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mercoledì 25 novembre 2020

I padri essenziali per eliminare la violenza sulle donne e ogni genere di violenza

 


Alberto Pellai, medico psicoterapeuta,  riflette sul ruolo essenziale dei padri 
nell'educazione alla non violenza 
in una giornata dedicata alla difesa delle donne. 
Una violenza da eliminare con la responsabilità di tutti. Tutti.

AIUTAMI A TRASFORMARE UN PUGNO IN UNA CAREZZA

Sei tu papà a dovermi insegnare come posso diventare un uomo capace di rispetto, affetto, tenerezza. Non mettere mai dentro me il seme della violenza. Dammi la certezza delle mie lacrime quando non posso fare a meno di piangerle. 

Insegnami ad attraversare la paura e non a temerla come qualcosa che potrebbe rendermi meno maschio. Spingimi verso il coraggio della verità e dell’integrità, aiutandomi a credere che la competenza è molto più importante della potenza. 

Posa il tuo sguardo sul femminile in modo che io impari a comprenderne la bellezza profonda, ma anche il dovere del rispetto. Perché ci sono ancora troppi sguardi, là fuori nel mondo, che sanno solo rubare, spogliare, svilire, umiliare. Insegnami la bellezza di una carezza, trasforma le mie mani in motori di tenerezza. Fallo da quando sono piccolo, usando le tue stesse mani con me come fa il contadino con la sua terra: la lavora con pazienza e permette al seme di trasformarsi in nutrimento, generando vita.  

Usa le parole come fa lo scultore col suo blocco di marmo. Lavora di cesello, scegliendo con precisione quando e come imprimere su quella materia grezza il tocco che lascia il segno. Diventa l’artista che trasforma la mia vita nella tela del suo capolavoro più riuscito. 

E aiutami a capire la differenza tra fare sesso e fare l’amore. Tra essere oggetto e diventare soggetto in una relazione amorosa. Perché l’amore costruisce la bellezza della libertà reciproca, mentre il sesso senza intimità e come ricerca del piacere fine a se stesso trasforma l’altro in oggetto. E tu con un oggetto puoi farci di tutto. Averne cura. Ma anche buttarlo per terra, ridurlo in frantumi, nasconderlo in un armadio, dimenticarlo in soffitta. Papà, io sono nato maschio. Ma per diventare uomo ho bisogno di te. 


E’ questo il messaggio che oggi voglio condividere in occasione della giornata mondiale per la prevenzione della violenza di genere. Un giorno in cui quasi sempre i messaggi vengono rivolti alle donne. Mentre io credo che la vera prevenzione parta da noi uomini. Ne ho parlato a lungo in “Da uomo a padre. Il percorso emotivo della paternità” (Mondadori ed.), un libro dove auspico una cultura di genere per noi uomini che non ha paura di alfabetizzarsi alle emozioni conquistando quella competenza che spesso, quando manca, si trasforma in violenza. E’ un libro in cui parlo di me figlio e poi di me padre, cogliendo tutte le sfide che i miei quattro figli (due maschi e due femmine) hanno messo nella mia vita. C’è una trasformazione profonda da creare nelle nostre vite, a partire da come guardiamo, parliamo e trattiamo i nostri figli. Lì c’è il seme che trasforma un pugno in una carezza. 
Questo è un messaggio che vorrei arrivasse ai ragazzi e agli uomini. Da condividere con il genere maschile. Il rischio è credere che queste parole siano solo “roba da femmine”. Ecco, il rischio è proprio questo: pensare che la competenza emotiva – da cui origina il rispetto – sia una cosa che femminilizza il maschile.
                                                      dalla pagina facebook di Alberto Pellai

pubblicato da Annamaria Gatti
  foto da daddycool.it                                                                          

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