Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

martedì 31 marzo 2020

Vivere il presente ai tempi del covid 19: come vive un figlio questo tempo sospeso?

L'amica e collega Paola Canna ci aiuta a dare una risposta a questa domanda. Ed ecco: l'attenzione e l'accoglienza  del  figlio dona un'occasione di profonda condivisione, un momento altamente educativo.

Classifica delle 20 Albe più belle del mondo
Vivere il presente
Oggi viviamo momenti di incertezza e di preoccupazione per il futuro, di paura, perfino di angoscia. 
Come vive un figlio questo tempo sospeso? Come stargli vicino in questa quotidianità “sempre uguale”? Cosa trasmettergli di questa esperienza tragica dell’umanità?

I moderni approcci di psicoterapia e le attuali teorie di meditazione suggeriscono di vivere il presente della vita, di stare nel “qui e ora” (hic et nunc) delle situazioni come metodo per raggiungere la piena consapevolezza di sé e una crescita sempre nuova.

Ma cosa significa vivere il “qui e ora“ della vita? Come vivere dentro a un presente così amaro e doloroso?

“Mentre mi sto concedendo una pausa, leggendo articoli interessanti, un figlio mi chiede aiuto per un compito scolastico. Con fatica mi stacco dalle mie letture e dalle riflessioni in cui sono immersa. Lo raggiungo. Mi siedo accanto a lui. Ascolto la sua richiesta. L’espressione svogliata e la posizione accasciata del suo corpo mi trasmette un senso di noia e di scoraggiamento, come dicesse: «Perché devo fare una cosa così faticosa? Chi me lo fa fare? E poi, a cosa mai servirà?». 

In altre circostanze quell'atteggiamento demotivato mi avrebbe molto irritata, oggi, resto lì, con lui. I suoi dubbi diventano miei: lo capisco! Penso a un modo per tirarlo su: e mi viene da fare qualche battuta che lo faccia ridere. Inizio a costruire un testo che lui continua con entusiasmo, tanto che lo leggerà con orgoglio la sera al papà. Trascorriamo quasi un’ora insieme. Non sento di aver perso il mio tempo libero, già molto sacrificato: piuttosto, mi scopro fortunata per quella splendida occasione di poter stare serenamente con questo mio figlio adolescente. Alla fine mi rimangono i suoi dubbi autentici, che diventano per me riflessioni importanti sul senso del fare le cose”.

«La vita non è fatta che di attimi presenti - affermava Chiara Lubich - e valgono quelli, per chi vuole operare qualcosa. È il presente che conta, il momento che fugge, che per me, per te, per noi, deve essere colto al volo e vissuto bene, fino in fondo …» (Ogni momento è un dono, 2001).

Oggi che il tempo si è fermato e tutti noi ci troviamo “bloccati” in esso, vorremmo sfuggirvi, rifiutarlo e rimaniamo con l’amara sensazione di perdita dei nostri programmi, delle nostre aspettative, dei nostri bellissimi desideri. Possiamo invece decidere di viverlo diversamente, in modo attivo, se riusciamo ad ascoltare e ad usare tutti i nostri sensi (emozioni, pensieri, parole, gesti) per entrare dentro alle esperienze e ai fatti che ci capitano ogni giorno.

Questo “esercizio”, di vivere il presente, ci sarà di aiuto per accettare e attraversare questo oggi, fino a scoprirne la “profondità” che altrimenti andrebbe perduta. E allora potremo insegnare ai nostri figli, senza troppe parole, come davvero è possibile vivere la Vita con sguardo positivo e fiducioso.
                                                                         Paola Canna 


pubblicato da Annamaria Gatti
foto da: travel 365

lunedì 30 marzo 2020

Piccolo merlo e i girasoli, favola per la resilienza in giorni speciali

Ricominciare ogni giorno, non abbattersi, 
se lo facciamo noi lo faranno anche loro, i bambini. 
E saranno più sereni
Merlo in Girasoli Immagine gratis - Public Domain PicturesPer natura i bambini sono sempre pronti a ricominciare, 
ma questa sicurezza 
gliela dobbiamo far scoprire, sperimentare sempre.
Una favola per parlarne.
Buoni giorni a voi tutti con affetto grande










Piccolo merlo e i girasoli
di Annamaria Gatti, illustrazione di Eleonora Moretti
Fonte:  Città Nuova, febbraio 2018, n°2, anno LXII

I girasoli popolavano il campo immenso, come tanti soldatini allineati, rivolti sempre verso il sole.
Il piccolo merlo dal becco giallo, appena abile al volo, allegramente volava attorno al campo, alla ricerca di qualcosa di interessante da raccontare.

“Ma perché guardi sempre verso il sole, tu girasole, grande e grosso come sei, potresti farti gli affari tuoi senza dar retta sempre al sole! …Che ti costringe a far quello che vuole lui. Guarda me, che volo dove voglio e mi diverto.”
“Piccolo merlo, io volentieri seguo il sole, da lui ho luce per vivere e crescere… per te è diverso e imparerai anche tu cosa vuol da te la vita…”

Da quel giorno piccolo merlo si divertiva a scuotere dal sonno i girasoli e con qualche fischio ben assestato li costringeva a dirigere la corolla altrove, con un po’ di fastidio di tutti i fiori. Quel piccolo uccello li richiamava ad una libertà che non conoscevano, strana.

“Ehilà ragazzi! Guardate che bravo son diventato!”  E sfoderava qualche acrobazia suscitando gli OH! più disparati.
Poi un giorno di fine luglio il cielo si fece cupo e rovinò sul campo chicchi di grandine a ferire le corolle.
Poi l’arcobaleno annunciò che il peggio era passato… ma che disastro!

Tutti i girasoli alzarono la corolla ferita con un solo desiderio: ricominciare… e guardarono verso sud… da dove il sole aveva ripreso a brillare. E conquistarono forza.
Il sole riappariva sempre, era la loro certezza, qualsiasi cosa fosse accaduta!

Poi un fischio doloroso: piccolo merlo svolazzava qua e là smarrito. La tempesta aveva distrutto tutto, anche il suo nido e vagava in cerca di riparo.
“Vieni qui fra noi, piccolo merlo!”  gli gridò un girasole.
Piccolo merlo si fermò e saltellando mesto si accoccolò presso il fiore maestoso pur se ferito.

“Ricominciamo, piccolo merlo, non ci spaventiamo, guardiamo sempre al sole, senza perderlo mai di vista! Qui sta la nostra forza. E non ci sentiamo meno liberi di te che voli senza costrizioni, ma che devi combattere anche tu con quel che la vita ti fa incontrare.”

Piccolo merlo aveva capito,  nascose il becco fra le ali e si addormentò consolato.


E tu, bambino mio, hai il tuo sole a cui guardare sempre per ricominciare?

Pubblicato da Annamaria Gatti
foto da Public Domain Pictures


domenica 29 marzo 2020

Didattica a distanza. Quale, e per chi?

Riflettere sulle modalità tecniche della continuazione dell'insegnamento è parziale se non si tiene conto delle implicazioni psicopedagogiche che obbligano gli insegnanti  a scelte di qualità, non solo didattiche, ma che valutino  il greve momento vissuto dai bambini e dalle loro famiglie.             

Armando Spadini, Bambini che studiano, 1918, Roma, Palazzo Koch ... 



Io amo la scuola
Dal sito Centro Ermes pubblico un  interessante  ed efficace intervento della pedagogista e insegnante Annamaria Giarolo, che ringrazio vivamente, coautrice del libro "IO AMO LA SCUOLA, COME INSEGNARE E STARE BENE IN CLASSE" per l'Editrice La meridiana.




La sospensione delle lezioni in aula, a causa dell’emergenza Covid-19, è stata affrontata con modalità diverse, a seconda degli istituti delle università e dei centri di formazione, o meglio, secondo gli orientamenti e le disponibilità dei dirigenti e del corpo docente.
Il rischio consiste nell’affrontare il problema della continuità dell’insegnamento in ordine sparso, con notevoli disparità anche in uno stesso istituto. Il minimo comun denominatore è comunque l’impiego della Formazione a distanza. Per un chiarimento ne parliamo con Annamaria Giarolo, pedagogista ed esperta di processi formativi.

Tanto si sta facendo in queste settimane per supportare i nostri ragazzi che non possono frequentare le aule scolastiche e, fin dall’inizio dell’emergenza, si parla di didattica a distanza. Cosa ne pensi?
Vorrei precisare, prima di tutto, che non si può pensare a questa modalità senza effettuare importanti distinzioni:
- A quali fasce d’età è diretta?
- Quali obiettivi e quali contenuti?
- È la stessa cosa che far lezione in classe?
- Come verificare poi i progressi?

Allora, cominciamo con le fasce di età.
Lavorare a scuola con bimbi dell’infanzia, alunni delle primarie, allievi della secondaria di primo grado e studenti delle superiori richiede programmazioni profondamente diverse, non solo nei contenuti ma soprattutto nelle modalità.
I bambini fino ai 10-11 anni hanno bisogno di esperienza e di relazione affettivaoltre che educativa e, a distanza, è ben difficile sostituire uno sguardo, una mano sulla spalla, un sorriso, una frase che incoraggia.
Più avanti con l’età, il sostegno va dato alla motivazione, al significato di quello che sta capitando e alla necessità di un impegno forte da parte di tutti. Perché non lavorare allora sul senso di responsabilità che riguarda ciascuno di noi e far leva quindi su un’organizzazione e gestione del tempo che sia utile e fruibile anche da compagni, in modo inclusivo, che sono meno fortunati (con disabilità e/o con problematiche diverse) e cooperare per quella comunità, anche virtuale, che fa da sfondo a tutte le attività educative, anche quelle a distanza.

Passando ad obiettivi e contenuti, quali considerazioni si possono fare?
È funzionale lavorare solo sui contenuti già previsti nella programmazione annuale? Si raggiungeranno gli obiettivi di apprendimento programmati? Probabilmente no, e vale per entrambe le domande.
I contenuti vanno riportati all’esperienza di questo drammatico momento storico: lavorare su altro sarebbe come spingere i mulini a vento in senso contrario alla direzione del libeccio o del maestrale.
E poi, quali opportunità educative ci sta offrendo questa esperienza, così limitante e così invadente rispetto alle nostre abitudini? Non possiamo, come educatori, far finta che non tocchi a noi: siamo tenuti a rimanere agganciati al mondo reale e soprattutto, abbiamo la possibilità di una fortissima spinta motivazionale dei nostri alunni rispetto ad un quotidiano che si è stravolto.
Allora, vanno rivisti gli obiettivi facendo riferimento soprattutto a quelli che spingono verso l’autonomia e la responsabilizzazione e vanno individuati contenuti più aderenti all’esperienza e legati ‘al fare’: sistemare, aiutare, produrre, organizzare, gestire il tempo e lo spazio, prevedere e progettare attività nel proprio ambiente di vita, far relazioni e proposte di soluzione alla crisi… Insomma, legame strettissimo con l’attualità nella quale siamo immersi e riferimenti storico geografici per capire e comprendere ancor di più l’importanza dell’imparare.

Lezione in presenza e lezione a distanza. L’aula virtuale va gestita come l’aula reale?
Si tratta di due situazioni, e quindi di attività, profondamente diverse, ce lo insegnano anni di studi e ricerca sulla comunicazione, sulla relazione, sull’ascolto, sull’imparare cooperando. Non possiamo nemmeno immaginare un mondo talmente virtuale dove i contatti umani non esistano più! Ebbene, la lezione in presenza può avvalersi di modalità infinite di organizzazione e gestione del lavoro ma quella a distanza no. Sarebbe un errore madornale pensare di far lezione a distanza così come si faceva in classe.
Quali sono le argomentazioni che potresti sviluppare nei confronti di chi ritiene ci sia una perfetta equivalenza tra le due modalità?
Due argomentazioni, meglio due obiezioni da opporre a chi pensa di poter semplicemente trasporre contenuti perché “tanto non cambia nulla”.
1. La prima è che in classe la modalità di lavoro utilizzata era unicamente frontale, intendendo con questo la trasmissione di contenuti tra l’insegnante che detiene il sapere e lo studente che deve farlo proprio, quasi sempre limitandosi a imparare e ripetere a memoria quanto sentito e/o letto. Se così è va profondamente rivista anche la didattica in presenza che deve avvalersi un’ampia gamma di studi, oramai storici, di quanto siano importanti nell’apprendimento l’esperienza diretta, il lavoro di gruppo, la ricerca, la creatività …
2. La seconda è che davanti ad uno schermo non possono passare quegli aspetti della comunicazione e dell’attenzione sostenuti in presenza: la modalità va rivista nei tempi e supportata da immagini e stimoli forti, con indicazioni e sollecitazioni di lavoro tali da mantenere alta la motivazione e dare l’idea di una partecipazione attiva in modo che non si tratti di una mera trasmissione di contenuti ma vi sia relazione reciproca e, alla fine, anche il docente ne esca modificato.

Ed arriva il momento della verifica degli apprendimenti…
Credo che la creatività degli insegnanti possa tirar fuori il meglio di sé proprio in fase di verifica di quanto appreso: i criteri vanno adattati alle modalità di partecipazione e di lavoro prodotto, inutile dire che è poco efficace al fine della valutazione proporre schede di verifica da compilare a casa, piuttosto può essere utile chiedere elaborati, sintesi, disegni, progetti, schemi e mappe integrati con immagini e prodotti, anche tridimensionali, frutto di un lavoro personale di rielaborazione. Anche l’apprendimento di un contenuto storico può essere verificato tramite modalità alternative. Immaginiamo poi quanto si potrà dar valore all’intero impianto educativo nel momento del ritorno in classe se si potrà lavorare su elaborati e prodotti individuali, e/o condivisi in modo virtuale, propri degli alunni.
Quanta ricchezza di cui avvalersi a scuola! Quando finalmente potremo riappropriarci di spazi e tempi migliori, di materiali e attrezzi da condividere, nonché di quegli sguardi, quei sorrisi, quelle mani sulle spalle che incoraggiano e sostengono tutti noi, non solo gli studenti.

Pubblicato da Annamaria Gatti
dipinto: Armando Spadini,  Bambini che studiano

domenica 22 marzo 2020

Vorrei tanto sentire le mie maestre e i miei maestri...


Risultato immagini per immagini maestri bambini a scuola


Dalla maestra Chiara R.  in facebook:


Didattica a distanza a parte, 
io ho dato il mio numero telefonico a tutti i miei alunni: 
ci sentiamo, ci scriviamo, mi mandano i loro pensieri felici, delle foto o dei disegni. 
Io ci tengo tanto a rimanere in contatto 
perché è così che si fa tra persone che si vogliono bene
Pensarci, starci a cuore e mancarci 
ci fa sentire speciali e fortunati. 
E lo scopo pedagogico dell' intervento di noi insegnanti 
in questo momento è proprio questo.  
Nessuna descrizione della foto disponibile.


Cari maestri e care maestre.
I giorni sono difficili. Siete preoccupati anche voi come i nostri genitori, e pensate alla scuola che perdiamo. Avete ragione...


Occupatevi dei compiti, sì, se pensate che facciano bene, che ci aiutino, con le modalità più giuste per noi bambini... 
Qualcuno  ha ricevuto compiti, schede, inviti a collegarsi a siti... lontani. 

...Ma noi attendiamo anche  un vostro saluto.
Per favore... trovate modo di mandare messaggi o video di affetto e di empatia ai noi bambini.


 Vorremmo ascoltare la vostra voce. Vedere il  vostro sorriso. Che ci volete bene, noi lo sappiamo, ma ora abbiamo bisogno di sentirci uniti a voi e ai nostri compagni.
Chiamateci. Fatevi vicini.


Cogliete questa opportunità. Qualcuno di noi bambini magari sta soffrendo. 

Alzatevi verso di noi. 
Incrociate il nostro respiro. 
Il desiderio di vita e di normalità. 

Vi sentirete meglio anche voi. 
E vi ameremo ancora di più.

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto wannabemum

sabato 21 marzo 2020

Messaggio di Manuela agli studenti al tempo del C19



Come vive una ragazza questi giorni?
"Non è semplice questo tempo" ci fa notare Manuela,  studentessa di prima liceo a Padova, "sono spesso connessa, in contatto con insegnanti e amici. 
Si attende che passi questo periodo,  che pensavamo breve e che invece si prolunga.
Si studia, vivendo il disagio di non essere insieme e in relazione. 
I tempi in casa sono più rilassati è vero e io finalmente mi dedico ad alcune attività che mi interessano, come il disegno e l'esercizio fisico, poi  mi piace  anche fare progetti e sistemare le cose che mi circondano. Con mia madre per esempio sto preparando un album di foto....  
Un altro aspetto è la vita famigliare: quante cose ora non mi sfuggono e quanti doni mi accorgo di avere  e di poter donare, al di là della normale routine.

Mi metto in contatto con amiche e amici, ci raccontiamo di noi.

Non parliamo tanto di questo virus, facciamo tutti quello che si deve fare.

Se posso mandare un messaggio ai miei coetanei direi che questo è un momento buono per conoscersi meglio in casa con i propri famigliari, con i quali ormai di solito condividiamo pochi momenti e dai quali ci distacchiamo perchè amiamo la nostra indipendenza. 


Poi mi viene da dire anche che sarebbe bello mantenere i rapporti con tutti i compagni e avere attenzione per quelli che forse in questi giorni hanno più difficoltà, insomma mettere un po' da parte il me... per dare spazio all'altro, ascoltandolo, condividendo anche solo timori e preoccupazioni, ma anche momenti di risate insieme. 


C'è sempre a scuola qualcuno di timido o riservato che non ti farebbe mai una telefonata o una video chiamata. 

E poi dobbiamo anche noi capire cosa provano gli altri... magari hanno qualche parente o famigliare malato... e vivono questi giorni con angoscia e ansia. Possiamo fare noi la differenza! 

Anch'io  ogni giorno  voglio fare io la differenza  e perciò  "scelgo" qualcuno a cui stare vicino".

Brava Manuela!   Un messaggio  anche per gli adulti.
Ecco una buona abitudine di questa quarantena forzata: 
chiamare, condividere, non far sentire solo nessuno, andare al di là dei pregiudizi o dei risentimenti... riallacciare rapporti che la fretta ha congelato.
Poi aprire gli occhi sui bisogni vicini, qualche anziano solo, dirottare gli aiuti là dove capiamo ci sono necessità. E' il momento di rispettare le regole, assolutamente, ma di aprire il cuore.


pubblicato da Annamaria Gatti
foto di Manuela

giovedì 19 marzo 2020

Cerchi audiolibri per i tuoi figli? Per i tuoi scolari e studenti?

Risultato immagini per immagini castello



Non solo su questo blog trovi le favole nei post con etichette FAVOLE e  A SCUOLA FAVOLE, qui sulla destra, ma ti fornisco link...   per far ascoltare libri e storie ai tuoi figli o ai tuoi scolari

https://www.lezionisulsofa.it/

https://www.raiplayradio.it/programmi/piccolaradio/


https://www.raiplayradio.it/programmi/adaltavoce/archivio/audiolibri/  (ci sono alcuni libri per bambini, assieme a quelli per adulti)

Biancoenero ha messo a disposizione gratuitamente, per un periodo, i suoi audiolibri.

https://www.cittanuova.it/mago-birillo-legge-principe-scortese/?ms=003&se=003  e altre favole...

pubblicato da Annamaria Gatti
foto da Guide Supereva

mercoledì 18 marzo 2020

Noi e i bambini senza computer, senza giardino... al tempo del C19

Risultato immagini per immagini bambini che giocano


L'emergenza è sempre più pressante e va in compagnia con la gravità immane di contagi.
Stiamo combattendo una guerra.

In questa guerra ci sono i bambini. Anche quelli che non hanno computer o tablet e neppure connessione, nè giardino o cortile. 

Che ci guardano e chiedono anche muti le ragioni di tanti stravolgimenti.
Siamo i loro punti fermi, le loro certezze. Siamo la loro scuola, questo tempo è la scuola più importante ora. Stiamo molto attenti a veicolare saggezza e fiducia, onestà e rispetto, responsabilità e comprensione.

Prendiamo nota di tutti i gesti e i messaggi di amore, cura, attenzione, condivisione... che in questi giorni facciamo o ci toccano e  ci fanno bene, ci fanno sentire un po' più umani, anche nelle nostre città e nei nostri quartieri. Raccontiamoli.

Apriamo gli occhi e il cuore per vedere davvero la vita, senza dimenticare mai un minuto chi sta sacrificando tutto, e dico tutto, per far il proprio dovere. E anche di più.

pubblicato da Annamaria

dipinto ring around the rosie c1910-15

EdwardHenry Potthast



sabato 14 marzo 2020

Vorrei tanto tornare a scuola



Cara scuola,
                                  mi manchi.
Quando ho saputo che avremmo avuto qualche giorno di ...vacanza a causa di un virus... ho fatto un sospiro di sollievo.

Ma poi, quando i giorni sono diventati tanti tanti, ho guardato il cielo e non ero proprio contento. Anche adesso sono triste.

Penso  alla mia aula. Alla biblioteca così bella e silenziosa, alla palestra vuota e ai cortili tristi, senza bambini, senza di noi.

Ecco mi mancano soprattutto i miei amici, cosa faranno? Penseranno le stesse cose che penso io? dovrei telefonare loro per saperlo.  

E mi mancano anche le maestre, cosa faranno senza di noi, tutte preoccupate per quello che non possiamo imparare, per la nostra salute e senza i nostri sorrisi?
Dopo un po' di riposo cosa avranno pensato? ...che hanno loro rubato la scuola e i loro bambini?  

Della scuola mi mancano le sorprese, i nuovi racconti, le fatiche di certi giorni, sì sono disposto a farli pur di tornare! 

Penso al ticchettio della pioggia sui vetri, al raggio di sole che fa il solletico sul naso della maestra, alla voce della bidella nel corridoio che ti dice di non correre, al nonno vigile che solleva baffi e paletta e sorride sempre.

Sorride ecco, mi mancano i sorrisi, quelli dei miei amici, quelli delle maestre, o le lacrime di qualcuno  da consolare  per un dispetto, o per una caduta, o perchè ha perso il temperino nuovo o la gomma di sua sorella. 

Mi manca quando la maestra mi dice "ce la farai, ti aiuto io" e mi manca l'abbraccio con il mio amico che non sa parlare. Mi manca la corsa e il tuffo nelle braccia di papà quando mi viene a prendere, solo pochissime volte però, e gli occhi che brillano della mamma mentre mi dice: ti ho aspettato tanto oggi! o la mia sorellina che mi abbraccia e mi dice TAO!

Ecco scuola... io sono grandino e  ho capito che è importante che nessuno si ammali e si deve restare a casa, in casa, pazienza, ci sono tante cose belle da fare e io mi ingegno... passerà questo tempo, però penso...

Cosa sarà accaduto ai pesciolini rossi? e alla tartaruga Tarti? e alle nostre piantine? Forse i gessi hanno scricchiolato sulle lavagne e avranno scritto i nostri nomi impazienti... forse i tavoli e i tappeti  si saranno chiesti che fine abbiamo fatto e ci aspettano, chissà che festa quando torneremo!

Aspettami scuola, arriveremo prima o poi da te e ti abbraccio forte, anche se sei tanto grande grande.
                                                      il tuo bambino



mercoledì 11 marzo 2020

Una storia piccola, di papà e di paura






COME MATTEO SUPERO' LA PAURA

di Annamaria Gatti
fonte: Città Nuova, 2017
illustrazione di Eleonora Moretti

Non c'era che un filo di luce a rischiarare il corridoio, però Matteo sapeva bene dove voleva dirigere i suoi passi incerti: papa' stava lavorando al computer sul tavolo del soggiorno.
Ma ecco che lo spiraglio di luce si fece debole e il buio cominciava a fargli paura.
Cos'era quella macchia buia? 
Un animale feroce o un mostro, pronto ad assalirlo? 
Matteo ascoltò un po'  il cuore che voleva andarsene a spasso: forse quel battito voleva tornare indietro, nell'azzurro del lettino nuovo!
“No, andiamo avanti, siamo esploratori!” si disse sussurrando il bambino coraggioso.
Ma le cose non erano proprio così chiare: avete  mai provato a camminare al buio? Lo stomaco si stringe e viene anche voglia di fare pipi', proprio quando non puoi provvedere al caso!
Comunque sia,  i piedi  ripresero il cammino, seguendo le mani che saggiavano i muri dello stretto corridoio. In fondo, là nella stanza, il papà continuava a tamburellare sulla tastiera.
Scivolando piano piano manine, piedini e compagnia arrivarono alla porta, finalmente!
Spalancata di slancio, Matteo fece un respirone forte e papà si voltò di scatto: “Piccolino, sei qui?”
E dove vuoi che sia? Pensò il “piccolino”, non mi vedi?
“Che ti succede, Matteo?”
“Niente, quasi.”
E a Matteo scappò il più bel sorriso dal suo ultimo compleanno.
Papa' fece qualche manovra affrettata e “voilà”! chiuse l'aggeggio informatico di colpo. Si alzò ed esclamò:
“Per un sorriso così, vale la pena chiudere con il lavoro! Che ne dici di una storia di paura e di avventura sul tuo tappeto magico?”
“Anch'io devo raccontarti una storia tremenda, ma prima portami a fare  pipì, papino!”

E la paura sorrise e si rannicchiò sul tappeto perché, anche lei, aveva bisogno di storie raccontate da un papà.

Appello ai genitori alle prese con troppi compiti in questi giorni



Paolo Limonta gigante buono, maestro favoloso a Milano, su cui qualcuno ha scritto un libro che ho recensito volentieri,  padre, e molte altre cose da verificare nel web...
Buoni giorni a tutti,  con tutto il cuore e 
                        STATE A CASA, VI PREGHIAMO!

Risultato immagini per paolo limonta chi è          
Risultato immagini per paolo limonta chi è

"Appello a tutte le mamma e a tutti i papà di bambine e bambini che frequentano la scuola elementare.

Se avete maestre e maestri che stanno caricando i vostri figli di enormi quantità di lavori da fare e di pagine da studiare, siete in presenza del virus dell’ansia da prestazione di maestre e maestri.
La regola per combattere questo virus è una sola ed è molto semplice.
Fate svolgere ai vostri figli il dieci per cento di quello che vi sta arrivando da fare attraverso il famigerato registro elettronico.

Per il resto del tempo fategli leggere quello che vogliono, fategli guardare film, fategli costruire qualcosa, fateli perdere in uno strepitoso far nulla, fategli inseguire sogni, fateli sentirsi con gli amici, fateli restare tranquilli.
E, soprattutto, fatevi guidare da loro.
Quando non perdono stupidamente tempo seguendo indicazioni sbagliate, riescono sempre a essere geniali.

E quando rientreranno a scuola saranno felici e avranno voglia di fare un sacco di cose.
Nonostante le loro maestre e i loro maestri.
Che, comunque e per fortuna, sono una minoranza.
Fidatevi.
Ve lo dice uno che se ne intende tanto..." 
Paolo Limonta pagina FB

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it

lunedì 9 marzo 2020

Bambini, emergenza e i suoi eroi

Risultato immagini per infermieri coronavirus


Cosa imparano i bambini in questi giorni di emergenza? Bella domanda...
Imparano un sacco di cose importantissime.
Dipende da noi adulti, ma soprattutto hanno dalla loro parte la capacità, che noi abbiamo un po' perso, di andare oltre...
Oggi... oltre al corona virus e alla paura. 

Imparano che in certi momenti bisogna aiutarsi e rispondere con responsabilità a chi ti chiede attenzione e impegno.
Costi quel che costi, e sanno che verranno lodati a si sentiranno grandi davvero!

Imparano che gli eroi in questi giorni hanno camici, mascherine, cuffie e stanno vicino a malati che stanno malissimo... per ore e ore, senza fermarsi mai, senza dormire e se ci riescono vanno a casa dai loro bambini, altrimenti è possibile che non li vedano per giorni interi. 

Capiscono che ci sono adulti e giovani disorientati, e irresponsabili, che non stanno a casa loro, che non seguono regole di buon senso per difendersi da una epidemia, regole che loro, i bambini,  hanno imparato e cercano di applicare con l'aiuto dei grandi di cui si fidano. 

Ecco cosa imparano i bambini.
Se i grandi sono onesti queste cose gliele fanno vedere, scoprire... se sono ingiusti fanno spallucce e li portano ai centri commerciali. A fare ressa. 
E li preparano, e si  garantiscono, a un futuro triste, vuoto, malato e pervaso da tristezza ed egoismo. 
Dove gli eroi, quelli falsi, svaniscono e lasciano impronte cupe e dure, come il loro cuore.


Grazie a tutti i medici,  
gli infermieri 
e i tecnici ospedalieri 
che stanno lottando per noi. 

sabato 7 marzo 2020

Una grande lezione dal Covid 19

L'aula vuota di una scuola (Foto Spf)



Segnalo un contributo di valore dell'editrice  La Meridiana, che chiede a Paola Scalari di commentare questo momento delicato: chiusura delle scuole. 

"Con 'le scuole chiuse' possiamo correre il rischio di supplire all'assenza di scuola replicando il modello di scuola sbagliato.
Puntare alla 'nozione' in assenza della relazione fisica.
Invece no. Educare è un'altra cosa.
Abbiamo chiesto a Paola Scalari di aiutarci tutti, insegnanti, educatori, genitori a riflettere per non cadere nella trappola e nell'errore generato dalla paura perchè '‘Covid19- lei scrive- trova un’umanità slegata'.
'Non sarà una nozione in meno - aggiunge- che renderà meno competenti i nostri figli e i nostri allievi.
Quelle sono accessibili ai più in molti modi. Sarà invece una grande lezione imparare a stare dentro a delle regole, comprendere come il senso di responsabilità verso l’altro sia necessario per poter vivere e sopravvivere tutti assieme. …


Cerchiamo di inventare nuove connessioni e non andiamo supplendo all’assenza della vita scolastica con “imitazioni di scuola” impossibili e inefficaci. Se fosse possibile questa sostituzione, la scuola davvero non servirebbe.


Bloccati dal Covid19 libereremo forze creative per tornare a dare valore al pensiero e al sentire altrui, ai sentimenti e alle emozioni. Chissà che sia un’occasione per una nuova educazione sentimentale, civica, umanizzante'.


Cliccate sul link e condividiamolo:
http://bit.ly/ricominciare_ad_educare
Dal caos e dalla ristrettezza potremo tutti imparare a 'legarci' meglio."


pubblicato da Annamaria Gatti
foto SPF-  da Il Resto del Carlino