Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

domenica 27 settembre 2020

ENEA CI MANDA UN'ALTRA STORIA DELL'APPRENDISTA OMONIMO: CAVALIERE SENZA CUORE E CAROTE!


armature d'argento? noooooo...leggete...

😋E ora bambini ecco un'altra avventura dell'apprendista cavaliere Enea.  

😉E QUESTA VOLTA CHI TE L'HA MANDATA?

LO STESSO BAMBINO, ENEA!👦💪

😃DAI, CAPPERI, CHE FANTASIA!  LA STORIA DEL GIGANTE ERA PROPRIO DIVERTENTE 😂😂😂😂. LE RAPE...

RAPE SI' E QUI C'ENTRANO LE CAROTE... 👀




😍DEVE ESSERE UN AMANTE DELLE VERDURE! CAVOLO!

PERCHE'  QUI USA I CARATTERI MAIUSCOLI?

COSI'  LEGGONO LA STORIA ANCHE  I BAMBINI. MAGARI E' PIU' FACILE PER LORO.👫😙

👏VERO! CE LO SALUTI QUESTO BAMBINO ENEA? ORA LEGGIAMO ANCHE QUESTA STORIA! 

CERTAMENTE, SE VUOI SCRIVETEVI, USATE LA MIA MAIL!😄😄😄😄😄😄😄😄😄😄😄😄😊😊😊😊😊😊😊😊😊

gatti54@yahoo.it


                          IL (QUASI) CAVALIERE ENEA 👑

           CONTRO IL CAVALIERE SENZA CUORE KARIT

                                (con note della redazione) 

 

CLOPPETE CLOPPETE CLOPPETE  (è il galoppo di un cavallo, ma non è un cavallo...) 😉


UN CAVALIERE COMPLETAMENTE NASCOSTO NELLA SUA ARMATURA DI ACCIAIO LUCCICANTE STAVA GALOPPANDO NEL REGNO,  A CAVALLO DEL SUO SPAVENTOSO DRAGO AZZURRO.

🐉       (azzurro ho detto, azzurro...)

🐋...NOOO,   

(ho detto drago azzurro, non un delfino) Andiamo avanti. 😅


DUNQUE... (ricominciamo) 


 UN CAVALIERE COMPLETAMENTE NASCOSTO NELLA SUA ARMATURA DI ACCIAIO LUCCICANTE STAVA GALOPPANDO NEL REGNO,  A CAVALLO DEL SUO SPAVENTOSO DRAGO AZZURRO.


I QUATTRO APPRENDISTI CAVALIERI ERANO NEL BORGO E VIDERO GIUNGERE IL CAVALIERE SUL SUO  DELFINO... 😆😵 (nooooooooooooooooooooo,  era a cavallo di un drago, azzurro per giunta!)


VABBEH!

 

ESCALAMARONO  TUTTI IN CORO: “IL CAVALIERE SENZA CUORE KARIT!”


ALLORA ENEA, IL NOSTRO EROE, EBBE UNA MAGNIFICA IDEA E DISSE AI SUOI COMPAGNI: “ E SE LO FACESSIMO NOSTRO AMICO?”


GIANGIACOMO (uno degli apprendisti cavalieri) OSSERVO’: “MA IL CAVALIERE SENZA CUORE E’ ANCHE SENZA CORPO, QUINDI NON PUO’ AIUTARCI A COSTRUIRE CASE E PAESI OPPURE A SCONFIGGERE GLI ESERCITI.  UNO DI NOI PUO' SOLO PRENDERE LA SUA ARMATURA E QUINDI VEDREMO CHI E’ STATO IL PIU’ BRAVO A SCONFIGGERLO.”


ENEA ALLORA RISPOSE: “NO GIANGIACOMO, NON POSSIAMO PRENDERE LA SUA ARMATURA PER IL PIU’ BRAVO DI NOI. COSA FA UNO SOLO? NIENTE.

POSSIAMO PRENDERE LA SUA ARMATURA DI ACCIAIO E FARNE ALTRE UGUALI PER NOI QUATTRO.”

 

ALLORA I QUATTRO GIOVANI  CERCARONO DI SCONFIGGERE IL CAVALIERE KARIT, PER PRENDERE LA SUA ARMATURA E FARNE DELLE COPIE UGUALI PER TUTTI.


QUANDO FURONO VICINO A KARIT ESTRASSERO DUE CAROTE A TESTA PERCHE’ SAPEVANO CHE KARIT ADORAVA LE CAROTE,  MOLTO PIU' DI UN CONIGLIO! 


LO ACCERCHIARONO E GLI ALLUNGARONO LE CAROTE. 

QUANDO KARIT  SE LE BUTTO’ IN BOCCA, ATTRAVERSO L’ELMO, DA DIETRO I QUATTRO TRAMORTIRONO IL DELFINO AZZURRO😂😂😂😂😂😂😂


IL DRAGO... DRAGO...DRAGO...AZZURRO...💥💥💥💥💥💥😂


ASSALIRONO KARIT  E LO TRASCINARONO AL CASTELLO. ANCHE SE ORMAI NON ESISTEVA PIU’.


ESISTEVA SOLO LA SUA INFALLIBILE ARMATURA E  POTEVANO FARNE  FARE  ALTRE PER TUTTI LORO. E DIVENTARE MOLTO FORTI.

 

IL GIORNO DOPO GLI APPRENDISTI USCIRONO CON LE LORO NUOVE ARMATURE D’ACCIAIO  LUCCICANTI COME L’ARGENTO E TUTTI SI CHIESERO: “MA QUANTO SONO RICCHI QUEGLI APPRENDISTI?” 


MA ERANO SOLO ARMATURE DI ACCIAIO. 

                                      AH AH AH!👍💪👏👏👏


😅E IL DRAGO AZZURRO? 


👩IL DRAGO AZZURRO NON ERA MORTO, ERA SOLO TRAMORTITO.


👦QUANDO SI SVEGLIO' CHIESE UN PO' DI CAROTE E ,MIRTILLI PER CONSERVARE IL COLORE  E, SALUTANDO EDUCATAMENTE, PREFERI' TORNARE NEL SUO LAGO IN MEZZO ALLA FORESTA. CHE ERA MEGLIO PER LUI!


                                               CIAO A TUTTI 

                                        DA ENEA👦👏👏👏👏👏 

                                                       6 ANNI 


 pubblicato da Annamaria Gatti 

illustrazioni da Looney Tunes e da  cinema e medioevo : Lancillotto e Ginevra di R. Bresson.


sabato 26 settembre 2020

MI HANNO REGALATO UNA STORIA NUOVA DEL CAVALIERE ENEA: GIGANTI E RAPE!!!

Occorre impegnarsi tanto per diventare cavaliere...

😀Chi mi ha regalato una storia dell'apprendista cavaliere Enea? 

Un bambino di 6 anni che  si chiama proprio ENEA!👦👍👍💓

😏Perchè?

Perchè gli piacciono le storie del cavaliere che deve diventare cavaliere.💪😍

😎😏😬😱La sua storia fa paura?

NO,  FA RIDERE!!!! AH AH AH!!!!!!!!!!!!!!!😂😂😂😂😂🙋

(C'ENTRANO LE RAPE!)😱😬😅😂😂😂

                          

... e il gigante con le sue manozze... leggere ...leggere... :)

            IL (QUASI) CAVALIERE ENEA 

               CONTRO IL GIGANTE RABIS

CRAC SCATATRASH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Una casa del regno è caduta. 

Gli apprendisti cavalieri si sono svegliati di soprassalto e hanno detto “Che cos’è questo fragore? Andiamo a vedere cosa è successo.”

I quattro apprendisti vanno alla finestra e vedono un gigante, armato di mazza chiodata.

Enea dice: “Dobbiamo sconfiggerlo!”

Gli apprendisti dicono: “Ok!”

CRAC SCATATRASH CRAC SCATATRASH!!!!!!!

Ma il gigante, conosciuto con il nome di Rabis, sta continuando il suo lavoro di distruzione.

 Allora i quattro giovanotti dicono : “Dobbiamo fermarlo  accerchiandolo su quattro angoli, così non potrà scappare. Ma dobbiamo andare con cautela e furbizia. Dobbiamo nasconderci dietro alle macerie delle case distrutte.”

Allora i quattro quasi… cavalieri si misero in cammino e si divisero da soli nei quattro angoli a croce.

Rabis, il gigante, che non era molto furbo, voleva ucciderli con la sua spaventosa mazza chiodata, ma i quattro coraggiosi tirarono fuori dalle loro tasche due rape ciascuno. 

Il gigante Rabis sorrise, se le prese e se le ingoiò in un solo boccone.

Allora accadde una cosa miracolosa: il gigante disse: “Grazie per le ottime rape.”

Enea dice al gigante: “Ma tu sai parlare?”

“Ma certamente, nanetto! Io riesco a parlare benissimo! Ma non ero mai diventato buono, non voglio più diventare cattivo, da buoni si sta troppo bene.”

L’indomani il gigante Rabis lavorò con le sue manozze per ricostruire le case distrutte dalla sua mazza!

pubblicato da Annamaria Gatti
illustrazioni da 
Istituto Canossa Fondazione Fidei et Ratio
Animazione Walt Disney

giovedì 10 settembre 2020

Il cavaliere Enea e la scoperta della regola d’oro. Terzo appuntamento! Dedicato a Willy.

 Ecco la continuazione dell'esperienza di Enea 

che diventerà cavaliere solo se avrà saputo fare le scelte giuste. 

Dedico questa favola a Willy 

barbaramente ucciso 

mentre voleva difendere  un amico e portare la pace.

Willy ora è un vero cavaliere. 

Omicidio Willy, ecco i risultati dell'autopsia “ucciso per i colpi violenti  su diverse parti del corpo” 


fonte:  Città Nuova Settembre 2020 

favola di Annamaria Gatti

illustrazione di Eleonora Moretti 

Il castello degli apprendisti cavalieri era una severa  dimora, poca luce e  rumori sinistri popolavano le stanze “Avete paura del buio? Avete paura delle novità?” chiedeva il Grande Maestro.

“No” rispondevano gli apprendisti “noi sappiamo cavarcela bene. Andiamo finalmente a cacciare draghi?”

“Nulla del genere,  la prossima prova sarà liberare dalla torre il gran borbottone.”

I giovani si guardarono e scoppiarono in una sonora risata. Il  Maestro  li lasciò ridere, poi aggiunse: “Vedrete, non è un tipo piacevole, buona fortuna!”

 Un ululato acutissimo proveniente dalle scale della torre li fece rabbrividire.  Dopo un veloce “pari o dispari” stabilirono l’ordine dei tentativi. “Parto!” disse il primo un po’ titubante “sarò velocissimo”. Infatti velocissimo… ritornò contrariato: “Beh pensateci voi, è così brontolone che non lo sopporto. E poi ho il cuore in gola: c’erano ombre strane lungo la scala!”

Si sentirono ruggiti raccapriccianti e tutti si guardarono preoccupati. Comunque, anche il secondo tornò solo: “E’ insopportabile! E’ un maleducato, non gli va bene niente!”

Il terzo si fece coraggio, salì guardingo ed entrò. Gli  promise mari e monti, poi lo prese in giro pesantemente e iniziò anche a minacciarlo se non fosse partito con lui. Il borbottone si accucciò in un angolo e, spaventato, non si mosse più. Anche il giovane tornò giù tremante di paura e di rabbia.

Era il turno di Enea. Strana prova: sembrava un giochetto e invece…

Entrò nella cella della torre. Borbottone,  un omino ossuto,  vestito elegantemente, ma sgradevole a vedersi, stava lamentandosi:  “Nessuno mi  capisce, mi chiudono qui perché brontolo sempre,  questa torre è una prigione! Voglio tornare a casa, giocherò con i nipotini anche se mi tireranno la barba, prometto, non brontolerò più…”

Enea era sempre là seduto ad ascoltare.

L’omino lo guardò. Enea lo guardò.

L’omino  gli sorrise. Enea gli sorrise.

“Sei venuto a liberarmi?” gli chiese.

“Beh, se vuoi sì. Se io fossi nei tuoi panni, mi farebbe piacere che qualcuno mi ascoltasse e mi capisse.”

“Amico,  hai fatto con me quello che vorresti fosse fatto a te, quindi hai superato la prova. Ora vengo.”

La scala era ripida, ma il Borbottone la scese in fretta fino a sbattere contro il barbone del Gran Maestro.

“Ullallah! Ecco trovato il cavaliere che ha scoperto la regola d’oro.” Esclamò il Maestro, osservando curioso il borbottone.

“Me ne vado Maestro, hai trovato il tuo apprendista in gamba. Io torno a casa e… venite a trovarmi ragazzi ma non bevete tutto il mio sidro e non mangiatemi tutto il cinghiale e poi non lasciate le armi sparse nel cortile e poi… e poi…”

“Sì, sì signore… abbiamo capito!” urlarono in coro tutti. Che razza di brontolone, questo borbottone!

 E anche gli altri giovanotti impararono che è meglio fare agli altri quel che vorresti fosse fatto a te.

                                             

pubblicato da Annamaria Gatti

illustrazione  A Willy di Kitoshi Kimmo,  da Frosinone Today.

 

 

 

 

 

 

giovedì 3 settembre 2020

Preoccupati per l'inizio dell'anno scolastico?

 Lo psicologo Ezio Aceti,  sulla pagina di Città Nuova on line,  risponde a una mamma  preoccupata, come tutti i genitori, per l'inizio della scuola. E dà motivo di riflessione e rassicurazione anche agli insegnanti, che vivono un momento complesso, dove in gioco sono la competenza pedagogica e soprattutto la  capacità di accoglienza e incontro. L'empatia.


Il primo giorno di scuola è sempre stato per bambini e ragazzi un momento importante, per vari motivi dovuti soprattutto alla novità, alla curiosità e alle attese.

Infatti le emozioni che bambini e ragazzi vivono sono molteplici, a seguito di vari fattori:

  • desiderio di incontrare gli amici o i nuovi compagni dopo le vacanze
  • novità (soprattutto per i bambini di prima elementare, della scuola dell’infanzia e i ragazzi di prima media) per le nuove conoscenze, accompagnata da un certo timore e da varie attese.
  • tensione determinata dalla paura di “fare brutta figura”, per la consapevolezza del giudizio degli altri che incomincia ad essere importante, soprattutto per i ragazzi delle medie.
  • timore e curiosità rivolta alle nuove insegnanti, che comunque rimangono sempre figure adulte di riferimento verso le quali render conto.

Sappiamo che per moltissimi anni è stato così e soprattutto la pedagogia moderna è andata sempre più raffinandosi, strutturando momenti di accoglienza particolari con attenzioni pedagogiche ai bisogni dei bambini e dei ragazzi.

Ma… oggi c’è il coronavirus, questo piccolo, minuscolo nemico col quale dobbiamo fare i conti. E che conti! Assistiamo alla televisione ad un fermento, un subbuglio, un’agitazione per garantire in salute e sicurezza l’inizio dell’anno scolastico.

Tutto ciò è corretto, perché è necessario tutelare la sicurezza e la salute di tutti. Ma, chiediamoci, per i bambini e i ragazzi come sarà questo primo giorno al tempo del coronavirus? Sappiamo che la tensione è molto alta in quanto i ragazzi vengono da un periodo di assenza che ha interrotto i rapporti vidiretti. In più, il desiderio di incontrarsi è fortissimo e le aspettative molteplici, mentre le raccomandazioni dei genitori sui rischi del contagio e sulla prudenza che devono mantenere rimbombano nelle loro teste.

Per non parlare delle insegnanti che, pur con le loro caratteristiche specifiche, sono tutte alle prese con un carico d’ansia di gran lunga maggiore rispetto agli anni precedenti, dovuto a:

  • Il timore del contagio
  • La responsabilità nei confronti dei bambini
  • La paura di portare il contagio ad altri e anche ai loro famigliari

Insomma si può ben dire che la tensione è alta, particolarmente alta. Chiediamoci: cosa fare? Cosa è giusto per i bambini e per i ragazzi? Come strutturare l’accoglienza?

È stato Konrand Lorenz (1903-1989), premio Nobel per l’etologia ad aprirci la strada sull’importanza dei primi contatti, delle prime relazioni scoprendo e studiando quel fenomeno particolare da lui chiamato imprinting.

L’imprinting è quella prima esperienza che si struttura durante l’incontro e che tende a mantenersi a lungo e a determinare gran parte del resto della relazione. Curare bene l’imprinting allora significa, nel nostro caso, curare bene questa prima relazione.

Gli studi di psicologia evolutiva inoltre ci confermano che, per quanto riguarda i bambini e i ragazzi, è importante che questo primo giorno soddisfi tre bisogni fondamentali:

  1. accoglienza: i bambini devono sentirsi accolti e ben-voluti. Devono sentire che, nonostante tutto, è bello stare insieme. A questo proposito è importante esporre all’interno della scuola, della classe, un cartello, un disegno, una frase accogliente e soprattutto l’appello iniziale deve durare molto, in quanto è bene che l’insegnante chieda al bambino come è andata, come sta… insomma che i ragazzi si sentano accolti nel loro vissuto.
  2. responsabilità: i bambini e i ragazzi hanno il diritto di sapere la verità. Sarà importante parlare del Coronavirus con parole adeguate, facendo riferimento alla scienza. È importante però che questo venga fatto una volta solaripeto una volta sola. Questo per evitare di aumentare la tensione e soprattutto , dire ai ragazzi che se vorranno potranno chiedere tutto quanto ritengono giusto sapere.
  3. motivazione: i bambini e i ragazzi devono sentire che ci si fida di loro e che loro sapranno far bene. Devono sentire che in loro c’è la capacità di impegnarsi, di raggiungere dei risultati e che, se per caso sbaglieranno, potranno sempre recuperare.

Tutto ciò dovrà essere fatto lasciando spazio alla fantasia e all’inventiva delle insegnanti. Per realizzare tutto questo, l’insegnante ha uno strumento, lo strumento più importante degli esseri umani: la parola. L’utilizzo corretto della parola è di estrema importanza per la riuscita della relazione e del rapporto. Parlare è importante perché aiuta ad elaborare l’ansia e a trovare forza e risposta dentro di se.

Il parlare allora dovrà contenere tre concetti che corrispondono ai tre bisogni dei bambini e dei ragazzi:

  • l’empatia, che corrisponde all’accoglienza. Il bambino deve sentire che l’insegnante è con lui, che lo comprende. Questo lo può manifestare dicendo: sono molto contenta di cominciare con voi… e va detto anche se magari c’è un po’ di trepidazione, di tensione.
  • la realtà, che corrisponde alla responsabilità. Descrivere quello che sta succedendo senza allarmismi e nella verità, ma lasciando liberi di fare domande.
  • il sostegno, che corrisponde alla motivazione. È il più importante perché dimostra che l’insegnante si fida delle capacita dell’alunno e invita l’alunno ad entrare dentro di se e a scoprire le sue risorse. L’insegnante può terminare quanto sta dicendo affermando: «sono sicura che voi saprete come fare, che troverete voi il modo giusto di rapportarvi e di stare a scuola, che ve la caverete».

 

Se faremo così allora forse si riuscirà nell’ intento fondamentale in questo periodo: quello di non togliere la paura, ma dare la possibilità di gestirla in modo intelligente e semplice.


pubblicato da Annamaria Gatti

illustrazione Eleonora Moretti, Città Nuova, giugno 2020