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Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

venerdì 4 dicembre 2020

Un aiuto in tempo di covid. Il presepe resta nel cuore. I bambini lo comprendono bene.


Un ricordo emerge dai post. Ve lo dedico con gli aggiornamenti del tempo difficile che viviamo. Coraggio! 
Tempi di resilienza pura, il Natale all'orizzonte si profila un momento triste per molti. Niente affetti, niente abbracci, niente presenze.
Facciamo il possibile perchè Natale sia vero, senza timori, essenziale e quindi di Lui, Gesù che nasce davvero "ancorasempreovunque".
Facciamo un presepe senz'altro quest'anno. Anche come rivolta al natale del consumo.
Facciamolo per i bambini e per noi grandi che abbiamo il compito di traghettarli in questa bufera emotiva e sanitaria. Con coraggio e determinazione. Loro si aspettano questo da noi. Sicurezza. pazienza, fiducia, equilibrio. Sosteniamoci a vicenda. 

Quando avevo pensato ad un  presepe essenziale le cose sono andate così.
Il  nipotino che allora aveva cinque anni mi aveva fatto notare che "... no, non è poi tanto bello, ci sono poche statuine e mancano tutti gli animali... e dove andrà Gesù a nascere senza grotta? e dove metteremo i Magi in cammino? e se non c'è il ruscello e il  laghetto con le papere come faranno a bere le pecore assetate? e come potrà un solo angelo annunciare e cantare  tutta la notte? e il castello e la stella cometa e...dov'è il tuo bel presepe degli altri anni?"
Tutto da rivedere, quindi! Ero felice di questa rivolta: vuol dire che questo presepe è  una presenza importante! 

Mia madre ultra novantenne  aveva portato con sè  dalla mia città una scatola rossa, con un'indicazione chiarissima: PRESEPE scritta con la calligrafia di tanti anni fa. Me l'aveva  consegnata.
L'avevo aperta e facevano capolino, fra il finto muschio, l'asino e il bue. Con cautela ho rimosso alcune statuine e ne sono emersi   San Giuseppe e Maria, esattamente come me li ricordavo e come li disegnavo nei quaderni di scuola. Gesù Bambino nella mangiatoia e tutti i personaggi che incantavano il piccolo semplice mondo del presepe di casa mi guardano nostalgici e trepidi:  sembrano ancora così fragili! 

Che il ricordo dopo tanti anni fosse ancora vivo mi ha stupito e mi ha riportato alla devozione di allora, alla naturalezza dell'evento natalizio agli occhi bambini, alla riverenza per quella nascita divina, che stupisce il mondo ancora.
Natale nel presepe allora è sapore di rito familiare, di certezza, di bene, di autenticità.
Facciamo allora il presepe con questi nostri bambini!
Costruiamolo con loro, con i loro materiali, con la loro ingegnosità, la loro fantasia e la loro semplicità. Facciamo loro il dono della rappresentazione di un fatto reale, storico e divino, di un evento d'amore, che li accompagnerà per la vita con l'immediatezza dell'immagine e delle cose.
Avranno qualcosa di grande e di umile insieme da ricordare nei momenti bui e difficili, lieti e festosi: forse l'espressione di un pastore o la sorpresa del re Melchiorre, o la tenerezza di Maria o l'espressione  attonita del soldato con la spada sguainata, o il semplice sicuro sguardo di Giuseppe, uomo giusto".

E questo Natale sia apertura a coloro che sono soli, che mendicano un sorriso e una voce che li rassicuri: Dio ci ama. Attraverso gli occhi dell'altro.
Felice Attesa.

Pubblicato da Annamaria
foto film Nativity

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