Siena: particolare de "Il buon Governo"- Lorenzetti
Pubblico questa lettera del Vescovo di Vicenza, che mi pare aiuti nel lettore il discernimento su due "fatti" che riempiono le pagine e i notiziari di parole, parole...
Una riflessione che è una BUONA NOTIZIA: in fondo tanti usano buon senso e onestà intellettuale...
Il testo della lettera a preti e diaconi della diocesi
Il 2 agosto il Vescovo Beniamino ha inviato la seguente lettera a tutti i preti e i diaconi della diocesi di Vicenza
Carissimi,
vi raggiungo con questa lettera a metà dell’estate, mentre molti di voi sono impegnati nella bella e preziosa esperienza dei Grest e dei campiscuola.
Mi auguro che possiate ritagliarvi un giusto
spazio di riposo, in vista di una rigenerazione del corpo e dello
spirito, prima di iniziare un nuovo anno pastorale.
Vi scrivo perché sento forte, in questo tempo di profonde e radicali trasformazioni, la mia responsabilità di fare opera di discernimento, con il vostro contributo di fede e di saggezza, in ordine a due temi che mi stanno particolarmente a cuore: il fenomeno dell’immigrazione e la questione del “gender”.
Di fronte a questi problemi così complessi non dobbiamo spaventarci e
angosciarci, la Chiesa — che vive e opera dentro ai molteplici contesti
socioculturali — ha sempre riposto la fiducia nel suo Signore, Gesù
Cristo, e nella continua assistenza dello Spirito Santo e per questo
ciascuno di noi è chiamato ad attraversare con intelligenza e serenità questo segmento di storia in cui il Signore ci ha posto e ci ha dato la gioia e la fatica di vivere.
Per quanto riguarda l’accoglienza degli immigrati desidero, prima di tutto, ringraziare i vicariati, le parrocchie e le comunità religiose che hanno aderito all’appello che vi ho rivolto alla fine del ritiro spirituale di Quaresima, nella basilica di Monte Berico. Siamo impegnati ad affrontare, senza ingenuo buonismo e senza cinico populismo, ma con sano realismo, questa grave emergenza. L’accoglienza delle persone immigrate che arrivano nel nostro territorio sia attuata attraverso la Caritas, formando, in loco, un gruppo di volontari in grado di realizzare una ospitalità dignitosa, fraterna e rispettosa delle nostre leggi e tradizioni.
L’amministrazione economica che riguarda le persone, gli ambienti, le varie attività e servizi deve essere, d’intesa con la Caritas, documentata e trasparente, anche nella prospettiva di poter restituire il denaro che alla fine fosse in eccedenza rispetto alle spese sostenute.
Desidero, inoltre, intervenire sulla “questione del gender”, che rappresenta una vera sfida antropologica su aspetti decisivi della nostra vita personale e comunitaria: in particolare per quanto concerne la dignità e il valore della persona umana, la specificità e la reciprocità tra uomo e donna, il rapporto tra natura e cultura, il valore della sessualità umana, la libertà concepita come responsabilità personale e sociale.
La prima cosa che vi chiedo è quella di studiare e di approfondire la cosiddetta “teoria del gender”, senza lasciarvi condizionare esclusivamente dai dibattiti o dalle manifestazioni pubbliche. Queste iniziative possono servire a far emergere la questione ma non sono in grado di proporre in modo serio e approfondito la complessità del problema. Circa la formazione personale in merito, vi indico la “Nota pastorale” dei vescovi del Triveneto, del 2 febbraio 2014, e vi invito a leggere il volumetto di Aristide Fumagalli, La questione del gender, una sfida antropologica, edito dalla Queriniana nella collana “Giornale di Teologia”, numero 380. In questi mesi sto preparando una équipe di persone disponibili ad approfondire questo tema con i genitori, i catechisti, gli educatori e i giovani. È fondamentale formare con serietà e serenità i nostri ragazzi che passano tanto tempo della loro vita nelle aule scolastiche e molti anche nelle stanze di catechismo e nelle sale delle nostre comunità.
In riferimento a questi temi e ad altri pure importanti e complessi, vedo la necessità di aiutare i ragazzi e i giovani ad abitare il web e lo spazio dei social network in
modo consapevole e intelligente, senza cadere in quegli atteggiamenti
di superficialità e di “dittatura dell’emotività” che molte volte li
caratterizzano. È bene, comunque, tenere sempre insieme la visione
integrale della nostra fede e del nostro impegno di cristiani, che
riguarda non solo il problema dell’aborto, del divorzio, della
fecondazione assistita e del “gender”, ma anche i temi della
corruzione sociale e politica, dell’immigrazione, delle povertà nel
mondo, dell’ingiusta distribuzione delle ricchezze e dell’inquinamento
del pianeta terra. Vi suggerisco, inoltre, a far riferimento
alla Caritas diocesana per l’accoglienza degli immigrati e all’ufficio
diocesano per la pastorale del matrimonio e della famiglia per la
“questione del gender”.
Siamo ormai sulla soglia del
nuovo anno pastorale che sarà incentrato su una delle dimensioni
costitutive e fondamentali della nostra fede, della nostra vita
personale e del nostro ministero ordinato: la misericordia. Lunedì 7 settembre — alla fine del pellegrinaggio alla Madonna di Monte Berico — vi sarà consegnata la lettera pastorale Testimoni della Misericordia che il Signore ha avuto per noi. Confido
che possa aiutare e accompagnare il cammino delle nostre comunità
parrocchiali e religiose, delle associazioni, dei movimenti, dei gruppi e
di tutte le realtà ecclesiali.
Vi ringrazio e vi saluto tutti con stima e riconoscenza.
Beniamino, vescovo
pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto di Annamaria
Concordo con le riflessioni di sua eccellenza, sono argomenti di grande impatto sociale, che vanno soppesati con estrema cautela, rispetto ma altrettanta fermezza, secondo me.
RispondiEliminaHo cercato di riflettere sul tema gender con due post al riguardo, ne sono uscite delle belle e mi sono sentita anche letteralmente "cacciata" da un blog per le mie convinzioni circa lo sviluppo educativo del bambino in una eventuale famiglia con due mamme o due papà.
Ciao e grazie
sinforosa