Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

sabato 30 giugno 2018

Ti ascolto attiva-mente 2



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Ascolto attivo: storia di Giulio e di Serena
Giulio torna a casa da scuola. Una piega sulla bocca dopo 8 ore di scuola, davvero "a tempo pieno".
Mamma Serena lo guarda salire in auto e decide:
" Ti dispiace se facciamo due passi fino alla libreria del centro?"
Giulio sorride un pochino: niente domanda oggi?!! pensa sollevato.
Niente del genere: Comeèandataoggiascuola?Benevero?
Lui non sa che mamma ha appena finito un colloquio con la psicologa della scuola a cui ha chiesto qualche "dritta" per risolvere un problemino con Giulio: calo della motivazione e del rendimento, insicurezze varie, opposizioni, introversioni, strane per i suoi 10 anni.
Prima di entrare in libreria una sosta dal gelataio.
"Ti vedo un po' pensoso oggi" dice la mamma.
Silenzio.
Silenzio, rotto dallo scricchiolio del biscotto del cono gelato.
"Ora mi chiede come è andata la scuola oggi..." pensa Giulio.
Silenzio. I due sembrano concentrati sul gelato alla liquirizia e pistacchio, vera passione del ragazzino.
Giulio sbircia divertito la mamma.
Mamma sorride complice, mentre pensa che è difficile non chiedere. ma ha deciso di seguire il consiglio dell'"ascolto attivo".
Il figlio sembra soddisfatto.

"Buono!" sussurra e sorride a mamma Serena, che sente un nodo in gola.
Un po' di commozione: sente di aver in fondo ascoltato davvero il bisogno di Giulio di rilassarsi, di trovare in lei una complicità. Non ha seguito il cliché della madre efficiente.
Poi una capatina in libreria.
L'ultimo libro di Stilton è lì in vetrina. Altra passione di Giulio, che comincia ad animarsi.
"Mi pare che ti interessi quest'ultima uscita!"
Silenzio.
mamma Serena non ha fatto domande, ma ha sottolineato il sentimento, lo stato d'animo manifestato da Giulio con lo sguardo e la postura del corpo
Poi inaspettatamente: "Già, posso?"
"Direi di sì" annuisce mamma, "Ti vedo più sereno di prima".
"Beh..." spiega rompendo il silenzio Giulio e sbottando "oggi a mensa Paolo mi ha preso in giro e gli ho mollato un calcio, non si è fatto niente, ma so che non approvi e mi sono preso una nota".
"Ne parliamo quando vuoi stasera e vediamo come riparare la cosa e gestirla al meglio, per te e per lui, che dici?"
"Ok, grazie mamma."

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto: Medicinalive

venerdì 29 giugno 2018

Filastrocca per difendermi: Io so bene come fare a non farmi molestare


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Un bimbo è come un re

Io so bene come fare 
A non farmi molestare 
Del mio istinto io mi fido 
E se ho paura grido. 

Se non mi sento sicuro 
Scappo via come un siluro 
Corro forte, corro via 
Dalla mamma o dalla zia. 

Se qualcuno mi impaura 
Una cosa è assai sicura: 
raccontare io potrò 
agli adulti ciò che so 
perché tutti sanno che 
un bambino è come un re 
importante e assi speciale 
mai nessun può fargli male. 

E se c'è qualcuno che 
Pensa che non siamo re 
E per questo ci importuna 
E ci vuol rubar la luna 
Noi con luna sole e stelle 
Ne faremo delle belle. 

Lo faremo scappar via 
E prender dalla polizia. 

"Le parole non dette"  di A. Pellai

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
illustrazione di Nicoletta Costa


mercoledì 27 giugno 2018

Facciamo prevenzione con i nostri figli: no all'abuso!


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Trovato presso www.officinagenitori.org
ringrazio!

A. Gatti "Nik e la banda del levriero" Ed. I colori del mondo-Città Nuova 2001
Nik è un cucciolo intraprendente e felice, come tutti i cuccioli (anche se un pò geloso dei succhialatte appena nati). E Jolittle è il suo grande amico. Durante una scorribanda, Nik arriva alla vecchia cascina dove incontra gli strani amici dello zio Max, il levriero Rush e i quattro boxer. La banda gli tende una trappola pericolosissima, in cui sono caduti già altri cuccioli prima di lui, ma fortunatamente l'intervento di papà e dei suoi amici è coraggioso e tempestivo. Una storia a lieto fine, per fortuna. 
Il libro è stato anche segnalato come strumento per la prevenzione dell'abuso.


Infatti appena pubblicato,  il libro  è stato utilizzato in work shop universitari sul problema della prevenzione.
Nelle scuole ancora viene riproposto anche ai genitori, per l'utilizzo delle tecniche di condivisione della prevenzione.

Sulla pagina  pubblicano anche  una sezione di libri  sulla prevenzione dell'abuso a cui rimando volentieri.

https://www.officinagenitori.org/index.php?option=com_content&view=article&id=2468:bibliografia-abuso-le-parole-per-parlarne&catid=51:bibliografie&Itemid=245&lang=it

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it

venerdì 15 giugno 2018

Ogni "orco" è stato un bambino. Aiutiamo i bambini a diventare forti.

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Dal video "I mercoledì della lettura. O come Orco" della Professoressa Daniela Lucangeli, di cui ho già pubblicato altri contributi video.

Alla professoressa Lucangeli giunge un messaggio forte di un detenuto. Un "orco". 
A lei  chiede, nel suo immenso dolore, di divulgare un messaggio: prima di diventare un "orco" tutti sono stati bambini. Aiutate i bambini  a diventare forti abbastanza per non diventare "orchi".

L'appello è fortissimo e collaboriamo a divulgarlo.

"Prima di "mostrificarsi",  abbiamo a disposizione un tempo per farli diventare più forti, nutrendo il bambino e togliendo  alimenti alla mente degli orchi".
Una responsabilità grandissima per ciascuno di noi. 

https://www.facebook.com/danielalucangeliofficial/videos/1694243483990597/

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto da Polo Apprendimento

Ascolto attivo e bambini 1


Ripropongo, su richiesta, due post riguardanti l'ascolto attivo. In effetti la scelta di formarsi in questa strategia comunicativa presenta molti vantaggi anche nella pratica educativa e favorisce il benessere della persona.


Miryam chiede qualche informazione sintetica sull'ascolto attivo.
Immagino che lo pensi esercitato con i bambini.


Quante volte avrete sperimentato l'ascolto attivo nella sua modalità più spontanea, in alcune persone particolarmente empatiche e attente alle relazioni personali!
Infatti è semplicemente una modalità per affrontare i problemi, per appianare la strada alla relazione soddisfacente e gratificante. Chi lo esercita quotidianamente, oltre a studiarlo o ad apprenderlo, ha anche delle abilità personali.
Ma tutti lo possono imparare! Anzi è auspicabile che diventi una prassi, se lo si vive con soddisfazione. anche se spesso per molti non è immediato. Spesso richiede un buon autocontrollo!!!
Due i cardini su cui si fonda: accogliere l'altro tenendo conto di ciò che pensa e vive e avere fiducia nelle possibilità di soluzione dei problemi e del disagio provato e procurato.

Non è ascoltare passivamente il bambino...
"Coloro che sono stati ascoltati “attivamente” maturano sotto il profilo emotivo, si aprono all’esperienza, stanno meno sulla difensiva, diventano più accettanti e meno autoritari".(Carl Rogers-David E. Russell  in Un rivoluzionario silenzioso, La Meridiana, 2006)

Il bambino con l'ascolto attivo vede aprirsi delle possibilità di conoscersi, di pensarsi positivo, di accogliersi, perchè si sente accolto. Innanzitutto.
Anche chi ascolta cambia in meglio: si fa più attento all'altro, si accorge di molti elementi di cui non si era accorto.

Proviamo a fare qualche esempio raccolto dalla vita quotidiana?

Alla prossima!


pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
Illustrazione di Walter Kostner

sabato 9 giugno 2018

E' finita la scuola. Io amo la scuola

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L'entusiasmo per i circa 700 bambini e ragazzi all'uscita da scuola era palpabile.
Nelle espressioni un po' stanche degli insegnanti, c'era l'ultimo guizzo di attenzione: consegnare i bambini ai genitori o ai nonni in sicurezza.
Gesti di sempre.
Gesti consueti,  ma importanti che scolorano le polemiche e le avversità in cui questa scuola si dibatte, e spesso non per colpa di chi la scuola la fa. 


Qualcuno scappa... finalmente alleggerito di un peso!
Qualcuno abbraccia l'insegnante e i compagni. 
Qualcuno si commuove.
I genitori si danno appuntamenti per ritrovarsi.
Qualcuno dalla scuola secondaria si intrufola e va a salutare la maestra della primaria. Una festa negli occhi.

"Anche quest'anno è finito... quale la cosa bella che ricordi?"
"Tante nonna, tante...non saprei scegliere."
"E una cosa triste che ricordi?"
"Nessuna... !"
Il sorriso sereno mi scende giù nell'animo come balsamo. 
In fondo mi sento sempre una maestra e mi fa piacere vedere occhi sorridenti di un bambino.

Fuori, sui media e i social la bufera sui valori imperversa. 
Qualcuno prova a dare indicazioni per la scuola,  che nessuno del settore prende in considerazione,  ma che danno la misura  del disagio che esiste a comprendere che la scuola è relazione profonda. 

Spero  che il Ministero appena insediato faccia il possibile per il bene di questa istituzione e tutti  si rendano conto di dover lavorare per questi uomini di domani e già oggi attenti e pronti ad imparare sull'esempio.

Intanto questi bambini crescono, i genitori faticano e si spendono per la loro buona crescita, e dovrebbero farlo sempre con molta consapevolezza e farsi aiutare dove non si riesce bene, tanti insegnanti fanno bene il loro dovere...  La loro è e deve essere una professione altamente qualificata. 

Molto c'è da fare per garantire che i  bambini abbiano ovunque e sempre ciò che l'infanzia e la fanciullezza meritano, ma intanto  la scuola vive, palpita, accompagna, può risanare e deve riscattare. 
E insegnare per me e per tanti è la più bella professione del mondo.

Pubblicata da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto da mammeoggi.it