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Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

venerdì 9 ottobre 2020

Perchè questo libro? "Dall'altra parte del mondo"

                                                   Annamaria Gatti - Dall’altra parte del mondo Storia di Vera e Trysa


Come promesso,  ecco le ragioni del libro in un'intervista da www.paroleinfuga.it
Desidero condividere le motivazioni di questo libro per adolescenti.
Mi piacerebbe che arrivassero al cuore di chi cerca al di là del visibile qualcosa e qualcuno a cui affidare la cura della propria speranza.

 Intervista ad Annamaria Gatti, autrice del romanzo
“Dall’altra parte del mondo Storia di Vera e Trysa”
Ed. Aletti 

D. Partiamo proprio dal titolo, come mai “Dall’altra parte del mondo  Storia di Vera e Trysa”?
Molto semplicemente questa è la storia di una grande amicizia fra due adolescenti, che si conoscono in una situazione particolare, attraverso coincidenze non proprio casuali, che riservano sorprese e un po’ di suspense.
Una di loro farà l’esperienza esistenziale poi di andarsene a vivere lontano, agli antipodi, dall’altra parte del mondo.
Questo non incrinerà il loro rapporto sincero e i loro sentimenti, anzi… la lontananza renderà ancora più intensa la condivisione esistenziale.

D.  Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
L’amicizia, oltre la lontananza e la morte, è il filo conduttore. Quando perdiamo una persona cara resta di lei tutto ciò che ha saputo trasmettere e condividere. Nulla va perduto di ciò che è fatto per amore.
La musica assume il ruolo di  veicolo di comunicazione oltre lo spazio e il tempo, oltre la diversità  ed è capace di unire, di superare gli stereotipi e di annullare la distanza.
La presenza di un “Altro” , in questo caso rappresentato  dal  Vento del Crepuscolo, che accompagna l’esistenza e ha a cuore le vicende di chi lo sente e lo condivide, supporta, anche  al di là della metafora,  la realizzazione di questi percorsi esistenziali.

D.  Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Tutto ciò che accade nel racconto è mutuato dall’ esperienza reale. Il racconto iniziale in particolare era nato, prima dell’ elaborazione in romanzo breve, dalla perdita di un’amica  da parte di una nipote, a causa di  un grave incidente. Da qui il desiderio di parlare ai ragazzi della morte e della capacità di elaborarne il vissuto.
Le vicende narrate poi certamente non fanno riferimento specifico a fatti accaduti, ma le mie figlie hanno studiato musica, una di loro il violino, e ho indirettamente sperimentato  sentimenti ed eventi legati a questo mondo.
Anche nelle brevi descrizioni e ambientazioni sono riconoscibili  alcuni scorci di città venete a me, lombarda trapiantata in Veneto, comunque care: Montagnana, Vicenza e Soave.

D.  La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Grazie per questa domanda di qualità.
Ogni desiderio di comunicazione che si traduce in un libro è espressione di dono e partecipazione. Questo ha sempre caratterizzato ogni mia produzione in questi vent’anni di collaborazioni e di edizioni.
In questa ultima  avventura editoriale certamente riconosco l’intento inconscio di raccontare valori di vita: i frutti della tenacia del lavoro e dello studio, il rispetto per l’altro, la tolleranza e la solidarietà e l’invito a guardare oltre il tempo, oltre lo spazio, credendo che ogni attimo vissuto con  amore resta.
Ricordo la lettura fatta agli adulti del racconto che avrebbe dato poi origine al romanzo, in momenti formativi per genitori ed educatori sul valore della lettura, e le restituzioni di gradevolezza e di emozione. Queste esperienze  mi hanno convinto che il racconto avrebbe potuto diventare qualcosa di più, per essere condiviso non solo con i ragazzi, ma anche con gli adulti,  per comprendere meglio questi giovani, per porsi in  ascolto dei loro sentimenti e delle aspirazioni e per camminare insieme.

D.  Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale?
La  formazione psicologica e pedagogica mi accompagna e impregna ogni mio lavoro e ogni intervento, devo ammetterlo! Ma lo fa, spero, con la leggerezza che tanti anni trascorsi con bambini e genitori mi hanno  imposto e donato. 
Altri autori? La rosa  a cui faccio riferimento è assolutamente varia e particolare. In qualche caso sono per me, indegna allieva,  maestri di vita a diverso titolo: Guareschi, Ada Negri, Manzoni, Rigoni Stern, Pennac… in compagnia di  altri artisti, musicisti e pittori, che rendono giustizia alla incomparabile bellezza e alla profonda  solennità della vita.


D.  Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
            Trovo che la versione digitale sia una grande opportunità. Molti la utilizzano per  “leggere”     
            servendosi della sintesi vocale  e sopperiscono così alla difficoltà di lettura per disturbi  
            specifici o per  mancanza di tempo, ascoltando autentici capolavori o le ultime uscite.  
            Niente mai riuscirà però a sostituire l’ infinita poesia del piacere di leggere un libro cartaceo,
            il libro per eccellenza!


D.  Qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Per me scrivere è un bisogno e uno stimolo comunicativo molto sentito, misto ad ansia di raccontare e di interagire. Non vi sono intenti educativi, ma ho sempre davanti a me l’interlocutore, il lettore che sento vicino e attento. Qualche osservazione su alcune scelte particolari.
La lettera maiuscola usata per lo stesso nome in alcuni contesti, e non in altri, nasce dal riconoscimento che da quel punto in avanti ci troviamo a relazionarci con un vero personaggio, riconosciuto dalle protagoniste con cui interagiscono, mentre prima era per loro solo un evento.
La scelta di privilegiare il dialogo, man mano che il romanzo scorreva, è stata dettata dall’incontro con alcuni  ragazzi che mi hanno trascinato in questa scelta, che ben si accordava con l’incalzare degli eventi stessi e con  la narrazione fatta in prima persona da Vera, una delle protagoniste.
Anche la presenza di frequenti puntini di sospensione (forse in eccesso?), rispecchiano il carattere di suspense che caratterizza alcune pagine: non è l’adolescenza tutta sospesa verso il futuro?
Vera e Trysa comunicano, dopo la partenza di quest’ultima, con l’e.mail. Mi è parso naturale utilizzare questo mezzo: all’epoca della scrittura di queste pagine whatsapp  non era ancora in auge e la mail riservava quella necessaria tempestività e semplicità d’uso che viene riconosciuta ai ragazzi, oltre alla possibilità di riflessione,  che ben si addice ai caratteri di Vera e Trysa.
La decisione di dedicare quest’opera alla mia famiglia, a mio marito, alle mie figlie e ai miei nipotini, è per ringraziare dei doni  di cui mi fanno oggetto ogni giorno, prima fra tutti la fiducia nella vita.

D. Un motivo per cui lei comprerebbe “Dall’altra parte del mondo -  Storia di Vera e Trysa” se non lo avesse scritto.
            Lo regalerei volentieri guardando la copertina, leggendo la quarta, lo maneggerei con cura e   curiosità e poi mi troverei un’oretta di pace per gustarmelo.  Chi lo ha già letto osserva che
            non è un romanzo solo per adolescenti, ma che  anche adulti navigati hanno apprezzato la
            vicenda narrata fino al finale che, a giudizio di alcuni di loro, riesce ad essere
            drammaticamente sereno e solenne, appunto, come lo è l’esistenza stessa.

D  Quali sono i settori che la vedono impegnata nella scrittura?
Sono nata come scrittrice di libri per bambini, tradotti all’estero. Sono stata per questo premiata e due miei libri sono stati oggetto di rappresentazioni teatrali di spessore in Italia e in Argentina.
Sono autrice di favole, articoli, recensioni, di una biografia e volumi di didattica e di psicologia. Questo è il primo romanzo per una fascia d’età che comprende l’adolescenza.
Buona lettura! E se qualcuno vuole contattarmi o farmi giungere un parere o una condivisione, lascio alcuni recapiti. Grazie per  l’attenzione!

....
gatti54@yahoo.it             

da www.paroleinfuga.it


1 commento:

  1. Cara Annamaria,
    scusa se arrivo solo ora, ma ero alle prese con le 900 pagine di Davide Copperfield, che ho voluto finire. Grandioso, stupendo.

    Ho letto poi la storia di Vera e Trysa. Hai detto che questo libro non mi sarebbe piaciuto: non è vero, è una bellissima e dolcissima favola. Non so se tu hai voluto che fosse tale, ma a me favola è sembrata e in quanto favola mi è piaciuta. Naturalmente è il Vento del Crepuscolo soprattutto a connotarla così, ed è un'invenzione struggente. Favola per adulti, evidentemente, favola che parla soprattutto di amicizia, l'amore è quasi in secondo piano rispetto all'amicizia ed è giusto così. Certo, cara Annamaria, il tuo è sempre un mondo ideale: questo gruppo di amici (usano cellulari ed email, quindi devo dedurre che siamo ai giorni nostri) sono una sorta di archetipo. Si vogliono teneramente bene, si aiutano l'un l'altro, non si drogano o ubriacano, non fanno sesso sfrenato tra di loro..non so se esistano gruppi davvero così, spero di sì. Non ho poi ben capito se Trysa se ne va dall'altra parte del mondo per curare la sua malattia o per altri motivi.
    Vabbé, questi sono particolari senza molta importanza. Sono contenta di averlo letto e di averlo, grazie, un abbraccio
    emanuela

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