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giovedì 6 dicembre 2018

Favola di Natale abbastanza vera nel bosco distrutto.




Si ricomincia sempre se c'è amore. Rassicuriamo i nostri bambini.
Un racconto dedicato a Mario Rigoni Stern, indimenticabile  illustre scrittore dell'Altopiano, che ha narrato anche gli amati boschi.  Mario è il protagonista, in suo onore.


Gesù Bambino rinasce sempre

di Annamaria Gatti
Illustrazione di Eleonora Moretti

fonte: Città Nuova - Dicembre 2018

Sull’Altopiano di Asiago era sceso l’inverno molto prima quest’anno. Il vento rabbioso e la pioggia battente avevano portato via il bosco. Mario,  stretto al papà,   li aveva visti  i suoi abeti sollevare la terra e  il sottobosco con le radici, mentre il vento li scuoteva con forza e aveva provato sgomento e paura. I suoi alberi non volevano andarsene, non volevano lasciarlo e sospiravano frusciando disperati al cielo.
Ma poi la bufera aveva vinto e si erano accasciati al suolo, uno sull’altro.

Mario era un bambino amante del bosco e dei suoi animali: dove se ne erano andati? 
“Peggio che durante la guerra” aveva commentato il nonno Toni.

E ora  a Mario sembrava non avesse più senso aspettare il Natale, la neve e la gioia bella di vedere scintillare l’abete di casa. Non c’ era più nulla lì attorno. Per giorni non avevano avuto né luce, né acqua. Gli aiuti erano arrivati. Papà e mamma si erano dati da fare, con coraggio. Come tutti. 
Ma degli animali amici neppure l’ombra, solo un falco aveva solcato il cielo e le civette avevano preso a commentare la sera. Mario però sperava di veder  volare ancora  il suo ciuffolotto.

Poi, a poche settimane dal disastro,  era giunta l’ora di preparare il Presepe.
“Ecco le tue statuine, Mario!”
“Nonno,  quest’anno dobbiamo farlo il Presepe? Il bosco non c’è più!” si era lamentato il nipote.
“Bambino mio, il sole è sorto anche oggi?”
“Ma certo, e allora?”
“ E allora ecco perché faremo il Presepe, per far rinascere il bosco e la speranza, ricordati, tu vedrai rinascere il bosco e potrai raccontarlo.”

Non aveva capito molto Mario, ma aveva compreso che nonno Toni doveva aver ragione. Così era rinato il grande presepe di casa.
“Non c’è Gesù Bambino, nonno, non lo trovo!” aveva protestato il nipote.
“Beh… non è ancora Natale, vedrai che lo troveremo per quella notte.”
E la cosa era morta lì.
Ma il bambino non smetteva di cercare Gesù. Possibile non ci fosse? Lo aveva messo via lui nella cassa di abete, avvolgendolo con  cura nel panno di lana grezza.

I giorni passarono e arrivò la vigilia di Natale.
In casa erano tutti pensierosi: era un Natale difficile. Ma nessuno aveva perso il sorriso. E se mamma e papà sorridevano, vuol dire che tutto si sarebbe aggiustato.
Ma Gesù dove era? La statuina era necessaria per completare il Presepe, tutti guardavano Mario, che puntò gli occhi neri negli occhi azzurrissimi del vecchio: aiutami nonno!

Toni aveva sorriso, mostrandogli qualcosa e Mario era scoppiato a piangere e si era gettato fra le sue braccia, mentre gli porgeva  Gesù, neonato e paffutello, intagliato nel legno, che aveva raccolto dopo la bufera. Era una statuina tenera e ben fatta!
“Nonno,  lo hai intagliato tu questo Bambino! Grazie, è proprio Gesù come l’ho disegnato io.”
Ora il Presepe era completo, il Natale era arrivato. 

Si poteva continuare a sperare.

pubblicato da Annamaria Gatti

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