Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

martedì 12 agosto 2025

Custodire l'infanzia: un appello "alto", un libro, un'intervista.



                                                 

"Le mille e una infanzia è un libro che nasce dall’ascolto profondo di un adulto verso i bambini, con lo spessore, la limpidezza e la capacità di raccontarsi che hanno."

https://www.cittanuova.it/costruire-la-cultura-dellinfanzia/

Leggere l'intervista di Tamara Pastorelli a Riccardo Bosi, medico e scrittore, è farsi prendere per mano anima e intelligenza per immergersi nel mondo bambino. In un momento terribile come questo, dove piangiamo tantissimi bambini, lontani e vicini a noi, vittime della incomprensibile  malvagità dell'uomo, aiutiamoci a mantenere vive le buone strade. 

Una intervista da non perdere, per sentire che la speranza non muore mai e che nel mìnostro piccolo possiamo fare anche molto. C'è in gioco l'umanità. Nostra e di tutti. 

."..Un’altra idea è quella della ghianda, una intuizione del grande psicoanalista junghiano James Hillman. Ognuno di noi nasce con una propria ghianda – chiamatela vocazione, disegno, carattere – che ogni adulto o genitore dovrebbe custodire e rispettare perché possa diventare un giorno un grande albero, unico e irripetibile. La parola “custodia” è bellissima: che cosa vuol dire? Che è importante proteggerlo ma con tutto il rispetto per l’identità di quel bambino. Porsi alla giusta distanza, lasciandolo libero di sbagliare, provare, ricominciare."

martedì 5 agosto 2025

Tracce di scuola. L'agenda dell'insegnante

 


Ecco una foto molto seriosa.

Cosa sarà? ma è un libro? e di che genere?

Il sottotitolo: un'agenda...

E poi perchè sta in questo blog?

E' una delle ultime pubblicazioni di un' editrice molto conosciuta e che apprezzo perchè crede in quello che pubblica, cerca valori e alternative, novità e coerenza, e dà spazio.

In particolare sono loro grata per aver ospitato alcuni miei lavori con grande apertura,  professionalità e dedizione: sull'affido con "Mirta si fida La famiglia Bottoni: una famiglia che accoglie" con Elisabetta Basili, sulla professionalità dell'insegnare con "Io amo la scuola" con Annamaria Giarolo, sulle emozioni e la conoscenza di sè con la storia ormai nota di  "Uffabaruffa come sei buffa" riscritto e rivisto con i tratti incantevoli di Laura Cortini.

Torniamo all'agenda dell'insegnante.

Non è un libro.

Ma non è neppure solo un'agenda.

Diventa un tuo strumento su cui registrare, appuntare, ricordare...

e farlo con penna o matita...(meglio se colorate).

Ma...

E' ancora qualcosa di più, un po' bussola, un po' quaderno di appunti,  è il desiderio di rassicurare su quanto sia ricca di motivi forti questa professione. E lo fa mettendosi nei panni degli insegnanti,  arricchendo le pagine di una ...agenda, di citazioni raccolte da libri a cui rimanda e  che possono servire a tenere lo sguardo sul faro della motivazione per cui sei lì a scuola, oggi o ci andrai domani... e dopodomani ancora... con quei problemi, quei successi, quei colleghi e quelle famiglie...

Ebbene in quelle pagine ci ritroviamo insieme perchè sono stati ripresi alcuni rimandi dal libro "Io amo la scuola", come il seguente: "Per maturare come insegnanti non basta essere convinti di lavorare bene se non si riflette costantemente su ciò che si è fatto. Si tratta di portare alla luce i vissuti, anche emozionali e di identificarli come parte importante dell'esperienza. Si tratta anche di mantenere vivo il desiderio di cambiare e rinnovare la propria biblioteca professionale..."

Ma non solo, nell'agenda "Tracce di scuola" trovi anche tanti laboratori, approfondimenti e spazi di riflessione per sperimentare nuove strategie e innovare l'attività didattica.

Una agenda che non farà sentire soli, in qualche momento grigio della vita scolastica di un insegnante,  e  che potrebbe diventare un trampolino di lancio per cose nuove da proporre e realizzare,  forse anche un dono.

Ecco il sito dell'editrice  la meridiana dove trovare "Tracce di scuola. L'agenda dell'insegnante"       https://bit.ly/Tracce_agenda2526





martedì 29 luglio 2025

Dalla Summer School interuniversitaria un sogno e una speranza




La sede della Summer School a Ossana


In un video i momenti salienti di un evento che ha coinvolto oltre 50 studenti universitari, attori con docenti e tutor, di una proposta innovativa nel suo genere con "l’obiettivo di rimettere al centro la vocazione educativa come missione personale e professionale, non solo come veicolo di conoscenze". Sono stati guidati in un percorso avvincente che ha integrato lezioni frontali, laboratori creativi, focus group, escursioni e momenti di rielaborazione personale e forti testimonianze. Al centro, la ricerca di un nuovo modello educativo fondato su relazioni autentiche, responsabilità sociale e valori profondamente umani. La metodologia scelta per la Summer School è stata infatti quella del laboratorio che valorizza l’ascolto attivo, il confronto, la condivisione di vissuti ed esperienze.

La Summer School interuniversitaria “Oggi per essere futuro” è stata promossa da Istituto Universitario Sophia (fondato da Chiara Lubich) in collaborazione con Istituto Salesiano di Venezia (Iusve), Cattedra Unesco dell’Università Cattolica di Milano, Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento, Centro Studi Care dell’Università Cattolica di Piacenza, NGO New Humanity in General Consultative Status Onu. C.L.

Nel video prodotto da Telepace una bella sintesi dell'evento.

https://youtu.be/5voZwkRBCu0?si=1TblTCveDdQk-U3Z 

pubblicato da Annamaria Gatti

foto di A.G. e X

domenica 27 luglio 2025

E anche gli insegnanti vanno alla Summer School

                           

Eh sì, c'è chi, fra i docenti, alla chiusura degli impegni scolastici va a scuola in Val di Sole, dal Piemonte alle Marche,  dal Friuli alla Sicilia. Perchè? 

Molte le motivazioni che hanno scandito questo primo appuntamento di una rete, divenuta associazione di recente, e già riferimento di realtà che lavorano nell'ambito della ricerca e della divulgazione didattica e pedagogica.

Ho condiviso alcuni momenti con un gruppo coeso, che ha organizzato negli ultimi anni già altri momenti di formazione. Ne ho assaporato la genuina passione, frutto di cammini tenaci, alla ricerca del meglio per la propria professionalità e, ovviamente, per i propri studenti. Ho ritrovato in ciascuno uno sguardo consapevole rivolto al futuro, al sogno di cui si nutrono per poter fare la differenza, nella ricerca di ciò che serve davvero per costruire attraverso l'educazione un mondo migliore, nonostante tutto.

Ecco il  comunicato conclusivo della giornalista Candela Copparoni che ha curato anche i comunicati della Summer School inter-universitaria,  che si è tenuta parallelamente e con cui sono stati condivisi alcuni eventi nel corso della settimana.

"Nell'educazione un tesoro. L'autorevole impegno in Val di Sole della Rete Insegnanti Italia

Più di trenta insegnanti, provenienti da tutta Italia, si sono dati appuntamento in Trentino, Val di Sole (Pellizzano), per realizzare un sogno: una summer school, proprio nei luoghi in cui una straordinaria maestra, Chiara Lubich, nel 1938 ha iniziato a insegnare.

Una settimana di studio in cui far convergere la propria passione educativa sulle vie pedagogiche tracciate da questa educatrice. Una didattica competente e lungimirante in quegli anni difficili alle porte della guerra: attenzione data ad ognuno dei suo alunni, senza lasciare indietro nessuno, testimonianza di vita autentica, richiamo quotidiano al pensare e all'agire per un mondo unito e fraterno.

 

Sulla scia della maestra Chiara Lubich la summer school in Val di Sole ha giorno dopo giorno scandito l'impegno a vivere la relazione educativa come tratto essenziale, ragione portante l'azione educativa stessa, il camminare insieme – insegnanti e studenti –, a tessere una rete efficace d'impegno, talvolta faticosa, per un mondo più unito e fraterno.

“Senza investire oggi nell'educazione non possiamo sperare nel futuro”, “perché l'educazione è la più grande emergenza oggi per la quale occorre investire con più competenza e coraggio” – hanno sottolineato Michele De Beni e Giuseppe Milan dell’Istituto Universitario Sophia. In questo grande impegno “possiamo essere protagonisti del cambiamento illuminando l'animo umano”, ha sottolineato l’insegnante Giovanni Morello, collaboratore della rivista La tecnica della scuola.

Insieme è possibile contribuire a cambiare e migliorare il mondo con la stessa luce negli occhi di Chiara Lubich, maestra coraggiosa tra le montagne della Val di Sole."

Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

domenica 6 luglio 2025

Alexander Langer: nessun domani si costruisce con le bombe. E camminate insieme, più lentamente, profondamente, dolcemente... Quanto questo approccio serve anche ad educare alla pace

 

Alexander Langer, ambientalista ed eurodeputato ha lavorato a fianco di Sassoli. 
Ricordiamo entrambi con ammirazione e gratitudine. (foto BarBalcani)

A trent'anni dalla morte, parole così attuali! Questi pensieri sulla pace e sulla lentezza, l'attesa, la dolcezza e la cura delle relazioni ci fanno bene e ci inquietano. E non esiste pensiero di "sinistra o destra", esiste il pensiero di persone che hanno a cuore l'umanità. Langer resta uno che parla alla mente e al cuore degli uomini, che stanno perdendo la loro umanità, perchè stiamo saldi nella consapevolezza. Non stanchiamoci di fare e di mostrare il bene, che spesso è silenziato. E' una battaglia non violenta.

 "È TEMPO DI ESSERE PICCOLI. NON ABBIATE FRETTA. VI INVITO A SOSTARE, A COLTIVARE IL DUBBIO, A PRATICARE L’ASCOLTO, A CUSTODIRE IL FRAGILE"

di Alexander Langer

“Non abbiate fretta. Non credete che solo correndo si possa arrivare. In questo tempo che ci spinge al rumore, alla velocità, alla conquista, io vi invito a sostare. A coltivare il dubbio, a praticare l’ascolto, a custodire il fragile.

È tempo di essere piccoli, non per rinunciare, ma per scegliere. Piccoli per non dominare, ma per appartenere. Non cercate la forza che impone, ma quella che sostiene. La dolcezza non è resa, ma resistenza. La lentezza non è pigrizia, ma profondità. E la profondità, oggi più che mai, è rivoluzionaria.

Cercate l’indefinito, là dove le cose non sono subito chiare, nette, pronte a essere consumate. È lì che abita la possibilità di un mondo condiviso, dove nessuno ha l’ultima parola e tutti possono dire qualcosa. Vi chiedo questo: abbiate il coraggio dell’autolimitazione, della sobrietà, della gratuità. Non come sacrificio, ma come atto di liberazione. Come un fiore che sboccia senza chiedere nulla in cambio. 

E scegliete, sempre, la pace. Non come assenza di guerra, ma come tessitura quotidiana di legami. Non come tregua, ma come scelta di vita.

La nonviolenza non è debolezza, è la più alta forma di forza. È dire no senza distruggere. È resistere senza odiare. È costruire ponti dove altri alzano muri. Rifiutate il riarmo, le spese folli in armi, le retoriche del nemico. Non lasciate che la paura vi spinga ad armare il futuro. Nessuna vera sicurezza nasce dall’intimidazione.

Nessun domani si costruisce con le bombe.

E se vi chiedono da che parte state, non abbiate paura di dire: dalla parte della vita che cresce lenta, fragile, profonda. Dalla parte dell’umano. Dalla parte della pace. Ecco, questa è la mia sinistra. E forse, può essere ancora la nostra.

Non abbiate paura della lentezza, né della solitudine che a volte accompagna chi cerca sentieri nuovi. Non tutto si concluderà oggi, né domani. Ma ogni gesto, ogni parola nonviolenta, ogni scelta sobria e giusta, è un seme.

E i semi, anche se non li vediamo subito germogliare, fanno il loro lavoro. Abbiate cura. Degli altri, della terra, del tempo. Abbiate cura di ciò che cresce piano. E camminate. Non da soli, ma insieme. Più lentamente, più profondamente, più dolcemente”.

Da facebook 

Pubblicato da Annamaria Gatti

domenica 29 giugno 2025

FAVOLA, ULTIMO EPISODIO: E ALLA FINE ENEA DIVENTA CAVALIERE, MA COME?

La saga si conclude qui, ed Enea e i suoi compagni di viaggio diventano cavalieri... Mai pensavo di poter pubblicare questa favola con la nostalgia per valori che oggi sembrano schiacciati da prepotenze e bullismo ..."politico". Proprio per questo riaffermiamo con tutti i mezzi la nostra speranza.

MA CHI E' QUESTO BRUTTO CEFFO? 
E COSA FA ENEA LI' DIETRO CON GLI ALTRI APPRENDISTI CAVALIERI?
(E qui si vede carissimi ragazzi, come Enea finalmente diventerà cavaliere!  
I misteri si sono svelati, quasi tutti... QUASI!)


di Annamaria Gatti                                    
Illustrazione di Eleonora Moretti
fonte: Città Nuova

(Versione completa dell'ultimo episodio. Adattamento nella versione sul periodico)


I giorni scorrevano fra allenamenti, sfide e incarichi,  a volte molto particolari, in attesa della designazione a cavalieri del re.  

I quattro avevano davvero imparato a stare insieme e a collaborare: chi poteva dire se qualcuno di loro  eccelleva in tutto? 

Chi era molto abile nelle armi, come Marillo, era diventato molto saggio. 

Chi aveva grandi progetti e abile a cavalcare, come Giangiacomo, era diventato generoso. 

Chi era sapiente e agile nei tornei,  come Norberto, era diventato anche  socievole e collaborativo. 

Enea era molto apprezzato da tutti come buon amico, sincero e uomo di grande coraggio, affidabile e giusto, capace di redimere le liti fra di loro e di trovare la soluzione giusta.

 “Quanto tempo dovremo ancora attendere prima di esser nominati cavalieri?” chiese Marillo ai suoi tre compagni.

“Presto il Gran Maestro ci dirà chi ha superato le prove” lo rassicurò Norberto.

Giangiacomo precisò: “Enea certamente è stato il più capace… Noi tre abbiamo fatto parecchi errori!”

“Abbiamo affrontato prove stravaganti, che ci hanno fatto molto pensare, abbiamo imparato insieme a distinguere il bene dal male” aveva aggiunto Enea.

 Poi un giorno il Gran Maestro li convocò nella sala del trono e proclamò: “E’ giunto il momento di dirvi chi verrà nominato  cavaliere di Re Riccardo!”

All’improvviso però tutto si oscurò, le torce  si spensero, aggredite da una folata gelida, che imperversò per alcuni momenti, che parvero interminabili a tutti i presenti.

“E ti pareva che le cose potessero andare lisce almeno una volta…” borbottò Giangiacomo.

Certo che no, mio sprovveduto cavaliere!” urlò un vocione da togliere il fiato. Poi aggiunse:  “Le cose non vanno mai lisce se re Riccardo si arricchisce di cavalieri in gamba, fedeli, sinceri e puahhh! onesti.”

“Ecco mancavi tu, brutto ceffo!” commentò allarmato il Gran Maestro.

Il brutto ceffo pareva uno sgorbio di nano:  gobbo, con un naso enorme e con una voce gracchiante e profonda, sproporzionata alle sue dimensioni. Suscitava una certa inquietudine vederlo in mezzo a quel buio,  illuminato dalla sua spadina incandescente, perché non si poteva prevedere cosa avrebbe potuto combinare.

“Riaccendi le torce” ordinò il Maestro. Ma il ceffo continuò a roteare per la sala reale  distruggendo quel che trovava nel suo vagare. Poi puntò lo sguardo feroce su Norberto e Marillo. E sghignazzò  minaccioso. Stava per aggredirli.

“ Come ti chiami?” chiese Enea, con l’intento di distrarlo.

“Il mio nome è Sconosciuto, ma a voi non interessa” bonfonchiò. “Interessa solo che io non  vi permetterò di diventare cavalieri. Non supererete l’ultima decisiva prova! AH AH AH”.

“E sarebbe?” chiese deciso Norberto.

“Trovare il modo per farmi  tornare quel che ero: un cavaliere di valore! Per un accidente mi sono cacciato in un maleficio che mi ha tolto tutto:  l’onore e i talenti. E anche il mio vero nome. Ma non troverete la forza di combattermi e neppure una pozione magica.”

Mentre il ceffo ridacchiava saltellando qua e là, i quattro giovani si accordarono sul da farsi. Non servirono molte parole, avevano capito: era uno che aveva scelto male e stava pagando il suo errore.

“Hai fatto un grande errore, Sconosciuto” considerò Norberto.

“Beh sì, lo so. E cosa volete dire con questo?” gracchiò il nano.

“Diciamo che TI PERDONIAMO” scandirono insieme i giovani, alzando le loro quattro spade unite al cielo. Il Gran Maestro con un sospiro si fece attento: stava accadendo quel che era giusto! Presto avrebbe lasciato i suoi apprendisti. E questo gli dispiaceva un po’.

Le torce si riaccesero, il nano stramazzò a terra, come accade sempre quando un personaggio si trasforma: al suo posto si svegliava ora un cavaliere, in abiti preziosi, la spadina era diventata spada degna di un re. Nulla faceva ricordare il brutto ceffo di pochi istanti prima. Lo sguardo era limpido, il viso sorridente e il portamento deciso e gentile.

“Grazie cavalieri, mi avete liberato dal maleficio, ora sono tornato quel che ero” ammise stanco ma sollevato il giovane. “Nessuno aveva pensato a perdonarmi e nessuno aveva pensato che solo così avrei riacquistato tutto, anche  il mio nome. Siete stati geniali.”

Squilli di trombe invasero la sala del trono e il Gran Maestro annunciò l’arrivo del re che, entrato, si guardò attorno e capì cosa era accaduto. Il cavaliere gli corse incontro e si inginocchiò, in segno di rispetto.

“Sono molto lieto di rivederti cavalier  Carlo di Montelungo. Finalmente potrai tornare al tuo compito di difesa dei deboli, ma lo farai ora in compagnia di questi nuovi quattro cavalieri,  che meritano la nostra fiducia. Hanno faticato e imparato molto, ma sanno che  non si finisce mai di apprendere.

Si voltò verso il Gran Maestro con un cenno di gratitudine e lo invitò vicino ai suoi giovani: aveva fatto un buon lavoro, come sempre!

Stese lo scettro su di loro e li investì del titolo di CAVALIERI DEL REGNO:

“Enea di Roccabruna, Norberto di Normandia, Marillo della Marca, Giangiacomo di Val di Sole,  vi nomino miei cavalieri, con il compito di mettere in pratica tutto ciò che avete imparato,  da ultimo che conviene scegliere sempre il bene e saper perdonare.”

E così si conclude questa storia del giovane Enea, diventato cavaliere. La sua vita sarà molto intensa e lunga, sarà un cavaliere molto amato soprattutto da tanti giovani che da lui impareranno molto.

“Ehi tu dove vai?” chiedevano ai giovani allievi.

“Vado a diventare cavaliere alla guida di Enea il Saggio”

“Ah beh… allora avanti e buona fortuna!”

 Eh sì perché re Riccardo proprio ad Enea affiderà i suoi cavalieri per tanti tanti anni.


giovedì 26 giugno 2025

Favola quarto episodio in onore alle Mammenopfas e all'epocale sentenza che condanna l'inquinamento da PFAS "Quando i draghi sorridono perdono tutta la loro forza"...

 Quarto appuntamento con le avventure di Enea apprendista cavaliere




Favola dedicata alle mamme nopfas  del Veneto

che lottano da anni  per avere acqua non avvelenata per i loro figli

e che oggi, 26 giugno 2025, hanno esultato 

per la condanna giusta dei responsabili. 

Grazie Mammenopfas e tutti i cittadini attivi in questa lotta non 

violenta, ma per questo molto determinata e autorevole.


IL CAVALIERE ENEA SCONFIGGE  

IL DRAGO PIFASSS


testo di Annamaria Gatti

Illustrazione di Eleonora Moretti

fonte: Città Nuova, Roma

                        BARABABOOM!

Il boato ruppe il silenzio. Gli apprendisti cavalieri balzarono giù dalle brande e si precipitarono in sala grande. “Armatevi e partite!” urlò il Gran Maestro, “la prova che volevate è arrivata: un drago sta distruggendo tutto!”

Marillo, figlio del conte Della Marca esplose in un: “Finalmente, un vero drago da uccidere!”

Norberto, nipote di re Giulio di Fiandra aggiunse: “Sono pronto!”

Giangiacomo di Borgo Val Del Sole proclamò: “A noi due drago, ti annienterò!”

Enea, con la fidata spada ai fianchi, propose con decisione: “Andiamo, insieme lo combatteremo con forza e furbizia! Tutti per uno, uno per tutti, dicevano…”

“Non insieme” risposero, “dobbiamo superare la prova e  quindi ciascuno per sé.”

Enea scosse la testa incredulo. “I miei compagni non pensano molto. La vedremo!”

Il drago era un esemplare goffo e maldestro, con tutti gli optional: codone uncinato, testa a pera, narici sporgenti, pancione tartarugato. Era verde e rosso e stava distruggendo il bosco: sollevava con le sue zampacce gli alberi secolari. Dalle casupole gli abitanti scappavano terrorizzati.

Marillo si parò davanti al drago, che gli chiese:

“Cosa vuoi tu, formichina?”  lasciandolo a lancia sospesa per lo stupore.

“Tu…tu…” balbettò “Tu parli.”

“Certo, sono il drago PIFASSS e mi hanno dato l’incarico di rendere invivibile questo regno…AH AH AH!

Marillo  gli  lanciò la mazza chiodata sul cuore, ma fece solo il solletico al drago, che la sbriciolò e gli gridò un BUUUUUUUUUU spaventoso, mettendolo in fuga.

Stessa fine per Norberto e Giangiacomo che si trovarono senza le loro  balestre infallibili  con cui avevano cercato di fermare il drago. Prima PIFASSS dall’argine aveva scaricato tonnellate di sporcizia inquinando il corso d’acqua,  che cominciò a restituire carpe e trote morte. Poi dal monte alto aveva sparso un gas micidiale, che accecava gli animali in fuga: una vera catastrofe.

Allora Enea si nascose fra i massi e gridò con voce cavernosa contraffatta: 

Sono tutti capaci di distruggere. Non sei capace di ricostruire però. Ah, non vali molto come drago, orgoglioso PIFASSS!”

Tutto si fermò, pure il drago, che cercò chi mai avesse osato mettere in dubbio i suoi talenti. “Vieni fuori verme” borbottò seccato e minaccioso.

“No che non vengo, mi faresti fuori subito. Sei capace solo di questo tu.”

“NON E’ VERO!” tuonò PIFASSS più rosso del solito per la rabbia  “e te lo dimostrerò. Vedi questo fiume? Tornerà come prima…”

E con un soffio micidiale vomitò una colonna di fuoco che ridusse tutto in polvere. Come per incanto pian piano dalla sorgente riprese a zampillare acqua fresca e limpida. E il fiume riprese a vivere.

PIFASSS sorrise. Ma quando i draghi sorridono perdono tutta la loro forza e la loro cattiveria.

Enea sbucò dal nascondiglio fra le rocce e, brandendo la sua bellissima e pericolosa  spada, si avvicinò al drago, che piangeva. Ma erano lacrime di liberazione e sussurrava: “Non conviene proprio fare i cattivoni!”

E anche questa volta l’aspirante Enea vinse la gara per diventare cavaliere.



 pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it