L'Istat segnala che nella scuola sono:
- raddoppiate le certificazioni di disabilità, legge 104
- quadruplicati i DSA legge 170/2010
- aumentati i BES bisogni educativi speciali.
Un bambino su 4 in ogni classe è portatore di una diagnosi.
Gli screening nelle scuole poi facilitano la prassi di invio allo specialista, che può giungere alla certificazione (anche gli specialisti devono essere preparati a non medicalizzare?).
Io sono una psicologa e una psicopedagogista che ha curato per molti anni progetti di prevenzione del disagio nella scuola.
Abbiamo per decenni lavorato perchè venissero riconosciuti i bisogni del bambini e del ragazzo, anche con screening e approccio alle difficoltà di apprendimento, socioaffettive e di inclusione.
Le problematiche sono molte e avrebbero bisogno di essere approfondite: intanto diciamo che la scuola ha bisogno di risorse pedagogiche e psicologiche che accompagnino gli insegnanti, non certo alla medicalizzazione, ma senz'altro a ritrovare la forza del loro intervento educativo.
Se negli anni molti invii sono stati dettati da volontà di capire come aiutare i bambini in una società, come afferma Novara, sempre più complessa e "innaturale" per la crescita serena psicoaffettiva dei bambini stessi, oggi l'invito a riprendere educare con professionalità e coerenza educativa mi pare vincente. Gli strumenti e le metodologie ci sono e sono efficaci. La diagnosi è l'ultima spiaggia, ma anche uno strumento importante, da usare con molta attenzione, creando una vera alleanza educativa con la famiglia.
Riconosco inoltre l'importanza della preoccupazione espressa dal pedagogista: troppe "famiglie emotive, nervose, con scarsissima coesione educativa fra i genitori stessi"...
Malattia dell'educazione, è vero!
Allora aiutiamo anche i genitori a ritrovare le forze buone in loro stessi, "rimuovere le proprie carenze educative, ripristinando i basilari minimi", la fiducia che i bambini hanno i loro tempi, senza confondere la loro immaturità con la patologia, e occorre seguirli con infinita pazienza e con coraggio educativo e con un progetto in testa e nel cuore, senza rinunciare ai propri ruoli.
pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto dreamstimer
Educazione è pazienza e coerenza. Alla mamma che scrive allertata dal dilagare della maleducazione più becera nei parchi gioco, negli asili, nelle scuole, nelle palestre nei campi sportivi , dico che proprio dalla buona educazione condivisa in famiglia partono i veri punti saldi per fornire fattori di protezione e di prevenzione del disagio, non degli altri bambini o ragazzi, ma dei vostri. Cosa aspettiamo ad educare con coerenza e determinazione fin dai primi mesi e anni di vita? Difficile? Faticoso? Qui la responsabilità è una parola assolutamente necessaria.
RispondiEliminaAnnamaria blogger