Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

domenica 14 novembre 2021

GENITORI OLTRE LA PANDEMIA 10° STEP. PARLIAMO DI EMOZIONI


 

   
Piccoli passi, piccole cose che danno senso al nostro cercare e allora...
 vedi quel che non avevi notato prima spesso un dono

Cari genitori, un' intervista alla psicologa Chiara Spatola,  che si occupa di   Psicoterapia comportamentale e cognitiva, ha stimolato la dott.sa Canna ed io ad affrontare per voi e con voi, in questo appuntamento, il tema delle emozioni e quanto queste interagiscano con le prassi della funzione  genitoriale,
L' intervista alla dott.ssa Spatola è fruibile a questo indirizzo: https://www.marcovigorelli.org/il-ruolo-delle-emozioni/

Potete ora e qui  prendere visione del percorso di questo decimo step con la consueta scaletta. 

Buona lettura!

  • Breve riflessione
  • Esperimento
  • Condivisioni,  libere domande a cui la dott.ssa Canna ed io risponderemo individualmente.

10° STEP: "SENTIRSI" GENITORI 

"Noi essere umani siamo costantemente immersi in un flusso di emozioni, anche se spesso non ne siamo del tutto consapevoli. Ci accorgiamo delle emozioni solo quando sono particolarmente intense. Spesso, poi, ad attirare la nostra attenzione sono soprattutto le emozioni spiacevoli, che vorremmo subito controllare o eliminare dalla nostra vita. Questa fretta di liberarci delle emozioni scomode può portarci a volte ad agire in modo impulsivo, perdendo di vista ciò che ci sta più a cuore". (da intervista C. Spatola)

Le emozioni invece sono molto importanti perché, ci ricorda la dott.ssa Spatola …“ rendono più consapevoli dei propri vissuti. Ad esempio, se un genitore capisce di essere troppo stanco e nervoso al rientro dal lavoro, può essere utile fare un piccolo esercizio di respirazione per ritrovare l’equilibrio e la calma, prima di entrare in casa e incontrare la propria famiglia. Può apparire banale, ma è qualcosa che può fare la differenza. Affinché questa abitudine entri nel proprio repertorio di comportamenti, di solito occorre un po’ di allenamento. Quando siamo immersi nella frenesia del fare, perdiamo spesso contatto con le nostre emozioni. Esse rimangono così sotto la superficie della consapevolezza e ci influenzano facendoci diventare reattivi, come una molla pronta a scattare. Se invece siamo sensibili e compassionevoli nei confronti di noi stessi, possiamo prenderci cura delle nostre emozioni, senza dover per forza arrivare al limite". (idem)

E' importante raggiungere quindi l'obiettivo di armonizzare il nostro dentro con il fuori,  le nostre emozioni con la nostra capacità di relazione.

“ ...due dimensioni: quella interiore e quella relazionale. Più sono in grado di conoscere e comprendere me stesso e le mie emozioni, più sarò in grado di comprendere le emozioni dell’altro, mediante l’empatia. E viceversa.

Oggi i bambini e gli adolescenti, come d’altronde anche gli adulti, sono abituati a ritmi molto intensi. Nelle pause tra un’attività e l’altra, c’è spesso un tablet, una TV o uno smartphone disponibile ad intrattenerli. In questo modo non si abituano a stare in contatto con se stessi,  a riflettere, a sviluppare la consapevolezza di sé e delle proprie emozioni. D’altra parte anche le capacità relazionali ed empatiche spesso non vengono allenate adeguatamente” (idem)

 

Su questo tema ora proponiamo il consueto ESPERIMENTO per i genitori, per sviluppare capacità di ascolto delle proprie e altrui emozioni:

  • State vicino a vostro/a figlio/a quando ha un problema: rabbia, paura del buio, rifiuto di eseguire i compiti; preoccupazione per una interrogazione imminente, delusione per una litigata tra amiche o amici… cercate di stare lì con lui/lei  in ascolto delle sue emozioni e di instaurare un dialogo. 
  • Alla fine di quel momento quando la situazione vi sembra più serena, isolatevi e cercate di riflettere rispondendo subito a queste domande:

-        che emozioni ho visto e ho sentito in mio figlio (rabbia, nervoso, preoccupazione, ansia , paura, scoraggiamento…)

-        Con quale atteggiamento ed emozione ho reagito io alla sua manifestazione emotiva (sfuggo, mi sento preoccupato, ansia,  rifiuto, nego, sminuisco ecc …)


Rientrare in se stessi, rivedersi con serenità e un certo distacco può davvero cambiare, a piccoli step, le nostre relazioni educative. Un passo per volta. E se lo facciamo anche scrivendo, prendendo appunti,  avremo anche un apporto pratico utile a fermare emozioni e sensazioni. 

Buona scoperta!

Come sempre scriveteci in privato vostre esperienze, chiarimenti, osservazioni e  richieste.

drssa.paolacanna@gmail.com

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                      @infanzia.icare

FB Annamaria Gatti


pubblicato da annamaria gatti
foto di Cristina  Guarda
foto da Città Nuova

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