Dalla bella terra di Puglia un libro da non perdere.
L'autrice di "EDUCARE ALLA FELICITA'", EDITRICE LA MERIDIANA, MOLFETTA, è LUCIA SURIANO, insegnante e madre di tre figlie.
Conoscerla è come incontrare un torrente fresco e rilassante, accompagnato da un entusiasmo contagioso, frutto di tenacia e di coraggio.
Lucia ha fatto dell'insegnamento una vera missione e si è giocata il tutto per tutto, con il desiderio di portare un cambiamento sostanziale, un benessere per chi la scuola la fa e la vive, insomma auspicheremmo il motore e l'obiettivo nel DNA di ogni docente.
Incontrarla a Molfetta presso l'editrice La Meridiana, mi ha appunto contagiato e in lei ho trovato molte conferme e condivisioni. Il suo libro è esattamente la copia dell'autrice, frizzante e impegnativo, mai banale e scontato, molto vissuto e curioso, soprattutto per chi non ha mai incrociato lo Yoga della Risata, di cui lei è "teacher". Le ho chiesto un'intervista che lei ha gentilmente rilasciato e da cui si ricavano informazioni interessanti e l'umile e intelligente certezza che il cammino è sempre aperto e destinato a contaminarsi, crescendo in qualità.
Lucia Suriano,quali sorprese ha riservato questo lavoro?
Molte sono
state le sorprese che sono giunte con la pubblicazione di Educare alla
Felicità, innanzitutto vedere il mio lavoro divulgato in tutta Italia ed essere
accolto con grande entusiasmo nel mondo educativo e della scuola, leggere e
ricevere feedback molto positivi circa l’esperienza proposta e le idee
racchiuse nel libro è stato molto bello e gratificante. Partecipare a convegni
nazionali per comunicare e condividere la mia idea di scuola, ha fatto sì che
io iniziassi a dialogare e a progettare formazione per generare concretamente un cambio di
paradigma nel mondo della scuola italiana, forse questa è la sorpresa che ho
accolto e vivo con maggiore responsabilità. Incontrare centinaia di colleghi
insegnanti e provare con loro a trovare strade possibili per realizzare una
scuola più felice è senza ombra di dubbio ciò che mi sorprende e spinge a
continuare a studiare e a sperimentare. C’è un bisogno che io avevo intuito ed
al quale ho dato voce con educare alla felicità, mi sorprendo ad essere parte
di una comunità molto ampia che al contrario di quanto si pensa, lavora
quotidianamente sul campo per vedere la scuola del nostro Paese stare Bene.
Infine ma non
ultima tra le sorprese, la grande opportunità di avere Edizioni la meridiana
come casa editrice che mi ha seguita, ha creduto in me e mi ha permesso di
spiccare il volo, rimanendo sempre porto sicuro.
Il libro propone sezioni di narrazione. Quanta storia personale nel tuo lavoro?
Molto, se non tutto, parte dalla mia storia personale, poiché io sono fermamente convinta del valore delle nostre biografie. Un insegnante, un genitore, un educatore non può prescindere dalla sua storia personale, poiché da essa nel bene e nel male si genera ciò che siamo. Riflettere e lavorare sulle esperienze vissute ci rende consapevoli del nostro agire e sentire, dunque, rende possibile anche la scelta di operare cambiamenti nel nostro modo di essere e nelle nostre convinzioni per diventare professionisti consapevolmente umani.
Quando si scrive si vuole comunicare ad ...altro. A chi si rivolge in
particolare l'autrice del libro?
Educare alla
Felicità è rivolto a tutti, poiché tutti nella vita ci occupiamo di educare.
Insegnanti, educatori e genitori senza ombra di dubbio i principali
interlocutori, ma tutti nella vita siamo continuamente educatori di noi stessi
e di chi incontriamo nella nostra quotidianità.
Tre buoni motivi per educare alla felicità a scuola...
·
Per apprendere di più e meglio
·
Per stare bene e imparare che la
felicità non sta negli obiettivi da perseguire, ma è uno stile di vita, è una scelta che
facciamo quotidianamente anche quando le esperienze che viviamo non sono
“facili”
·
Per offrire ai nostri bambini e ragazzi
strumenti di vita che li porteranno ad essere prima di tutto persone di valore.
Da quale età iniziare? Si potrebbe rispondere dalla vita intrauterina...
Senza ombra
di dubbio! Offrire ai nostri bambini gravidanze serene, ricche di esperienze
emotive di significato, fa sì che sin dalla vita intrauterina si inizino a
generare tracce che poi potranno essere meglio segnate in tutto lo sviluppo
post natale.
Quali ricadute sugli insegnanti? E sui genitori?
Le ricadute
sugli insegnanti e sui genitori sono collegate soprattutto alla possibilità di
crearsi uno spazio di decompressione dalle fatiche che l’educare comporta.
Abbiamo letto nel tuo libro di applicazioni della metodologia dello Yoga della Risata e interazioni in ogni zona d'Italia. A tuo parere dove ha trovato la migliore accoglienza e perchè, secondo te?
Io non credo ci sia un luogo dove si sia sviluppato meglio o abbia avuto migliore accoglienza, ci sono esperienze molto significative in tutta Italia, la differenza la fanno le persone, io ho incontrato moltissimi leader e teacher di yoga della risata, quelli che ho ritenuto molto validi sono coloro che già erano professionisti della scuola o psicologi o educatori. Sono fermamente convinta che la differenza la facciano solo ed esclusivamente le persone, i loro bagagli culturali ed esperienziali che costituiscono poi la qualità umana e la qualità di ciò che mettono in campo realizzando progetti di valore.
Occorre diventare quel genere di teacher per educare alla felicità?
Come ho più
volte detto non esiste una certificazione per diventare insegnanti “Educare
alla Felicità”, io nel libro propongo lo yoga della risata come strumento molto
valido per recuperare la dicotomia tra risata e scuola.
Per educare
alla felicità occorre molto di più che una certificazione e questo gli
insegnanti lo sanno molto bene, per questo il lavoro nei corsi di formazione
con me non è mai uguale, partendo da una base di studio fondata sugli studi
delle neuroscienze, di psicologia positiva e di molto altro, lavoro sulla
costruzione di percorsi che poi ciascun insegnante realizzerà in autonomia e
completa originalità.
Quali consigli per chi intenda proporre questo percorso?
Essere
autenticamente convinti che la risata sia uno strumento utile, non una strategia
didattica, ma un ingrediente imprescindibile nel modo di incontrare gli alunni
e di offrire loro opportunità di crescere in modo sano e completo puntando allo
sviluppo armonico e mai separato di cuore, corpo e mente.
Quali sono le caratteristiche che tu vedi necessarie in un insegnante che
voglia riflettere sulle tue proposte e applicarle?
Io credo che
la caratteristica fondamentale per un insegnante che educa alla felicità sia
prima di tutto la voglia di mettersi costantemente in gioco, educare alla
felicità ti chiede di lavorare molto su te stesso ancor prima che sui tuoi
alunni.
...Quindi più che una nuova materia di studio è una esperienza di vita?
Educare alla
Felicità non è un metodo. Uno stile di vita? Può esserlo, si. Del resto quale è
lo scopo che un educatore persegue nella sua attività, se non quello di offrire
opportunità di crescita? Ecco cosa è Educare alla Felicità: una opportunità per
chi educa e per chi si lascia educare, per vivere accogliendo tutto ciò che
accade come occasione per diventare persone migliori.
Tre buoni motivi per leggere il tuo libro… comunque si decida di
applicare le tue proposte.
Oggi ci
troviamo di fronte alla perdita di valore dell’istituzione educativa per
eccellenza, se accade vuol dire che qualcosa è andata storta, se accade vuol
dire che abbiamo la possibilità di cambiare rotta, di permettere alla scuola
italiana di riprendere il suo spazio, ma questo non è possibile se rimaniamo
ancorati a convinzioni rigide e gerarchiche. Abbiamo bisogno di un cambiamento,
il cambiamento che io propongo non è affatto semplice ma è il cambiamento più
necessario quello che passa attraverso la cura di chi la scuola la vive, la fa
e la costituisce. Questo è il motivo che mi spinge a cercare strade possibili,
mai uguali, che trovano fondamento in quella intuizione che quattro anni fa mi
spinse ad uscire dalla mia zona di comfort e mettermi in gioco per un progetto
molto più grande di me quale è Educare alla Felicità.
Quali progetti sta studiando e preparando Lucia
Suriano?
In questo
periodo sto completando il mio nuovo lavoro editoriale, frutto dell’esperienza
vissuta in questi ultimi cinque anni come insegnante di sostegno, un lavoro
faticoso che mi ha portata a scoprire il grande potere della fragilità. Sto
continuando a studiare e a mettere insieme idee e intuizioni per portare nella
scuola del nostro Paese la centralità dello stare bene per poter attuare
percorsi educativo-didattici di alta qualità.
Pubblicato da Annamaria Gatti
foto da adiscuola
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