Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

domenica 26 febbraio 2023

Le storie del cuore: Papà Nuvola Papà Mare ovvero quanto vale un papà ovunque nel mondo

I bambini soffrono molto. Per molte ragioni. 

Riconfermiamo l'impegno ad avere cura di loro. Ovunque 

di Annamaria Gatti e illustrazioni
di Elisabetta Basili
Le Brumaie Editore
Il libro Mamma foresta Mamma città aveva incontrato il desiderio di essere rassicurati dalla mamma di fronte ad ogni timore, a qualsiasi latitudine, in una foresta africana o in una grande metropoli sudamericana... accompagnati da Diana e King e da Pablo e Ana.
                                           

Oggi due fratelli e due sorelle, David e Mia, Emma e Andrea, vivono un'analoga esperienza in Alaska e in una località marina, in Liguria, ma questa volta non c'è mamma a spegnere la paura, chi li salverà? Così lontani ma... Stesse paure, stessi sentimenti...

               Andrea ed Emma    Mia e David

Un modo semplice, ma ricco di emozioni e di particolari ambientali  per conoscere due luoghi lontani e i cuori bambini, che però battono la stessa musica. Lo stesso desiderio di amore.



L'editore stimola il nostro pensiero: "Serenità, forza, riconnessione, accoglienza: quali sensazioni vi trasmettono queste due illustrazioni?
Sono tratte dal nostro nuovo albo «Papà Nuvola & Papà Mare» disponibile da oggi sul nostro shop online e in libreria. Scritto da Annamaria Gatti e illustrato da Basili Elisabetta, è dedicato a tutti i padri, che siano di cuore o di sangue. Per saperne di più, vi aspettiamo sul nostro sito www.lebrumaie.it 🎈"

A presto! Un invito
dai protagonisti della nuova storia:

                                                 Andrea ed Emma e da Mia e David!

https://www.lebrumaie.it/index.php?route=product/product&product_id=221


Pubblicato da Annamaria Gatti

Le Brumaie Editore, Contatto diretto:  3338750004

lunedì 20 febbraio 2023

Favola di carnevale in podcast: Le lacrime di Pierrot"

 



Ecco una favola in podcast per i vostri bambini dai 7 ai 10 anni, ma ormai solo voi potete stabilire quanto siano recettivi e "filosofi" i bambini che frequentate, figli, nipoti, alunni... a loro è dedicata per scegliere sempre di essere gentili, empatici e generosi, come il Pierrot della storia che vedrà la sua lacrima trasformarsi in stellina solo quando saprà donare il cuore. 

Vale la pena essere gentili, sempre, e poi mi è sempre spiaciuto che il povero Pierrot fosse provvisto di lacrima sul viso... Nelle favole si possono creare magie buone! 

                 LE LACRIME DI PIERROT 

            di Annamaria Gatti

                           Fonte Città Nuova                

  Narrata con maestria da Paolo Bertini

https://www.cittanuova.it/multimedia/2023/2/20/le-lacrime-pierrot-ascolta-la-favola-carnevale/

C’era una volta un Pierrot, mio amico.
Di solito i Pierrot hanno una maschera triste e delicata, con una bella lacrima disegnata sul volto.
Ma non tutti i Pierrot sono uguali.
Quello che conosco io non voleva saperne di quella cosina triste disegnata là. Non si sentiva per niente così infelice. Nel suo abito vaporoso era amico di tutti, faceva compagnia a bambini e a vecchietti, preferiva il gelato alla fragola e giocava a nascondino con le farfalle…
Dovete anche sapere che il mio amico abitava in un casa meravigliosa, veramente speciale, che si poteva vedere dopo un temporale, se non si ha troppa fretta: Pierrot abitava sull’arcobaleno e andava e veniva dalla Terra su una nuvola sempre pronta.
Insomma, si capisce perché non poteva fare a meno di pensare che quella lacrima sul viso era proprio una nota stonata.
Così una mattina di carnevale particolarmente serena, Pierrot si alzò festoso e gridò a tutte le altre maschere:
“Oggi mi laverò via la lacrima!”
Raggiunse la fontana del parco, ma per quanto si fregasse, la lacrima era sempre lì, non se ne andava.
“Forse potrei tentare con la gomma con cui si cancellano gli errori sui quaderni… o con qualche detersivo, di quelli potenti…”
Ma non risolse il suo problema: frega, frega… non successe niente.
Tornando verso casa un po’ deluso, incontrò Fatina, un’altra famosa maschera che gli chiese:
“Posso aiutarti? Mi sembri così a terra!”
Pierrot le spiegò il suo desiderio di cancellare quel segno di tristezza, che portava grigiore intorno a sé.
“Caro Pierrot,” spiegò Fatina “non è semplice esaudire questo tuo desiderio… Vi riuscirai solo se farai scomparire la tristezza dal volto di qualche essere umano. Pensaci, non sarà facile!”
Pierrot pensò e ripensò, ma non sapeva proprio come affrontare la situazione: doveva far piangere qualcuno? Doveva forse accordarsi con qualche anima triste?
Sbuffò rumorosamente, salì sulla prima nuvola di passaggio e poi scese verso terra, a divertirsi nel parco che di solito a quell’ora era pieno di bambini.
…E invece era deserto! Tutti infatti erano alla festa del carnevale.
Solo un ragazzino vagava lungo il vialetto lì davanti e Pierrot incuriosito lo raggiunse e lo salutò:
“Ciao!”
“Ciao” ricambiò Tonino con gli occhi lucidi. Si vedeva che aveva pianto.
“Piangi?”
“No.”
“Però hai pianto…”
“Sì.”
“Perché?”
“Tutti i miei amici hanno avuto una bella maschera per questo carnevale. Io invece no, perché ho dovuto aiutare il papà fino a tardi e non ho potuto procurarmela. In piazza ormai la festa è cominciata.”
Pierrot sospirò. Poi con un balzo improvviso si affiancò a Tonino e si incamminò con lui.
Saltellandogli intorno gentilmente gli chiese:
“Ti andrebbe un costume da Pierrot?”
“Siiii! Sarebbe bellissimo, ma dove lo trovi?”
“Sull’arcobaleno, è là che io abito.”
“Sull’arcobaleno?”
“Se ti fidi di me ti porto a casa mia in un momento… chiudi gli occhi e dammi la mano…”
Tonino chiuse gli occhi e gli sembrò di sognare, di essere entrato in una favola. Con un balzo Pierrot lo condusse sulla prima nuvola di passaggio, fino all’arcobaleno.
Poi in un lampo furono di ritorno. Tonino riaprendo gli occhi, si guardò e quasi non si riconosceva neppure nel nuovo costume da Pierrot.
Abbracciò festoso quell’amico un po’ magico e corse alla festa, mentre Pierrot pensava che sarebbe stato bello partecipare alla sfilata, se non fosse stato per quella lacrima…
Commentando fra sé e sé il fatto, si sporse sullo specchio della fontana ed esclamò:
“Ohhhhh!”
Disse solo “ohhh”, perché rimase senza parole: la lacrima non c’era più, al suo posto invece luccicava una stellina.
Pierrot sorrise, era proprio bella e come si sentiva felice e commosso per quel regalo!
Il suo desiderio si era avverato, come aveva detto Fatina.
…E una lacrimona di gioia scivolò giù, lungo il viso di Pierrot e cantò nell’acqua creando tanti cerchi concentrici che avevano proprio il colore dell’arcobaleno



giovedì 16 febbraio 2023

Favola di carnevale anche in Podcast: Chi ha rubato i colori ad Arlecchino?

 


In questi giorni di grandi tristezze, vogliamo raccogliere tutte le forze per raccontare il bene che c'è, anche Arlecchino ci ha provato e i colori perduti sono tornati. Una favola che già  molti conoscono ma ora  da ascoltare!

CHI HA RUBATO I COLORI DI ARLECCHINO?     

Narrata con garbo e dolcezza da Gabriella Maggiora

di Annamaria Gatti 

illustrazione di Eleonora Moretti

Fonte Città Nuova

https://www.cittanuova.it/multimedia/2023/2/16/rubato-colori-arlecchino-ascolta-la-favola-carnevale/

Ecco il testo:

Arlecchino dorme tranquillo nel suo letto, quand’ecco una voce lo sveglia di soprassalto:
“Arlecchino! Dove sei? Svegliati, è l’ora di andare al mercato!”
Arlecchino è proprio assonnato e stanco.
“Voglia di mercato, saltami addosso!” bisbiglia appena. Si veste con calma e poi ha un brivido.
“Brr, fa freddo! Torno a letto.”
E si tuffa nel piumone soffice.
“Arlecchino! Vieni qui aiutami ti prego!”
“Arlecchino! Angiolino ti aspetta per aggiustare la gabbietta del canarino.”
“Arlecchino! La signora Elvira deve sistemare il giardino…”
Ma lui dormicchia…
“Arlecchino… Arlecchino! Sempre di me c’è bisogno? Io oggi sto sotto le coperte.”
Arlecchino si riappisola sotto le coperte, poi apre un occhio e subito dopo l’altro, piano piano, senza fretta. Subito però li richiude spaventato.
“Ma… sono tutto grigio!”
Si guarda nello specchio dell’armadio grande: dov’è finito il suo bel vestito multicolore? Che sia uno scherzo di Carnevale?
Apre la finestra e giù nella strada è già cominciato il Carnevale: le maschere si preparano alla festa e un’occhiata di sole le sollecita già agli scherzi!
“E adesso come faccio?” si dispera Arlecchino. “Non posso certo presentarmi così, con queste pezze grigie. Guarda anche il cappello e la maschera sono grigiastri”
Un pettirosso ha ascoltato il lamento di Arlecchino e impietosito lo rassicura:
“Non ti disperare amico! E’ il grigiore dell’animo che intacca l’abito e l’umore. Dimmi cosa hai combinato stamattina di così strano?”
“Niente, non ho fatto niente. Beh, ho proprio deciso di chiudere il cuore…se proprio lo vuoi sapere!”
“Vedi tu!” sospira il pettirosso.
Arlecchino fa un balzo, non per paura, né per sconforto: riprende possesso del suo cuore, spazza tutto il buio e sorride a se stesso. Poi recita la sua filastrocca:
Arlecchino è a colori
un insieme di tesori
pronto a vivere contento,
della vita ogni momento.
Pronto a dare il suo aiuto,
anche a te ogni minuto,
perché al tristissimo grigiore
preferisce i colori dell’amore.

“Arlecchino! Per favore!”
“Vengo, vengo!”
E avviandosi alla porta, passa davanti allo specchio dell’armadio grande, dove si ferma: i colori stanno ritornando più vivaci di prima, su, su, dalle scarpe al cappello.
Anche lo stomaco riprende a brontolare. Allora, rivolgendosi all’Arlecchino multicolore riflesso nello specchio e prostrandosi in un bell’inchino, decide:
“Prima farò un’abbondante colazione: coi colori mi è tornato l’appetito! La vita e’ proprio bella! ”
“E’ sempre il solito!” fischietta allegro il pettirosso svolazzandogli appresso.

 

martedì 14 febbraio 2023

Plusdotazione: quando i genitori fanno la differenza

 


In questo blog sono stati illustrati in precedenza alcuni aspetti del funzionamento che caratterizza bambini con plusdotazione. In questo appuntamento si riporta un’esperienza che sottolinea l’importanza delle scelte dei genitori
.

Rispondere sempre

Notte fonda. Francesco, tre anni, si sveglia e chiede: “Mamma, come si scrive il mio nome?”

E’ notte Francesco, lo facciamo domani.”

Vorrei tanto vedere il mio nome scritto adesso.”

Mamma Laura risponde sempre alle domande di suo figlio, solitamente non rimanda, sa che Francesco apprezza questo interesse e quindi anche quella notte scende in cucina e su un foglio scrive il nome. Gli spiega come avviene il miracolo della lettura e della scrittura di quelle nove lettere,  in modo semplice. Francesco è soddisfatto e si rimette a dormire. A tre anni sa leggere, senza che nessuno l’abbia stimolato. La maestra della materna esprimerà il suo disappunto, perché, sostiene, Francesco si annoierà alla scuola elementare, la stessa cosa che alcuni insegnanti ripetono dal secolo scorso.  Non tutti gli insegnanti.

E’ uno dei tanti aneddoti che mamma Laura racconta per tracciare una storia bellissima, quanto difficile, quando ricorda gli anni della scuola, dalla materna, alla secondaria di primo grado.

 

La plusdotazione va a scuola, o no?

Francesco è uno dei numerosissimi ragazzi plusdotati che la nostra scuola spesso spegne o stigmatizza, a causa di una formazione che non viene offerta o, se succede, talvolta non viene applicata da insegnanti inadeguati o che si ritengono non all’altezza. Non è un’accusa, ma una constatazione, a fronte invece di avvincenti esperienze di docenti illuminati ed entusiasti, che sanno ben gestire questo bisogno educativo speciale… specialissimo.

Si racconta qui di Francesco per sottolineare quanto lo stile educativo sia fondamentale, quanto facciano la differenza  l’attenzione, la determinazione e spesso il coraggio di genitori responsabili. Francesco quest’anno  frequenta un liceo che risponde alle sue richieste, con un team insegnante capace di farne una risorsa per tutti, ma la storia narra di fatiche e di delusioni profonde.

La scuola primaria e la scuola secondaria hanno spento Francesco, la sua vitalità e il desiderio di conoscere e di giocarsi nel condividere scoperte e curiosità. Il bambino gioioso consegnato alla scuola, è tornato a casa senza colore. Allora mamma Laura comincia a cercare di conoscere perché questo figlio splendido non funziona per questa scuola, anzi perché la scuola non funziona per lui e come si possa ottimizzare la prassi didattica per rendere Francesco operativo,  partecipe, felice…

 

Consapevolezza del proprio funzionamento ad alto potenziale

I genitori approdano in luoghi dedicati, anche lontani da casa ma, per andare oltre a questo innaturale situazione,  non si fermano certo. Propongono anche una formazione mirata al preside per i docenti del figlio, con la necessaria umiltà, ma anche con la certezza di fare un servizio per altri studenti.  Le cose non vanno come avevano sperato, il team docente non accetta aiuti, ma intanto il passo importante è stato fatto, la consapevolezza è diventata una compagna della famiglia e anche di Francesco, che dopo la valutazione diagnostica comincia a conoscersi meglio,  fa i conti  con dubbi e delusioni scolastiche, e ora sa come funziona e perché.

Non è una meta il riconoscimento delle proprie caratteristiche, ma un trampolino di lancio per imparare a capirsi e a relazionarsi correttamente con i desideri e gli interessi, per scegliere appunto consapevolmente, valutando e scoprendo gradualmente punti di forza e di debolezza in sé, ma anche nella scuola.

Un capolavoro

A questo traguardo intermedio Francesco non sarebbe giunto senza la determinazione e la cura di due genitori attenti, capaci soprattutto di accoglienza, di sguardo vero e di rispetto verso l’alterità di un figlio. Mamma Laura è sempre preoccupata che questo figlio sbocci e cerca conferme: vuol capire se ha fatto proprio tutto quel che doveva fare. E la conferma arriva da Francesco che intercetta l’ansia materna: “Mamma, tu non preoccuparti, perché la mia diversità per me non è un problema. Tu mi hai accompagnato fin qui, adesso devo trovare io il mio percorso.” Un capolavoro.

Ai genitori da questo blog  giunga un incoraggiamento a conoscere e a non fermarsi di fronte alle necessità dei figli che mostrano caratteristiche di plusdotazione o alto potenziale, così vario nelle manifestazioni, ma che mantiene sempre alta l’attenzione sugli aspetti affettivi e psicologici. Bambini che non si sentono riconosciuti nei loro talenti e soffrono per questo infatti sviluppano comportamenti che rischiano di essere classificati e diagnosticati erroneamente come patologie del comportamento, mentre hanno solo la necessità di avviare interventi adeguati e già sperimentati. Basta aggiornarsi,  agire propriamente,  mettersi in ascolto e dialogare.

Alla scuola un appello, come da più parti viene inoltrato,  alla formazione, allo studio e alla serietà e alla correttezza intellettuale e professionale. Conoscere gli aspetti molteplici dell’alto potenziale e delle buone pratiche didattiche e pedagogiche, renderà anche i docenti più competenti e più realizzati nella loro professione e i bambini e i ragazzi diventeranno grandi risorse per tutti. E questa è inclusione vera.


pubblicato da Annamaria Gatti

Foto: greenworld.it

sabato 4 febbraio 2023

Il seme di Sofia 2 Era un fiordaliso che spiega a Sofia il mistero

Avvertita dalla farfalla Sofia corre a vedere la sorpresa: è nato qualcosa dal semino da lei curato. Sofia ha saputo attendere.

Sofia: Sei tu il mio seme?

Seme-Fiore: Sì, sono io. Sono un fiordaliso...

Sofia: Allora dentro al mio seme c'eri tu...

Fiordaliso: Proprio così. Anche tu un giorno sboccerai e diventerai grande... 

E' già tutto dentro di te... 

Quando diventerai grande vedrai tutta la tua bellezza e la tua gentilezza fiorire...

rielaborazione dal libro : 


https://www.lebrumaie.it/index.php?route=product/product&product_id=224