I GIOVANI NON SONO UNA MINACCIA
anche se fanno di tutto per sembrarlo
Città Nuova, Roma 2019
Recensione di Annamaria Gatti
Il libro dello psicologo e psicoterapeuta Alberto Rossetti è un saggio agile e scandito in brevi capitoli, utile per chi voglia conoscere più a fondo i giovani, guardando oltre.
Oltre i pregiudizi, le parole stanche e scontate, le preoccupazioni e le delusioni che accompagnano spesso i commenti riversati sull’universo giovanile.
Conoscere è spesso la chiave per imparare ad amare quel che si ignora. E Rossetti ci aiuta a fare proprio questo: conoscerli, per amarli, i nostri giovani. Per farlo non sciorina verità e conoscenze, ma si innalza verso i ragazzi, e li incontra.
I loro nomi, le storie e le interviste dirette, con le risposte più immediate e acerbe, si intrecciano a riferimenti autorevoli di autori, fatti e considerazioni a noi offerte con garbo, ma anche con grande realismo e tempismo. I giovani oggi sono questo, che lo vogliamo o no, che ci facciano paura o no, che ci preoccupino o meno.
I ragazzi reclamano bisogno di rispetto e di ascolto, quello vero che non giudichi e consigli o ordini. Manifestano l’urgenza di sana autonomia, di gestire le scelte potendo confrontarsi sì con adulti di riferimento, di esempi forti e coerenti, ma capaci di debita distanza fisica ed emotiva. Insomma all'adulto viene richiesto di esserci con autorevolezza quanto basta, di accettare la novità e il dialogo quanto è necessario e di tenere la classica porta aperta sempre.
Anche se non è facile, perché “…i giovani fanno paura perché non stanno al loro posto” (dalla quarta di copertina). Ricchi di complessità e di slanci, di sogni e di progetti, decisi e nello stesso tempo disorientati, ma anche assetati di amore e di voglia di volare, ma anche di credere e di poter raccogliere l'invito all'indispensabile passaggio generazionale, che potrebbe, e dovrebbe, prevedere di farsi carico del bene comune, con fantasia e determinazione. Un sogno realizzabile e condivisibile, se gli adulti ci sono, con la loro vita, sul grave tema.
“Non mi fanno paura i giovani, mi fanno paura gli adulti. C’è sempre - nel moralismo facile che ogni generazione, invecchiando, produce- un errore.” (dalla prefazione di Paolo Di Paolo)
Un libro dunque consigliato anche ai nonni?
Certamente!
L’autore, a cui ho posto il quesito, commenta che non servono nonni iper-tecnologici, ma nonni, magari chini su libri e giornali cartacei, appassionati del loro ruolo più che mai importante oggi. Capaci di raccontare vite e vita vissuta, le ragioni dei sì e dei no, il valore dei sorrisi e dei pianti nostri e loro, dei giovani. Così avranno la possibilità di generare e confermare valori, di donare il senso delle proprie radici, da custodire, perché…“Il futuro è una pagina bianca da scrivere: io sono pronto a scriverla, ma riconosco che mi serve una penna , un testimone” afferma un diciottenne intervistato. (pag.125)
L’autore, a cui ho posto il quesito, commenta che non servono nonni iper-tecnologici, ma nonni, magari chini su libri e giornali cartacei, appassionati del loro ruolo più che mai importante oggi. Capaci di raccontare vite e vita vissuta, le ragioni dei sì e dei no, il valore dei sorrisi e dei pianti nostri e loro, dei giovani. Così avranno la possibilità di generare e confermare valori, di donare il senso delle proprie radici, da custodire, perché…“Il futuro è una pagina bianca da scrivere: io sono pronto a scriverla, ma riconosco che mi serve una penna , un testimone” afferma un diciottenne intervistato. (pag.125)
E i ragazzi ringraziano.
pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto da sloweb.org-genrosso- telepace.it-corriere.it-vaticans news-barsantiedu.it
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grazie, interessante!
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