Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

sabato 27 settembre 2025

Piccoli pacifisti crescono e costruiscono la flottiglia per la pace


                                 

E oggi l'intenzione di parlare di pace si rafforza all'evidenza dei fatti di cronaca. E la scuola assume un ruolo fondamentale, come quello delle famiglie in cui crescono e respirano cosa significhi essere umani e rispettare le vita degli altri. Di tutti gli altri.

Si raccolgono e diffondono esperienze di educazione alla pace in molti istituti scolastici, proposte che trovano terreno fertile e comprensione. Sappiamo quanto giochi la capacità empatica nei bambini e la facilità di avviare percorsi virtuosi.

Oggi proponiamo un'altra semplice esperienza che ha trovato però un' accoglienza notevole in molte classi e la richiesta, come nell'informazione qui riportata, anche da altri Paesi, che  non si ferma alla difesa della pace solo nella desolata Palestina, i cui colori sono riproposti nelle barchette da costruire, ma un invito alla pace globale accanto a noi e ovunque nel mondo, dove purtroppo tanti sono gli scenari di guerra.

Ecco la breve presentazione di chi ha  sperimentato una "flottiglia della pace" nella propria classe (scuola primaria), un momento "alto" e impegnato,  in cui riconoscere consapevolemente attraverso la ricerca, il dialogo, la conoscenza, gli scogli per curare e custodire la pace, il faro, i punti di riferimento a cui fare guardare per non perdersi e la meta a cui arrivare tassativamente... insieme.

"Ciao a tutti  una mia amica Eleonora Masneri e Andrea Mutti, grafici, hanno fatto alcuni schemi di barchette e nel giro di pochi giorni hanno avuto richieste del link da varie parti del mondo per laboratori con i bambini . Quindi una flottiglia per bambini internazionale… e questo è bellissimo. Mi ha chiesto di passarle anche a voi e io lo faccio volentieri...

I modelli sono da stampare su fogli di carta A4, ritagliare e piegare stile origami. Noi, in una classe quinta primaria,  prendendo spunto da un’attività già avviata, abbiamo preparato un cartellone per l’accoglienza.

È un’attività semplice: i bambini costruiscono e decorano una barchetta che li rappresenta e scrivono uno slogan sulla propria bandiera. Scrivono poi quali possono essere

gli ostacoli ( scogli),

i punti di riferimento ( faro)

e i traguardi ( isola)

che possono incontrare durante il loro viaggio.

Io e la mia collega abbia fatto le due imbarcazioni della Global Sumud flottiglia che sono state colpite.

Abbiamo parlato della missione umanitaria del viaggio e dei diritti umani che sono il faro. Oggi abbiamo iniziato ma “work in progress”  e  speriamo di arricchire di contenuti nei prossimi giorni …"

Grazie all'insegnante Cinzia per il contributo.


Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it


martedì 23 settembre 2025

Piccoli pacifisti crescono



Riprendiamo un articolo, di quelli che potrrebbero sembrare piccoli di fronte al grande mare del male che opprime i nostri giorni. Eppure è proprio per questa tenace forza della testimonianza che possiamo donare a tutti, e ai bambini in particolare,  ciò che di più importante abbiamo: la continua lotta per la pace, per il rispetto di ogni uomo. E per questo occorrono tantissime gocce di impegno, di coerenza. Lo hanno fatto in Trentino, per esempio, come in altre scuole italiane in questo inizio burrascoso e per nulla sereno. 

Abbiamo chiesto di dare visibiltà a questa esperienza e pubblichiamo l'articolo di Umberto Caldonazzi, apparso su L'Adige il 19 settembre. 

PACE, I BAMBINI CI METTONO LA FACCIA

La scuola rinnova l'impegno per un mondo migliore

 

CIVEZZANO – Andando in visita alla scuola primaria (elementare) di Civezzano, invitati a documentare e, eventualmente, dare risalto alle gioiose fatiche promosse dal centinaio di scolari nel proporre e promuovere «La pace comincia da me e noi ci mettiamo la faccia!», ricordiamo con piacere e ammirazione, come gli stessi alunni – assieme ai più grandicelli della secondaria (medie) e gli altri plessi dell’Istituto comprensivo di Civezzano, giusto qualche mese addietro – coronando la chiusura dell’anno scolastico 2023-’24, nel mese di giugno – avevano a esibire l’entusiasmo con il quale avevano organizzato la «Corsa contro la fame» che aveva prodotto la raccolta di 16.760 euro. Somma che, attraverso «Azione contro la fame» andava in beneficio a salvare la vita di 599 bambini malnutriti del Bangladesch.

Ebbene, sempre protesi a abbracciare manifestazioni solidali, questi bambini della scuola primaria «Giovan Battista Borsieri», in accordo con i loro docenti, questa volta hanno inteso inaugurare il nuovo anno scolastico con l’impegno – l’altro pomeriggio a pochi giorni dall’inizio delle lezioni – nel proporre la «Festa dell’Accoglienza e della Pace».

Aiutati dai vigili del fuoco volontari di Civezzano che hanno issato su un lato perimetrale della scuola il grande pannello «La pace comincia da me» - peraltro realizzato dal vicecomandante Lorenzo Puel – ogni ragazzina e ragazzino ha disegnato il proprio ritratto. Tutti fissati su un grande foglio di carta bianca. «La faccia» che ognuno ci mette a ribadire l’impegno quotidiano per il perseguimento della Pace e suo mantenimento. 

E, «noi ci mettiamo la faccia» hanno fatto altrettanto i docenti, a cominciare dalla dirigente Venera Munafò. Tutti coordinati dalla docente Valentina Loss. Pure gli amministratori comunali accorsi ammirati, dal sindaco Paolo Betti agli assessori Antonella Zucchelli e Paolo Zordan, fino alla presidente del consiglio comunale, Roberta Caresia. Ognuno a plaudire i bambini per la «bella iniziativa», con lo sprone nell’impegno per la pace e il rispetto per noi stessi, per i nostri simili e per l’ambiente. «Anche noi, per la pace ci mettiamo la faccia!» hanno concluso tutti in coro.


pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

illustr. di G.V.

domenica 21 settembre 2025

Favola - DONI A SAPERLI VEDERE 2: MONGOLFIERA




di Annamaria Gatti                       illustrazione di Eleonora Moretti 

Fonte: Città Nuova, Gennaio 2023


E se in questo settembre 2025 carico di drammi non raccontiamo, come seminiamo speranza

La principessa Lucia solcava il cielo sulle amiche 

nuvole, alla ricerca di compagni di gioco:

 avrebbe davvero incontrato altre  bambine e altri bambini in quel viaggio straordinario?

Immersa nel suoi pensieri  si guardava attorno ammirata. Il cielo era limpido e un vento

 buono si divertiva a spingerla di qui e di là, ma di bambini  non ne vedeva proprio!

Quando ad un tratto ecco una ventata scuote la nuvola-poltrona di Lucia e fa tremare tutto.

FSSSSSSSCCCCCCC…

“Aggrappati a me” la invita la nuvola “non avere paura, succede sempre quando passa un

 aereo o… OPS! UNA MONGOLFIERA!???”

La nuvola è in subbuglio, è la prima volta che le capita un incontro così speciale. “Uahu,

 che bella!” esclama.

Un grandissimo pallone variopinto sta salendo su…su, nel cielo, ed ora si ferma  proprio

 accanto a Lucia, che guarda giù e, dentro al cesto, sotto la grande palla gonfia di aria, vede

 un bambino.

“Ciao, io sono Carlo e questo è il mio pallone aerostatico.”

“Io sono Lucia e tu voli con il tuo strano… aerocosa?”

“Si dice aerostatico…” precisa la mongolfiera.

“Sarà strano il mio pallone, ma più bizzarro è vedere che voli su una nuvola!” sorride Carlo,

 poi aggiunge “scusami,  devo far funzionare il bruciatore, perché entrino aria calda e gas

 nella mia mongolfiera e farmi così trasportare dal vento.”

“Il vento ti ha portato qui, allora…”

“Sì e non capisco come, visto che avrebbe dovuto soffiare a ovest.”

Si scuote  il vento birichino e spiega: “Volevi trovare un compagno di viaggio? Ecco Carlo,

 hai trovato Lucia che cercava un amico.”

I due bambini sono increduli: nuvole e vento parlano quindi! E li hanno fatti incontrare per

 fare amicizia.

“Ma tu chi sei,  maestrale, bora o tramontana?” chiede curioso Carlo, che sapeva molte cose

 dei venti.

“Chiamami brezza, vengo dal mare.”

“Lucia,  salta nella mia navicella, porterò  te e Carlo a fare un giretto, finché la brezza ci

 accompagna” sussurra la mongolfiera.

Carlo osserva: “Lo sapevo che in due è più divertente!”

“Ciao nuvola, ci vediamo presto” promette Lucia, “chissà cosa scoprirò in questo viaggio.”

“Quante sorprese ti aspettano principessa Lucia” aggiunge la nuvola.

OHHHHHHHH! Partiamo!” 

E la mongolfiera riprende il suo viaggio sospinta dal vento. 

mercoledì 17 settembre 2025

Favola - DONI A SAPERLI VEDERE primo appuntamento: NUVOLE



Fonte Città Nuova novembre 2022

Perchè abbiamo bisogno di guardare in alto, in questo tempo difficile, per poi vivere di gentilezza i nostri giorni con i nostri bambini. Buon settembre 2025

 NUVOLE

di Annamaria Gatti                                   illustrazione di Eleonora Moretti

C’era una volta una piccola principessa che si chiamava Lucia e  viveva in un castello. Il castello era bellissimo sì, con tante torri merlate, ma lei era triste.

Perché la principessa Lucia era triste? Indovinate…

Perché era sempre sola e invece avrebbe voluto giocare con altri bambini e altre bambine. Dalla finestra della sua camera spaziosa e ricca di giocattoli poteva solo vedere il cielo azzurro e ricco di nuvole.

Anche quel giorno lo guardava intensamente, le nuvole se ne accorsero e capirono.

“Ciao principessa Lucia, come sei triste oggi!” osservò una nuvola ricciolina, un cirro che vagava in compagnia di altre sorelle.

“Vorrei giocare con qualcuno, voi potete farlo con il vento e potete vedere la terra” replicò Lucia che si sorprese e pensava:  come era successo che potesse capire il linguaggio delle nuvole?

“I bambini possono fare molte cose, per esempio possono parlare con le nuvole” spiegò un’altra nuvola che sembrava una torta alla panna, tanto era gonfia e tonda.

“Perché?” chiese Lucia, che avrebbe tanto voluto tuffarsi in quel mare candido.

“Perché hanno il cuore buono” sentì rispondere dall’alto. Guardò su e vide una nuvola scendere e avvicinarsi alla finestra: sembrava un prato disteso.

“Vieni, ti portiamo noi a vedere quanto è bella la terra da quassù. Non temere siamo leggere, ma forti, puoi camminare sul mio manto.”

“ E puoi sederti qui. Ho preparato per te una soffice poltroncina” ammise la nuvola tonda che sembrava un cumulo di cotone o di zucchero filato. Con un salto la bimba salì, prima fece una corsa e poi si tuffò in tutto quel bianco.  E guardò giù! Gli occhi le brillavano. Era così emozionante stare in braccio alle nuvole.

Ma… dov’erano gli altri bambini?

“Fidati di noi, quel che desideri accadrà” sussurrò la nuvola ricciolina.

Lucia era proprio curiosa: avrebbe davvero incontrato altre  bambine in quel viaggio straordinario?

sabato 13 settembre 2025

Un minuto di silenzio nelle scuole, per il genocidio di Gaza, ma non solo il primo giorno di scuola.

 


                                  UN MINUTO  MAGARI SETTIMANALE ...

per far esprimere un pensiero che costruisca la pace nelle nostre aule. Ma anche un'attenzione maggiore a tutte le istanze che fanno della vita una espressione di pace, un percorso che permetta agli studenti di sperimentare concretamente come si vive la pace e perchè è l'unica scelta possibile.

C'è molta ansia nei vissuti dei bambini e dei ragazzi. Parlarne e fare gesti concreti di solidarietà li aiuterebbe.

La seguente proposta ha trovato notevole accoglienza da parte di insegnanti, istituti... ma perchè relegarla al giorno di inizio della scuola? La possibilità di estendere il minuto di silenzio con una frequenza maggiore e accompagnata da iniziative che potrebbero dare frutti significativi.

Proposta per le scuole: Un minuto di silenzio (perché solo per il primo giorno di scuola?) per Gaza e la Palestina

La Scuola per la pace Torino e Piemonte, Docenti per Gaza e l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università invitano docenti e studenti a osservare un minuto di silenzio per Gaza e per la Palestina il primo giorno di scuola. I docenti possono farlo in classe, gli studenti possono farlo, anche autonomamente, in classe, nell’intervallo, nei corridoi, nei cortili, le famiglie possono chiedere di farlo a docenti e DS.

Un minuto di silenzio

Un minuto di silenzio per ricordare le migliaia di bambine/i, studenti e insegnanti che non andranno mai più a scuola, perchè colpiti* da micidiali ordigni di morte.

Un minuto di silenzio per essere vicin* alle migliaia di bambine/i, studenti e insegnanti che non possono andare a scuola, perché scuole e università sono state distrutte e loro stanno vivendo sotto continua minaccia di bombardamenti e aggressioni.

Un minuto di silenzio per riconoscere che lo scolasticidio in Palestina è strumento deliberato del genocidio di Israele che annienta sistematicamente corpi e culture.

Un minuto di silenzio per solidarizzare con coloro che resistono e che continuano a voler insegnare e studiare in condizioni inimmaginabili.

“Bombardamenti continui, fame, restrizioni all’accesso a internet, elettricità instabile e gli orrori quotidiani del genocidio non hanno spezzato la nostra volontà. Siamo ancora qui, continuiamo a insegnare e siamo ancora impegnati per il futuro dell’istruzione a Gaza”.

Lettera aperta dei rettori delle università di Gaza, 5 agosto 2025.

Chiediamo a coloro che osserveranno il minuto di silenzio di volercelo comunicare al seguente link: https://forms.gle/LeoH2xHunYxMXjUm8

Lo scolasticidio strumento del genocidio

Da ormai quasi due anni assistiamo impotenti allo sterminio sistematico che si sta compiendo a Gaza, dove la popolazione civile ha subito inerme la distruzione del proprio ambiente di vita, con un’immane strage, stimata in circa 300.000 persone uccise e che, per i sopravvissuti, ha significato la perdita di amici e parenti, quando non la distruzione di intere famiglie. Continui sfollamenti, continui bombardamenti, senza cibo, senza acqua, senza cure mediche, in condizioni di vita insostenibili. E in Cisgiordania le violenze dei coloni, l’espropriazione di terre e di case, la distruzione di olivi e coltivazioni, gli arresti e le detenzioni ingiustificate. Come docenti siamo poi dolorosamente consapevoli dello scolasticidio che ha portato, secondo diverse fonti, alla distruzione o danneggiamento di circa il 90% delle scuole di Gaza e alla demolizione di tutte le università della regione, cioè alla cancellazione del sistema educativo palestinese. Un’intera generazione di studenti, oltre 600.00 bambine/i e ragazze/i, è privata del diritto umano all’istruzione. Biblioteche, musei, archivi, librerie, moschee, edifici storici sono ridotti in macerie, disintegrando le tracce di una storia millenaria.

Già nel maggio 2024 la distruzione deliberata del sistema educativo palestinese per “erodere il tessuto intellettuale e culturale della nostra società” e al contempo la volontà di non lasciare la propria terra e di non “permettere che tali atti spengano la fiamma della conoscenza e della resilienza che arde in noi” erano stati manifestati nella Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo.

Il 5 agosto 2025 i rettori delle università di Gaza si sono rivolti nuovamente al mondo per denunciare lo scolasticidio, un “tentativo sistematico e deliberato” di distruzione delle   fondamenta culturali “che da tempo rappresentano pilastri di resilienza, speranza e libertà intellettuale in condizioni di occupazione e assedio”. E anche in Cisgiordania gli attacchi continui dei coloni e gli abusi dell’esercito impediscono l’acceso all’istruzione dei bambini palestinesi.

Ma pur in condizioni inimmaginabili le e i palestinesi resistono, continuano a insegnare, a studiare, a produrre cultura con diari, romanzi, poesie, opere artistiche, film, fotografie, danze, attraverso i quali esprimono la loro voce, le loro storie, le loro consapevolezze e la loro dignità.

Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo

Il Manifesto, 2 giugno 2024, https://ilmanifesto.it/lettera-aperta-del-personale-accademico-e-amministrativo-delle-universita-di-gaza-al-mondo

Lettera aperta dei rettori delle Università di Gaza, 5 agosto 2025:

https://www.unisi.it/unisilife/notizie/lettera-aperta-dei-rettori-delle-universita-di-gaza

Scolasticidio: la guerra di Israele alla conoscenza a Gaza, di Renee Davis, 20 maggio 2025

https://pagineesteri.it/2025/05/20/medioriente/scolasticidio-la-guerra-di-israele-alla-conoscenza-a-gaza/

Scolasticidio nel Masafer Yatta: l’istruzione negata in Palestina

Documentario di Operazione Colomba, marzo 2025, 6 minuti

https://www.operazionecolomba.it/palestina/3944-scolasticidio-nel-masafer-yatta-l-istruzione-negata-in-palestina.html

 

venerdì 12 settembre 2025

CNDDU: “Portare nelle scuole italiane la lezione di Pizzaballa su pace e responsabilità”


“Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende rilanciare con profonda convinzione le parole del cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, pronunciate in questi giorni drammatici per la Terra Santa”: è quanto si legge in una nota diffusa dal CNDDU.

“Con realismo – prosegue il testo – il Patriarca ha ricordato che il male continuerà ad agire nella storia e che, anche quando le guerre si spengono, le ferite e il desiderio di vendetta non cessano di abitare i cuori. Ma ha aggiunto un messaggio essenziale: il drago non avrà l’ultima parola”.

“Questa affermazione – spiega il Presidente Romano Pesavento – non è soltanto teologica: è un invito civile ed educativo che interpella in modo diretto i giovani. Significa che la storia non è consegnata in maniera definitiva alle forze oscure della violenza, ma che esiste sempre uno spazio per la libertà, per il bene, per la costruzione della pace. Ed è proprio qui che la scuola diventa decisiva.

La scuola, infatti, è il luogo in cui gli studenti possono imparare a riconoscere le dinamiche del male non nei racconti lontani, ma nella vita di tutti i giorni: nei linguaggi d’odio, nell’esclusione dell’altro, nell’indifferenza che spegne l’empatia. È anche il laboratorio in cui si coltiva il coraggio di “custodire semi di vita”, come invita Pizzaballa, e di scegliere responsabilmente il dialogo, la solidarietà, la ricerca della verità.

Per i giovani italiani, il messaggio del Patriarca è un monito prezioso: non siate spettatori passivi del dolore del mondo, ma protagonisti di un cambiamento che parte dal cuore. In un’epoca segnata da conflitti e divisioni, la vera rivoluzione è quella interiore, capace di trasformare la paura in responsabilità e l’indifferenza in impegno.

Come docenti, sappiamo che educare alla pace non significa evitare i conflitti o edulcorare la realtà, ma insegnare a viverli con consapevolezza, riconoscendo che ogni vita ha dignità e che nessuna violenza può cancellare il valore della speranza.

Il sangue degli innocenti, ha ricordato Pizzaballa, “non è dimenticato”. Portare questa – conclude il professor Pesavento – consapevolezza tra i banchi di scuola significa rendere gli studenti custodi di memoria e al tempo stesso costruttori di futuro”.

Il CNDDU invita quindi i colleghi a far risuonare in classe queste parole come stimolo educativo: non come discorso astratto, ma come esperienza viva di responsabilità, che riguarda la comunità globale e ogni singolo gesto quotidiano.

“Il cuore che cambia – si legge nella nota – non è un’immagine poetica, ma il primo passo di una cittadinanza consapevole e solidale. È il compito più urgente della scuola di oggi”.

https://gazzettadiplomatica.it/cnddu-portare-nelle-scuole-italiane-la-lezione-di-pizzaballa-su-pace-e-responsabilita/ 

giovedì 11 settembre 2025

A scuola non si può far finta di nulla: un documento da condividere per il rispetto dei diritti umani in Palestina


                                                      Francesca Albanese

I fatti precipitano, la scuola è appena iniziata, segnalo uno degli atti di condivisione attuati nella scuola: 

“DOCENTI, EDUCATRICI, EDUCATORI PER IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI IN PALESTINA”

Siamo educatori ed educatrici, insegnanti, professioniste/i dell’educazione e della cura che lavorano in vari istituti scolastici di ogni ordine e grado.

In vista dell’inizio del nuovo anno scolastico ci siamo incontrati per condividere un sentire che ci accomuna rispetto alla tragedia che si sta consumando in Palestina.

A breve la scuola riprenderà e non possiamo immaginarci di iniziare così, come se niente fosse, di partecipare al primo collegio docenti o alle prime riunioni, come di routine, di ritrovare i nostri alunni allegri, fiduciosi e giocosi, come dovrebbero essere tutti i bambini e i ragazzi del mondo, senza pensare ai bambini e alle bambine di Gaza.

Ci sentiamo angosciati, sgomenti e impotenti di fronte a quanto sta accadendo in Palestina, con la complicità del mondo occidentale.

Non possiamo più fare finta di niente, non è possibile.

Pensiamo che il mondo della scuola e dell’educazione debba mobilitarsi per affermare con forza il proprio dissenso, prendere posizione, scioperare per opporsi al genocidio in atto, alzare la voce; è urgente farci sentire dal nostro Governo e dal nostro Parlamento per cercare di difendere, proteggere, salvare la popolazione, le bambine e i bambini di Gaza.

Noi ci occupiamo di bambine/i, di ragazze/i, cerchiamo di trasmettere loro valori e speranze, il nostro mestiere è la cura: come possiamo dedicarci a tutto ciò sapendo che ci sono famiglie, bambini e bambine che vengono intenzionalmente uccisi, lasciati morire di fame e di sete? Sapendo che il nostro Paese, che l’8 giugno 2025 ha rinnovato il Memorandum d’intesa in materia di cooperazione militare e della difesa con Israele (violando la Costituzione e il diritto internazionale), è complice di simili atrocità?

Abbiamo quindi deciso di costituirci come gruppo “Docenti, educatrici, educatori per il rispetto dei diritti umani in Palestina”.

Ci rivolgiamo anzitutto al Parlamento e al Governo italiano affinché condannino con fermezza i crimini contro l’umanità commessi dal governo israeliano, ne chiedano l’immediata cessazione e pretendano la riapertura di tutti i valichi per poter fornire assistenza umanitaria e sicurezza alla popolazione civile.

Chiediamo:

che il Governo Italiano cessi immediatamente l’invio di armi verso Israele e ogni forma di collaborazione militare con il governo israeliano. La Costituzione italiana ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e la legge 185/1990 vieta il commercio di armi con Paesi in guerra o che violano il diritto internazionale. La vendita di armi a Israele, pertanto, deve essere immediatamente arrestata.

che il governo italiano assuma una posizione di ferma condanna verso i crimini di guerra e contro l’umanità commessi dal governo israeliano. È inoltre necessaria una ferma condanna del progetto di costituire la “Grande Israele”.

che il Governo italiano pretenda l’apertura di tutti i valichi, la fine del blocco degli aiuti e il ritorno, per la loro distribuzione delle agenzie dell’ONU e delle ONG.

che il Governo italiano sospenda ogni forma di collaborazione politica ed economica con Israele fino a quando non si ponga fine al genocidio in corso e all’occupazione dei territori palestinesi, garantendo assistenza umanitaria e sicurezza della popolazione civile.

l’immediato riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina (come già hanno fatto altri 143 Stati) per affermare un diritto universale e inalienabile, e il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.

che il nostro Paese si unisca agli altri paesi in sede europea e internazionale per la convocazione di una conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, al fine di costruire una pace giusta e duratura in Medio Oriente.

che il nostro Governo sostenga l’operato delle istituzioni internazionali deputate a garantire il rispetto del diritto internazionale, anche considerando che l'occupazione dei Territori Palestinesi rappresenta una palese violazione di tale diritto.

Ci rivolgiamo ai sindacati per chiedere che venga proclamato al più presto uno sciopero generale unitario della scuola per denunciare il genocidio in corso e per l’ottenimento di tutti i punti sopra elencati.

Invitiamo tutto il mondo della scuola e dell’educazione a organizzarsi con urgenza per costruire azioni e mobilitazioni efficaci e congiunte, che coinvolgano gli studenti e le famiglie, per affermare con forza che la scuola italiana esige il rispetto dei diritti umani, sempre e per tutti, anche in Palestina.

Chiediamo al MIM di introdurre programmi scolastici sull’educazione alla pace e alla nonviolenza, di promuovere nelle scuole approfondimenti storici sul sionismo e chiarire la differenza tra antisemitismo e antisionismo.

Invitiamo infine l’intero mondo del lavoro e la società civile ad unirsi a noi.

Per gli studenti e le studentesse italiani tra pochi giorni inizierà la scuola, per i loro coetanei palestinesi non sarà così. Non possiamo continuare a tacere, non siamo complici di questo genocidio.

I “Docenti, le educatrici e gli educatori per il rispetto dei diritti umani in Palestina” e i seguenti firmatari appartenenti alla comunità educante.

NB: Compilando e inviando il presente form si presta consenso al trattamento dei dati personali esclusivamente per finalità connesse alla sottoscrizione e pubblicazione del documento. I dati non saranno utilizzati per altri scopi né comunicati a terzi, in conformità al Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR).

Prosegue la proposta di adesione al form al link: 

 https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSe3Pc6onh4ae5f9OKRNLlP-edE78o4HXsVKbasvbQUae2bFMA/viewform