Giorgy, leone imbranato
Il leoncino Giorgy
era un bel tipo: faceva morire dal ridere, sapeva imitare quasi tutti gli
animali della savana, sapeva ingegnarsi in ogni necessità e aveva forza e intelligenza da vendere.
Ma era distratto. Così distratto, che quando iniziava a fare qualcosa, se la sua attenzione veniva attirata da altro, perdeva ogni concentrazione. Se rincorreva una gazzella e quella gli faceva un indovinello… si fermava a discutere e diventavano amici.
Se stava stanando un’antilope che gli voleva svelare il segreto del leopardo con la tosse, Giorgy non poteva resistere, interessato com’era alla sorte del cugino.
Tutti lo chiamavano “il leone imbranato”. E Giorgy un po’ ci soffriva, ma poi sentiva la fiducia di
mamma e papà che pensavano: ce la farà questo figliolo, perché
ha tante risorse!
Un giorno le leonesse
proposero la consueta gara di corsa per provare le abilità dei cuccioli che stavano
crescendo. Tutti partirono e anche Giorgy.
Ma uno dei leoncini arrancava con
fatica. Fu allora che Giorgy tornò
indietro.
Il coccodrillo urlò: “Il solito imbranato, era primo e
finirà ultimo!” Anche gli altri leoncini
lanciarono urla di scherno. Poi ci fu silenzio, mentre Giorgy aiutava l’avversario deboluccio a riprendere
la corsa:
“Dai che ce la facciamo insieme! Non ti fermare,
l’importante è arrivare in fondo!”
“Ma tu perderai la gara, per aiutarmi.”
“Oh… se mi racconterai la barzelletta del coccodrillo col
mal di pancia, giuro che non mi
importerà nulla di vincere” commentò Giorgy allegramente, perché sentiva che stava facendo la cosa
giusta.
Arrivarono alla meta della corsa che li iniziava alla vita
di caccia e lì accadde un fatto strano: il leone più anziano, d’intesa con le leonesse cacciatrici, gli si avvicinò.
Guardandolo intensamente negli occhi e, fra lo stupore di tutti, pronunciò la formula del vincitore:
Guardandolo intensamente negli occhi e, fra lo stupore di tutti, pronunciò la formula del vincitore:
“Hai vinto Giorgy.
La gara era l’ occasione
per stabilire
chi di voi avesse avuto l’abilità
più necessaria:
la generosità.”
Da allora nessuno più ebbe il coraggio di chiamarlo “imbranato”.
E Giorgy acquistò più sicurezza e padronanza della sua attenzione.
Mi dicono che Giorgy poi è diventato un grande capo del suo branco, valoroso
nella difesa dei cuccioli. Lo avete mai incontrato?
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