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Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

venerdì 17 aprile 2020

Affido: non sostituire, ma aggiungere una famiglia nella vita del bambino. Siamo tutti "bottoni"...

Infanzia: MIRTA SI FIDA, un libro notevole per raccontare l'affido ...




Mirta si fida


Pubblico volentieri l'autorevole e appassionata prefazione  al libro "Mirta si fida",  certa di fare cosa gradita a molti.

                                            Prefazione di Paola Milani 
Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare
https://www.labrief-unipd.it Università di Padova
                                                                                                                                                  Un’iride
E tutto il creato si giustifica
Uno sguardo
E si giustifica tutta la vita
(Cheng, 2016)
Chi sono gli autori di questo libro?
Elisabetta Basili e Annamaria Gatti, ma non solo: lo hanno scritto anche le operatrici
del Centro per l’affido e la solidarietà familiare di Bassano del Grappa, ma non
solo. Lo hanno scritto anche il lavoro e la spinta all’accoglienza di tutto un territorio,
di diversi servizi, istituzioni, professionisti, famiglie.

Dentro la storia di Mirta e della Famiglia Bottoni vive infatti una pluralità di storie attraversate in anni di ascolto, progetti, innovazioni, incontri da un gruppo di lavoro straordinario, che non ha mai
smesso di formarsi, confrontarsi con la propria comunità, uscire dalle strade battute
per aprire nuovi sentieri su cui poi in molti abbiamo camminato.
Questo gruppo ha infatti contribuito alla costruzione di una cultura aperta e positiva
dell’affido familiare sia in Veneto che in tutto il Paese, in quanto è stato fra i
promotori dell’esperienza che ha portato alla co-costruzione delle Linee guida della
Regione Veneto sull’affido familiare (Milani, Me, 2008), da cui sono successivamente
nate le Linee di indirizzo nazionali sull’affido (MLPS, 2012), le cui nozioni di base
orientano anche questo libro.

Questa l’intuizione iniziale su cui tale gruppo ha costruito nel tempo le diverse
pratiche di intervento: l’affido familiare non è tanto e solo questione di bambini e
famiglie in difficoltà, di famiglie che accolgono, di servizi ben organizzati, di professionisti
competenti, quanto di tutto un territorio, di un’intera comunità che si
apre all'accoglienza delle proprie vulnerabilità e che in esse riconosce un potenziale
di cambiamento e solidarietà prima che un problema da risolvere.

Quindi l’affido non è solo collocare un bambino che proviene da una famiglia “inadeguata” per un
certo periodo in una famiglia “adeguata”, è prima di tutto costruire reti e relazioni in
modo che ogni famiglia, nel corso del suo ciclo di vita, sia inclusa in reti di relazioni
generative a cui dare, quando si sarà in condizione di dare, o a cui chiedere, quando
si sarà in condizione di aver bisogno di aiuto. Aiuto che non è assistenza, ma prima
di tutto sguardo, attenzione, tempo da dedicare, relazioni da tessere: uno sguardo
“giustifica tutta la vita” (Cheng, 2016).

La mamma della famiglia Bottoni, infatti, si affaccia alla finestra con un binocolo: fa
il possibile per vedere quella bimba sola che sfreccia in bicicletta. La maggior parte
dei bambini del nostro Paese che ha bisogno di essere “collocata fuori famiglia” vive
l’esperienza della “negligenza familiare”.
[… Che brutte queste espressioni! In questo libro impariamo anche che se vogliamo
davvero, anche in osservanza della Convenzione internazionale dei diritti dei
bambini del 1989, garantire ai bambini e ai loro genitori il diritto alla partecipazione
abbiamo bisogno di “disarmare le parole” (Scardicchio, Prandin, 2017), di fare attenzione
a come parliamo con i bambini, a come usare un linguaggio semplice (che
è una parola complementare, non contrapposta a complesso), limpido e autentico,
tramite cui le famiglie possano serenamente entrare nella relazione con i professionisti
per costruire, gradatamente, l’esperienza della fiducia].

Nec-eligere vuol dire non scegliere, non eleggere, non vedere l’altro. Sono bambini
trascurati dalle loro figure genitoriali che sono in difficoltà (“sono in difficoltà”, che
è diverso da dire che “non vogliono”) nel riconoscere i loro bisogni di sviluppo e
soprattutto nel garantire a questi bisogni quelle risposte che permettono la formazione
delle capacità nella fase evolutiva della crescita umana (Milani, 2018). Ma non
cadiamo nella trappola di pensare che la negligenza sia sinonimo di genitori incapaci:
il problema non è nei singoli, ma nelle relazioni fra i singoli e i loro ambienti
sociali, relazioni in cui non si riesce a garantire alle figure genitoriali quell’insieme
di risorse che permettono di assumere la funzione genitoriale in modo positivo. Si
è tutti più vulnerabili in ambienti sociali vulnerabili. Per questo l’affido familiare è
mettersi seduti sopra una coperta rossa (perché è da quel calore e da quel colore che
tutto si genera) in almeno sei persone, e fare cerchio: i quattro genitori, l’assistente
sociale e il bambino in questione.

È qui il punto: non si tratta di togliere un figlio a dei genitori, di escludere una famiglia
dalla vita di un figlio, di allontanare questo figlio dalla sua famiglia (altro verbo
che evoca separazioni dolorose, tagli con lame affilate, lacerazioni difficilmente
rimarginabili, partenze senza ritorni), ma di aggiungere una famiglia nella vita di
un bambino. La storia di Mirta propone una visione non divisiva e escludente del
cosiddetto allontanamento, secondo cui non si allontana per sostituire una famiglia
e garantire al bambino la protezione che gli è dovuta, quanto per allargare quella famiglia,
integrare le sue risorse e, in questo modo, garantire al bambino la protezione
che gli è dovuta.

Sono queste due concezioni diverse di protezione, tutela dei bambini e allontanamento,
che hanno in comune la difesa del diritto del bambino ad essere protetto.
Entrambe considerano positivamente la pratica dell’allontanamento, ma considerano
diversamente le modalità con cui può essere realizzato e la posizione delle figure
genitoriali nel garantire tale protezione durante il periodo in cui il bambino vive
nella famiglia accogliente.

La prima concezione si basa sull’idea di sostituzione della famiglia da parte dei servizi
pubblici che svolgono la funzione di tutela, la seconda sull’idea che si possano
allontanare i bambini e allo stesso tempo tenere vicine le famiglie (Milani, 2019),
attraverso interventi di promozione delle competenze e delle risorse dei genitori.
Nel primo caso l’allontanamento è inteso come un fine, nel secondo un mezzo, un
dispositivo all’interno di un progetto che considera il bambino nel mondo delle sue
relazioni, superando e componendo la dicotomia fra diritti del bambino e diritti
del genitore, fra privato della famiglia e pubblico dei servizi e dello stato. I genitori
sono i primi responsabili dei loro figli, ma non sono i soli: è nel caldo di una famiglia
inclusa in reti sociali di prossimità inclusive e generative che il compito educativo
dei genitori si rende possibile. Nell’isolamento sociale le vulnerabilità aumentano, le
fatiche sembrano insormontabili, i problemi diventano drammi.

Benvenuta allora Mirta nella grande famiglia dei servizi per l’affidamento e la solidarietà
familiare. Benvenuta Famiglia Bottoni. E grazie: ci sarete di grande aiuto
nel dialogare di affido con i bambini, i genitori, con le famiglie accolte e quelle
accoglienti. Soprattutto ci aiuterete a ricordare che tutti siamo vulnerabili, che la
vulnerabilità non è un problema, un’ombra gettata su alcune famiglie, ma un tratto
costitutivo della nostra comune umanità e che, proprio per questo, richiede un intervento
delle comunità che metta al centro la solidarietà fra famiglie.
In fin dei conti, ci aiuterete a ricordare che siamo tutti incontro o meglio “bottoni”:
perduti e inutili senza l’asola che accoglie, ferma e orienta il nostro cammino.

Riferimenti bibliografici
Cheng F. (2016), L’anima. Sette lettere a un’amica, tr. it. Bollati Boringhieri, Torino, 2018.
Milani P., Me S. (a cura di), 2008, Linee guida 2008 per i servizi sociali e sociosanitari. L’affido familiare in Veneto. Cultura, orientamenti, responsabilità e buone pratiche per la gestione dei processi di affidamento familiare,Regione Veneto, Romano d’Ezzelino.
Milani, P. (2018), Educazione e famiglie: Ricerche e nuove pratiche per la genitorialità, Carocci, Roma.
Milani, P. (2019), Allontanare i bambini e tenere vicine le famiglie, Animazione Sociale, 8/2109, pp.30-34.
MLPS (2017), Linee di Indirizzo Nazionali sull’Intervento con Bambini e Famiglie in situazione di vulnerabilità, Roma.
MLPS (2012), Linee di Indirizzo Nazionali per l’Affidamento familiare, Roma, 2017.
Scardicchio A.C., Prandin A. (2017), Parole disarmate. Ricerche estetiche, didattiche e narrative, Edizioni delRosone, Foggia.

pubblicato da Annamaria Gatti
illustrazione  di Elisabetta Basili da "Mirta si fida"  di E. Basili e A. Gatti   ed. La Meridiana,  Molfetta 2020 

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