Questi i sentimenti che accompagnano l'ennesimo fattaccio, in una Milano emancipata e culturalmente in apparenza evoluta... come può accadere che degli educatori esercitino violenza sui bambini a loro affidati, spesso per troppe ore?
O forse i genitori di questi bambini sono stati più attenti?
E per quanto tempo i bambini avranno dovuto sopportare?
E quali segnali avranno dato ai loro genitori? E quali conseguenze psicologiche si porteranno appresso ora?
E di quanto amore e attenzione avranno bisogno ora questi bambini e tutti gli altri che a macchia di leopardo, in un'Italia che non brilla per risposte di attenzione e di cura per l'infanzia, sono stati colpiti da questo inferno educativo, che di educativo non ha proprio nulla?
Ascolto, attenzione, dialogo, è necessario trascorrere tempo con loro, giocare con loro, seguire i loro interessi, non sottovalutare le sofferenze, imparare a leggere i loro segnali, dialogare con le figure educative, scegliere con oculatezza il servizio...
Chiediamo asili nido controllati e controllabili.
Chiediamo politiche famigliari sensibili e attente.
Chiediamo selezioni severe per i servizi pubblici e privati all'infanzia.
Chiediamo investimenti nella formazione.
Ma soprattutto:
chiediamo valorizzazione del ruolo genitoriale nelle politiche aziendali.
Chiediamo asili nido e dell'infanzia nelle aziende e nelle strutture lavorative dei genitori, secondo gli illuminati esempi, presenti anche in Italia.
Chiediamo politiche che favoriscano il part time dei genitori di minori.
Chiediamo interventi per l'assistenza famigliare.
Ne va della società futura e non sono concesse miopie colpevoli.
pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
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