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mercoledì 14 agosto 2024

Ma nello sport bisogna davvero "essere cattivi"?

   
Daniele Garozzo, Tokyo 2020


Qualcuno si sente di dire la sua su alcune tristi posizioni e di nessun aiuto alla formazione di persone in gamba. Meglio chiarire ai giovani poche cose, ma grandi, che stanno alle spalle dello sport, degli sportivi e delle medaglie olimpiche. 

Lo ha fatto opportunamente Daniele Garozzo, che, con umiltà ma anche con l'autorevolezza di un  campione mondiale e medico, ricorda al giornalista incauto e sprovveduto quali sono i veri valori dell'agonismo sportivo. Perseguiti e da vivere.

Un esempio per i giovani e i ragazzi. E penso alla fioritura di campionesse e campioni  di queste Olimpiadi e alle loro storie di vita che mertano l'entusiasmo riservato spesso a molti calciatori (loro sì, super pagati),

"Caro Aldo Cazzullo,

Sono Daniele Garozzo, campione olimpico, mondiale ed europeo di scherma, nonché medico. Mi piace pensare di essere un bravo ragazzo, come molti altri nella nostra disciplina.

Trovo piuttosto curioso, per non dire assurdo, il messaggio sottinteso nel suo articolo: che essere "cattivi" sia una qualità essenziale per vincere.

Questa idea è non solo falsa, ma anche diseducativa.

Affermare che "essere cattivi" porti alla vittoria sminuisce i successi di tanti atleti che, come me, hanno raggiunto i più alti traguardi grazie a impegno, sacrificio e una sana competitività.

La narrativa romantica del guerriero spietato potrebbe essere affascinante nei racconti epici, ma nella realtà dello sport moderno è fuori luogo e anacronistica.

Essere bravi ragazzi non significa essere deboli o meno competitivi.

Significa avere la maturità di comprendere che il vero valore dello sport sta nel rispetto delle regole, degli avversari e di se stessi.

È attraverso questo rispetto che si costruisce una carriera duratura e un esempio positivo per le generazioni future.

Inoltre, la trasformazione culturale e sociale che hai descritto non è una debolezza, ma una forza.

Atleti istruiti, rispettosi e consapevoli sono ambasciatori migliori per il nostro sport e per i valori che esso rappresenta.

La scherma non è solo una questione di medaglie, ma di carattere e integrità.

Invito tutti a riflettere su ciò che veramente rende grande uno schermidore.

Non è la cattiveria, ma la passione, l'impegno e la capacità di ispirare gli altri con il proprio esempio positivo.

 Daniele Garozzo"

pubblicato da Annamaria Gatti

foto da Repubblica

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