di Annamaria Gatti
Illustrazione di Eleonora Moretti
fonte: Città Nuova
L'inverno
era stato buio e freddo e ora qualche sprazzo di luce e qualche
raggio di sole aveva scaldato la tana di Fulva. La volpe non era
molto convinta di quel cambiamento climatico ma decise e si avviò
verso l'esterno, con cautela.
“Eccoti
qui finalmente!” gli urlò nelle orecchie lupo Giuliano.
“Ehi
abbassa il tono, lupo! Non mi convinco tanto facilmente che i tempi
siano cambiati, io non sono facilona come te!” sussurrò
Fulva, la volpe.
“Beh,
dipende” aggiunse lupo Giuliano “tu non sei superficiale, ma io
ho deciso che mi devo fidare degli altri e anche del tempo. Io credo
che ora la primavera sia alle porte per tutti noi!”
“Abbiamo
avuto un inverno così difficile, lupo Giuliano!”
“Già,
ma nel momento più drammatico, sai cosa è accaduto!”
“L'uomo
ti ha aiutato, lo so! Stavi morendo.”
“Già,
anche tu sei stata una buona amica!”
“Dovere,
dovere... ci si aiuta fra animali! E chissà perchè
l'uomo ti ha soccorso...”
Lupo
Giuliano era già saltato al di là delle felci del
bosco.
Fulva,
agile e guardinga, si era buttata all'inseguimento dell'amico.
Quando
furono nell'ampio prato che delimita il bosco, lupo Giuliano si
fermò, fiutando l'aria.
Poco
discosto c'era lui... l'uomo, in compagnia di altri uomini.
Sistemavano tronchi e rami.
“E'
lui vero?” chiese Fulva.
“E'
lui, ma non mi vedrà, non si accorgerà di me. Io solo
posso sentire l'odore dell'uomo che mi ha salvato la vita.” sospirò
lupo Giuliano.
“Non
capisco.” sogghignò Fulva.
“Sappi
che io ho il compito di vegliare su di lui, ora che sto bene.”
“Ah,
la nostra legge del bosco, vero?” chiese Fulva dubbiosa.
“Sì,
amica volpe... e anche qualcosa di più. Fidati Fulva!”
“Lupo,
hai ragione, è primavera.”
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