Sei un insegnante.
Senza apostrofo?
Sei un'insegnante, con l'apostrofo perchè all'infanzia e alla primaria la maggioranza è femminile.
Diciamo che parlo con te, di te. E vorrei tanto che giovani maestri trovino in questa professione la loro realizzazione umana e culturale. Sarebbero così necessari!
Insegnante.
Esserlo davvero in modo totale muove un incredibile processo che si è alimentato forse fin dai primi anni di vita scolastica, o forse è andato maturando nel corso degli studi.
Processo che ti ha visto messa alla prova in tante situazioni, in cui hai sperimentato quanto sarebbe stato gratificante e appagante avere cura di bambini, ragazzi, futuri donne e uomini, per crescerli nella conoscenza e nelle vita.
Poi hai sperimentato con gli studi quanto ci fosse da imparare e quanto la ricerca fosse attraente perchè mai convinta di essere arrivata a soluzione, a concepire il metodo giusto e a conoscere i bisogni reali di quei bambini.
Infine eccoti lì, davanti a un compito che hai subito avvertito solenne e troppo grande. Voglia di scappare, se non fosse che per arrivare lì avevi scalato montagne, superato esami e riesami... E ci sei rimasta. E hai continuato a esserci, convinta di quel che avevi scelto di fare, sicura che la differenza l'avresti fatta con l'attenzione vera che avresti dato a tutti, ai più fragili soprattutto.
Negli occhi albergano pochi grandi maestri, che ti hanno accompagnato in quel cammino. Nel cuore ci sono le loro espressioni a sostenere l'empatia, la tolleranza, la metodologia.
E il timore ha lasciato il posto alla voglia di mettersi in gioco, poi ti sei persa in quegli occhi, tanti, forse troppi... già pronti ad adorare in te il sogno di una scuola a misura, accogliente, aperta. Divertente anche perchè no?
Non facile, certo, anzi dura talvolta.
Ma un sogno vero da realizzare questo sì con tanti altri che vogliono bene alla scuola.
Alla prossima!
pubblicato da Annamaria
gatti54@yahoo.it
Nessun commento:
Posta un commento