per far esprimere un pensiero che costruisca la pace nelle nostre aule. Ma anche un'attenzione maggiore a tutte le istanze che fanno della vita una espressione di pace, un percorso che permetta agli studenti di sperimentare concretamente come si vive la pace e perchè è l'unica scelta possibile.
C'è molta ansia nei vissuti dei bambini e dei ragazzi. Parlarne e fare gesti concreti di solidarietà li aiuterebbe.
La seguente proposta ha trovato notevole accoglienza da parte di insegnanti, istituti... ma perchè relegarla al giorno di inizio della scuola? La possibilità di estendere il minuto di silenzio con una frequenza maggiore e accompagnata da iniziative che potrebbero dare frutti significativi.
Proposta per le
scuole: Un minuto di silenzio (perché solo per il primo giorno di scuola?) per Gaza e la Palestina
La Scuola per la pace Torino e Piemonte, Docenti per Gaza e
l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
invitano docenti e studenti a osservare un minuto di silenzio per Gaza e per la
Palestina il primo giorno di scuola. I docenti possono farlo in classe, gli
studenti possono farlo, anche autonomamente, in classe, nell’intervallo, nei
corridoi, nei cortili, le famiglie possono chiedere di farlo a docenti e DS.
Un minuto di silenzio
Un minuto di silenzio per ricordare le migliaia di
bambine/i, studenti e insegnanti che non andranno mai più a scuola, perchè
colpiti* da micidiali ordigni di morte.
Un minuto di silenzio per essere vicin* alle migliaia di bambine/i,
studenti e insegnanti che non possono andare a scuola, perché scuole e
università sono state distrutte e loro stanno vivendo sotto continua minaccia
di bombardamenti e aggressioni.
Un minuto di silenzio per riconoscere che lo scolasticidio
in Palestina è strumento deliberato del genocidio di Israele che annienta
sistematicamente corpi e culture.
Un minuto di silenzio per solidarizzare con coloro che
resistono e che continuano a voler insegnare e studiare in condizioni
inimmaginabili.
“Bombardamenti continui, fame, restrizioni all’accesso a
internet, elettricità instabile e gli orrori quotidiani del genocidio non hanno
spezzato la nostra volontà. Siamo ancora qui, continuiamo a insegnare e siamo
ancora impegnati per il futuro dell’istruzione a Gaza”.
Lettera aperta dei rettori delle università di Gaza, 5
agosto 2025.
Chiediamo a coloro che osserveranno il minuto di silenzio di
volercelo comunicare al seguente link: https://forms.gle/LeoH2xHunYxMXjUm8
Lo scolasticidio strumento del genocidio
Da ormai quasi due anni assistiamo impotenti allo sterminio
sistematico che si sta compiendo a Gaza, dove la popolazione civile ha subito
inerme la distruzione del proprio ambiente di vita, con un’immane strage, stimata
in circa 300.000 persone uccise e che, per i sopravvissuti, ha significato la
perdita di amici e parenti, quando non la distruzione di intere famiglie.
Continui sfollamenti, continui bombardamenti, senza cibo, senza acqua, senza
cure mediche, in condizioni di vita insostenibili. E in Cisgiordania le
violenze dei coloni, l’espropriazione di terre e di case, la distruzione di
olivi e coltivazioni, gli arresti e le detenzioni ingiustificate. Come docenti
siamo poi dolorosamente consapevoli dello scolasticidio che ha portato, secondo
diverse fonti, alla distruzione o danneggiamento di circa il 90% delle scuole
di Gaza e alla demolizione di tutte le università della regione, cioè alla
cancellazione del sistema educativo palestinese. Un’intera generazione di studenti,
oltre 600.00 bambine/i e ragazze/i, è privata del diritto umano all’istruzione.
Biblioteche, musei, archivi, librerie, moschee, edifici storici sono ridotti in
macerie, disintegrando le tracce di una storia millenaria.
Già nel maggio 2024 la distruzione deliberata del sistema
educativo palestinese per “erodere il tessuto intellettuale e culturale della
nostra società” e al contempo la volontà di non lasciare la propria terra e di
non “permettere che tali atti spengano la fiamma della conoscenza e della
resilienza che arde in noi” erano stati manifestati nella Lettera aperta del
personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo.
Il 5 agosto 2025 i rettori delle università di Gaza si sono
rivolti nuovamente al mondo per denunciare lo scolasticidio, un “tentativo
sistematico e deliberato” di distruzione delle
fondamenta culturali “che da tempo rappresentano pilastri di resilienza,
speranza e libertà intellettuale in condizioni di occupazione e assedio”. E
anche in Cisgiordania gli attacchi continui dei coloni e gli abusi
dell’esercito impediscono l’acceso all’istruzione dei bambini palestinesi.
Ma pur in condizioni inimmaginabili le e i palestinesi
resistono, continuano a insegnare, a studiare, a produrre cultura con diari,
romanzi, poesie, opere artistiche, film, fotografie, danze, attraverso i quali
esprimono la loro voce, le loro storie, le loro consapevolezze e la loro
dignità.
Lettera aperta del personale accademico e amministrativo
delle università di Gaza al mondo
Il Manifesto, 2 giugno 2024,
https://ilmanifesto.it/lettera-aperta-del-personale-accademico-e-amministrativo-delle-universita-di-gaza-al-mondo
Lettera aperta dei rettori delle Università di Gaza, 5
agosto 2025:
https://www.unisi.it/unisilife/notizie/lettera-aperta-dei-rettori-delle-universita-di-gaza
Scolasticidio: la guerra di Israele alla conoscenza a Gaza,
di Renee Davis, 20 maggio 2025
https://pagineesteri.it/2025/05/20/medioriente/scolasticidio-la-guerra-di-israele-alla-conoscenza-a-gaza/
Scolasticidio nel Masafer Yatta: l’istruzione negata in
Palestina
Documentario di Operazione Colomba, marzo 2025, 6 minuti
https://www.operazionecolomba.it/palestina/3944-scolasticidio-nel-masafer-yatta-l-istruzione-negata-in-palestina.html
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