Il convegno di Padova del 27 ottobre, organizzato dal CIAI VENETO in una suggestiva cornice comunale, ha avuto una buona adesione (oltre 120 i partecipanti) e un'offerta molto qualificata, anche a giudizio degli intervistati.
Il CIAI (http://www.ciai.it/) ha una lunga e solida storia nel mondo degli aiuti all'infanzia e, in questo caso, dell'adozione internazionale in particolare, come ricordato dalla Presidente Nazionale Paola Crestani.
La sua presenza in molti Paesi del mondo per proteggere, favorire benessere e inclusione, e il suo ruolo di promotore di buone prassi in un campo decisamente complesso e a tutti i livelli culturali e istituzionali, ne fa un referente autorevole.
Il CIAI inoltre ha collaborato alla promozione delle "Linee Guida per il diritto allo studio dei minori adottati" http://www.istruzione.it/allegati/2014/prot7443_14_all1.pdf, un coraggioso passo che può essere validissimo aiuto alla scuola, già impegnata su molti fronti nell'accompagnamento degli studenti e alunni con bisogni educativi speciali (BES).
I presenti, docenti di ogni ordine e grado di scuola, operatori del settore, psicologi e genitori, hanno visto riconosciute le problematiche, le attese e le buone prassi, anche in uno scambio di esperienze utili a creare sinergie con le istituzioni, gli specialisti e i servizi.
Si è respirata la vita reale di tutti i giorni, le attese e le sofferenze, i sogni che accompagnano un percorso, difficile ed emozionante, come quelle dell'adozione, per le famiglie e soprattutto per questi bambini. La scuola si inserisce come bellissima opportunità, come un desiderio di normalità e di riscatto dalla sofferenza, dal buio e dalla violenza. Spesso l'inclusione è complessa e va preparata, ci ricordano i relatori, anche con la conoscenza dei fattori, dei punti di forza e di debolezza che caratterizzano questa esperienza radicale, che però è particolare, ogni adozione e ogni bambino adottato è una realtà a sè.
Conoscere poi serve a vivere con serenità anche le difficoltà che sorgono, inevitabilmente, ma che possono diventare, con gli aiuti giusti, opportunità. Non si risolvono tutte le criticità in brevissimo tempo! Serve pazienza e competenza, consapevolezza e riferimenti autorevoli: se il bambino adottato vive una buona esperienza di inclusione, tutti i bambini di quella classe vivono bene. E anche gli insegnanti.
Apprezzati i vari interventi istituzionali e professionali e vicini alla quotidianità educativa: inclusione, disagio, difficoltà di apprendimento, interazioni con i servizi territoriali di supporto. A questo proposito si è sottolineato che la Regione Veneto è stata virtuosa in questo settore, permettendo che l'adozione possa essere seguita per tre anni dall'equipe predisposta nel settore sociale, anzichè un anno, come previsto da legislazione nazionale, garantendo quindi maggiore assistenza e ottenendo risultati migliori per ragazzi e famiglie. E prevenendo successivi interventi, spesso impegnativi in tutti i sensi, per il ragazzo, per la famiglia e per la comunità
Poter leggere le difficoltà che accompagnano gli insegnanti dei ragazzi adottati, è stato assicurarsi che vivere bene l'adozione a scuola... si può! Occorre documentarsi, raccogliere aiuto e riconoscimento che la scuola è davvero un grande dono, un'occasione imperdibile di crescita e di maturazione per tutti.
pubblicato da annamaria gatti
gatti54@yahoo.it
foto di A. Gatti
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