Incrocio casualmente un fatto narrato da uno scrittore, di cui non so purtroppo il nome. Mi ha colpito ripensandoci e ho trovato questo aneddoto, degno di condivisione sul blog.
Un bambino sta in disparte al parco giochi.
Alla domanda "Perchè non giochi con gli altri?" un ipotetico Marco risponde che il gioco di salire e scendere dallo scivolo è comandato da un bambino che chiameremo Kevin. E solo adeguandosi alle sue direttive si può partecipare al gioco.
Marco però non si piega a questa prepotenza. E se ne sta fuori.
"Perchè non glielo spieghi che lo scivolo non è sua proprietà?" chiede lo scrittore, da bravo adulto.
Marco va oltre, perchè i bambini vanno oltre se non sono plagiati. E spiega, con distacco autorevole, che la colpa non è certo solo di Kevin, in fondo un debole. La responsabilità maggiore è di tutti gli altri, forse di Mario, Paola, Carletto, Aziz, Ana, Stefania... che non si oppongono a questo sopruso bambino. Poveretti.
Io aggiungerei che la responsabilità è di chi, educando, non ha avuto il sufficiente coraggio di educare davvero ai valori che permettono a ciascun bambino di essere forte e di salvarsi dalla prepotenza.
La verità fa male, l'indifferenza e la paura di scegliere il bene, ce lo ricordano in tanti... in questi giorni, distruggono l'umanità.
E voi cosa avreste fatto giocando nel parco, davanti allo scivolo?
pubblicato da Annamaria Gattifoto da: dimensione comunità
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