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venerdì 20 agosto 2021

Favola: Come Enea riuscì a diventare cavaliere


Per essere coraggiosi e importanti occorre agire con empatia, stare vicini a chi è fragile
più che pensare  sconfiggere draghi e nemici



Fonte: Città Nuova giugno 2020
di Annamaria Gatti
illustrazione di Eleonora Moretti

C’era una volta sulla montagna un castello abitato da un giovane, 
che si chiamava Enea  e aveva un grande sogno:  
voleva diventare un bravo cavaliere. 
Ogni giorno si svegliava e pensava al modo di diventarlo degnamente, 
cioè con  merito e con onore.
Un giorno  vide arrivare un cavaliere, su un bel cavallo baio, 
con la lancia in mano e l’elmo sulla testa. 
“Un cavaliere vero!” esclamò Enea. 
Il cavaliere lo vide,  lo salutò e gli chiese di ospitarlo nel suo castello. 
Quando fu l’ora della cena l’ospite spiegò: 
“Sto cercando un giovane degno di diventare cavaliere, 
...voi ne conoscete qualcuno?”
“Eccomi, io voglio diventare cavaliere!” annunciò Enea.
“Ah davvero? Sei un tipo coraggioso e leale?”  “Certo, lo sono!”
“Uhm… hai mai  salvato una principessa dall’orco cattivo?”
“Beh… sì, ho salvato una bambina da una bestia che l’aveva spaventata, 
però saprei salvare anche la principessa, ne sono sicuro.”
“Ah, bravo! Hai trafitto con la lancia il drago del lago nero?” 
Incalzò il cavaliere.  “… Hai spento l’incendio in un villaggio 
minacciato dal fuoco?  Hai sconfitto il coronavirus medioevale?”
“No, ma… sono rimasto nel castello e ho seguito le regole  
per non contagiare nessuno.”
Ed ecco entrò la figlioletta della cuoca con un vassoio colmo di 
ciotole piene di budino. Indovinate cosa accadde!  
Inciampò nel tappeto e rotolò  ai piedi del cavaliere. 
Restarono tutti immobili. Solo Enea corse presso la bimba per aiutarla 
e rimediare al disastro, sussurrando: “Ti sei fatta male? Non preoccuparti, 
ora ti aiuto io.”

Il cavaliere non aveva battuto ciglio, cioè non si era scomposto, 
ma dopo qualche istante, ad alta voce annunciò:
“Ecco,  questo fa di te un vero cavaliere: aiuta i deboli e chi 
ha bisogno di aiuto! Ho visto sventrare un drago da un giovane 
che poi trattava male il suo scudiero e voleva sempre avere ragione lui 
e pensare che voleva diventare un cavaliere!”

Poi si rivolse a Enea e a testa alta lo invitò:
“Domani verrai alla corte del re e sarai accolto nella scuola dei  cavalieri. 
Dovrai impegnarti, allenarti, fare cose che  forse non ti piaceranno, 
aiuterai chi ha bisogno, dovrai superare prove di coraggio  
e  alla fine sarai un vero cavaliere! Brindiamo a Enea!”

Partirono il mattino all’alba e  fu così che il giovane  
riuscì a diventare cavaliere e  passò alla storia come Enea il Grande.


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