di Ezio Aceti
Fonte: Città Nuova
«Perché ogni
volta che dico al mio piccolo di quattro anni di aspettarmi due minuti,
dopo pochi secondi si mette a piangere disperatamente?».
Francesca - Alessandria
Quante volte ho sentito mamme lamentarsi per il fatto che i loro bambini
non sono in grado di stare cinque minuti a giocare da soli, o che non
tollerano più di trenta secondi di rimanere in castigo…Francesca - Alessandria
Quante volte ho sentito insegnanti delle prime classi elementari dispiacersi del fatto che molti bambini di sei anni non erano in grado di prestare attenzione per più di tre o quattro minuti…
La spiegazione di questo sta nel fatto che il bambino ha una percezione del tempo completamente differente dall’adulto. Il tempo, per il piccolo, è eterno, infinito. Per lui stare due o tre minuti da solo significa starci per due o tre ore …
Questa “eternità del tempo” permette ai bambini di vivere intensamente tutto quello che fanno. I bambini, infatti, sono pronti a cambiare umore e passare dal pianto disperato al riso a crepapelle, in pochi minuti, senza problema.
Ecco perché occorre avere cura e prestare molta attenzione al tempo che trascorriamo con loro, perché vivono tutte le cose e le realtà al massimo, con una intensità straordinaria.
Ecco allora perché è necessario non lasciarli piangere a lungo, solo perché siamo convinti che in questo modo imparano a stare da soli… Quanti pregiudizi a questo riguardo!
Quante volte sento genitori dire tra loro frasi come: «è capriccioso», «è testardo», «è furbo… perché dopo due minuti vuol fare quello che vuole», ecc.. No, è necessario che l’adulto si metta una volta per tutte nei panni del bambino per scoprire assieme a lui un mondo pieno, profondo, fatto di attimi sostanziati dall’intensità di tutto loro stessi.
Per questo, sia quando giochiamo, sia quando parliamo con i nostri bambini, occorre farlo con tutto noi stessi, senza distrazioni, come loro fanno con noi.
I bambini ci insegnano che il tempo è un dono di Dio ed è prezioso, che vale la pena utilizzarlo pienamente e che non bisogna sprecarlo, ma vivere ogni istante come se fosse l’ultimo della nostra vita.
Del resto, questo concetto viene anche descritto in modo particolare nel Vangelo, quando, a proposito dei bambini, Gesù ci dice che «loro è il Regno dei Cieli» e che occorre essere come loro.
Infatti, il Regno dei Cieli sarà con tutta probabilità la vita eternamente piena, dove il concetto di tempo non ci sarà più e tutto sarà vissuto nella pienezza e nell’eternità profonda e luminosa.
Eh, sì, questa volta è proprio il caso di dirlo: quanta pazienza i bambini hanno con noi!
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