Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

sabato 15 marzo 2025

Un'altra favola di Paolina per raccontare la speranza e la bellezza: Paolina primavera

                              

PAOLINA PRIMAVERA

di Annamaria Gatti

Illustrazione di Eleonora Moretti 

Fonte:  Città Nuova Marzo 2022

dedicata a Sofia

Paolina era stata in letargo nella sua tana e ora si stava svegliando.

“Oh, che dormita. Chissà cosa farà ora Sandro…” stava pensando, proprio mentre la voce dell’orsetto l’aveva invitata.

“Paolina esci, ho una fame! Facciamo colazione?”

L’orsacchiotta aveva afferrato l’inseparabile peluche orsobimbo e si era precipitata fuori.

Si era stropicciata gli occhi perché il sole era già alto e splendente.

“Cavolo! Orsobimbo, guarda com’è diventato magro Sandro e il bosco non è più rosso e giallo come nel mio bel disegno! Ci sono foglioline nuove sui rami dei larici e l’abete ha gli aghi verde chiaro!”

“Il bosco è diverso, ma cosa è accaduto?” aveva chiesto Sandro.  

“Ops! Sono inciampata in una zolla fiorita… Sono primule. E ohi,  stavo per schiacciare una bellissima farfalla gialla! ”

“Queste sono margheritine, ma chi ce le ha messe? E le formiche hanno ripreso a fare lunghe file per procurarsi qualche seme” aveva aggiunto Sandro stupito.

“Dobbiamo scoprire chi ha fatto queste bellissime cose.” Paolina era decisa e voleva capire. Intanto si stiracchiava e pensava alla colazione: il pancino suo e di Sandro brontolavano. Solo orsobimbo era pacifico come sempre, chissà perché.

Fu allora che un fringuello sfiorò Paolina con un frullio d’ali: “Paolina, ben svegliata! PISTAAAAAA, devo preparare il nido per i miei piccolini.”

“Oh bella, ma che succede?” Ma l’uccellino era già volato via.

“Non vedi orsetta? E’ arrivata la primavera!” aveva spiegato una capinera di passaggio.

“Prima-cosa?!”era sbottato Sandro.

“P - R - I - M -A- V -E -R -A, Sandro. Quella cosa che c’è più luce e calore e…”

“…E scoiattolo Rossino si risveglia e ricomincia ad arrampicarsi e a borbottare?”

“Ecco proprio così, ma non so chi combina tutto questo. Vieni, facciamo colazione da nonno Gianni così chiediamo a lui.”

Si incamminarono verso la dimora di nonno Gianni e quando furono lì, finalmente il mistero fu…quasi svelato.  

“Cari orsacchiotti, cara nipotina, è l’amore il responsabile di tutta la primavera. La natura obbedisce all’amore che l’aiuta a mettere nuovi frutti, foglie e nuove creature. Non è meraviglioso?”

Aveva un sguardo birichino e dolce il nonno, da dietro le lenti degli occhiali posati sul suo nasone di vecchio orso. Quante cose sanno i nonni!

Paolina e Sandro restarono a bocca aperta increduli. Poi orsobimbo partì alla ricerca dell’amore per ringraziarlo di quella bellezza.

Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it



 



martedì 11 marzo 2025

L'educazione in pericolo

 


Le parole sono parole.

Può un pedagogista disinteressarsi di politica? Certamente no, soprattutto quando è in grande pericolo l’educazione, minati i cervelli   e   le   coscienze   dei   più   piccoli.   

Ne      motivo l’umiliazione russo-americana scatenata contro il presidente ucraino   Volodymyr   Zelens'kyj.   Qualsiasi   opinione   si   abbia sulla guerra di resistenza con cui egli difende la libertà del suo   popolo,   questo   disumano   uso   delle   parole   porta   in   sé qualcosa di inquietante. 

Per questo, come educatore, sento il dovere di esprimere indignazione per il clima di odio che ci infesta.Le sprezzanti parole rilanciate dai media non possono passare sotto   silenzio.   I   giovani   ce   ne   chiederanno   conto.   

Ciò   che succede   oggi  è   quanto   puntualmente   precede  ogni  guerra: parole   come   proiettili   per   provocare,   intimorire,   ridurre   al silenzio.   Senza   entrare   nel   merito   di   come   oggi   si   sta “promuovendo”   la   pace,   non   si   può   nascondere   il   gioco perverso di spartizione delle spoglie ucraine da parte della Casa   Bianca   e   del   Cremlino.   Indipendentemente   da   una possibile fine della guerra (dopo la quale però non è facile ora immaginare   una   vera   pace)   non   possiamo   voltare   la   testa indifferenti di fronte a parole come “bastardino nazista, cane infestato di pulci…pazzo e pericoloso...meglio sopprimerlo in silenzio, senza sofferenza”. 

Ma ben altre e più raccapriccianti sono le espressioni usate quotidianamente ad ogni tentativo della vittima di rialzare la testa e chiedere rispetto, umanità, libertà. Quello   che   sorprende   è   l’indifferenza   di   fronte   a   questa invasione semantica, al significato perverso delle parole. 

Non dimentichiamo che la mancanza di rispetto è il primo grande crimine   dell’umanità,   da   cui   discendono   altri   crimini. Discredito,   disinformazione,   aggressività   verbale,   facce   da combattimento.   La   guerra   è   già   finita   prima   ancora   di vincerla:   parole   svendute   come   bombe   sul   mercato   di   una pace azzoppata che cammina con la forza della disperazione. Non sa se sarà vera pace. Non è discutere di geopolitica il compito primario di chi vive ogni giorno tra i giovani. Ma siccome i giovani ci guardano e ci sentono, ognuno che si occupi di educazione (non solo in famiglia   e   a   scuola,   ma   nel   proprio   modo   di   comportarsi) dovrebbe aver a cuore l’uso che si fa delle parole. 

Con esse si può dare la vita ma anche decretare la morte: parole come ali, se usate per promuovere; parole come pietre se scagliate per distruggere. Proprio   ieri   ero   all’inaugurazione   dell’anno   accademico   nel mio piccolo ma coraggioso Istituto Universitario Sophia. La lectio   magistralis   del   prof.   Fabio   Petito,   professore   di Relazioni   internazionali   all’Università   del   Sussex,   e   gli interventi di altri Relatori hanno più volte sottolineato il ruolo determinante,   pur   a   lungo   termine,   svolto   dall’educazione. L’Educazione all’uso di parole di pace dovrebbe esser il primo obiettivo di un vero leader, di ogni Educatore che in quanto tale è leader agli occhi dei più piccoli. Come hanno fatto i grandi   sognatori   di   un’umanità   giusta   e   fraterna,   quali Gandhi,   Martin   Luther   King…o   i   visionari   fondatori   di un'Europa Unita come Schumann o De Gasperi… 

Parole per comprendere la complessità di contesti e punti di vista diversi, per mediare, sostenere, unire. È   compito   della   famiglia,   della   scuola,   dell'intera   comunità percorrere insieme ai giovani sentieri di pace, ogni giorno, esercitati  a  seguirne   le   tracce   e  a  ripassarle  più  volte  per segnare   la   via.   Senza   comprensione   e   lunghi   esercizi applicativi non si formano abitudini. Se si fa fatica perfino a mantener   in   ordine   la   propria   stanza,   figurarsi   la perseveranza che serve per imparare la pace. Come ci si può facilmente   abituare   al   male,   allo   stesso   modo   ma   con   più determinazione prender dimestichezza con il bene. La guerra non è nel nostro retaggio evoluzionistico.  Come ci siamo più volte arresi all’inevitabile destino della guerra allo stesso ci possiamo testardamente armare per la pace: sentieri su   cui   spesso   si   perdono   le   tracce,   da   percorrere   e ripercorrere   più   volte   per   non   perderne   la   memoria.   Per questo occorrerebbe nei telegiornali e nei salotti confrontarci di   più   del   “come"   allenarci   alla   pace.   

Educatori,   Scuola   e Famiglia,   ogni   forma   di   aggregazione   civile,   associazioni giovanili   e   adulte   non   possono   stare   alla   finestra   mentre, fuori, disinformazione e urla   disumane  la fan da padroni   e occupano le vie. Bisogna con pazienza e lungamente abituarci ad usare parole buone. 

La pace avrà il mio volto  e  le mie mani, le mie parole.

                                                          Michele De Beni             docente Università Sophia

Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

Illustrazione da C. Mackesy "Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo"



sabato 22 febbraio 2025

Vicini a Papa Francesco

 


Non è facile in questi giorni di martirio nel mondo per la violenza e le guerre che colpiscono tanti popoli, aggiungere una ulteriore grande preoccupazione per la salute di Papa Francesco.

A chi lo ha incontrato e apprezzato, a chi lo ascolta e segue l'evoluzione della sua  malattia,  resta nel cuore il vivo desiderio di rivederlo presto ristabilito.

Cari auguri Papa Francesco! direbbero i bambini. Ti pensiamo, preghiamo per te e siamo sempre  con te che ci vuoi bene.

E la preghiera dei bambini sappiamo vale molto molto di più.




pubblicato da Annamaria Gatti
foto da redazioneweb



mercoledì 19 febbraio 2025

Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo. Un libro splendido dagli otto ai cento anni

 


di Charlie  Mackesy
Editore Salani, ottobre 2020

Quasi una recensione di Annamaria Gatti

Un evento questo libro di Charlie Mackesy,  un successo internazionale, e tutto meritato planato su un incredibile tempo, quello del lock down. 

Mi piace ripresentarlo per il motivo che stiamo attraversando anni di tensione al meglio a fronte di giorni bui di retrocessione umana e valoriale. E increduli ci chiediamo se avremo la tenacia per raccontare ai ragazzi che possiamo farcela, che a tutto questo male e questa violenza si può e si devono opporre concreti gesti di compassione e amore.

Questo resta un libro senza età e senza confini. 
Un libro verissimo e forse più poesia che prosa.
Basta sfogliare e immergersi nelle prime pagine.
  • Dedica alla mamma dolce e gentile - Ecco dove nasce tutto...
  • La premessa è un messaggio per il lettore, qualsiasi lettore e sono quattro paginette scritte in corsivo, come tutto il libro, in cui saluta, in cui il talento è essenzialmente umiltà, desiderio di aiutare l'altro a essere sereno, ma anche felice.
  • Il libro inizia con un CIAO. Che pare voglia dire: ci sono per te, tu sei lì per me, eccoci, proseguiamo insieme...
  • Le prime pagine riaffiorano dalle radici del senso di questo libro: l'incontro vero fra tre animali e un bambino che cerca. Cerca le risposte alle sue domande.
  • Qualche volta gliele fanno; "Cosa vuoi fare da grande?" "Essere gentile" disse il bambino. Ecco qui sta tutto.
  • Poi il libro prosegue nell'incontro con una volpe, ops scusate la volpe, e il cavallo, forse il maestro. Certo,  affascinante guida nella tempesta, nella solitudine, nell'errore, nella vita.
Sono così poche le parole in ogni pagina solo perchè sono pesantissime, vivide e vere, concentrate, infinite. 
Il fascino di queste pagine lascia in animo un'impronta inquietante, eppure siamo adulti, eppure ne abbiamo letti di libri... ma quelle pagine sono altro e ci riportano a quei libri che non si dimenticano, perchè hanno fotografato la tua anima.
                "Essere gentile con te stesso 
               è uno dei più grandi atti di gentilezza che ci siano."
                "Quale è la cosa più coraggiosa che hai mai detto?
Chiese il bambino. 
-Aiuto- rispose il cavallo".
    "Chiedere aiuto non significa arrendersi 
ma  rifiutarsi di arrendersi"
 "La vita è dura ma c'è chi ti ama"
                                                                    Grazie


Pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it








lunedì 17 febbraio 2025

Favola di carnevale anche in Podcast: Chi ha rubato i colori ad Arlecchino?

 


In questi giorni di grandi tristezze, vogliamo raccogliere tutte le forze per raccontare il bene che c'è, anche Arlecchino ci ha provato e i colori perduti sono tornati. Una favola che già  molti conoscono ma ora  da ascoltare!

CHI HA RUBATO I COLORI DI ARLECCHINO?     

Narrata con garbo e dolcezza da Gabriella Maggiora

di Annamaria Gatti 

illustrazione di Eleonora Moretti

Fonte Città Nuova

https://www.cittanuova.it/multimedia/2023/2/16/rubato-colori-arlecchino-ascolta-la-favola-carnevale/

Ecco il testo:

Arlecchino dorme tranquillo nel suo letto, quand’ecco una voce lo sveglia di soprassalto:
“Arlecchino! Dove sei? Svegliati, è l’ora di andare al mercato!”
Arlecchino è proprio assonnato e stanco.
“Voglia di mercato, saltami addosso!” bisbiglia appena. Si veste con calma e poi ha un brivido.
“Brr, fa freddo! Torno a letto.”
E si tuffa nel piumone soffice.
“Arlecchino! Vieni qui aiutami ti prego!”
“Arlecchino! Angiolino ti aspetta per aggiustare la gabbietta del canarino.”
“Arlecchino! La signora Elvira deve sistemare il giardino…”
Ma lui dormicchia…
“Arlecchino… Arlecchino! Sempre di me c’è bisogno? Io oggi sto sotto le coperte.”
Arlecchino si riappisola sotto le coperte, poi apre un occhio e subito dopo l’altro, piano piano, senza fretta. Subito però li richiude spaventato.
“Ma… sono tutto grigio!”
Si guarda nello specchio dell’armadio grande: dov’è finito il suo bel vestito multicolore? Che sia uno scherzo di Carnevale?
Apre la finestra e giù nella strada è già cominciato il Carnevale: le maschere si preparano alla festa e un’occhiata di sole le sollecita già agli scherzi!
“E adesso come faccio?” si dispera Arlecchino. “Non posso certo presentarmi così, con queste pezze grigie. Guarda anche il cappello e la maschera sono grigiastri”
Un pettirosso ha ascoltato il lamento di Arlecchino e impietosito lo rassicura:
“Non ti disperare amico! E’ il grigiore dell’animo che intacca l’abito e l’umore. Dimmi cosa hai combinato stamattina di così strano?”
“Niente, non ho fatto niente. Beh, ho proprio deciso di chiudere il cuore…se proprio lo vuoi sapere!”
“Vedi tu!” sospira il pettirosso.
Arlecchino fa un balzo, non per paura, né per sconforto: riprende possesso del suo cuore, spazza tutto il buio e sorride a se stesso. Poi recita la sua filastrocca:
Arlecchino è a colori
un insieme di tesori
pronto a vivere contento,
della vita ogni momento.
Pronto a dare il suo aiuto,
anche a te ogni minuto,
perché al tristissimo grigiore
preferisce i colori dell’amore.

“Arlecchino! Per favore!”
“Vengo, vengo!”
E avviandosi alla porta, passa davanti allo specchio dell’armadio grande, dove si ferma: i colori stanno ritornando più vivaci di prima, su, su, dalle scarpe al cappello.
Anche lo stomaco riprende a brontolare. Allora, rivolgendosi all’Arlecchino multicolore riflesso nello specchio e prostrandosi in un bell’inchino, decide:
“Prima farò un’abbondante colazione: coi colori mi è tornato l’appetito! La vita e’ proprio bella! ”
“E’ sempre il solito!” fischietta allegro il pettirosso svolazzandogli appresso.

 

giovedì 13 febbraio 2025

Qua la zampa!... Storia del cucciolo Bach: romanzo per imparare a curare un cucciolo e molte altre cose

 




Qua la zampa! Prendimi con te Storia del cucciolo Bach
di Annamaria Gatti
Illustrazioni di Elisabetta Basili
pubblicazione 2025
Copertina rigida
illustrazioni a colori

Un volume per tutti, bambini/e e ragazze/i, da leggere autonomamente o da ascoltare da voce narrante. Dagli 8/9 anni in poi, secondo il proprio amore per la lettura e il mondo dei cuccioli, degli animali...

A quest'opera io ed Elisabetta Basili, sensibile e talentuosa illustratrice di altri miei libri, abbiamo dedicato molta cura. 

Doveva essere davvero un bel libro da gustare, per cui appassionarsi e scoprire cosa significhi accogliere un cucciolo, averne cura e come una presenza così possa trasformarsi in un dono reciproco di grande impatto per l'esistenza. Qualcosa che in tantissimi possono condividere per divertirsi, emozionarsi e farne uno strumento educativo. Una storia vera, semplice, ma anche straordinaria, come è appunto la vita di ciascuno a saperla vedere e scoprire.

Riporto volentieri l'efficace commento editoriale:

"Bach è un cucciolo intraprendente. Impara molti segreti sulla vita, dopo aver lasciato mamma e fratellini, per essere adottato da Cristina, una bambina che ha imparato come fa bene prendersi cura di un amico a quattro zampe. Il buon cuore e il coraggio faranno scoprire a Bach molti altri amici, fra cui Mino che, grazie all’incontro con il cucciolo e al suo affetto, riuscirà finalmente a parlare. 

Un racconto che valorizza l’accoglienza, la diversità e la cura delle relazioni per superare il disagio, anche con l’aiuto di un amico a quattro zampe.

Questo racconto accompagna un bambino o una bambina a scoprire la bellezza della compagnia di un cagnolino, con la sua storia e la sua scoperta del mondo degli umani, sviluppando l'empatia e responsabilità verso gli animali, che diventano occasione di buone prassi per guarire, per ritrovarsi e per relazionarsi. Uno strumento per comprendere attraverso il racconto quale ruolo può avere la pet terapy."

A questo link tutte le informazioni utili. A presto!

https://www.amazon.it/dp/B0DR35S6Z5?ref_=pe_93986420_774957520

pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

 



martedì 11 febbraio 2025

Nuova veste editoriale per "DALL'ALTRA PARTE DEL MONDO STORIA DI VERA E TRYSA" Amicizia, musica, amore narrati agli adolescenti

 


Sono lieta di presentarvi la nuova veste editoriale del libro "Dall'altra parte del mondo Storia di Vera e Trysa", che continua a suscitare l'interesse degli adolescenti in particolare, attraverso gli incontri nelle scuole secondarie.
Il libro era uscito in questa veste grafica con  Aletti Editore, ora lo trovate rinnovato con la bella illustrazione di Elisabetta Basili e alcuni aggiornamenti che sottolineano le scelte affettive ed emotive dei protagonisti, in particolare riferiti al rispetto reciproco nell'amicizia e  nella fase dell'innamoramento. 

A questa scelta sono pervenuta in merito ai fatti di questi anni, in cui emerge nei giovani la fragilità emotiva che sta causando drammi e sofferenze. 

Con questo pur minimo contributo  spero sia di aiuto alla riflessione, al dialogo e alla scelta di valore del rispetto reciproco della persona.  

Sono stata molto felice di condividere questo lavoro anche con gli adulti, che ne hanno apprezzato il contesto e la narrazione. Talvolta appunto diventando strumento di educazione anche nelle scuole.

Lascio al commento editoriale il compito di presentarvelo, per chi non avesse già avuto modo di conoscerlo:

"È stato allora che sono arrivati alcuni amici del conservatorio che, percepite da lontano certe note musicali, hanno subito distinto qualcosa di particolare: ascoltare la musica, studiarla, suonarla e risuonarla, ci rende sensibilissimi e l’udito si fa attento e vibrante."

Vera e Trysa sono due giovani che condividono, tra avventure e divertimento, una forte passione per la musica ed il violino.

Attorno a loro si muovono amici, innamorati, compagni di conservatorio, un liutaio straordinario e un personaggio misterioso e fantastico, ma determinante, soprattutto quando una di loro dovrà andare molto lontano.

Un romanzo ricco di empatia e umanità, dove i valori della vera amicizia, dell’amore e del rispetto reciproco resistono oltre le difficoltà e superano il tempo, lo spazio e la separazione, nella certezza che ciò che è fatto per amore resta per sempre.

La musica fra queste pagine assume un ruolo fondamentale per raccontare la vita e le emozioni, la resilienza e la bellezza. Un romanzo per chi ama la musica e vuol coinvolgere in questa passione ragazze e ragazzi e che ha trovato calorosa accoglienza presso i giovani.

https://www.amazon.it/Dallaltra-parte-mondo-Storia-Trysa/dp/B0DR2CM9MN