Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

sabato 29 maggio 2021

Un libro per Unicef, una speranza: L'epifania di Jibrain, il dolore di tanti ragazzi

 




di Alessandra Jesi Soligoni
Illustrazioni di Cecilia Brianese
Edizioni L'orto della cultura
2021
Questo libro sostiene il progetto UNICEF 
"Assistenza e cura i bambini siriani nei campi profughi"

 

Alessandra Jesi Soligoni ci ha abituato negli anni ad albi di grande valore, non solo narrativo, ma anche valoriale e illustrativo.

Questa ultima  proposta conserva tutto il fascino del suo impegno in favore dell'età evolutiva, nel racconto di un episodio vero,  avvenuto nel dicembre del 2015, che trova collocazione in uno scenario pittorico, grazie all'opera talentuosa di Cecilia Brianese,  tanto emozionante, quanto solenne.
Jibrain (Marwan nella realtà) è un ragazzetto siriano e si perde nel deserto durante la fuga, con la sua famiglia,  dal male oscuro della guerra.

Il dramma si intreccia con un'Epifania celebre e ugualmente intensa: i tre Magi appaiono e  ripercorrono una carovaniera, per indicare la via che porterà il giovinetto a ritrovare la famiglia, anche  con l'aiuto della cometa. Sì... della Cometa! L'incanto e la speranza dopo lo strazio avvolgono Jibrain e danno senso alla paura e all'alba nuova che lo porta in salvo.

Sono molte le ragioni che incontrano il valore dell'opera di Alessandra Jesi Soligoni, oltre all'indubbio merito di appoggiare un progetto in favore dei bambini siriani. Il racconto è di una attualità sconcertante. Non c'è, alla luce degli eventi attuali,  luogo definito per questo dramma,  tanto è diffuso nei continenti e nel tempo.

Oggi i ragazzi sono davvero nella sofferenza, che la pandemia ha diffuso senza risparmiare nessuno: il deserto si è anche materializzato nelle case, nelle scuole, nella società in quarantena, lasciando strascichi che gli psicologi e gli psichiatri segnalano pesanti. 

Allora questi nostri figli e nipoti sono tutti Jibrain, perchè chiedono luce, via per un cammino sicuro, che li accompagni fuori da questa guerra distruttiva delle relazioni vitali. 
A noi il compito di trovare la stella cometa per noi e per loro, e sul sentiero le orme dei saggi e dei grandi che ci indicano la via, da perseguire con tenacia e responsabilità.

Il presepe vivente con cui si conclude il libro, ci rassicuri nella speranza che l'unità e la solidarietà ci aprano scenari di pace.

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it

venerdì 21 maggio 2021

Condividere con i ragazzi per andare oltre. Insieme.

 


Capita agli scrittori di  sognare di poter incontrare i ragazzi che hanno letto i loro libri.

E' un legame anche profondo e un po' misterioso e nei tempi di distanziamenti e chiusure sono nate alcune corrispondenze che permettono di non chiudere occhi e cuore.

I bambini hanno tanto bisogno che noi adulti crediamo nella vita, siamo coerenti, coraggiosi e, dicendo la verità, allunghiamo  con loro lo sguardo sul futuro, rendendo il presente concretamente vero nella relazione e nell'attenzione. Insomma hanno bisogno di sognare e di credere.

Ebbene, ho chiesto ai ragazzi di questa classe di Vicenza di poter pubblicare l'ultimo loro messaggio, inviatomi da gentili insegnanti che ringrazio, dopo aver letto alcune mie storie già pubblicate sul periodico Città Nuova e che hanno trovato il pretesto di allungare i tempi che ci avrebbero separato da un incontro in presenza. 

Dei tre racconti qui nominati e reperibili su questo blog,  hanno percepito il fulcro e hanno dato la loro interpretazione lineare e convincente di alcuni aspetti anche profondi della storia. Li ringrazio tanto!


Gentilissima Annamaria,

i brani che ci hai inviato sono belli e profondi, di contenuti e di forma. 

Un grazie di cuore per il pensiero e l’attenzione che hai avuto per i nostri ragazzi, che si sono appassionati molto nel leggerli e ti mandano i loro commenti. 

CARISSIMA ANNAMARIA,

TRA LE BELLISSIME STORIE CHE CI HAI MANDATO, QUELLA CHE CI E’ PIACIUTA DI PIU’ E’ STATA: “A GUARDARE IL CIELO” perché…

… mi piacciono i racconti di avventura e di fantasia e questa l’hai creata con l’aiuto delle nuvole!   Riccardo

…guardare il cielo e immaginare le forme vuol dire avere fantasia. Se uno è stressato si prende un minuto e si rilassa, le nuvole sembrano raccontare storie. Grazie per questo racconto!    Mario

…dimostra l’immaginazione che c’è dentro di noi. Mi è piaciuto come con delle semplici nuvole sei riuscita a creare una storia così movimentata.  Ettore

…anche noi lo facciamo qualche volta! Nathan, Leonardo, Greta, Senumi

LA STORIA CHE CI E’ PIACIUTA DI PIU’ E’ STATA: “MA COM’E’ UNA SCUOLA IN NEPAL?”, PERCHE’…

….racconta una storia vera.   Ayman

…parla di com’è una scuola in un altro Paese e mi è piaciuta tantissimo!  Giovanni

…dalla tua descrizione si può immaginare tutto per bene. Noemi M.

LA STORIA CHE CI E’ PIACIUTA DI PIU’ E’ STATA: “PRIMO GIORNO DI SCUOLA DA INCUBO”, PERCHE’…

…mamme e bambini si invertono i ruoli, così ognuno dei due capisce la fatica dell’altro. Francesco

…a volte anch’io mi chiedo come sarebbe se ci scambiassimo i ruoli io e mia mamma, la curiosità è molta! Vorrei anche sapere cosa farà Matteo…   Noemi C.

…le mamme vanno a scuola e i bambini restano a casa: divertente e ironico!!!    Sofia

…ti fa mettere nei panni delle mamme che fanno molto per gli altri. Simone

…io vorrei provare a fare quello che fa mia mamma, sarebbe divertente! Edoardo

…sarebbe bellissimo fare per una santa volta qualcosa di diverso dalla scuola e vivere l’avventura che le mamme fanno ogni giorno…  Giacomo

…è pieno di imprevisti divertenti che nessuno può aspettarsi.  Alessandro

…i bambini e le mamme fanno le cose al contrario, cioè i bambini fanno da mangiare, lavano, puliscono e le mamme vanno invece a scuola. Niccolò

QUINDI GRAZIE!!! Ci hai fatti divertire, sognare, immaginare… non vediamo l’ora di conoscerti!         

 La quinta B della scuola primaria Ghirotti

                                                           Grazie ragazzi e ...a presto!

Pubblicato da Annamaria Gatti

Illustrazione fonte Città Nuova 

lunedì 17 maggio 2021

Daniela Lucangeli: SOS Gioia cercasi. I bambini ringraziano

 


A questo link la gioia di una piccola capinera, godiamo questa bellezza con stupore e rispetto

https://www.facebook.com/groups/258189807713695/permalink/1576485212550808/?sfnsn=scwspwa

Daniela Lucangeli ci ha avvolto di inquietudine e di stupore in uno dei suoi ultimi video. Il tema era la gioia. 

Quella persa e ritrovata, ma anche più spesso quella non riconosciuta, come ci conferma la ricerca. 

La gioia nasce dalla consapevolezza della bellezza infinitesimale che ci circonda e delle emozioni che abitano i nostri respiri.

Allora svegliarsi, alzarsi, camminare nel sole o sotto la pioggia, sorridere o accogliere un sorriso diventano momenti alti di vita gioiosa. Basta saperli vedere, riconoscerli e immergersi. Per poi andare verso l'altro e prendere a piene mani il dono. 

E se questi altri sono i bambini allora capiamo quante possibilità abbiamo perso e che possiamo implementare da subito. Passando per la manifestazione e del riconoscimento della gioia.

A questo link il suo messaggio.

https://www.facebook.com/danielalucangeliofficial/posts/306743947488928

Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

mercoledì 12 maggio 2021

Dall'altra parte del mondo Storia di Vera e Trysa. Una bella recensione.


                                                   Recensione  

Un racconto di formazione è la storia dell’amicizia tra Vera e Trysa che superano insieme la linea d’ombra che li separa dall’età adulta.

Un racconto di formazione è la storia dell’amicizia tra Vera e Trysa che superano insieme la linea d’ombra che li separa dall’età adulta. È una zona di confine, un passaggio che conserva ancora elementi dell’adolescenza e dell’infanzia, che saranno sublimati e superati con la lontananza e il distacco che genera un nuovo approdo a una più ampia consapevolezza di sé, del mondo e di relazioni più piene. 

Annamaria Gatti, psicologa e scrittrice, vaglia la gamma dei sentimenti di Vera e Trysa attraverso le loro scoperte, i primi innamoramenti, la loro amicizia, la forte passione condivisa per la musica e il violino.

Lo stupore è una delle note di questo racconto, evidente nell’invenzione di un vero e proprio personaggio, il Vento del crepuscolo, che fa da cassa di risonanza di suoni e rumori della vita reale che si riverberano nell’anima delle protagoniste.

                                                              Aurelio Molè

http://www.alettieditore.it/emersi/2016/gatti.html

Pubblicato da Annamaria Gatti

 

giovedì 6 maggio 2021

Genitori oltre la pandemia 4: PROTEGGERE

 Ecco il quarto appuntamento,  che accompagna i genitori ...oltre la preoccupazione di questo tempo complesso. Anche questo contributo della dottoressa Paola Canna,  rivisita l'iter già sperimentato: 

  • breve riflessione
  • esperimento
  • commenti, libere condivisioni o domande, a cui la dottoressa Canna ed io risponderemo individualmente.
Buona lettura!


In margine alla foto: vedi come la foglia protegge il frutto e sta per generare un altro dono?

STEP: PROTEGGERE di Paola Canna

Quanto si vorrebbe proteggere i propri figli dalle esperienze negative o dolorose della vita! Proteggere e’ la forma di cura più spontanea che un genitore dà al proprio figlio. Prima di capire come proteggere è importante guardare chi protegge.  Riscoprire il ruolo di genitore significa comprendere l’importanza dell’azione di “copertura” (dal lat. pro-tegere) e di sostegno che serve dare ad un figlio per affrontare le difficili tappe della sua crescita (autonomia, responsabilità, autoefficacia, capacità di controllo, gestione personale, relazioni con altri ecc.). Il genitore è una persona adulta, più grande per esperienze e per capacità di affrontare la vita che agisce nell’oggi pensando alle conseguenze sul domani.

Le moderne teorie psicologiche, se da una parte hanno portato gli adulti a sviluppare rispetto e attenzione verso i minori, dall’altra hanno avuto l’effetto collaterale di rendere i genitori più timorosi di sbagliare e insicuri nell’esprimere sé stessi. 

All’epoca dei nostri nonni l’autorità degli adulti si imponeva su quella dei figli i quali la rispettavano e la accettavano in modo pressochè automatico. Oggi, il primato dato alla libertà personale e all’autodeterminazione mette a dura prova la relazione genitori-figli: i figli non danno più rispetto in modo scontato; i genitori dubitano sempre di più dell’utilità del proprio intervento educativo.

La gestione del tempo libero, la collaborazione in famiglia, la responsabilità e l’autonomia personale, le relazioni con gli altri ecc. sono alcuni temi di vita quotidiana che non possono più essere affrontati con uno stile educativo basato sull’imposizione e sul controllo, pena l’originarsi di scontri aspri e inefficaci che aumenteranno proporzionalmente all’età del figlio. 

Al lato opposto l’atteggiamento del “lasciar fare” o “lasciar correre” se apparentemente salva l’armonia della relazione, a ben guardare, toglie lo spazio di parola al genitore il quale non coinvolgendosi nella vita del figlio lo lascia irrimediabilmente più solo.

Il tempo della pandemia ha reso ancor più evidente per le giovani generazioni la necessità di un nuovo stile educativo basato sull’arte dell’incontro. Sono i momenti di confronto tra genitori e figli, su ogni contenuto della quotidianità, che tessono la trama di una relazione in grado di fare da rete di protezione ad un figlio. 

I padri e le madri di oggi possono proteggere i figli stando al loro fianco, facendo loro sentire cioè la curiosità e l’interesse per ciò che stanno vivendo, ma anche nel “dare e dire” ai figli ciò che l’esperienza ha insegnato loro come adulti.  

E in questo periodo così difficile, quale miglior protezione si può dare ad un figlio se non la sicurezza di poter contare sui propri genitori?

ESPERIMENTO

Trovate un momento sereno per fare un confronto autentico con vostro figlio su un argomento che crea tensione. Cercate di ascoltare con apertura le sue ragioni e idee e di esprimere con coraggio le argomentazioni e i motivi delle vostre esigenze. 
Trovate insieme una “zona franca”: una posizione accettabile e serena per entrambi (con i più piccoli potete sancire il patto con un gesto fisico!). 
Come vi siete sentiti al termine del confronto con vostro figlio? Sentite di esservi conosciuti di più? 
Scriveteci!
  • piccoli potete sancire il patto con un gesto sico!). Come vi siete sentiti
    al termine del confronto con vostro glio? Sentite di esservi conosciuti di
    più

drssa.paolacanna@gmail.com

gatti54@yahoo.it

instagram:     @the_life_therapy   

                      @infanzia.icare

FB Annamaria Gatti


Pubblicato da Annamaria Gatti
foto di A. G.

domenica 2 maggio 2021

Una storia per capire la paura: Paolina sempresempre

 


Paolina sempresempre e la paura
di Annamaria Gatti
illustrazione di Eleonora Moretti
fonte: Città Nuova,  maggio 2021

 

“Paolina vuoi restare in camera un momento da sola?”

 

“Ehnno! Che non ci sto mamma,  ho paura,  non andare via.”

 

 “Paolina vado a ritirare a biancheria in terrazza, resta pure qui a giocare, io arrivo subito.”

 

“Ehnno! Che non resto qui da sola! Ho paura, vengo con te.”

 

A tutte le richieste una sola è la risposta.

 

“Paolina vado in bagno a farmi la doccia.”

 

“Cuccioletta, vai di sotto  a prendere il libro delle favole.”

 

“Figliola, salgo a prendere un ombrello, aspettami qui.”

 

“Piccola mia, vai pure su a giocare o a leggere,  io resto in cucina a lavorare."

 

La risposta è sempre una:

 

“Ehnno! Che non resto qui da sola.

 

Ho paura e sola non ci sto,  né di sopra, né  di sotto…

 

lontano da te!”

 

“Ma io sono sempre qui in casa. Poi ti darò un intero vaso di miele, un premio al tuo coraggio!”

 

“E’ normale avere paura Paolina" dice papà,  “fidati. E se hai paura resta qui vicino a me.”

 

“Oppure vicino a me, cuccioletta. Sempresempresempre vicino a me” propone la mamma.

 

La faccenda si fa pesante.

“Sempre… proprio sempre?”

 

“Sì sì, sempre!”

 

“Beh… però…” mugugna Paolina.

 

Il  tempo passa e lei viene chiamata anche “Paolina sempresempre”.

 

Poi un giorno: “Senti mamy, che ne diresti se tu mi regalassi quel vaso di miele che mi avevi promesso? Sai, di stare sempresempre con qualcuno,  non mi va proprio.  Ho detto alla paura di farmi compagnia lei… tanto ho visto che non succede nienteniente.”

 

“Ah davvero? Oh mi dispiace, io ci stavo bene con te sempre vicino” dice mamma.

 

“E adesso chi mi starà sempre vicino se tu ti tieni la paura e ci giochi assieme?” osserva papà deluso.

 

“Papà ti lascio il mio orsetto bimbo e anche il mio pirata Orsonero, ma solo per oggi e forse anche  per domani” sospira Paolina nienteniente, “con questi grandi bisogna aver pazienza!”

 

E Paolina va di sopra a giocare con i lego e i colori. Chiama anche  la paura  per giocarci, ma la paura non c’è più. Sparita.

 

“Vabbeh! Se ritorna so che è una faccenda che succede  a tutti…” conclude sollevata.

 

E Paolina,  cucciola birichina,  affonda la zampetta nel barattolo del miele…mmmmh come è dolce!

 

Sì,  perché Paolina è una furba orsetta, ma tu l’avevi capito vero?