Nel post precedente Paolino era proprio in sofferenza, ma anche la sua mamma. Si era descritto l'ennesimo fattaccio in cui la rabbia di Paolino era esplosa, lasciando la mamma stupita e addolorata, preoccupata e disorientata. Mamma e papà avevano ignorato e gestito, avevano provato anche a castigare Paolino, senza risultati apprezzabili.
Infatti non serve fingere che nulla sia accaduto, è una disconferma del bambino. Ce lo ricorda Francesca Broccoli in un titolo consolante "Lascia che si arrabbi" - Sperling e Kupfer.
Non serve reprimere, ma si trovano modalità diverse da quella verbale, per manifestarla.
Paolino deve descrivere cosa gli succede, deve poterlo fare usando linguaggi diversi, per esprimere, dare un nome a ciò che vive prima , durante e dopo la reazione di rabbia, che è sempre un dolore, spesso celato a lungo. E deve poter scaricare questo stato emotivo, in modo sicuro e non dannoso.
Inoltre... Punire un bambino che tende ad arrabbiarsi perchè non si sente apprezzato, ci ricorda Margot Sunderland, abbassa i livelli di serotonina, alza quelli di noradrenalina e lo rende più incline all'impulsività e alla scarica motoria. Invece bambini appagati e felici, che si sentono amati e coccolati, tendono meno a manifestare impulsi aggressivi.
In fondo la rabbia è un' emozione fondamentale per l'uomo e di difficile gestione, certo!
Ma occorre imparare a regolare i propri stati d'animo e i relativi comportamenti e l'adulto deve sostenere le capacità di regolazione delle emozioni nei bambini, per consentire fin dalla nascita di avere gli strumenti per modularle e renderle proficue.
Un cammino quindi, quello di Paolino e dei suoi genitori, di conoscenza, di dialogo, di osservazione e di condivisione, di esercizio di coerenza e attenzione da parte degli adulti e di possibilità di fare esperienze significative e adeguate. Perchè... occorre so-stare con i bambini, per aiutarli a crescere bene.
pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
Infatti non serve fingere che nulla sia accaduto, è una disconferma del bambino. Ce lo ricorda Francesca Broccoli in un titolo consolante "Lascia che si arrabbi" - Sperling e Kupfer.
Paolino deve descrivere cosa gli succede, deve poterlo fare usando linguaggi diversi, per esprimere, dare un nome a ciò che vive prima , durante e dopo la reazione di rabbia, che è sempre un dolore, spesso celato a lungo. E deve poter scaricare questo stato emotivo, in modo sicuro e non dannoso.
Inoltre... Punire un bambino che tende ad arrabbiarsi perchè non si sente apprezzato, ci ricorda Margot Sunderland, abbassa i livelli di serotonina, alza quelli di noradrenalina e lo rende più incline all'impulsività e alla scarica motoria. Invece bambini appagati e felici, che si sentono amati e coccolati, tendono meno a manifestare impulsi aggressivi.
In fondo la rabbia è un' emozione fondamentale per l'uomo e di difficile gestione, certo!
Ma occorre imparare a regolare i propri stati d'animo e i relativi comportamenti e l'adulto deve sostenere le capacità di regolazione delle emozioni nei bambini, per consentire fin dalla nascita di avere gli strumenti per modularle e renderle proficue.
Un cammino quindi, quello di Paolino e dei suoi genitori, di conoscenza, di dialogo, di osservazione e di condivisione, di esercizio di coerenza e attenzione da parte degli adulti e di possibilità di fare esperienze significative e adeguate. Perchè... occorre so-stare con i bambini, per aiutarli a crescere bene.
pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
Foto da: fotocommunity
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