Si ricomincia sempre se c'è amore. Rassicuriamo i nostri bambini.
Un racconto dedicato a Mario Rigoni Stern, indimenticabile illustre scrittore dell'Altopiano, che ha narrato anche gli amati boschi. Mario è il protagonista, in suo onore.
Un racconto dedicato a Mario Rigoni Stern, indimenticabile illustre scrittore dell'Altopiano, che ha narrato anche gli amati boschi. Mario è il protagonista, in suo onore.
Gesù Bambino rinasce sempre
di Annamaria Gatti
Illustrazione di Eleonora Moretti
fonte: Città Nuova - Dicembre 2018
Sull’Altopiano di Asiago era sceso l’inverno molto prima
quest’anno. Il vento rabbioso e la pioggia battente avevano portato via il
bosco. Mario, stretto al papà, li aveva visti i suoi abeti sollevare la terra e il sottobosco con le radici, mentre il vento
li scuoteva con forza e aveva provato sgomento e paura. I suoi alberi non
volevano andarsene, non volevano lasciarlo e sospiravano frusciando disperati
al cielo.
Ma poi la bufera aveva vinto e si erano accasciati al suolo,
uno sull’altro.
Mario era un bambino amante del bosco e dei suoi animali:
dove se ne erano andati?
“Peggio che durante la guerra” aveva commentato il nonno
Toni.
E ora a Mario sembrava
non avesse più senso aspettare il Natale, la neve e la gioia bella di vedere
scintillare l’abete di casa. Non c’ era più nulla lì attorno. Per giorni non
avevano avuto né luce, né acqua. Gli aiuti erano arrivati. Papà e mamma si erano
dati da fare, con coraggio. Come tutti.
Ma degli animali amici neppure l’ombra,
solo un falco aveva solcato il cielo e le civette avevano preso a commentare la
sera. Mario però sperava di veder volare
ancora il suo ciuffolotto.
Poi, a poche settimane dal disastro, era giunta l’ora di preparare il Presepe.
“Ecco le tue statuine, Mario!”
“Nonno, quest’anno
dobbiamo farlo il Presepe? Il bosco non c’è più!” si era lamentato il nipote.
“Bambino mio, il sole è sorto anche oggi?”
“Ma certo, e allora?”
“ E allora ecco perché faremo il Presepe, per far rinascere
il bosco e la speranza, ricordati, tu vedrai rinascere il bosco e potrai
raccontarlo.”
Non aveva capito molto Mario, ma aveva compreso che nonno Toni
doveva aver ragione. Così era rinato il grande presepe di casa.
“Non c’è Gesù Bambino, nonno, non lo trovo!” aveva protestato
il nipote.
“Beh… non è ancora Natale, vedrai che lo troveremo per quella
notte.”
E la cosa era morta lì.
Ma il bambino non smetteva di cercare Gesù. Possibile non ci
fosse? Lo aveva messo via lui nella cassa di abete, avvolgendolo con cura nel panno di lana grezza.
I giorni passarono e arrivò la vigilia di Natale.
In casa erano tutti pensierosi: era un Natale difficile. Ma
nessuno aveva perso il sorriso. E se mamma e papà sorridevano, vuol dire che
tutto si sarebbe aggiustato.
Ma Gesù dove era? La statuina era necessaria per completare
il Presepe, tutti guardavano Mario, che puntò gli occhi neri negli occhi
azzurrissimi del vecchio: aiutami nonno!
Toni aveva sorriso, mostrandogli qualcosa e Mario era
scoppiato a piangere e si era gettato fra le sue braccia, mentre gli
porgeva Gesù, neonato e paffutello,
intagliato nel legno, che aveva raccolto dopo la bufera. Era una statuina
tenera e ben fatta!
“Nonno, lo hai
intagliato tu questo Bambino! Grazie, è proprio Gesù come l’ho disegnato io.”
Ora il Presepe era completo, il Natale era arrivato.
Si
poteva continuare a sperare.
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