Due ore di autostrada per trovarmi ad un convegno.
Prendo un cappuccino in un grande e affollato bar-pasticceria del luogo.
E' l'ora della colazione con gli amici, della capatina per comprare le paste del pranzo domenicale.
Molti i tavolini e vario il genere di avventori.
Un giovane padre si alza con i suoi due figli, di circa 7-9 anni, stanno per uscire dal locale, quando il più piccolo chiede: "Papà, ci compri un "gratta e vinci" ciascuno?"
Guardo attonita il terzetto...
Mi chiedo cosa spinge un bambino a chiedere questo tipo di ..."dono" al suo papà, anzichè le richieste più comuni e di buon senso per un'infanzia in questo decennio liquido... Non dico le richieste più sane, come "vieni con me a fare una partita, mi porti al parco giochi, invitiamo il mio amico a giocare..." Ma almeno...
Quando mi alzo mi accorgo che il bar, oltre la banco delle scommesse e dei giochi... ha anche una intera stanza con video giochi e di più...
Mentre esco individuo la proprietaria del locale e le parlo della mia sorpresa, delle iniziative riguardo il pericolo del gioco d'azzardo e le possibilità di interessare un circuito dfferente.
La giovane sindaco che incontro dopo il convegno e a cui espongo la mia dolorosa esperienza (purtroppo neppure non troppo isolata) al bar del centro, mi informa che l'amministrazione sta cercando di promuovere l'acquisizione di strumenti decisivi per combattere questa che individua come una piaga del territorio: è sconfortata.
Seguo con interesse gli aggiornamenti di Carlo Cefaloni di Città Nuova riguardo il movimento Slot Mob, e so che in campo ci sono forze belle quanto sono feroci le manovre pro gioco d'azzardo.
Ma intanto perseveriamo nella battaglia nelle famiglie e nelle scuole: l'informazione, l'esempio soprattutto, e l'educazione sono sempre validi strumenti quotidiani adeguati a prevenire l'abisso.
pubblicato da annamaria
foto da FB Slot Mob Vicenza
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