L'esortazione incisa sulla porta del tempio di Apollo a Delfi “Conosci te stesso” ha ricordato nei secoli la necessità di canalizzare in modo positivo le proprie energie e potenzialità. Negli ultimi anni l'attenzione alla vita emotiva ha ricevuto nuove motivazioni dalla psicologia. Goleman (1996) ha divulgato il concetto di “intelligenza emotiva”, definita come “la capacità tipicamente umana di riconoscere i sentimenti personali e quelli degli altri, di auto motivarsi per gestirli positivamente tanto interiormente, quanto nelle relazioni esterne”. Gardner (1993), nell’ambito della sua teoria delle intelligenze multiple, ha elaborato la distinzione tra l’intelligenza interpersonale, che interviene nel comprendere il comportamento, le emozioni e le motivazioni degli altri, e quella intrapersonale, che ci aiuta invece a comprendere come siamo, cosa desideriamo e come cambiamo nel tempo.
In questo articolo si presenta un'esperienza nella scuola primaria che ha tentato di misurarsi con i seguenti interrogativi: le emozioni possono essere insegnate? In quale modo dei processi esterni all’individuo riescono a sollecitare le sue risorse e le sue competenze in questo ambito?
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pubblicato da Annamaria
Molto interessante.
RispondiEliminaBuon Luglio
sinforosa
Ciao Annamaria. Sono Noemi, mamma di 4 bimbi piccoli, ex-gen, ora interna di FN. Con mio marito abbiamo fondato una Onlus, Associazione Scuolando, che - tra le altre cose - propone percorsi di intelligenza emotiva a piccoli gruppi di ragazzi in un contesto domestico, familiare, anche per rispondere concretamente ad una esigenza di collaborazione scuola-famiglia sempre ricercata ma difficilmente perseguita in modo concreto. Oltre a questo, sempre in ambiente domestico, proponiamo un servizio ai bimbi della scuola primaria: attraverso lo svolgimento dei compiti che ciascuno avra' assegnati nella propria classe, si punta a trasmettere loro un metodo di apprendimento, basato sulle tecniche di memoria e sulle mappe concettuali, sfruttando cio' che vi e' di piu naturale nei bimbi: la creativita' e l'uso delle immagini. Questo anche in vista dei bimbi con DSA, per i quali queste strategie di apprendimento sono particolarmente indicate. Il fatto che questo metodo di studio venga proposto indistintamente a tutti gli alunni, non solo quelli con DSA, l'ambiente familiare e il gruppo ristretto di amici, permettono che soprattutto i bimbi con qualche difficolta' trovino la piena integrazione nel gruppo e consolidino la propria autostima. Sarebbe interessante valutare insieme qualche forma di collaborazione. Grazie del tuo prezioso lavoro! Noemi www.scuolando.com
RispondiEliminaMolto bene, grazie di questa segnalazione e dell'impegno. Credo sia un'esperienza concreta, condivisibile, da esportare.
RispondiEliminaSarei felice di dedicare uno o più post con vostri contributi.
Riscrivetemi, eventualmente anche per mail
Grata
Annamaria