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sabato 18 ottobre 2025

Doni a saperli vedere 5. Favola SEMI

 C'era e c'è una bambina, Sofia, che ad ogni scoperta mi ripeteva "Non ci posso credere....!" e quella frase mi ha accompagnato nella scrittura di questa favola. In questi giorni grigi con scintille di speranza che si fanno largo a fatica fra il pessimismo dilagante dei grandi, i bambini e le bambine da Gaza a Israele, dalle nostre città ai paesi colpiti da tragiche guerre, testimoniano quanto ebbe a dire Seligman: 

LA NATURA HA PROTETTO I BAMBINI FISICAMENTE E PSICOLOGICAMENTE 

CON ENORME E IRRAZIONALE CAPACITA' DI SPERARE


DONI A SAPERLI VEDERE

SEMI

favola di Annamaria Gatti      illustrazione di Eleonora Moretti 

fonte Città Nuova

La principessa Lucia si guardava attorno curiosa:

“Carlo, hai un’idea di dove la brezza ci stia portando ora? A scoprire qualche altro dono che di solito non vediamo?”

Ma Carlo non rispondeva perché era distratto da una leggera elica che roteava davanti al suo naso…

“Guarda un po’, cosa sarà?”

Non aveva finito di stupirsi quando decine di “ali” volanti, almeno così sembravano, stavano allegramente popolando la “zona mongolfiera” su cui viaggiavano Lucia e Carlo.

Leggére e armoniose danzavano fra i due amici che guardavano ammirati: erano davvero uno spettacolo.

“Salve, perché vi stupite? Siamo i semi dell’acero, la nostra pianta madre e ce ne andiamo portati dalla brezza, pronti a cadere sulla terra e diventare altri alberi. Non vedo l’ora!!!”

“Così piccoli e leggeri? Non ci posso credere…” aveva commentato Lucia, a cui sembrava  di  vedere ballerine fluttuare nel cielo.

Ma Carlo era già impegnato ad afferrare altri semi che pure volteggiavano: la brezza stava facendo davvero uno spettacolo meraviglioso.

“Ehi Carlo,  lasciaci atterrare laggiù” protestava un pappo, “non vedi che porto un semino di dente di leone? Sembro un paracadute e ho un compito importante.”

“E’ così elegante che sembra vada a un ballo di corte…” pensava Lucia che se ne intendeva di feste al castello.

Intanto si sporgeva  dal cesto. Allungando un braccio pensava di far atterrare sulla mano, per un solo istante, un’altra ballerina: una lunga ala verdina sorreggeva due piccoli semi tondeggianti e parlava.

“Sono elegante principessa Lucia, vero? E’ emozionante volare e poi chissà dove mi poserò sulla terra” le stava raccontando. “Devo essere forte se voglio che dal mio seme cresca un altro tiglio robusto e profumato!”

“Non ci posso credere!” ripeteva meravigliata Lucia.

“Non ci posso credere…” ripeteva strabiliato pure Carlo.

“Bello volare ragazzi, soprattutto se hai un compito così importante!” aveva osservato divertita la mongolfiera, che però non si sentiva più avvolta dalla brezza, troppo impegnata a mandare a destinazione il corpo di ballo dei semi volanti. E poi? Alla prossima storia!

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