Se qualcosa non va, dicevamo nel post precedente, possiamo collaborare al dibattito con una semplice osservazione: è più semplice seguire l'istinto materno/paterno ed esercitare la pressione e la protezione sui figli, che ci mette al riparo da incertezze, sensi di colpa, senso di inadeguatezza genitoriale.
Più complesso è invece lavorare sui figli con il rispetto della loro autonomia e della libertà a provarsi, misurarsi, conoscere, sbagliare, rialzarsi, sentirsi protagonisti dellla propria vita e del bene che da essa si trae.
E' più complesso perchè occorre accettare di lavorare sulla propria persona e sulla coppia genitoriale, occorre crescere insieme, essere maledettamente tenaci, comprensivi e forti, capaci di perdono e di ammissione di colpa, sapere bene dove andare a parare, a quali valori spirituali e umani fare assolutamente riferimento, studiare con attenzione il figlio, essere disponibili, perderci il tempo necessario per ascoltare e lavorare di coerenza fino allo stremo affettivo.
Ma poi:
lasciarlo andare. Lasciarlo decidere, sperimentare con gli strumenti che abbiamo cercato di dare. E non solo dopo il 18° anno, s'intende. Dalla culla in poi, nelle piccole cose della crescita.
Lasciare che sperimenti il proprio incontro con la vita, che dà sapore ai giorni, alla fatica di vivere e di cercare la propria strada, da solo, è educare figli liberi.
...Ma sapendo che le due persone da cui è stato generato, sono alle sue spalle, fiduciose nelle sue possibilità e proprio per questo non si sostituiscono a lui in nessuna incombenza, dalla più banale, alla più severa.
Un piccolo test: quando sento il disagio nel proporre qualcosa, quando comprendo che questa cosa "tocca" a lui e sostituirmi lo umilierebbe, allora il mio stile educativo per quanto improvvisato o lacerato è ancora sano.
pubblicato da Annamaria Gatti
foto: www.fotocommunity.it
E' proprio così! Con due figlie di 26 e 22 anni lo posso confermare. Non è facile, per niente, ma quando ci si riesce è una conquista per tutti. Un grande aiuto è eliminare, col consanso di tutti, la tv.
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