...uno scoiattolo era là, fermo accanto a una fila di chioccioline che in processione stavano attraversando il sentiero... |
di Annamaria Gatti
Illustrazione di Eleonora Moretti
fonte: Città Nuova, 25 marzo 2013
NICOLA CHE OGGI VA PIANO PIANO
C’era una
volta una giornata strana.
Nicola si era svegliato piano piano. Il sole stava sorgendo
lentamente dalla collina e tutto era così luminoso che Nicola aveva esclamato:
“Mamma, sembra di essere in un mare pieno d’oro!”
Mamma Anna non aveva neppure un po’ di fretta e stava
sorbendo il caffè-latte dalla tazzona
blu e gialla.
“Vero! Oggi andremo a scuola a piedi, così ci godremo
insieme questa giornata. Alzati e preparati Nicola!”
La stradina nel parco era silenziosa ma, vicino alla
fontanella, Nicola e la mamma si fermarono di stucco: uno scoiattolo era là,
fermo accanto a una fila di chioccioline che in processione stavano
attraversando il sentiero.
Lo scoiattolo borbottando e sfregando nervosamente le zampette fra loro,
osservava Chiocciola maestra che spiegava:
“Non ascoltatelo, ragazze, lo scoiattolo va troppo in
fretta e noi adagio adagio per natura. Nessuno può cambiarci, ma per noi
è più facile goderci l’alba e il tramonto del sole, che vanno piano piano come
noi, l’arruffarsi delle nuvole nel cielo, l’arrivo sulla rena delle onde, lo
sbocciare delle margherite e il riaprirsi delle corolle al mattino.
Noi possiamo incontrare la farfalla variopinta che era il
bruco affamato, riconoscerla e salutarla.
Andiamo ora, dobbiamo arrivare alla fontanella prima di
notte!”
“Buon viaggio, chioccioline” aveva sussurrato lo scoiattolo che
aveva smesso di agitarsi e non si era mosso neppure quando Nicola gli si era
avvicinato dicendogli:
“E’ vero scoiattolo! Anche
io ho imparato a camminare lentamente. Come mi dice la mamma: ogni giorno
facevo progressi.
Anche quando ho imparato a parlare, la mamma ha dovuto
attendere un po’ di tempo per ascoltarmi dire una bella frase.
E ora vado a scuola e ogni giorno divento sempre più capace.
Ci vuole tempo!”
“E’ vero bambino! Ma ora scappo…di corsa, anche se non so
perché…”
E fece una scalata velocissima su per l’abete maestoso a
osservare il cammino del sole, che ormai splendeva più in alto nel cielo.
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