vita, che fra l’altro oggi hanno formati e presentazioni adeguate all’età, ricche di stimoli artistici e creativi.

mailtomailtgatti54@yahoo.it



martedì 29 giugno 2010

LA TV ALTERNATIVA...in un libro






















Da "TV CHE PASSIONE"

di Annamaria Gatti

illustrazioni di Laura Cortini
Effatà Edizioni


LA TELEVISIONE DI FILIPPO
Filippo ha deciso di costruirsi una TV tutta sua e ...ha capovolto il suo quartiere, invitando tutti a collaborare al progetto. Poi tutte le sere di vacanza, tutti in piazza a vedere una tv speciale, fatta da ragazzi, genitori, nonni e amici! Recita con Filippo la filastrocca di pubblicità, creata da protagonista e dalla sua amica Elisa: TELEVISIONE, CHE PASSIONE

Or ti racconto la tv

ne ho vista tanta, l’hai vista anche

tu?

Vieni a vedere…

un’avventura tutta speciale

però con il sole, il cielo e il mare,

i personaggi più divertenti

con i buoni più potenti,

i principi ricchi di saggezza

e i soldati sempre in festa,

i cavalieri più paurosi,

gli orchi e i maghi più spassosi.

Nella mia scatola di cartone

c’è il “tiggì” di cose buone.

Non passa violenza, non passa l’inganno

in nessun mese dell’anno…

e poi cosa rara, novità: non c’è mai

pubblicità.

Nella tv fatta da me, l’amico vale

più del re!!!


lunedì 28 giugno 2010

STARE INSIEME 4


SPECIALISSIMO!
Ai bambini di oggi e di ieri, che pubblicano post su questo blog, Margherita e Peter Kostner mandano una veduta dal loro balcone.
Il fatto curioso è che il loro balcone appartiene alla loro casa
e la loro casa ad Ortisei, gode di un panorama mozzafiato! Diciamo meglio dei programmi tv...
Grazie mille!

Pubblicato da Annamaria Gatti
foto di Peter Kostner

domenica 27 giugno 2010

REGOLE PER STARE BENE ANCHE CON LA TV





















IL LORO DECALOGO

Senza scomodare Karl Popper, che ben tuonava a difesa dei bambini, esposti alla violenza di una televisione inadeguata o forse più propriamente sciagurata e propugnava una "patente" per lavorare alla programmazione e alla realizzazione delle offerte tv, mi piace proporre il "DECALOGO PER SOPRAVVIVERE ALLA TIVU'".
E' un documento preparato da bambini di nove e dieci anni, alla fine di un percorso pedagogico, con l'obiettivo di crescere consapevoli...
...Anche se la regola aurea, come la chiama il Movimento non violento che la pone come prima regola nel suo decalogo, è proprio la consapevolezza dei genitori di essere modello per i loro figli, sentiamo come "regolano" dei ragazzini questo rapporto con l'elettrodomestico più invadente delle nostre famiglie!
SENZA REGOLE ABBIAMO CAPITO CHE NON SI PUO' CRESCERE, PERCIO' ALLA FINE DEL LAVORO INTERESSANTE FATTO A SCUOLA, ABBIAMO VOTATO QUESTE REGOLE PER VIVERE MEGLIO CHE SI PUO' LA TV:
1) guardare la tv un'ora al giorno, di più è troppo,
2) scegliere il programma da vedere,
3) scegliere i programmi con mamma e papà,
4) eliminare i cartoni e i film violenti subito,
5) non guardare la tv durante i pasti: ci si incanta e non si può chiacchierare
6) eliminare il telegiornale a tavola: non è adatto per noi,
7)non guardare tv la sera subito prima di dormire: non si dorme bene,
8)non guardare tv al mattino, prima di andare a scuola perchè poi fai fatica a stare attento e ti restano impresse le immagini della tv,
9)non avere la tv in camera: chi di noi ha la tv in camera ci ha raccontato brutte esperienze,
10)se è possibile non guardare la tv da soli, sarebbe meglio con i genitori!
Non credo siano delle novità, ma riattivare un ripensamento sull'approccio alla tv mi pare una riflessione utile ai nostri bambini!
Attendiamo altri contributi!

Pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
illustrazione di Anna,10 anni

venerdì 25 giugno 2010

UNA FAVOLA PER STARE INSIEME!












CHI HA DISTRUTTO
IL PIANETA TIVVU'?

di Annamaria Gatti
illustrazione di Eleonora Moretti
Fonte: Città Nuova
CHI HA DISTRUTTO IL PIANETA TIVVU’

C’era una volta il pianeta TIVVU’ che ora però non c’è più.

TIVVU’ era un posto strano, molto strano, per questo è scomparso dall’universo e non lo trovano più, in nessuna galassia.

Sul pianeta TIVVU’ i bambini appena nati venivano consegnati alle baby-tivvu’.

(Puoi andare avanti a leggere questo racconto solo se sei forte e coraggiosa o coraggioso.)

Oh…! Le baby tivvù erano dolcissime e premurose…insegnavano subito ai bambini a guardare lo schermo: al posto della testa (ORRORE!) avevano una televisione, un bel monitor, telecomando e playstation incorporati, tutto funzionante alla modulazione della voce!

Facevano un po’ impressione, ma i bambini conoscevano solo le baby-tivvù e si fidavano.

Ai bambini insegnavano a usare la voce e il pensiero, per sintonizzarsi sui canali televisivi. E se qualcuno tentava di ribellarsi… aggiungevano chili di pubblicità e li convincevano ad avere bisogno proprio della tivvù… e delle sue proposte.

Sul pianeta c’era un solo grande presidente che, con qualche collaboratore fidato, controllava centinaia di commissioni. Le commissioni erano proprio tante e curavano la programmazione degli schermi. E così i bambini crescevano buoni, buoni, fermi, fermi e imparavano tutto ciò che lo schermo trasmetteva loro.

Sul pianeta TIVVU’ le mamme e i papà erano rinchiusi a lavorare nei locali di programmazione e lavoravano sempre sempre. Non potevano stare con i loro bambini: come avrebbero potuto i piccolini imparare i programmi TIVVU’, se con loro fossero andati a passeggio nei parchi, a trovare i nonni, a giocare a pallone o con gli aquiloni, a fare castelli di sabbia sulla spiaggia del mare o a vedere le mucche in alta montagna?

Ma un bel giorno il presidente di TIVVU’ fece un errore di distrazione. Qualcuno riuscì a mandar in onda una vecchia inchiesta: COSA FA UNA MAMMA?

“Mamma, cos’ è una mamma?” si chiese Paolina, una delle bambine di TIVVU’.

“Io non lo so proprio.” rispose Marco, suo vicino di schermo. E all’improvviso, forse perché erano malati, sentirono una grande curiosità.

E infatti nel servizio trovarono le risposte.

“La mamma” spiegava la voce fuori campo “cura i suoi bambini, fa la maestra, la cantante, l’infermiera, la cuoca, l’attrice, la parrucchiera, l’estetista, la sarta, la stiratrice… Gioca con i suoi bambini, racconta e legge loro le storie più belle, ride e scherza con loro, qualche volta si arrabbia e bisogna obbedirla…Ci tiene molto che siano educati e rispettino le regole del vivere civile! Porta i suoi bambini in piscina, alle giostre, al cinema e a teatro, dal pediatra, dal dentista o dal parrucchiere… Va alle riunioni della scuola perchè vuole aiutare i maestri a crescere bene i suoi figli. Con i suoi bambini cucina e prepara dolci e pizzette. Li sgrida, se necessario e li corregge. Li difende dai pericoli e se hanno un problema li aiuta. Li ascolta quando hanno un dolore o una preoccupazione. Resta sveglia tutta la notte se hanno la febbre o se fanno un brutto sogno e poi li abbraccia 9 volte al giorno, prima o anche dopo i pasti, come una medicina, per far loro sentire che sono amati e importanti. La mamma è davvero una gran cosa!

“E dove sono le nostre mamme?” si chiesero Paolina e Marco. E avvisarono tutti gli altri bambini del pianeta. Ci fu un sommesso subbuglio, tutti fecero parte della setta segreta per la ricerca delle mamme di TIVVU’.

Con la modulazione della voce si misero in contatto con la centrale emittente e lanciarono il messaggio: troviamo le mamme!

Ma “troviamo le mamme” era la parola – virus e tutta la programmazione andò in tilt!!!

Le commissioni andarono in confusione, il presidente perse il controllo del pianeta e si aprirono i bunker dove lavoravano le mamme e i papà, che uscirono subito in gran fretta.

“Oh meraviglia!” gridarono i bambini buttandosi fra le braccia delle mamme. Nessuno potè resistere a quell’abbraccio e, mentre il presidente e i suoi collaboratori cercavano di ripristinare il controllo sui programmi danneggiati, papà e mamme, con i loro figli, salirono sulle astrotivvù e partirono per cercare un pianeta più giusto e vivibile, nella galassia.

Del pianeta TIVVU’, ve l’ho già detto, non si seppe più nulla, forse sarà scoppiato o chissà dove è finito…

Se conoscete qualcuno che pensa-pubblicità o non riesce a staccarsi dalla televisione, o dalla playstation o dal computer…avvisatemi. Potrebbe essere un alieno del pianeta TIVVU’!


mercoledì 23 giugno 2010

STARE INSIEME 2. CON LA TV?



TV, CHE PASSIONE!
Certo, può essere che si scelga di so-stare con i nostri... proprio davanti alla televisione! Condividendo con loro uno spettacolo di animazione, un documentario, un film...
Non illudiamoci!
Se chiedi ai bambini di indicare a quali occupazioni preferiscono dedicarsi dopo la scuola, ti rispondono di tutto, tranne quella di seguire la televisione e le sue proposte.
Il rapporto bambini-tv è molto critico, per le implicanze pedagogiche, per lo sviluppo cognitivo, socioaffettivo e per lo sviluppo fisico e l'educazione alimentare. Esso è stato spesso oggetto di studi internazionali, di indagini, statistiche quindi, e interventi presso gli educatori e soprattutto i genitori. La relazione ragazzi-tv è anche oggetto di salutari percorsi scolastici di buona educazione, a cui i bambini rispondono sempre con entusiasmo e grande coerenza.
I bambini...
...Che poi trascinano in settimane "senza tv" i loro genitori e i risultati, anche in esperienze recenti con cui sono stata in contatto, sono strabilianti!
La qualità delle proposte televisive è andata sempre più deteriorandosi nel tempo e i bambini di oggi ci sembrano ancora più esposti ai disagi e ai pericoli imposti da questo ...elettrodomestico, a cui qualcuno, in una infelice battuta , chiedeva di rispettare il proprio turno nel riordino della cucina, vista la realtà di membro stabile della ... famiglia, (momento ludico, ..."educativo", baby sitter...) purtroppo!

Eppure un elettrodomestico si accende e si spegne secondo una volontà ed educare all'esercizio della volontà è un obiettivo sorretto da un preciso e coraggioso progetto educativo. Questa di oggi, solo una piccola riflessione. Cosa rappresenta oggi la tv in famiglia? Abbiamo abbassato la guardia, sconfitti o rassegnati?
Come gestire la tv con i bambini? Quali esperienze positive possiamo mettere in comune? Alternative?
Infinite!

Dal non acquistarla proprio (vi assicuro non se ne sente la mancanza!), alla scelta dei programmi secondo criteri fissi e condivisi e visti insieme, alla gestione di altre fonti e altri strumenti video autogestite, alla scoperta del mezzo come strumento utile e positivo, quando lo è e lo diventa.

Se poi usiamo bene noi adulti la tv, la useranno bene anche loro: è sempre un problema di coerenza.
E i bambini ci guardano, più che ascoltarci, come ci raccontavamo in un post precedente (23 marzo)!

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
illustrazione di Laura Cortini da:
A. Gatti "Tv che passione!" Effatà Editrice


lunedì 21 giugno 2010

Sognare, dire, fare...INSIEME CONVIENE


Insieme… da soli

Meglio insieme che da soli

di Annamaria Gatti

illustrazione di Eleonora Moretti

fonte: Città Nuova

Cello, il violoncello, aveva un’aria triste e forse arrabbiata.

Voleva andarsene via perché, quando suonava, la sua voce si diffondeva così armoniosa che aveva pensato: sono tanto bravo da solo, non ho bisogno della mia famiglia.

La sua famiglia era un quartetto famoso in tutto il paese. Era composto da Lino il violino, dal trillo incantevole, Viola la viola, dal suono vibrante e misterioso e Asso, il contrabbasso dal vocione profondo e possente.

Ma cosa si è messo in testa Cello?” chiese Viola.

Dice che suonerà sempre da solo, che non ha bisogno di noi!” le rispose Asso.

Oh, non è possibile!” esclamò Lino trillando un la minore di uno stupore triste.

Cello se ne andò e un raggio di sole, forando curioso una nuvola grigia, lo sorprese:

Cosa fai, Cello?”

Vedi? Suono da solo!”

Le note si rincorrevano nel cielo allegre o tenere, poi sempre più rotte.

Il sole tornò ad accarezzare Cello che suonava una cosetta malinconica e sottile:

Uh, che musica triste!”

Sono stanco di stare da solo: suono, suono, ma la mia musica sembra si spezzi…” sospirò Cello, con una grande nostalgia nelle corde.

Il sole balenò di soddisfazione e Cello si mise in viaggio: era un viaggio di ritorno.

Dove sono andati i miei amici?” chiese appena entrato in paese.

Erano qui pochi giorni fa” spiegò il ma

estro di musica da camera, “poi sono partiti per cercarti…”

Perché?

Perché senza di te non riuscivano più a trovare l’armonia: i concerti facevano pena, senza il tuo canto da tenore!”

Cello rimase senza note e anche il fiato gli mancò.

Poi si scosse e riprese la sua ricerca, cantando:

Lino dove sei? Asso, Viola dove siete?”

Ma nessuno rispondeva e intanto era scesa la notte.

Nel buio Cello continuava a chiamare i suoi amici, finchè un’armonia dolce e anche un po’ triste lo colpì e sentì vibrare tutte le corde.

Riconobbe le voci degli amici e anche il suo concertino preferito. Mancava proprio la voce del violoncello.

Asciugatosi una lacrima sulla cassa panciuta, prese ad accompagnare i suoi amici da lontano. Sapeva che lo avrebbero sentito e nel buio luccicavano non solo le corde e gli archetti. Ma anche i cuori degli strumenti.

Si ritrovarono, commossi tutti e quattro, sulla spianata del parco.

Impossibile suonare un concerto da soli.

Impossibile vivere in armonia pensando solo a se stessi.

Siamo fatti per fare l’unità, in famiglia” esclamarono Cello e i suoi tre amici.

In tanti si erano radunati lì per ascoltarli e tutti applaudirono all’unità.

Anche tu hai fatto un’esperienza come quella di Cello?

Vuoi raccontarcela?

Scrivici!






venerdì 18 giugno 2010

STARE INSIEME 1



SOGNARE, DIRE, FARE...
E se è difficile per molti di noi "alzarsi" in punta di piedi verso le vette, che i bambini impongono, di attenzione e di dedizione, di abilità e di fantasia, basta munirsi di un bel paracadute e lanciarsi con loro, alla sequela... Quando le scuole si chiudono per i genitori inizia una nuova sfida e raccoglierla e ottimizzarla rappresenta un momento forte: i tempi delle vacanze sono, perchè no? il tempo della complicità e della solidarietà familiare. Imparare a trascorrere il tempo insieme è una scelta dapprima forse non immediata, un programma di vita e di educazione poi decisamente coinvolgente per cui vale la pena collaborare e spendere creatività e passione.
Fin dai primi giorni di vita. Scoprire che l'hobby personale può essere condiviso, che si possono mettere in comune interessi e attività sportive, crea un'attesa e una solidarietà familiare che porterà presto frutti impensati nel rapporto educativo. E' la passione per la scarpinata nel bosco a unire padri e figli? O un irrefrenabile entusiasmo per il jazz? O forse per la pesca, o per il nuoto?
Le biblioteche e le librerie sono campi di saccheggio per i vostri interessi o preferite le attività teatrali? A qualcuno piace dipingere, ad un altro pare che la nuova tecnica pittorica acquisita possa conquistare i bambini e la vuole mettere in comune? Forse la grande passione per la cucina e gli impasti dolci e salati, o per il cucito e l'assemblaggio, o le raccolte di cartoline dal mondo o dei modellini scuotono interessi e pomeriggi assolati? Bene! Siamo sulla buona strada! Anche la fotografia e le inesauribili possibilità informatiche diventano passatempi memorabili. E perchè non provare con l'osservare innate predisposizioni da coltivare? Non sempre sfociano in meritate vittorie europee, o in concerti musicali di ensamble composti da genitori e figli, di mozartiana memoria, oggi moderatamente diffusi, ma talvolta nascono così anche campioni e grandi artisti, soprattutto di empatia! Grande stupore generà la scoperta di come coltivare insalata e pomodori o quale soddisfazione accompagna la crescita di aiuole fiorite: la statistica parla chiaramente. I ragazzi preferiscono dedicare tempo all'orto rispetto alla TV, parcheggio inutile e ostile. Senza contare che più la TV sarà dimenticata e accantonata, più si potrà dire che ...la famiglia funziona come momento di gioia e di relazioni positive, fosse solo per interminabili appassionati tornei di scacchi o di monopoli. Se ne avvantaggeranno sicurezza personale , autostima e serenità familiare!

L'importante è stare con loro i bambini, i ragazzi! E saper so-sostare!

Sono loro ad aver bisogno di noi adulti, accanto a condividere le loro scoperte e a rispondere alle loro infinite, velate domande. Siamo noi ad avere bisogno di loro, per scoprire doti innate e consumate passioni. Loro il nostro futuro: e questo tempo non tornerà più. Buone vacanze!



pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it
foto: fonte Città Nuova.

lunedì 14 giugno 2010

QUANDO EDUCARE? ....SEMPRE!


NON SI PUO' NON EDUCARE

Già! Non si può non educare.
Tu parli, saluti, ridi, ti lavi i denti, fai la spesa, guidi l'auto, racconti le avventure o le disavventure in fabbrica, l'imprevisto, le difficoltà e le sorprese con il nonno anziano, la gioia di un incontro, la gioia per un bel libro letto, la noia del lavoro e del compito, la risposta del direttore, l'esito di una visita, il commento dei voti sulla scheda di valutazione del fratellino, l'apprezzamento degli insegnanti, dei nonni...
Tutto viene abilmente registrato e interiorizzato dai nostri bambini, che ci osservano anche quando a noi non sembra!
E se è valida la regola della pragmatica della comunicazione umana: non si può non comunicare, così è valida la norma: non si può non educare. Ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo, ogni silenzio "dicono" qualcosa al bambino, gli danno la misura di quel che deve sapere e imparare, gli tracciano dei riferimenti, nel bene o nel male.
Anche in vacanza! Momento così magico e occasione di grandi condivisioni!
Una bella responsabilità. I bambini ci educano ancora una volta, perchè ci obbligano a scelte di valore.

Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it
illustrazione: Giulio Coniglio di Nicoletta Costa

venerdì 11 giugno 2010

ANCHE I GRANDI HANNO BISOGNO DI UN AIUTINO



DALLA PARTE DI MATTEO
di Annamaria Gatti
Fonte: www.educare.it

ALLA SCOPERTA
Conosco bene ormai la mia casetta: intendo quella in cui sono entrato addormentato, in braccio al mio papà, con mamma al seguito, qualche giorno dopo la mia nascita. Lo ammetto dormivo, ma era solo per poco tempo, statene certi! Tutto era pronto, perché ci vivessi con loro: la culla, le pareti della mia stanzetta decorate con le barchette colorate, che mamma doveva essersi divertita a dipingere, il sole da accendere e spegnere a mio piacimento, sul soffitto, scelto dal papà che ha la passione per certi colori caldissimi, proprio come me, del resto!
A proposito mi presento: mi chiamo Matteo. Ormai ho passato l'anno e sono grande! Mi muovo con una certa sicurezza! E ho individuato i posticini proibiti, che, se ci vado, so che devo stare attento, attento... prima che la voce di mamma e il suo abbraccio mi convincano che... no, non è una buona idea stare lì, che c'è sempre di meglio da scoprire!
COME DIETRO LE SBARRE
Anche la casa dei nonni non è niente male quanto a posticini proibiti! Ci sono un sacco di pericoli. Scale che io salgo e scendo ormai, ma ...faglielo capire a loro che sono abbastanza abile: si sentono così responsabili, i nonni, che una manina gliela devo dare, così sto a posto io e loro si sentono tranquilli! E che dire del cane del nonno che mi scodinzola appresso! Ci guardiamo negli occhi: siamo alla stessa altezza e lì devo dire sono un po' perplesso, non mi sorride mai e faccio fatica a capirlo, perciò lo osservo con cautela e credo sia davvero meglio per tutti e due che lo chiudano nel recinto. Lui mi riguarda, io lo riguardo. Dietro la rete, mogio mogio, è in prigione e lo capisco: deve sentirsi come me dietro le sbarre del lettino! Meno male che adesso papà me ne ha fatto uno piccolo e basso, in legno, come quello dei nani di Biancaneve, dice la mamma. Da cui posso salire e scendere quando voglio. Per il cane credo sia una faccenda diversa...
QUI CI VUOLE UN AIUTINO!
Se voglio tuffarmi nell'erba morbidissima, devo imparare a scendere un bel gradino del grande portico. Ieri però mi sono trovato una strategia, da solo, mi appoggio ad una colonna e scendo: mitico! Basta che si fidino un po' di me e... vedranno cosa imparo. La nonna, che ho ringraziato con uno sguardo per avermi lasciato fare, è rimasta di sasso a guardarmi: era incredula. Lo so , non pensava che ce la facessi ed era anche pronta a stendermi la mano. E' rimasta ferma così per un po'., tanto che ho pensato; adesso è lei che deve trovare forse il coraggio di scendere il fatidico gradino! Niente. Non accennava ad un passo, forse ad aver bisogno di qualche aiutino era lei. Così sgambettando mi sono avvicinato, le ho preso la mano e l'ho accompagnata un pochino: la faccenda ha dato i suoi frutti. Dopo qualche momento sgambettava anche lei felice ripetendo: “Grazie bimbo bello!”
Non so perché adesso racconta di questo aiutino a tutti: se fossi in lei non farei sapere di aver tutti quei problemi a farsi un saltino!
Mamma mia, adesso mi sono sporcato! Qualcuno mi cambi il pannolino, per favore!”
Ne va della mia dignità. Devo ammetterlo: purtroppo per questo ho ancora bisogno di loro. Dei grandi. Ma presto troverò una soluzione più onorevole, per far - da – me!

mercoledì 9 giugno 2010

HELP! VOGLIO FARE DA SOLO!


AUTONOMIA, AUTONOMIA, AUTONOMIA...
Papà Luca scrive:
"...Ebbene, ho letto alcuni post del blog e pensandoci su, mi sono accorto che il problema è che ci siamo sostituiti al nostro bambino, lo abbiamo condotto per mano sempre; in particolare mia moglie lo ha sempre visto troppo piccolo per tutto. Lui si è ribellato, alla fine: adesso non ci ascolta più, è difficile fare tutto con lui..."

Ogni bambino ha modalità diverse per esprimere ciò che sta vivendo: l'importante è saper leggere i segnali dei bambini.
In questo caso un bambino che voglia conquistarsi la propria autonomia, è un bambino sano e in grado di far leva sui suoi punti di forza. ...E su quelli dei suoi educatori, il cui compito è quello di scoprire con lui il cammino della libertà e non certo quello della dipendenza!
Una dipendenza che potrebbe diventare frustrante, quando il bambino, crescendo, paga con l'insicurezza personale ed emotiva, i piccoli o grandi errori pedagogici e quando anche i genitori e gli insegnanti hanno a che fare con una persona involuta e problematica.
Occorre avviare da subito, fin dai primi mesi di vita, e a seguire, il gusto di fare da solo, di affiancarsi operativamente all'adulto, di sperimentare, pur con una supervisione attenta, di tentare di provvedere a se stesso praticamente ed emotivamente, godendo poi i risultati, il senso di efficacia personale e le lodi e l'apprezzamento dei grandi.
Scoprirà che conviene e saprà imparare ad attendere, ad ascoltare, a vestirsi, ad apparecchiare la tavola, a riordinare, a preparare una spremuta, un panino o una pizza, a realizzare un disegno, un manufatto semplice semplice, una sorpresa, un dono, a seminare l'insalata, a giocare in uno spazio sicuro con altri bambini, ad essere empatico e attento alle esigenze altrui...
Una boccata d'aria pura, per la tanto decantata autostima, senza la quale pare non si riesca neppure talvolta ad aver un efficace sviluppo degli apprendimenti!

Pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
illustrazione di Vittorio Sedini, fonte Città Nuova

lunedì 7 giugno 2010

COME E' ANDATA OGGI A SCUOLA?


ASCOLTO ATTIVO?
"Cosa hai fatto oggi a scuola? E' stata una bella giornata?" Chi di voi genitori non ha mai fatto questo genere di domande ai figli? Avete il dubbio feroce, ferocissimo, che non sia la domanda azzeccata per l'ora, la situazione e il...dopo? Tranquilli, è proprio così. La risposta dei bambini pazienti è: "bene", qualsiasi cosa sia accaduto. Quella dei (comprensibilmente) diffidenti è ...un dignitoso silenzio. Quella dei bambini che scoppiano è un elenco di disgrazie, probabilmente mezze inventate: chissà che così non ottenga un po' di attenzione!... e via dicendo... Segnalato dal supplemento di Avvenire - Noi, bene scrive Jesper Juul, terapeuta danese (tutto il mondo dei bambini è uguale, bello e da scoprire!) nel suo recente libro, "La famiglia che vogliamo" (Urra-Apogeo): un bambino sano dovrebbe rispondere pressapoco così "TE LO DIRO' QUANDO AVREMO RISTABILITO UN VERO CONTATTO FRA NOI. NON HO NESSUNA VOGLIA DI FARE RAPPORTO" Interessante no? Ci viene in aiuto l'ascolto attivo, per cui potremmo, dopo un abbraccio e una repentina misurazione del polso emotivo, registrare a voce alta il sentimento visibilmente espresso dal bambino: "Uh! come ti vedo preoccupato, oggi!" oppure "Alla grande, oggi sei contento e soddisfatto!" o "Ahi, ahi, sei proprio deluso questo pomeriggio!" Tempo qualche battuta di queste e nel giro di un breve sospiro, ecco il nostro svuotare il sacco! Mi dicono che funziona! (Anche per il marito o la moglie....)

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto di Giovanni Guarda

sabato 5 giugno 2010

CHE TIPO DI EDUCATORE SEI? 4.


COME PARLARGLI?
"Lucio, che ha sei anni, ha un carattere forte e indipendente, ma siamo preoccupati perchè fa quello che vuole e voi scrivete dell'importanza delle regole e del loro rispetto, che gli permetterebbero di crescere sereno e capace. Soprattutto noi gli spieghiamo continuamente i motivi, il perchè deve ascoltarci e ubbidirci, ma sembra tempo perso..." Mamma Paola.
Lucio , come molti bambini, ha un gran desiderio di indipendenza e di autonomia e questo mi pare un bel punto di forza da valorizzare. Ci sta dicendo qualcosa. Giustamente voi siete inquieti... Il tempo dedicato alla spiegazione paziente dei motivi per cui le cose si devono o non si devono fare... è tempo perso!
Lucio sembra abbia bisogno di altro, forse di essere ascoltato e di un' attenzione finalizzata a conoscerlo ancora più a fondo, come già è stato scritto in post precedenti (etichetta: attenzione), forse ha bisogno di poche parole, visto che molto gli è già stato detto e spiegato con passione! Forse, sottolineando le sue capacità e impiegandole al meglio, Lucio potrebbe fare esperienza di quanto sia conveniente rispettare le regole, soprattutto nel rapporto con gli altri!
Ricordo Giulio che era spesso ripreso con lunghe spiegazioni sul perchè e sul "percome" si dovesse comportare. Un giorno il papà lo ha invitato a pescare e francamente gli ha motivato:
"Guarda, Giulio, mamma ed io non abbiamo più intenzione di spiegarti perchè sono necessari certi comportamenti. Tu sei un tipo in gamba e vedi anche tu cosa ti conviene fare, io conto su dite e ho fiducia, ora tocca a te! Guarda: basterà un occhiata fra noi per interderci, come si fa con i grandi!"
"Ok papà, attento, ha abboccato!"
MI piace riportare ciò che Chiara Lubich ebbe a dire nel suo intervento "Uno solo il maestro"
"Il modo di esprimersi di Gesù, pur rifacendosi all'uso del suo tempo, è nuovo: parla un linguaggio vivo, immaginoso, concreto, breve, preciso. Evita ogni prolissità, spesso condensa in una frase tutto quanto deve esporre su un argomento. Così si deve fare anche in famiglia. Le cosiddette lunghe "prediche" non sono accettate dai nostri ragazzi. Bastano poche parole suggerite da un amore vero, puro, disinteressato."
Pubblicato da Annamaria Gatti
Foto da GB e DoppiaW di Walter Kostner

martedì 1 giugno 2010

...E CHI HA INVENTATO I PAPA'?


"SE QUELLO CHE I MORTALI DESIDERANO POTESSE AVVERARSI, PER PRIMA COSA VORREI IL RITORNO DEL PADRE"( Telemaco, figlio di Ulisse , nell'Odissea).
Ringrazio Gianni Bianco per la citazione, che interpreta così bene una realtà attualissima e violentemente sentita... E lo ringrazio per il suo lavoro serio... con brio, raccolto nel libretto della collana Passaparola: Padre papà, edito da Città Nuova. Quante volte leggiamo, io, noi, voi, gli educatori, negli occhi di tanti bambini questo grido, o questo sospiro: manca il papà... Nulla di detto forse, nulla di palese, il desiderio lo captiamo da una ribellione, un' opposizione apparentemente immotivata, una caduta di interesse, l'incapacità di autocontrollo e di empatia, un disagio diffuso... E forse il papà c'è, ma fa altro ed è altro. Fiumi di inchiostro si impegnano a raccontare l'importanza della figura paterna, in una società detta "senza il padre", dove regole, sacrificio, tenacia e coraggio, lasciano largamente le righe ad una sinfonia al femminile, che dovrebbe scorrere all'unisono, senza soffocare quella maschile. Così indispensabile, da valorizzare, a cui lasciare lo spazio, perchè i figli sono di entrambi! Sembra banale scriverlo, ma a volte occorre fermarsi e ripensare se siamo alle prese con un'eccessiva presenza femminile accanto al bambino o alla bambina. Esserci, Esserci tutti e due punti di riferimento, che guardano entrambi alla "Stella Polare" e la interrogano, spesso, senza paura. E che dire delle figure maschili così necessarie nelle scuole, fin dall'infanzia?
pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto di Città Nuova