La bambina, il cuore e la casa
di Maria Teresa Andruetto
Traduzione di Ilide Carmignani
Mondadori
recensione di Annamaria Gatti
fonte: Città Nuov, Roma, agosto 2014
MariaTeresa
Andruetto è scrittrice apprezzata, sa narrare con maestria anche ai ragazzi e
lo fa con l’abilità di chi lo fa bene anche per gli adulti.
Perciò questa
autrice argentina, con antenati piemontesi, ha ricevuto premi importanti, fra
cui l’edizione del Premio Andersen 2012. Ad oggi è finalista per l’edizione del
2014.
Entra nel mondo
bambino con la naturalezza e la reverenza
di chi ha sperimentata esperienza umana del mondo infantile e di quello femminile.
La storia incede
solenne, senza stravolgimenti innaturali: l’Andruetto solca il mondo della diversità, della separazione e degli
affetti familiari, dimostrando con discrezione come questi ultimi siano indispensabili,
un anelito bruciante.
E’ la
rivendicazione misurata di Tina, bambina che percorre la storia della sua
famiglia così divisa e pur così unita.
Pedro, il fratellino
down, vive con la madre.
La bambina che adora quella mamma lontana, vive con il
padre, in un’altra città. Ritrovarsi la domenica non soddisfa il bisogno di
famiglia dei due bambini e sarà Tina, affezionatasi a Pedro, a sciorinare le
tante domande che affollano le menti bambine quando il cuore cerca la casa vera
della propria esistenza.
Riuscirà Tina a
riannodare i fili degli abbandoni e dei rifuti?
“…Un giorno
crescerà. Raccoglierà un ago da terra e con molto occhio infilerà nella cruna…
tutti i fili della sua vita, la storia di sua madre e di sua nonna, e forse la
storia della nonna di sua madre. Ne farà un gomitolo con dentro anche l’ultima
donna che abbia abbandonato o è stata
abbandonata.”
Un libro che fa bene
a tutti.
Un libro su cui fermarsi a riflettere con i ragazzi che lo leggeranno.
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