Dal libro precedentemente presentato, raccolgo, dal capitolo "La scuola dell'abbraccio", il geniale riferimento agli interruttori emozionali.
"...Per sperimentare queste emozioni (ndr: conforto, alleanza, amcizia, gioia) ci vogliono degli interruttori: per avere luce devo premere l'interruttore, non riesco a farlo con il pensiero.
Qual è l'interruttore del conforto? E dell'allegria? Della gioia, dell'alleanza? Se aveste la possibilità di abbracciare qualcuno per trenta secondi, lo avreste trovato.
...
Quindi, quando siamo stressati, tanto in ansia, tanto in pena, che cosa cerchiamo? Non certo chi ci valuta e ci giudica: noi cerchiamo un abbraccio non solo fisico, ma anche psicologico, simbolico... Basti pensare che lo sguardo può "abbracciare", la voce.. il gesto... Tali abbracci dicono che "Io Io" diventa "Noi": attraverso l'ossitocina, ci aiutano a creare un rapporto di fiducia con l'altro e riducono le emozioni di timore, ci fanno percepire l'alleanza e ci trasmettono conforto.
Questo rende evidente che, se un insegnante vuole creare alleanza con un bimbo, non ci riuscirà con una nota sul diario o facendogli ripetere 20 volte l'esercizio che ha sbagliato, ma passandogli accanto, mettendogli un braccio intorno alle spalle e dicendo: "Teniamolo lì, quell'errore: domani lo combatteremo assieme".
Grande!
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