Recensione di Annamaria Gatti
Fonte: Città Nuova, 25 marzo 2013
La ragione di un successo in 70 anni, con infinite riedizioni.
“Il piccolo Principe” di Antoine de Saint Exupéry, prima
edizione 1943, è uno dei miei libri
preferiti da sempre insieme a “Povero
Gioni e Arnica” di Làzàr Ervin (Città Nuova, 1984). Ebbene… dopo l’ennesima appassionata citazione udita a Brescia in una celebrazione ufficiale per
essere più vicini al cuore dell’uomo, non si può fare a meno di recensire questo
Piccolo Principe, anche se resta
difficile sottolineare un aspetto nuovo che determina il successo di
questo rieditato indiscusso capolavoro dell’amicizia.
Ce lo portiamo nel cuore questo bambino così saggio e
“grande” nelle sue intuizioni e nei suoi
discreti insegnamenti, che ci ha accompagnato nella vita e che abbiamo
citato in qualche occasione importante, sia essa un biglietto ad un amico, sia
una conversazione profonda, o forse un intervento importante.
Ben venga allora il desiderio di superare la ritrosia di una
facile recensione vista la presenza eroica, per circa un intero anno, nei primi posti della top ten
di vendita dei libri per ragazzi.
Per ragazzi?
Sostengo che questo binario filosofico ed esistenziale sia
così immediatamente e inconsciamente recepito
dai bambini, ma anche così ricco di incoraggiamento per l’ adulto che
combatte nella vita la sua buona battaglia contro il conformismo e
l’opportunismo, la fretta e il baccano,
l’egoismo e la vergogna, la
corruzione e il compromesso.
Allora un capolavoro portatore di verità vestita di poesia
si accompagna al desiderio di vita vera, diventa vademecum del cammino e seria occasione
di condivisione con le nuove generazioni.
Poi la faccenda si fa intrigante, perché ci verrà
richiesta assoluta coerenza. Auguri!
Eccomi!
RispondiEliminaCi sono parole che solo una favola sa spiegare: sembra un paradosso eppure la favola sa dire ciò che nessun altro genere letterario riesce a esprimere. Grazie Annamaria,Povero Gioni ha un autore, aveva un autore che era esattamente come il suo personaggio. Ed io ho avuto la sorte di conoscerlo bene: Ervin Lazar.
ciao,
Tanino
Grazie, credo di aver risvegliato un capitolo di vita! Mi piacerebbe sapere qualcosa della tua conoscenza con Ervin Lazar. Riesco a immaginare o forse no, la persona e come è arrivato a Gioni... E come è stata la tua esperienza di traduttore. Ma forse ci vorrebbe un articolo serissimo... da condividere con altri disposti a riempire il cuore anche di poesia...
RispondiEliminaAnnamaria
ti mando un articolo che ho scritto per l'edizione ungherese di Città Nuova quando è morto Ervin Lazar.
RispondiEliminaveramente è da pensare a nuove traduzioni.
grazie, Annamaria,
Tanino
Annamaria, ti mando qualcosa via e-mail, vedi tu cosa pubblicare. Ciao,
RispondiEliminaTanino