Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

venerdì 31 ottobre 2025

I santi rifioriranno sempre.

 


                             I santi rifioriranno sempre (e amano anche gli antipatici)

                                                   di Maurizio Patriciello

                                           fonte: Avvenire 30 ottobre 2025

La santità è gioco. Giocare con Dio. Tentare di capire, di arrivare al fulcro, al centro, al cuore di questo Mistero che affascina e spaventa. Dio è amore

Péguy: «E quando si dice che la Chiesa ha ricevuto promesse eterne, che si possono radunare in una promessa eterna, bisogna quindi rigorosamente intendere che non soccomberà mai sotto il suo invecchiamento, sotto il suo indurimento, sotto il suo irrigidimento, sotto la sua abitudine e sotto la sua memoria… e che i santi rifioriranno sempre». 

Anche oggi, anche domani, anche con l’avvento dell’Intelligenza artificiale e delle mille astruserie che ai vecchi ancorati alle loro abitudini, fanno paura. Santità non è sacrificio, penitenza, perfezione. O, almeno, non solo questo. Santità è relazione. Il frammento si rispecchia nel Tutto e dal Tutto si sente attratta e annichilita. La goccia cerca il torrente senza il quale sente di evaporare. La santità è gioco. Giocare con Dio. Tentare di capire, di arrivare al fulcro, al centro, al cuore di questo Mistero che affascina e spaventa. Dio è amore. 

Il santo ama. Chi? Tutti. Anche gli antipatici? Anche quelli. Ma gli altri sono cattivi. Vanno aiutati a esserlo di meno. Lui, il tuo Dio, li ama. E ti chiede di fare altrettanto. Ce la sussurriamo la verità in questa giornata dedicata a loro, ai santi? Giudicare è più facile che amare. Ti mette sul piedistallo e ti fa guardare dall’alto coloro che Dio ha voluto guardare negli occhi. Selezionare, incasellare, etichettare, litigare, condannare: tutto questo ci mette al riparo dalla fatica di dover amare. Attenzione ai paraventi. 

Chi ama ha vinto la paura – ogni paura – perché si fida. Il coraggio dei santi affonda qua le sue radici. Si fida. E ritorna bambino. Capace di meraviglia e di stupore, bisognoso si dialogo e carezze. Si guarda attorno e “vede”, finalmente “vede”. Vede il sole e le castagne; i crisantemi e i campanili; il piccolo appena nato e l’altro che viene gettato nella fogna. Vede l’acqua del fiume inquinato e quella del battesimo. “Vede” il Pane che diventa Dio e Dio che si fa pane da mangiare. 

Una magia? No, un gioco. Perché un padre ama giocare con i suoi bambini. E gli uomini, che fin troppo si prendono sul serio, devono imparare a giocare per diventare veramente uomini. E i peccati? Dove li mettiamo i peccati? Dove li ha relegati Iddio. Gli antichi monasteri vuoti non sono un fallimento, ma testimonianza di fede di fratelli e sorelle che hanno amato Dio e gli uomini in quel luogo, in quel tempo. State sereni, nulla è andato perduto. Ogni secolo ha avuto i suoi santi. Ma guai ad abituarsi troppo. Guai a trasformare i santi in “santini”. Faremmo un torto allo Spirito Santo che è perenne novità; a Dio che ci spiazza sempre.

Per dodici secoli la Chiesa e il mondo hanno fatto a meno di Francesco di Assisi. Fino a quando non arrivò questo giovane, originale, un po' folle, un po' strano, incompreso dai religiosi del tempo. S’innamorò. Di chi? Del lebbroso? Della foresta? Del canto degli uccelli? No, si innamorò di Cristo. Voleva lui, cercava lui, voleva giocare con lui, rimanere con lui. Un solo pensiero lo tormentava: offenderlo, pur senza volerlo. E ripercorse le antiche vie già tracciate dalla Chiesa e ne scoprì altre. 

Chi ama teme di fare del male alla persona amata, ed ecco l’assisano farsi severo con sé stesso e gli altri. Forse troppo. E se – il solo pensiero mi fa male – e se dicevo, per il futuro nessun giovane sentisse il fascino di indossare il saio? Per quindici secoli la Chiesa e il mondo non hanno saputo chi fosse Ignazio di Loyola e i gesuiti. E così via. Come sono diversi tra loro, i santi. Al punto che – poverini – qualche volta si sono guardati in cagnesco. La santità si declina in mille, diecimila, centomila modi. Perché ovunque volgi lo sguardo, Dio ti ammalia. Fino a oggi ne abbiamo appena sfiorati alcuni, il bello non è ancora arrivato. 

Non è facile rimanere sereni mentre il mondo cambia. Guardiamoci indietro. Ripercorriamo a ritroso la nostra storia. Che hanno in comune l’adolescente Carlo Acutis e il martire Ignazio di Antiochia? E i piccoli portoghesi, Francesco e Giacinta Marto, che ci fanno accanto a Tommaso d’Aquino e ad Agostino? Questa santità – perenne novità - mi attrae. Mi incanta la fantasia di Dio. 

Spalanco gli occhi: un bimbetto che sgambetta appena ha raccolto nel prato un minuscolo fiorellino giallo e lo ha regalato al suo papà milionario. Mi fermo, li scruto. Voglio imparare. Osservo la gioia del piccolo che ha donato tutto ciò che aveva di più bello, ma, soprattutto, quella del babbo che stringe al cuore il suo bambino, il bene più prezioso. 

I santi rifioriranno sempre. Anche oggi. Anche in mezzo a noi. E – perché no? – anche noi stessi possiamo fiorire in questo giardino dai mille fiori e mille profumi. Fiducia. Umiltà. Tanta, tanta, tanta umiltà. Amore. Oggi abbiamo una sola cosa da fare: amare. Cominciamo subito, senza preamboli, senza opporre resistenza, senza cercare appigli per sfuggire all’unico nostro dovere. Senza distinzioni, senza preclusioni. Noi non possiamo non amare coloro che Dio stesso ama. E se Dio ha tanta pazienza da rispettare i tempi dei “peccatori”, i loro ritardi, le loro giustificazioni, le loro bugie, le loro cadute, chiede a noi, peccatori perdonati, di imitarlo. “Ama e fa quello che vuoi”. Ho capito, Signore. Sono pronto. Mettiamoci in cammino. Soli Deo gloria.


pubblicato da Annamaria Gatti

foto: Focus,it

giovedì 30 ottobre 2025

Ultimo appuntamento favola 7. Doni a saperli vedere: Tramonto e grazie

Scrivevo... e vi ripropongo questa favola, perchè in questi giorni occorre vedere i doni che ci circondano e senza chiederci nulla. Facciamolo con i nostri bambini.

Carissimi tutti che seguite il blog. O carissimi affezionati  lettori del periodico Città Nuova. Questa è l'ultima favola pubblicata sul cartaceo di Città Nuova di cui sono autrice e di cui Eleonora è illustratrice. E di questa opportunità che ci ha entusiasmato e rese migliori... ringraziamo la redazione di  Città Nuova. 

E' stato bellissimo accogliere i vostri commenti e il vostro entusiasmo. Altri viaggi bellissimi senz'altro si apriranno,  ma volevo lasciarvi parte di un commento di Chiara M. che ringrazio,  giuntomi poche ore fa che mi ha commosso e che mi pare il più bel saluto a tutti, bambini, genitori, insegnanti e nonni che ci avete seguito. E' stato un bellissimo cammino.

Ho letto (la favola). Semplicemente splendida🥰Grazie! Sai far sognare e questo è bellissimo.



TRAMONTO  E GRAZIE 

favola di Annamaria Gatti              illustrazione di Eleonora Moretti

fonte:  Città Nuova, novembre 2023 


Dopo aver scoperto che la natura è una meraviglia, anche nelle più piccole cose, Lucia aveva ammesso: “Non avevo mai notato tanta bellezza.”

Carlo, che governava con maestria la mongolfiera, aveva aggiunto: “Beh, io l’avevo vista ma non l’avevo osservata ed era come se non ci fosse. Sono stato proprio distratto!”

La mongolfiera aveva sussurrato: “Voglio svelarvi un altro segreto…” Ma non fece in tempo a continuare, perché un lampo di luce rosso fuoco la scosse tutta e i due bambini  spaventati si aggrapparono alle funi della mongolfiera che li rassicurò:

“Scusate ragazzi, il sole ha sempre un modo originale di salutarmi. Ora se ne va un po’ più in là, a ovest, e mi  regala i colori del tramonto…”

I lampi si susseguirono nel cielo e i due amici erano affascinati da quello sfolgorio. Fasci di luce a sfumature d’ambra, vermiglio, corallo, ciclamino e violetto si alternavano  fino a confondersi in uno spettacolo multicolore.

Carlo e Lucia si chiedevano: “Come può accadere tutto questo?”

Il sole sornione, già pronto a far posto al crepuscolo, cercò di chiarire: “Questione di cirri, bambini. Le nuvole alte, sospese nell’atmosfera, sono fatte da cristalli di ghiaccio, che io illumino durante il tramonto, e ne viene fuori tutta questa meraviglia. Sono un eccellente pittore vero?”

“E’ vero. Ma ora dobbiamo tornare sulla Terra, nel parco, e tu Lucia, al tuo castello” aveva comunicato un po’ dispiaciuto il responsabile Carlo, che promise. “Verrò a trovarti Lucia e anche tu potrai venire qui al parco a giocare.” “Certo verrò sicuramente, ma ora atterriamo laggiù,  ci sono  bambini e bambine con cui possiamo fare amicizia” suggerì la principessa.

Laggiù nel parco, erano tutti a naso in su, un po’ per la bella mongolfiera e un po’ per gli splendidi colori del cielo. Lucia era raggiante per la possibilità di stare ancora con  altri bambini,  che la invitarono a godersi insieme quel tramonto e a indovinare il nome dei colori e delle nuvole, mentre Carlo assicurava la mongolfiera, che finalmente poteva riposare. Anzi no, nessun riposo per il pallone aerostatico,  a causa del chiasso quando tutti i bambini esplosero in un formidabile " GRAZIE!!!" che arrivò fino al sole. E tutti si sentirono profondamente contenti.

Anche tu, che leggi o ascolti queste storie, ti senti felice quando esprimi il tuo grazie a qualcuno? Dai ora racconta tu...

domenica 26 ottobre 2025

Si può fare un errore e non essere persone sbagliate. Cosa significa questo per i nostri ragazzi.


Condivido questo siginificativo contributo di Angela Mammana, psicoterapeuta e firma di Città Nuova. Dialoga con il  bambino o la bambina che siamo stati/e,  incontra  gli adulti che siamo oggi, lasciando un semplice e verissimo messaggio, che può rassicuraci: "...si può fare un errore e non essere persone sbagliate..." ma questo ci conferma che "Un ragazzino ha bisogno di un adulto accanto che dica in modo autentico: «Tu sei diverso da me, mi piaci così, vai bene»".

PROTAGONISTI DI VITA

                                                  di Angela Mammana

                                     fonte Città Nuova -  24 ottobre 2025

"Diventare protagonisti della propria storia sembra quasi un buon titolo per un prossimo libro, uno slogan dei mentori più in voga del momento, una frase ad effetto che può essere motivante. 

Non ci credete! Non è semplice per nulla.

Se vi chiedessi come avete preso le ultime decisioni importanti?

Qualcuno vi ha consigliato?

Quale criterio avete usato?

Avete seguito quello che vi hanno insegnato in passato, o vi siete fatti delle domande autentiche su quello che è importante per voi?

Essere protagonisti vuol dire sentire che dentro di noi tiene il timone della nave una parte adulta e saggia, che sceglie con consapevolezza, che trova soluzioni creative, non segue la massa, ma un pensiero metabolizzato, si fa domande scomode, accoglie le proprie emozioni. Tutto ciò è complesso quando la nostra storia è stata puntellata da esperienze traumatiche, o da piccoli traumi relazionali che si sono ripetuti nel tempo come cattive abitudini.

Alle volte ascolto studenti che si bloccano davanti a libri che sembrano macigni. Come F., che ogni volta che guarda il suo programma di studio ha paura di non dimostrare di essere all’altezza delle aspettative dei genitori.

A., nonostante stia facendo dei progetti meravigliosi con gli studenti delle scuole, le settimane prima del lavoro è assalita da dubbi sulle sue capacità, si dà della “scema”, pur avendo conseguito diversi risultati accademici e professionali.

S., invece, quando torna dalla sua famiglia d’origine non si sente in grado di dire “no” alle richieste che le fanno, nonostante abbia notevoli capacità e competenze che utilizza nel lavoro.

Poi, F. che è in crisi perché il nuovo ruolo di coordinamento la fa sprofondare in quella bambina di sette anni che è stata, che faceva fatica a fare i compiti e subiva le urla della mamma.

Questi uomini e donne sono stati i bambini di ieri che non hanno vissuto guerre o abusi sessuali, ma sono stati al gioco della rigidità, non si sono sentiti compresi e voluti per come erano.

Un ragazzino ha bisogno di un adulto accanto che dica in modo autentico: «Tu sei diverso da me, mi piaci così, vai bene». Se questo non è mai avvenuto il bambino interiore si porterà dietro insicurezze, paure bloccanti, e credenze limitanti come “non sono capace”, “non valgo”, “non sono abbastanza”…

Come fai a credere di essere protagonista della tua vita quando ogni giorno combatti con queste zavorre? La strada per andare da A a B non sarà dritta, ma tortuosa, se trasciniamo traumi la procrastinazione la farà da padrona e i passi verso gli obiettivi saranno faticosissimi.

Ma non è tutto perduto!

Se ci facciamo i conti queste idee irrazionali e svalutanti si possono modificare, sono tutti tranelli che parlano dell’essere. Lavorarci è faticoso e fondamentale per ritrovarsi.

Possiamo essere capaci e sbagliare.

Si può “fare” un errore e non “essere” persone sbagliate. Questo ci mantiene in uno stato di apprendimento dall’esperienza e di gentilezza verso chi siamo. La nostra identità è l’insieme dei fatti della nostra vita, delle esperienze che come un puzzle costituiscono il nostro sfondo, la nostra storia.

L’essere protagonisti è un’opportunità che ci concediamo, una responsabilità che ci dà un “potere” di agire, di fare qualcosa che è buono per noi e per il mondo.

Piano piano le credenze limitanti a cui accennavo sopra si possono trasformare in: “sono capace e posso fare errori”, “io vado bene così”, “sono abbastanza, sono ok”.

 I grandi fanno il meglio che possono, che a volte può non essere il meglio per noi.

Oggi che siamo grandi possiamo fare il meglio per quel bambino o quella bambina che vive dentro e possiamo prendercene cura con amore.

Protagonisti si diventa."


Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

Foto: greenMe

martedì 21 ottobre 2025

Doni a saperli vedere 6. Favola FRUTTI

Una storia di frutti speciale. 
A saperli vedere questi doni, che lastricano il sentiero della speranza.
Raccontiamoli ai nostri bambini, perchè restino fedeli al loro futuro.


FRUTTI

     di Annamaria Gatti     

                  illustrazione di Eleonora Moretti    

  Fonte: favola da Città Nuova, settembre 2023        

I semi dalle diverse forme e consistenze erano planati pian piano sulla Terra, lasciando i due bambini ad osservare stupiti, mentre la mongolfiera che li cullava nel cielo azzurro era diventata pensierosa: aveva qualcosa di particolare da raccontare, ma le mongolfiere parlano?

“Certo che possono parlare” aveva ammesso la mongolfiera.

“Hai detto qualcosa Lucia? “ aveva chiesto Carlo.

“No, è stata la mongolfiera a dire qualcosa.”

Carlo aveva  osservato il suo pallone aerostatico con curiosità:

“Che sorpresa! E perché non lo hai fatto prima?”

“Amici miei, parlo ora perché voglio raccontarvi una cosa bellissima. Guardate qui sotto…” e  pian piano era scesa verso un prato alberato. Oscillando si era fermata sopra ad alcuni filari: erano piante di pere.

Carlo aveva protestato: “Cosa vedi di strano in un filare di peri?”

La mongolfiera aveva sussurrato: “Carlo, ci sono doni che bisogna saper vedere, altrimenti te li perdi. Per esempio, qui sotto, vedi quel pero? Ebbene, innestato su quel ramo c’è il ramo di un secondo pero… e, come se si dessero la mano, sul secondo vedi che è innestato il ramo di un altro albero fratello…”

“Innestato? E cosa vuol dire?” aveva chiesto Lucia.

“Vuol dire abbracciato uno all’altro, unito uno nell’altro… Ma la cosa straordinaria è che il secondo e il terzo albero non hanno radici, non hanno il tronco nella terra.”

“Non è possibile!” aveva protestato Carlo. “ Sui rami di tutti e tre ci sono foglie e pere, come potrebbero crescere senza radici e senza nutrimento?”

“Appunto questa è la magia. Il primo albero dà il nutrimento agli altri due con l’innesto, avvenuto forse  con il movimento dei rami mossi dal vento. Così un albero robusto ha trasmesso vita e linfa agli altri due che stavano morendo.”

Le pere dai tre alberi occhieggiavano splendenti alla luce  dorata del tramonto e stavano bene insieme, come sorelle in un unico miracolo.

Carlo era il più stupito: “Non ci posso credere!”

Invece Lucia aveva spiegato: “Vuoi dire che la natura è così generosa che, se una pianta si trova in difficoltà, è capace di aiutarla con le piante vicine?”

“Proprio così, Lucia” aveva confermato la mongolfiera.

“Proprio così” avevano canticchiato le pere in bella vista sui tre alberi. “Siamo tutte sorelline, vedi? Si vive bene ad avere cura uno dell’altro.”

Carlo e Lucia avevano capito. E la mongolfiera era orgogliosa di aver permesso loro di vedere un altro dono. 


Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it


 

sabato 18 ottobre 2025

Doni a saperli vedere 5. Favola SEMI

 C'era e c'è una bambina, Sofia, che ad ogni scoperta mi ripeteva "Non ci posso credere....!" e quella frase mi ha accompagnato nella scrittura di questa favola. In questi giorni grigi con scintille di speranza che si fanno largo a fatica fra il pessimismo dilagante dei grandi, i bambini e le bambine da Gaza a Israele, dalle nostre città ai paesi colpiti da tragiche guerre, testimoniano quanto ebbe a dire Seligman: 

LA NATURA HA PROTETTO I BAMBINI FISICAMENTE E PSICOLOGICAMENTE 

CON ENORME E IRRAZIONALE CAPACITA' DI SPERARE


DONI A SAPERLI VEDERE

SEMI

favola di Annamaria Gatti      illustrazione di Eleonora Moretti 

fonte Città Nuova

La principessa Lucia si guardava attorno curiosa:

“Carlo, hai un’idea di dove la brezza ci stia portando ora? A scoprire qualche altro dono che di solito non vediamo?”

Ma Carlo non rispondeva perché era distratto da una leggera elica che roteava davanti al suo naso…

“Guarda un po’, cosa sarà?”

Non aveva finito di stupirsi quando decine di “ali” volanti, almeno così sembravano, stavano allegramente popolando la “zona mongolfiera” su cui viaggiavano Lucia e Carlo.

Leggére e armoniose danzavano fra i due amici che guardavano ammirati: erano davvero uno spettacolo.

“Salve, perché vi stupite? Siamo i semi dell’acero, la nostra pianta madre e ce ne andiamo portati dalla brezza, pronti a cadere sulla terra e diventare altri alberi. Non vedo l’ora!!!”

“Così piccoli e leggeri? Non ci posso credere…” aveva commentato Lucia, a cui sembrava  di  vedere ballerine fluttuare nel cielo.

Ma Carlo era già impegnato ad afferrare altri semi che pure volteggiavano: la brezza stava facendo davvero uno spettacolo meraviglioso.

“Ehi Carlo,  lasciaci atterrare laggiù” protestava un pappo, “non vedi che porto un semino di dente di leone? Sembro un paracadute e ho un compito importante.”

“E’ così elegante che sembra vada a un ballo di corte…” pensava Lucia che se ne intendeva di feste al castello.

Intanto si sporgeva  dal cesto. Allungando un braccio pensava di far atterrare sulla mano, per un solo istante, un’altra ballerina: una lunga ala verdina sorreggeva due piccoli semi tondeggianti e parlava.

“Sono elegante principessa Lucia, vero? E’ emozionante volare e poi chissà dove mi poserò sulla terra” le stava raccontando. “Devo essere forte se voglio che dal mio seme cresca un altro tiglio robusto e profumato!”

“Non ci posso credere!” ripeteva meravigliata Lucia.

“Non ci posso credere…” ripeteva strabiliato pure Carlo.

“Bello volare ragazzi, soprattutto se hai un compito così importante!” aveva osservato divertita la mongolfiera, che però non si sentiva più avvolta dalla brezza, troppo impegnata a mandare a destinazione il corpo di ballo dei semi volanti. E poi? Alla prossima storia!

martedì 7 ottobre 2025

Doni a saperli vedere 4. Favola MARE


MARE settembre 2025: per mare donne e uomini  pacificamente hanno solcato le onde con le loro barche  per riportare l'attenzione greve  sulla tragedia del popolo di Gaza,  annientato dalla ferocia umana. Aggrediti e umiliati non si sono tirati indietro. Hanno fatto ciò che coloro preposti alla difesa dei diritti umani dei popoli non hanno fatto.  



storia di Annamaria Gatti  -  illustrazione di Eleonora Moretti

fonte: Città Nuova maggio 2023 

MARE

Con l’arcobaleno ancora negli occhi, la principessa Lucia e Carlo continuarono a volare sulla mongolfiera nel cielo, reso limpido dalla pioggerellina.

Quale nuova scoperta avrebbe fatto Lucia, fuggita dalla torre principesca in cerca di amici? Aveva conosciuto e apprezzato le nuvole, il vento, la pioggia e Carlo, che l’aveva accolta sul suo pallone aerostatico…

 “Brezza, ci sei? Dove ci porti ora?” aveva chiesto Lucia.

“Sono sempre qui” aveva confermato la brezza, “conosco il tuo desiderio, fidati di me.”

Così li aveva portati in riva al mare. Lucia non lo aveva mai visto: una distesa luccicante sotto il sole mattutino. Le onde discrete sembravano cullare pesci bambini. Poi si fecero vivaci e spumeggianti,  ricamando il mare con arabeschi eleganti, prima di sciogliersi sulla sabbia.

“Calma ragazze, non fate le birichine” aveva sussurrato la brezza.

“Vogliamo anche noi salire sulla mongolfiera! Cosa si vede da lassù?” avevano replicato le onde.

“No, ragazze” aveva escluso la brezza. “E’ vero che siete prodotte da vento, temperatura dell’acqua e dell’aria o correnti marine… Ma farvi un giro in mongolfiera è davvero troppo…”

“Uffa!” risposero in coro le onde. 

Ma subito Lucia aveva chiesto:

“E’ bellissimo il mare. Come è nato?”

Un gabbiano planato sul margine del cesto della mongolfiera rispose:

“Salve, sono Germano maestro gabbiano. Ma faccio anche la guida turistica. Mi raccontava mio nonno che  miliardi di anni fa la Terra si è raffreddata  e ha cominciato a piovere. L’acqua ha riempito gli avvallamenti che c’erano sul pianeta e si sono formati i mari, che sono salati perché la pioggia scorre sulle rocce e si porta via i sali minerali che ci sono lì. Io, nel mio mare ci sto bene. Ma c’è un problema: molti di noi abitanti del mare trovano  plastica e altre sostanze pericolose per la nostra salute.”

 “E’ vero. Gli uomini buttano roba che inquina e non so se noi bambini potremo vederlo pulito quando saremo grandi” aveva precisato dispiaciuto Carlo.

“Guardate laggiù sulla spiaggia!” aveva garrito il gabbiano.

Sulla spiaggia c’erano una nuvola di bambine e bambini muniti di sacchi, guanti e pinze. Erano intenti, con i loro maestri, a raccogliere i rifiuti che il mare aveva scaricato e che si sarebbe ripreso con l’alta marea.

I bambini  difendono volentieri la natura, aveva pensato Lucia, che li avrebbe volentieri aiutati. 

Ma ora dove li stava portando  la brezza?


Pubblicato da Annamaria Gatti

 

 

 

domenica 5 ottobre 2025

DONI A SAPERLI VEDERE 3: LA PIOGGIA

Accompagnata dalla poetica illustrazione di Eleonora Moretti, vi racconto.

Storia di Annamaria Gatti

Fonte CITTA' NUOVA marzo 2023

PIOGGIA

La principessa Lucia si faceva delle domande. “…E dopo aver scoperto il dono delle nuvole e del vento, cosa mi riserverà questa nuova favola?” si chiedeva, mentre la mongolfiera e la brezza la trasportava con l’ amico Carlo, sfiorando le nuvole. 

Ma ecco all’improvviso uno scossone e la luce farsi debole.

“Ehi, brezza, che succede? La mongolfiera è in pericolo?” aveva scandito Carlo, un po’ agitato. Era il momento per Lucia di fare squadra: gli amici si vedono nel momento di bisogno, quindi si fece passare la paura e fece attenzione. 

Cose luminose come diamanti presero a scivolare giù per la mongolfiera e poi sui loro capelli e sugli abiti. “Oh bella, piove. Fine del viaggio” aveva sospirato Carlo deluso. “Ma nooooo! Guarda!” suggerì la mongolfiera.

“Ma no…” ripetè una cosetta appollaiata sul pallone, “dai, goditi questa pioggia leggera. Sono una goccia e, con tantissime sorelline, sono venuta per aiutare le piante e gli animali assetati, dopo tanta calura.”

“Ma tu da dove vieni?” aveva chiesto curiosa Lucia. “Dalla mia nuvola, eravamo miliardi lassù, evaporate dall’acqua presente sulla Terra, dagli Oceani… a cui tornerò, cadendo nei laghi, nei fiumi, nelle falde sotto terra, per poi tornare con la mia danza senza fine”. E Carlo aveva precisato: “ E’ il ciclo dell’acqua quindi…”

“Bravo!” aveva replicato la gocciolona cadendo sul suo ciuffo biondissimo che, piombato sugli occhi del bambino, aveva fatto scoppiare Lucia in una fragorosa risata e in un saluto pieno di poesia:

“Amica pioggia, sorellina acqua, bene prezioso, sei il nostro gioiello!”

"Ma dove erano tutti gli altri bambine e bambini in questo momento?"  si chiedeva Lucia. 

Fu allora che avevano dato una occhiata sulla Terra e una lunga scia di ombrelli colorati stava accompagnando bambini e bambine con alti stivali, a saltare nelle pozzanghere e a far festa con alberi e animaletti, finalmente! 

Poi era accaduto: un raggio di sole si era infiltrato fra le nuvole e la magia aveva avvolto la mongolfiera. Un arcobaleno aveva salutato Lucia e Carlo con il vocione da tenore, una voce importante: 

“Saluti a voi piccoli amici. Le nuvole e il vento mi hanno suggerito di raggiungervi: visto che magnificenza? Così non vi lamenterete più se piove!”

Gli occhi dei due bambini non potevano staccarsi da quello spettacolo. 

Anche i bambini laggiù, chiusi gli ombrelli, stavano tutti con il naso all’insù. 

Ed era una meraviglia.



 


mercoledì 1 ottobre 2025

Frasi da dire e da non dire nelle relazioni scuola- famiglia. Un libro "Io amo la scuola"

 

L'editrice la meridiana propone un interessante "carosello" di alcune frasi che qualificano o possono  squalificare  l'alleanza scuola-famiglia, una delle garanzie per una serena e proficua collaborazione in favore di bambini e  ragazzi. E' un contributo dal capitolo dedicato alle relazioni scuola- famiglia del libro "IO AMO LA SCUOLA" . 

Per esempio frasi da dire e da non dire che vengono commentate

"Insieme ci riuscremo"  

"I genitori non devono intromettersi"

"Non ci spaventano le difficoltà"

"Dimenticate di tutto: ora esiste solo la scuola"

Ai link riportati la possibilità di accedere a queste frasi e di proporne altre...

https://www.facebook.com/lameridianaedizioni/posts/pfbid02CH9qT7EnJKxqh2YsCZHA52gmr27aSvv6FbdxzxxENivhTacySN4V6q3ouvnJG46el

https://www.instagram.com/p/DPEpu7SggjN/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA%3D%3D

www.lameridiana.it/io-amo-la-scuola.html

Al link dell'editrice la possibilità di aapprofondire la tematica specifica e acquistare un libro che continua ad essere un punto di riferimento agile, concreto, ricco di stimoli e di indicazioni sperimentate e per ogni capitolo e tema un'esperienza di vita a scuola: quella della maestra Laura, uguale un po' a tutti/e i docenti con le loro perplessità, le loro fatiche e il loro entusiasmo, da ritrovare se perduto lungo percorsi difficili... 

Buona scuola, da amare!

"Sono passate due settimane dal primo suono della campanella di questo nuovo anno scolastico. Probabilmente non si è ancora presentata l'occasione di conoscere tutti i genitori dei nostri nuovi alunni e alunne; conosciamo già bene, invece, i genitori di chi accompagniamo già da qualche anno.

🫂Il rapporto con i genitori va coltivato, protetto e alimentato per condividerne le scelte, così come va limitato nelle intrusioni con motivazioni adeguate e convincenti sulle scelte pedagogiche e didattiche.

Ecco allora in questo carosello alcune frasi, tratte dal libro "𝑰𝒐 𝒂𝒎𝒐 𝒍𝒂 𝒔𝒄𝒖𝒐𝒍𝒂. 𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒊𝒏𝒔𝒆𝒈𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒆 𝒔𝒕𝒂𝒓 𝒃𝒆𝒏𝒆 𝒊𝒏 𝒄𝒍𝒂𝒔𝒔𝒆" di Annamaria Gatti e Annamaria Giarolo, da dire e da non dire, per instaurare una buona relazione con i genitori dei propri alunni e alunne.

🔸Quali altre frasi vi vengono in mente? Scrivetecelo nei commenti!

🔖 "𝑰𝒐 𝒂𝒎𝒐 𝒍𝒂 𝒔𝒄𝒖𝒐𝒍𝒂" raccoglie, esemplifica e approfondisce 10 problemi che ogni docente, nel suo lavoro quotidiano, può incontrare e concrete indicazioni metodologiche di lavoro e intervento. È disponibile sul nostro sito: 

www.lameridiana.it/io-amo-la-scuola.html


pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

sabato 27 settembre 2025

Piccoli pacifisti crescono e costruiscono la flottiglia per la pace


                                 

E oggi l'intenzione di parlare di pace si rafforza all'evidenza dei fatti di cronaca. E la scuola assume un ruolo fondamentale, come quello delle famiglie in cui crescono e respirano cosa significhi essere umani e rispettare le vita degli altri. Di tutti gli altri.

Si raccolgono e diffondono esperienze di educazione alla pace in molti istituti scolastici, proposte che trovano terreno fertile e comprensione. Sappiamo quanto giochi la capacità empatica nei bambini e la facilità di avviare percorsi virtuosi.

Oggi proponiamo un'altra semplice esperienza che ha trovato però un' accoglienza notevole in molte classi e la richiesta, come nell'informazione qui riportata, anche da altri Paesi, che  non si ferma alla difesa della pace solo nella desolata Palestina, i cui colori sono riproposti nelle barchette da costruire, ma un invito alla pace globale accanto a noi e ovunque nel mondo, dove purtroppo tanti sono gli scenari di guerra.

Ecco la breve presentazione di chi ha  sperimentato una "flottiglia della pace" nella propria classe (scuola primaria), un momento "alto" e impegnato,  in cui riconoscere consapevolemente attraverso la ricerca, il dialogo, la conoscenza, gli scogli per curare e custodire la pace, il faro, i punti di riferimento a cui fare guardare per non perdersi e la meta a cui arrivare tassativamente... insieme.

"Ciao a tutti  una mia amica Eleonora Masneri e Andrea Mutti, grafici, hanno fatto alcuni schemi di barchette e nel giro di pochi giorni hanno avuto richieste del link da varie parti del mondo per laboratori con i bambini . Quindi una flottiglia per bambini internazionale… e questo è bellissimo. Mi ha chiesto di passarle anche a voi e io lo faccio volentieri...

I modelli sono da stampare su fogli di carta A4, ritagliare e piegare stile origami. Noi, in una classe quinta primaria,  prendendo spunto da un’attività già avviata, abbiamo preparato un cartellone per l’accoglienza.

È un’attività semplice: i bambini costruiscono e decorano una barchetta che li rappresenta e scrivono uno slogan sulla propria bandiera. Scrivono poi quali possono essere

gli ostacoli ( scogli),

i punti di riferimento ( faro)

e i traguardi ( isola)

che possono incontrare durante il loro viaggio.

Io e la mia collega abbia fatto le due imbarcazioni della Global Sumud flottiglia che sono state colpite.

Abbiamo parlato della missione umanitaria del viaggio e dei diritti umani che sono il faro. Oggi abbiamo iniziato ma “work in progress”  e  speriamo di arricchire di contenuti nei prossimi giorni …"

Grazie all'insegnante Cinzia per il contributo.


Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it


martedì 23 settembre 2025

Piccoli pacifisti crescono



Riprendiamo un articolo, di quelli che potrrebbero sembrare piccoli di fronte al grande mare del male che opprime i nostri giorni. Eppure è proprio per questa tenace forza della testimonianza che possiamo donare a tutti, e ai bambini in particolare,  ciò che di più importante abbiamo: la continua lotta per la pace, per il rispetto di ogni uomo. E per questo occorrono tantissime gocce di impegno, di coerenza. Lo hanno fatto in Trentino, per esempio, come in altre scuole italiane in questo inizio burrascoso e per nulla sereno. 

Abbiamo chiesto di dare visibiltà a questa esperienza e pubblichiamo l'articolo di Umberto Caldonazzi, apparso su L'Adige il 19 settembre. 

PACE, I BAMBINI CI METTONO LA FACCIA

La scuola rinnova l'impegno per un mondo migliore

 

CIVEZZANO – Andando in visita alla scuola primaria (elementare) di Civezzano, invitati a documentare e, eventualmente, dare risalto alle gioiose fatiche promosse dal centinaio di scolari nel proporre e promuovere «La pace comincia da me e noi ci mettiamo la faccia!», ricordiamo con piacere e ammirazione, come gli stessi alunni – assieme ai più grandicelli della secondaria (medie) e gli altri plessi dell’Istituto comprensivo di Civezzano, giusto qualche mese addietro – coronando la chiusura dell’anno scolastico 2023-’24, nel mese di giugno – avevano a esibire l’entusiasmo con il quale avevano organizzato la «Corsa contro la fame» che aveva prodotto la raccolta di 16.760 euro. Somma che, attraverso «Azione contro la fame» andava in beneficio a salvare la vita di 599 bambini malnutriti del Bangladesch.

Ebbene, sempre protesi a abbracciare manifestazioni solidali, questi bambini della scuola primaria «Giovan Battista Borsieri», in accordo con i loro docenti, questa volta hanno inteso inaugurare il nuovo anno scolastico con l’impegno – l’altro pomeriggio a pochi giorni dall’inizio delle lezioni – nel proporre la «Festa dell’Accoglienza e della Pace».

Aiutati dai vigili del fuoco volontari di Civezzano che hanno issato su un lato perimetrale della scuola il grande pannello «La pace comincia da me» - peraltro realizzato dal vicecomandante Lorenzo Puel – ogni ragazzina e ragazzino ha disegnato il proprio ritratto. Tutti fissati su un grande foglio di carta bianca. «La faccia» che ognuno ci mette a ribadire l’impegno quotidiano per il perseguimento della Pace e suo mantenimento. 

E, «noi ci mettiamo la faccia» hanno fatto altrettanto i docenti, a cominciare dalla dirigente Venera Munafò. Tutti coordinati dalla docente Valentina Loss. Pure gli amministratori comunali accorsi ammirati, dal sindaco Paolo Betti agli assessori Antonella Zucchelli e Paolo Zordan, fino alla presidente del consiglio comunale, Roberta Caresia. Ognuno a plaudire i bambini per la «bella iniziativa», con lo sprone nell’impegno per la pace e il rispetto per noi stessi, per i nostri simili e per l’ambiente. «Anche noi, per la pace ci mettiamo la faccia!» hanno concluso tutti in coro.


pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

illustr. di G.V.

domenica 21 settembre 2025

Favola - DONI A SAPERLI VEDERE 2: MONGOLFIERA




di Annamaria Gatti                       illustrazione di Eleonora Moretti 

Fonte: Città Nuova, Gennaio 2023


E se in questo settembre 2025 carico di drammi non raccontiamo, come seminiamo speranza

La principessa Lucia solcava il cielo sulle amiche 

nuvole, alla ricerca di compagni di gioco:

 avrebbe davvero incontrato altre  bambine e altri bambini in quel viaggio straordinario?

Immersa nel suoi pensieri  si guardava attorno ammirata. Il cielo era limpido e un vento

 buono si divertiva a spingerla di qui e di là, ma di bambini  non ne vedeva proprio!

Quando ad un tratto ecco una ventata scuote la nuvola-poltrona di Lucia e fa tremare tutto.

FSSSSSSSCCCCCCC…

“Aggrappati a me” la invita la nuvola “non avere paura, succede sempre quando passa un

 aereo o… OPS! UNA MONGOLFIERA!???”

La nuvola è in subbuglio, è la prima volta che le capita un incontro così speciale. “Uahu,

 che bella!” esclama.

Un grandissimo pallone variopinto sta salendo su…su, nel cielo, ed ora si ferma  proprio

 accanto a Lucia, che guarda giù e, dentro al cesto, sotto la grande palla gonfia di aria, vede

 un bambino.

“Ciao, io sono Carlo e questo è il mio pallone aerostatico.”

“Io sono Lucia e tu voli con il tuo strano… aerocosa?”

“Si dice aerostatico…” precisa la mongolfiera.

“Sarà strano il mio pallone, ma più bizzarro è vedere che voli su una nuvola!” sorride Carlo,

 poi aggiunge “scusami,  devo far funzionare il bruciatore, perché entrino aria calda e gas

 nella mia mongolfiera e farmi così trasportare dal vento.”

“Il vento ti ha portato qui, allora…”

“Sì e non capisco come, visto che avrebbe dovuto soffiare a ovest.”

Si scuote  il vento birichino e spiega: “Volevi trovare un compagno di viaggio? Ecco Carlo,

 hai trovato Lucia che cercava un amico.”

I due bambini sono increduli: nuvole e vento parlano quindi! E li hanno fatti incontrare per

 fare amicizia.

“Ma tu chi sei,  maestrale, bora o tramontana?” chiede curioso Carlo, che sapeva molte cose

 dei venti.

“Chiamami brezza, vengo dal mare.”

“Lucia,  salta nella mia navicella, porterò  te e Carlo a fare un giretto, finché la brezza ci

 accompagna” sussurra la mongolfiera.

Carlo osserva: “Lo sapevo che in due è più divertente!”

“Ciao nuvola, ci vediamo presto” promette Lucia, “chissà cosa scoprirò in questo viaggio.”

“Quante sorprese ti aspettano principessa Lucia” aggiunge la nuvola.

OHHHHHHHH! Partiamo!” 

E la mongolfiera riprende il suo viaggio sospinta dal vento. 

mercoledì 17 settembre 2025

Favola - DONI A SAPERLI VEDERE primo appuntamento: NUVOLE



Fonte Città Nuova novembre 2022

Perchè abbiamo bisogno di guardare in alto, in questo tempo difficile, per poi vivere di gentilezza i nostri giorni con i nostri bambini. Buon settembre 2025

 NUVOLE

di Annamaria Gatti                                   illustrazione di Eleonora Moretti

C’era una volta una piccola principessa che si chiamava Lucia e  viveva in un castello. Il castello era bellissimo sì, con tante torri merlate, ma lei era triste.

Perché la principessa Lucia era triste? Indovinate…

Perché era sempre sola e invece avrebbe voluto giocare con altri bambini e altre bambine. Dalla finestra della sua camera spaziosa e ricca di giocattoli poteva solo vedere il cielo azzurro e ricco di nuvole.

Anche quel giorno lo guardava intensamente, le nuvole se ne accorsero e capirono.

“Ciao principessa Lucia, come sei triste oggi!” osservò una nuvola ricciolina, un cirro che vagava in compagnia di altre sorelle.

“Vorrei giocare con qualcuno, voi potete farlo con il vento e potete vedere la terra” replicò Lucia che si sorprese e pensava:  come era successo che potesse capire il linguaggio delle nuvole?

“I bambini possono fare molte cose, per esempio possono parlare con le nuvole” spiegò un’altra nuvola che sembrava una torta alla panna, tanto era gonfia e tonda.

“Perché?” chiese Lucia, che avrebbe tanto voluto tuffarsi in quel mare candido.

“Perché hanno il cuore buono” sentì rispondere dall’alto. Guardò su e vide una nuvola scendere e avvicinarsi alla finestra: sembrava un prato disteso.

“Vieni, ti portiamo noi a vedere quanto è bella la terra da quassù. Non temere siamo leggere, ma forti, puoi camminare sul mio manto.”

“ E puoi sederti qui. Ho preparato per te una soffice poltroncina” ammise la nuvola tonda che sembrava un cumulo di cotone o di zucchero filato. Con un salto la bimba salì, prima fece una corsa e poi si tuffò in tutto quel bianco.  E guardò giù! Gli occhi le brillavano. Era così emozionante stare in braccio alle nuvole.

Ma… dov’erano gli altri bambini?

“Fidati di noi, quel che desideri accadrà” sussurrò la nuvola ricciolina.

Lucia era proprio curiosa: avrebbe davvero incontrato altre  bambine in quel viaggio straordinario?

sabato 13 settembre 2025

Un minuto di silenzio nelle scuole, per il genocidio di Gaza, ma non solo il primo giorno di scuola.

 


                                  UN MINUTO  MAGARI SETTIMANALE ...

per far esprimere un pensiero che costruisca la pace nelle nostre aule. Ma anche un'attenzione maggiore a tutte le istanze che fanno della vita una espressione di pace, un percorso che permetta agli studenti di sperimentare concretamente come si vive la pace e perchè è l'unica scelta possibile.

C'è molta ansia nei vissuti dei bambini e dei ragazzi. Parlarne e fare gesti concreti di solidarietà li aiuterebbe.

La seguente proposta ha trovato notevole accoglienza da parte di insegnanti, istituti... ma perchè relegarla al giorno di inizio della scuola? La possibilità di estendere il minuto di silenzio con una frequenza maggiore e accompagnata da iniziative che potrebbero dare frutti significativi.

Proposta per le scuole: Un minuto di silenzio (perché solo per il primo giorno di scuola?) per Gaza e la Palestina

La Scuola per la pace Torino e Piemonte, Docenti per Gaza e l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università invitano docenti e studenti a osservare un minuto di silenzio per Gaza e per la Palestina il primo giorno di scuola. I docenti possono farlo in classe, gli studenti possono farlo, anche autonomamente, in classe, nell’intervallo, nei corridoi, nei cortili, le famiglie possono chiedere di farlo a docenti e DS.

Un minuto di silenzio

Un minuto di silenzio per ricordare le migliaia di bambine/i, studenti e insegnanti che non andranno mai più a scuola, perchè colpiti* da micidiali ordigni di morte.

Un minuto di silenzio per essere vicin* alle migliaia di bambine/i, studenti e insegnanti che non possono andare a scuola, perché scuole e università sono state distrutte e loro stanno vivendo sotto continua minaccia di bombardamenti e aggressioni.

Un minuto di silenzio per riconoscere che lo scolasticidio in Palestina è strumento deliberato del genocidio di Israele che annienta sistematicamente corpi e culture.

Un minuto di silenzio per solidarizzare con coloro che resistono e che continuano a voler insegnare e studiare in condizioni inimmaginabili.

“Bombardamenti continui, fame, restrizioni all’accesso a internet, elettricità instabile e gli orrori quotidiani del genocidio non hanno spezzato la nostra volontà. Siamo ancora qui, continuiamo a insegnare e siamo ancora impegnati per il futuro dell’istruzione a Gaza”.

Lettera aperta dei rettori delle università di Gaza, 5 agosto 2025.

Chiediamo a coloro che osserveranno il minuto di silenzio di volercelo comunicare al seguente link: https://forms.gle/LeoH2xHunYxMXjUm8

Lo scolasticidio strumento del genocidio

Da ormai quasi due anni assistiamo impotenti allo sterminio sistematico che si sta compiendo a Gaza, dove la popolazione civile ha subito inerme la distruzione del proprio ambiente di vita, con un’immane strage, stimata in circa 300.000 persone uccise e che, per i sopravvissuti, ha significato la perdita di amici e parenti, quando non la distruzione di intere famiglie. Continui sfollamenti, continui bombardamenti, senza cibo, senza acqua, senza cure mediche, in condizioni di vita insostenibili. E in Cisgiordania le violenze dei coloni, l’espropriazione di terre e di case, la distruzione di olivi e coltivazioni, gli arresti e le detenzioni ingiustificate. Come docenti siamo poi dolorosamente consapevoli dello scolasticidio che ha portato, secondo diverse fonti, alla distruzione o danneggiamento di circa il 90% delle scuole di Gaza e alla demolizione di tutte le università della regione, cioè alla cancellazione del sistema educativo palestinese. Un’intera generazione di studenti, oltre 600.00 bambine/i e ragazze/i, è privata del diritto umano all’istruzione. Biblioteche, musei, archivi, librerie, moschee, edifici storici sono ridotti in macerie, disintegrando le tracce di una storia millenaria.

Già nel maggio 2024 la distruzione deliberata del sistema educativo palestinese per “erodere il tessuto intellettuale e culturale della nostra società” e al contempo la volontà di non lasciare la propria terra e di non “permettere che tali atti spengano la fiamma della conoscenza e della resilienza che arde in noi” erano stati manifestati nella Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo.

Il 5 agosto 2025 i rettori delle università di Gaza si sono rivolti nuovamente al mondo per denunciare lo scolasticidio, un “tentativo sistematico e deliberato” di distruzione delle   fondamenta culturali “che da tempo rappresentano pilastri di resilienza, speranza e libertà intellettuale in condizioni di occupazione e assedio”. E anche in Cisgiordania gli attacchi continui dei coloni e gli abusi dell’esercito impediscono l’acceso all’istruzione dei bambini palestinesi.

Ma pur in condizioni inimmaginabili le e i palestinesi resistono, continuano a insegnare, a studiare, a produrre cultura con diari, romanzi, poesie, opere artistiche, film, fotografie, danze, attraverso i quali esprimono la loro voce, le loro storie, le loro consapevolezze e la loro dignità.

Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo

Il Manifesto, 2 giugno 2024, https://ilmanifesto.it/lettera-aperta-del-personale-accademico-e-amministrativo-delle-universita-di-gaza-al-mondo

Lettera aperta dei rettori delle Università di Gaza, 5 agosto 2025:

https://www.unisi.it/unisilife/notizie/lettera-aperta-dei-rettori-delle-universita-di-gaza

Scolasticidio: la guerra di Israele alla conoscenza a Gaza, di Renee Davis, 20 maggio 2025

https://pagineesteri.it/2025/05/20/medioriente/scolasticidio-la-guerra-di-israele-alla-conoscenza-a-gaza/

Scolasticidio nel Masafer Yatta: l’istruzione negata in Palestina

Documentario di Operazione Colomba, marzo 2025, 6 minuti

https://www.operazionecolomba.it/palestina/3944-scolasticidio-nel-masafer-yatta-l-istruzione-negata-in-palestina.html

 

venerdì 12 settembre 2025

CNDDU: “Portare nelle scuole italiane la lezione di Pizzaballa su pace e responsabilità”


“Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende rilanciare con profonda convinzione le parole del cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, pronunciate in questi giorni drammatici per la Terra Santa”: è quanto si legge in una nota diffusa dal CNDDU.

“Con realismo – prosegue il testo – il Patriarca ha ricordato che il male continuerà ad agire nella storia e che, anche quando le guerre si spengono, le ferite e il desiderio di vendetta non cessano di abitare i cuori. Ma ha aggiunto un messaggio essenziale: il drago non avrà l’ultima parola”.

“Questa affermazione – spiega il Presidente Romano Pesavento – non è soltanto teologica: è un invito civile ed educativo che interpella in modo diretto i giovani. Significa che la storia non è consegnata in maniera definitiva alle forze oscure della violenza, ma che esiste sempre uno spazio per la libertà, per il bene, per la costruzione della pace. Ed è proprio qui che la scuola diventa decisiva.

La scuola, infatti, è il luogo in cui gli studenti possono imparare a riconoscere le dinamiche del male non nei racconti lontani, ma nella vita di tutti i giorni: nei linguaggi d’odio, nell’esclusione dell’altro, nell’indifferenza che spegne l’empatia. È anche il laboratorio in cui si coltiva il coraggio di “custodire semi di vita”, come invita Pizzaballa, e di scegliere responsabilmente il dialogo, la solidarietà, la ricerca della verità.

Per i giovani italiani, il messaggio del Patriarca è un monito prezioso: non siate spettatori passivi del dolore del mondo, ma protagonisti di un cambiamento che parte dal cuore. In un’epoca segnata da conflitti e divisioni, la vera rivoluzione è quella interiore, capace di trasformare la paura in responsabilità e l’indifferenza in impegno.

Come docenti, sappiamo che educare alla pace non significa evitare i conflitti o edulcorare la realtà, ma insegnare a viverli con consapevolezza, riconoscendo che ogni vita ha dignità e che nessuna violenza può cancellare il valore della speranza.

Il sangue degli innocenti, ha ricordato Pizzaballa, “non è dimenticato”. Portare questa – conclude il professor Pesavento – consapevolezza tra i banchi di scuola significa rendere gli studenti custodi di memoria e al tempo stesso costruttori di futuro”.

Il CNDDU invita quindi i colleghi a far risuonare in classe queste parole come stimolo educativo: non come discorso astratto, ma come esperienza viva di responsabilità, che riguarda la comunità globale e ogni singolo gesto quotidiano.

“Il cuore che cambia – si legge nella nota – non è un’immagine poetica, ma il primo passo di una cittadinanza consapevole e solidale. È il compito più urgente della scuola di oggi”.

https://gazzettadiplomatica.it/cnddu-portare-nelle-scuole-italiane-la-lezione-di-pizzaballa-su-pace-e-responsabilita/ 

giovedì 11 settembre 2025

A scuola non si può far finta di nulla: un documento da condividere per il rispetto dei diritti umani in Palestina


                                                      Francesca Albanese

I fatti precipitano, la scuola è appena iniziata, segnalo uno degli atti di condivisione attuati nella scuola: 

“DOCENTI, EDUCATRICI, EDUCATORI PER IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI IN PALESTINA”

Siamo educatori ed educatrici, insegnanti, professioniste/i dell’educazione e della cura che lavorano in vari istituti scolastici di ogni ordine e grado.

In vista dell’inizio del nuovo anno scolastico ci siamo incontrati per condividere un sentire che ci accomuna rispetto alla tragedia che si sta consumando in Palestina.

A breve la scuola riprenderà e non possiamo immaginarci di iniziare così, come se niente fosse, di partecipare al primo collegio docenti o alle prime riunioni, come di routine, di ritrovare i nostri alunni allegri, fiduciosi e giocosi, come dovrebbero essere tutti i bambini e i ragazzi del mondo, senza pensare ai bambini e alle bambine di Gaza.

Ci sentiamo angosciati, sgomenti e impotenti di fronte a quanto sta accadendo in Palestina, con la complicità del mondo occidentale.

Non possiamo più fare finta di niente, non è possibile.

Pensiamo che il mondo della scuola e dell’educazione debba mobilitarsi per affermare con forza il proprio dissenso, prendere posizione, scioperare per opporsi al genocidio in atto, alzare la voce; è urgente farci sentire dal nostro Governo e dal nostro Parlamento per cercare di difendere, proteggere, salvare la popolazione, le bambine e i bambini di Gaza.

Noi ci occupiamo di bambine/i, di ragazze/i, cerchiamo di trasmettere loro valori e speranze, il nostro mestiere è la cura: come possiamo dedicarci a tutto ciò sapendo che ci sono famiglie, bambini e bambine che vengono intenzionalmente uccisi, lasciati morire di fame e di sete? Sapendo che il nostro Paese, che l’8 giugno 2025 ha rinnovato il Memorandum d’intesa in materia di cooperazione militare e della difesa con Israele (violando la Costituzione e il diritto internazionale), è complice di simili atrocità?

Abbiamo quindi deciso di costituirci come gruppo “Docenti, educatrici, educatori per il rispetto dei diritti umani in Palestina”.

Ci rivolgiamo anzitutto al Parlamento e al Governo italiano affinché condannino con fermezza i crimini contro l’umanità commessi dal governo israeliano, ne chiedano l’immediata cessazione e pretendano la riapertura di tutti i valichi per poter fornire assistenza umanitaria e sicurezza alla popolazione civile.

Chiediamo:

che il Governo Italiano cessi immediatamente l’invio di armi verso Israele e ogni forma di collaborazione militare con il governo israeliano. La Costituzione italiana ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e la legge 185/1990 vieta il commercio di armi con Paesi in guerra o che violano il diritto internazionale. La vendita di armi a Israele, pertanto, deve essere immediatamente arrestata.

che il governo italiano assuma una posizione di ferma condanna verso i crimini di guerra e contro l’umanità commessi dal governo israeliano. È inoltre necessaria una ferma condanna del progetto di costituire la “Grande Israele”.

che il Governo italiano pretenda l’apertura di tutti i valichi, la fine del blocco degli aiuti e il ritorno, per la loro distribuzione delle agenzie dell’ONU e delle ONG.

che il Governo italiano sospenda ogni forma di collaborazione politica ed economica con Israele fino a quando non si ponga fine al genocidio in corso e all’occupazione dei territori palestinesi, garantendo assistenza umanitaria e sicurezza della popolazione civile.

l’immediato riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina (come già hanno fatto altri 143 Stati) per affermare un diritto universale e inalienabile, e il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.

che il nostro Paese si unisca agli altri paesi in sede europea e internazionale per la convocazione di una conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, al fine di costruire una pace giusta e duratura in Medio Oriente.

che il nostro Governo sostenga l’operato delle istituzioni internazionali deputate a garantire il rispetto del diritto internazionale, anche considerando che l'occupazione dei Territori Palestinesi rappresenta una palese violazione di tale diritto.

Ci rivolgiamo ai sindacati per chiedere che venga proclamato al più presto uno sciopero generale unitario della scuola per denunciare il genocidio in corso e per l’ottenimento di tutti i punti sopra elencati.

Invitiamo tutto il mondo della scuola e dell’educazione a organizzarsi con urgenza per costruire azioni e mobilitazioni efficaci e congiunte, che coinvolgano gli studenti e le famiglie, per affermare con forza che la scuola italiana esige il rispetto dei diritti umani, sempre e per tutti, anche in Palestina.

Chiediamo al MIM di introdurre programmi scolastici sull’educazione alla pace e alla nonviolenza, di promuovere nelle scuole approfondimenti storici sul sionismo e chiarire la differenza tra antisemitismo e antisionismo.

Invitiamo infine l’intero mondo del lavoro e la società civile ad unirsi a noi.

Per gli studenti e le studentesse italiani tra pochi giorni inizierà la scuola, per i loro coetanei palestinesi non sarà così. Non possiamo continuare a tacere, non siamo complici di questo genocidio.

I “Docenti, le educatrici e gli educatori per il rispetto dei diritti umani in Palestina” e i seguenti firmatari appartenenti alla comunità educante.

NB: Compilando e inviando il presente form si presta consenso al trattamento dei dati personali esclusivamente per finalità connesse alla sottoscrizione e pubblicazione del documento. I dati non saranno utilizzati per altri scopi né comunicati a terzi, in conformità al Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR).

Prosegue la proposta di adesione al form al link: 

 https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSe3Pc6onh4ae5f9OKRNLlP-edE78o4HXsVKbasvbQUae2bFMA/viewform