C’era una volta il lupo della storia di Cappuccetto Rosso (fattela raccontare se non la sai!) che zampettava pensieroso al limitare del bosco. Ad un tratto si scontrò con una bambina che prontamente gli chiese, lì su due piedi:
«Ehilà, dove te ne vai così solitario e triste?!»
«Ah, ho dei problemi. Gironzolo per il bosco perché ho bisogno di pensare a quello che mi capita ogni giorno!»
«Oh bella! E cosa ti succede di così fastidioso?», chiese la bambina incuriosita.
«Insomma, ogni volta che qualcuno legge quella vecchia storia con la bambina dal cappuccio rosso, beh, ci credi? Mi sento proprio uno sciocco!».
«Niente di così sciocco... È una storia di fantasia, in fondo...».
«Già, una storia così strana. Dunque...».
«La so, la so: ti mangi una nonna, prima, e poi divori anche la nipotina che è andata a trovarla!».
«Appunto, mi sento sciocco perché mi chiedo: come mai una mamma intelligente e di buon cuore, che prepara un cestino succulento per la nonna, manda una bambina così piccola nel bosco da sola?»
«Beh... forse era già abbastanza grande!»
«Ah! E la chiami grande una bambina che segue il consiglio di un lupo? “Prendi il sentiero più corto, arriverai dalla nonna più in fretta!”, le avevo suggerito. E lei, senza fare neppure una piega, prende allegramente quel sentiero, senza chiedersi nulla: ma chi è questo che mi parla? Cosa mi ha detto la mamma?»
«Beh, davvero la cosa è un po’ singolare»
«E poi, possibile che non abbia sospettato nulla questa bambina: la voce profonda della nonna dal letto e quel muso strano... In fondo mi aveva incrociato poco tempo prima. Possibile che mi abbia rivolto quelle dannate domande: che occhi grandi hai nonnina, altro che nonnina! Che orecchie grandi hai! Certo, aveva bisogno di un buon oculista. E poi, francamente, che ci faceva questa vecchietta da sola, in una casetta sperduta nel bosco infestato dai lupi?»
«E ora cosa pensi di fare?», chiese la bambina un po’ intimorita.
«Niente, spero per loro che i bambini si facciano un po’ più obbedienti e furbi! E le mamme un po’ più attente!».
Si salutarono.
La bambina tirò fuori dallo zainetto il suo cappuccio rosso e pensò:
«Ha proprio ragione! Che tonta sono stata! Spero però vada presto dall’oculista anche lui, perché non mi ha riconosciuto, poveretto».
E tornò in fretta e furia a casa dalla mamma e dalla nonna, che si era da poco trasferita con loro per evitare brutte avventure, viste le intenzioni di certi scrittori di storie per bambini...!
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