Quarto appuntamento con le avventure di Enea apprendista cavaliere
IL CAVALIERE ENEA SCONFIGGE
IL DRAGO PIFASSS
favola dedicata alle mamme nopfas del Veneto
che lottano per avere acqua non avvelenata per i loro figli
testo di Annamaria Gatti
Illustrazione di Eleonora Moretti
fonte: Città Nuova, Roma, novembre 2020
BARABABOOM!
Il boato ruppe il silenzio. Gli apprendisti cavalieri
balzarono giù dalle brande e si precipitarono in sala grande. “Armatevi e
partite!” urlò il Gran Maestro, “la prova che volevate è arrivata: un drago sta
distruggendo tutto!”
Marillo, figlio del conte Della Marca esplose in un: “Finalmente,
un vero drago da uccidere!”
Norberto, nipote di re Giulio di Fiandra aggiunse: “Sono
pronto!”
Giangiacomo di Borgo Val Del Sole proclamò: “A noi due drago,
ti annienterò!”
Enea, con la fidata spada ai fianchi, propose con decisione:
“Andiamo, insieme lo combatteremo con forza e furbizia! Tutti per uno, uno per
tutti, dicevano…”
“Non insieme” risposero, “dobbiamo superare la prova e quindi ciascuno per sé.”
Enea scosse la testa incredulo. “I miei compagni non pensano
molto. La vedremo!”
Il drago era un esemplare goffo e maldestro, con tutti gli
optional: codone uncinato, testa a pera, narici sporgenti, pancione
tartarugato. Era verde e rosso e stava distruggendo il bosco: sollevava con le
sue zampacce gli alberi secolari. Dalle casupole gli abitanti scappavano
terrorizzati.
Marillo si parò davanti al drago, che gli chiese:
“Cosa vuoi tu, formichina?”
lasciandolo a lancia sospesa per lo stupore.
“Tu…tu…” balbettò “Tu parli.”
“Certo, sono il drago PIFASSS e mi hanno dato l’incarico di
rendere invivibile questo regno…AH AH AH!”
Marillo gli lanciò la mazza chiodata sul cuore, ma fece
solo il solletico al drago, che la sbriciolò e gli gridò un BUUUUUUUUUU
spaventoso, mettendolo in fuga.
Stessa fine per Norberto e Giangiacomo che si trovarono senza
le loro balestre infallibili con cui avevano cercato di fermare il drago. Prima
PIFASSS dall’argine aveva scaricato tonnellate di sporcizia inquinando il corso
d’acqua, che cominciò a restituire carpe
e trote morte. Poi dal monte alto aveva sparso un gas micidiale, che accecava
gli animali in fuga: una vera catastrofe.
Allora Enea si nascose fra i massi e gridò con voce cavernosa
contraffatta: “Sono tutti capaci di distruggere. Non sei capace di ricostruire però.
Ah, non vali molto come drago, orgoglioso PIFASSS!”
Tutto si fermò, pure il drago, che cercò chi mai avesse osato
mettere in dubbio i suoi talenti. “Vieni fuori verme” borbottò seccato e
minaccioso.
“No che non vengo, mi faresti fuori subito. Sei capace solo
di questo tu.”
“NON E’ VERO!” tuonò PIFASSS più rosso del solito per la rabbia “e te lo dimostrerò. Vedi questo fiume?
Tornerà come prima…”
E con un soffio micidiale vomitò una colonna di fuoco che
ridusse tutto in polvere. Come per incanto pian piano dalla sorgente riprese a
zampillare acqua fresca e limpida. E il fiume riprese a vivere.
PIFASSS sorrise. Ma quando i draghi sorridono
perdono tutta la loro forza e la loro cattiveria.
Enea sbucò dal nascondiglio fra le rocce e, brandendo la sua
bellissima e pericolosa spada, si
avvicinò al drago, che piangeva. Ma erano lacrime di liberazione e sussurrava:
“Non conviene proprio fare i cattivoni!”
E anche questa volta l’aspirante Enea vinse la gara per
diventare cavaliere.
pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
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