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sabato 10 marzo 2018

Superare l'angoscia della separazione dei genitori, in un libro.


“ANDREA NON HA PIU’ PAURA”
di  LORENZA FARINA
Illustrazioni       di         Manuela Simoncelli
Edizioni Paoline

Recensione di Annamaria Gatti

Fonte: Città Nuova Marzo 2018

Con questa pregevole opera la Casa Editrice  Paoline rinnova il suo apprezzamento per la scrittrice Farina, a cui si affianca, con una poetica interpretazione, l’illustratrice Manuela Simoncelli.

Andrea è un bambino che sperimenta la paura  nella circostanza della perdita del papà. La perdita qui potrebbe essere intesa in molte forme, come allontanamento o presenza-assenza,  che pure fanno sanguinare un cuore bambino e lo costringono a scavalcare il protetto confine dell’infanzia .

Lorenza Farina si cimenta ancora, in questo libro per ragazzi, a dialogare con garbo e delicatezza con  l’affettività dei bambini. Lo ha già fatto visitando altri sentimenti e situazioni, in cui  ha abilmente accompagnato i lettori nel mondo  della timidezza, della vecchiaia, della malattia, della storia e del dramma della shoah.

In “Andrea non ha più paura”  alcuni elementi  mi incuriosiscono e tracciano letture / altre che impreziosiscono la proposta:  un uccellino  popola le pagine, grazioso e premuroso,  sempre così espressivo, con le sue piume   colora le pagine della sofferenza e quelle della ritrovata calma, nel sonno tra i rami di Nonno Ulivo.  E’ una presenza  che interpreta il senso di colpa e svela  del  testo un notevole pregio:  in fondo alla paura di un bambino c’è quello di sentirsi in colpa, quando uno dei genitori se ne va. Ma ora  anche per Andrea è giunto il momento di sentirsi avvolto, pur  nella notte, dalla benevolenza e dal perdono, con la complicità dell’ulivo.

L’albero poi  è un personaggio costante nelle produzioni  di  Lorenza:  per ammissione della stessa scrittrice, la natura ha sempre accompagnato la sua crescita e tuttora fa da sfondo ai suoi giorni nella casa immersa nella campagna veneta.
Albero/padre, in questo racconto, albero che rassicura e insegna e attende, senza strafare o pontificare. 

La sua  tenerezza sfiora Andrea, lo sostiene, gli permette di ritrovare forza e consolazione, accanto al “cancello sempre aperto” e alla  “ mamma (che) lo accarezzava spesso”.  Andrea trova consolazione, la paura è domata, ma tutto ha un prezzo! E il libro ci lascia con un dubbio o una speranza, sorretti  dal rumore di  passi sul ghiaino del cortile… Qualcuno era pur entrato e aveva chiuso quel cancello alle sue spalle.
                                                                                                                    


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