Amal oggi non va a scuola.
E' morta di fame, in un campo profughi.
Una fame rabbiosa, incalzante, feroce, incurabile...
Il suo paese vive una guerra devastante. Assurda e crudele. Che uccide, avvelena, bombarda...
Una moltitudine di bambini sono stati uccisi da ordigni prodotti anche in Italia.
Amal aveva sette anni.
Come le nostre Maria, Lucia, Paola, Federica che domani andranno a scuola.
Amal vuol dire "speranza".
Amal invece non potrà più andare a scuola.
I nostri bambini sì.
Insegniamo loro la speranza.
Diciamo loro che a scuola si va anche per Amal.
Si ama la vita che pulsa a scuola.
Per onorare quegli occhi sperduti e dolenti.
Diciamo che tanti bambini desidererebbero andare a scuola.
Senza bombe.
Senza fame.
Senza dolore.
E magari insegniamo con l'esempio ad aiutare chi soffre.
Parliamo il linguaggio umano della solidarietà.
Amal nel cuore.
Anche degli insegnanti che hanno l'onore di camminare con l'infanzia.
Con rispetto.
Con devozione.
Amal nel cuore.
pubblicato da Annamaria Gatti
foto ANSA.it
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