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lunedì 9 novembre 2020

Favola per scegliere bene: "Quando i draghi sorridono perdono tutta la loro forza"...

 Quarto appuntamento con le avventure di Enea apprendista cavaliere






IL CAVALIERE ENEA SCONFIGGE  

IL DRAGO PIFASSS

favola dedicata alle mamme nopfas  del Veneto

che lottano per avere acqua non avvelenata per i loro figli

testo di Annamaria Gatti

Illustrazione di Eleonora Moretti

fonte: Città Nuova, Roma,  novembre 2020

BARABABOOM!

Il boato ruppe il silenzio. Gli apprendisti cavalieri balzarono giù dalle brande e si precipitarono in sala grande. “Armatevi e partite!” urlò il Gran Maestro, “la prova che volevate è arrivata: un drago sta distruggendo tutto!”

Marillo, figlio del conte Della Marca esplose in un: “Finalmente, un vero drago da uccidere!”

Norberto, nipote di re Giulio di Fiandra aggiunse: “Sono pronto!”

Giangiacomo di Borgo Val Del Sole proclamò: “A noi due drago, ti annienterò!”

Enea, con la fidata spada ai fianchi, propose con decisione: “Andiamo, insieme lo combatteremo con forza e furbizia! Tutti per uno, uno per tutti, dicevano…”

“Non insieme” risposero, “dobbiamo superare la prova e  quindi ciascuno per sé.”

Enea scosse la testa incredulo. “I miei compagni non pensano molto. La vedremo!”

Il drago era un esemplare goffo e maldestro, con tutti gli optional: codone uncinato, testa a pera, narici sporgenti, pancione tartarugato. Era verde e rosso e stava distruggendo il bosco: sollevava con le sue zampacce gli alberi secolari. Dalle casupole gli abitanti scappavano terrorizzati.

Marillo si parò davanti al drago, che gli chiese:

“Cosa vuoi tu, formichina?”  lasciandolo a lancia sospesa per lo stupore.

“Tu…tu…” balbettò “Tu parli.”

“Certo, sono il drago PIFASSS e mi hanno dato l’incarico di rendere invivibile questo regno…AH AH AH!

Marillo  gli  lanciò la mazza chiodata sul cuore, ma fece solo il solletico al drago, che la sbriciolò e gli gridò un BUUUUUUUUUU spaventoso, mettendolo in fuga.

Stessa fine per Norberto e Giangiacomo che si trovarono senza le loro  balestre infallibili  con cui avevano cercato di fermare il drago. Prima PIFASSS dall’argine aveva scaricato tonnellate di sporcizia inquinando il corso d’acqua,  che cominciò a restituire carpe e trote morte. Poi dal monte alto aveva sparso un gas micidiale, che accecava gli animali in fuga: una vera catastrofe.

Allora Enea si nascose fra i massi e gridò con voce cavernosa contraffatta: “Sono tutti capaci di distruggere. Non sei capace di ricostruire però. Ah, non vali molto come drago, orgoglioso PIFASSS!”

Tutto si fermò, pure il drago, che cercò chi mai avesse osato mettere in dubbio i suoi talenti. “Vieni fuori verme” borbottò seccato e minaccioso.

“No che non vengo, mi faresti fuori subito. Sei capace solo di questo tu.”

“NON E’ VERO!” tuonò PIFASSS più rosso del solito per la rabbia  “e te lo dimostrerò. Vedi questo fiume? Tornerà come prima…”

E con un soffio micidiale vomitò una colonna di fuoco che ridusse tutto in polvere. Come per incanto pian piano dalla sorgente riprese a zampillare acqua fresca e limpida. E il fiume riprese a vivere.

PIFASSS sorrise. Ma quando i draghi sorridono perdono tutta la loro forza e la loro cattiveria.

Enea sbucò dal nascondiglio fra le rocce e, brandendo la sua bellissima e pericolosa  spada, si avvicinò al drago, che piangeva. Ma erano lacrime di liberazione e sussurrava: “Non conviene proprio fare i cattivoni!”

E anche questa volta l’aspirante Enea vinse la gara per diventare cavaliere.



 pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

 

 

 


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