Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

domenica 6 luglio 2025

Alexander Langer: nessun domani si costruisce con le bombe. E camminate insieme, più lentamente, profondamente, dolcemente... Quanto questo approccio serve anche ad educare alla pace

 

Alexander Langer, ambientalista ed eurodeputato ha lavorato a fianco di Sassoli. 
Ricordiamo entrambi con ammirazione e gratitudine. (foto BarBalcani)

A trent'anni dalla morte, parole così attuali! Questi pensieri sulla pace e sulla lentezza, l'attesa, la dolcezza e la cura delle relazioni ci fanno bene e ci inquietano. E non esiste pensiero di "sinistra o destra", esiste il pensiero di persone che hanno a cuore l'umanità. Langer resta uno che parla alla mente e al cuore degli uomini, che stanno perdendo la loro umanità, perchè stiamo saldi nella consapevolezza. Non stanchiamoci di fare e di mostrare il bene, che spesso è silenziato. E' una battaglia non violenta.

 "È TEMPO DI ESSERE PICCOLI. NON ABBIATE FRETTA. VI INVITO A SOSTARE, A COLTIVARE IL DUBBIO, A PRATICARE L’ASCOLTO, A CUSTODIRE IL FRAGILE"

di Alexander Langer

“Non abbiate fretta. Non credete che solo correndo si possa arrivare. In questo tempo che ci spinge al rumore, alla velocità, alla conquista, io vi invito a sostare. A coltivare il dubbio, a praticare l’ascolto, a custodire il fragile.

È tempo di essere piccoli, non per rinunciare, ma per scegliere. Piccoli per non dominare, ma per appartenere. Non cercate la forza che impone, ma quella che sostiene. La dolcezza non è resa, ma resistenza. La lentezza non è pigrizia, ma profondità. E la profondità, oggi più che mai, è rivoluzionaria.

Cercate l’indefinito, là dove le cose non sono subito chiare, nette, pronte a essere consumate. È lì che abita la possibilità di un mondo condiviso, dove nessuno ha l’ultima parola e tutti possono dire qualcosa. Vi chiedo questo: abbiate il coraggio dell’autolimitazione, della sobrietà, della gratuità. Non come sacrificio, ma come atto di liberazione. Come un fiore che sboccia senza chiedere nulla in cambio. 

E scegliete, sempre, la pace. Non come assenza di guerra, ma come tessitura quotidiana di legami. Non come tregua, ma come scelta di vita.

La nonviolenza non è debolezza, è la più alta forma di forza. È dire no senza distruggere. È resistere senza odiare. È costruire ponti dove altri alzano muri. Rifiutate il riarmo, le spese folli in armi, le retoriche del nemico. Non lasciate che la paura vi spinga ad armare il futuro. Nessuna vera sicurezza nasce dall’intimidazione.

Nessun domani si costruisce con le bombe.

E se vi chiedono da che parte state, non abbiate paura di dire: dalla parte della vita che cresce lenta, fragile, profonda. Dalla parte dell’umano. Dalla parte della pace. Ecco, questa è la mia sinistra. E forse, può essere ancora la nostra.

Non abbiate paura della lentezza, né della solitudine che a volte accompagna chi cerca sentieri nuovi. Non tutto si concluderà oggi, né domani. Ma ogni gesto, ogni parola nonviolenta, ogni scelta sobria e giusta, è un seme.

E i semi, anche se non li vediamo subito germogliare, fanno il loro lavoro. Abbiate cura. Degli altri, della terra, del tempo. Abbiate cura di ciò che cresce piano. E camminate. Non da soli, ma insieme. Più lentamente, più profondamente, più dolcemente”.

Da facebook 

Pubblicato da Annamaria Gatti

domenica 29 giugno 2025

FAVOLA, ULTIMO EPISODIO: E ALLA FINE ENEA DIVENTA CAVALIERE, MA COME?

La saga si conclude qui, ed Enea e i suoi compagni di viaggio diventano cavalieri... Mai pensavo di poter pubblicare questa favola con la nostalgia per valori che oggi sembrano schiacciati da prepotenze e bullismo ..."politico". Proprio per questo riaffermiamo con tutti i mezzi la nostra speranza.

MA CHI E' QUESTO BRUTTO CEFFO? 
E COSA FA ENEA LI' DIETRO CON GLI ALTRI APPRENDISTI CAVALIERI?
(E qui si vede carissimi ragazzi, come Enea finalmente diventerà cavaliere!  
I misteri si sono svelati, quasi tutti... QUASI!)


di Annamaria Gatti                                    
Illustrazione di Eleonora Moretti
fonte: Città Nuova

(Versione completa dell'ultimo episodio. Adattamento nella versione sul periodico)


I giorni scorrevano fra allenamenti, sfide e incarichi,  a volte molto particolari, in attesa della designazione a cavalieri del re.  

I quattro avevano davvero imparato a stare insieme e a collaborare: chi poteva dire se qualcuno di loro  eccelleva in tutto? 

Chi era molto abile nelle armi, come Marillo, era diventato molto saggio. 

Chi aveva grandi progetti e abile a cavalcare, come Giangiacomo, era diventato generoso. 

Chi era sapiente e agile nei tornei,  come Norberto, era diventato anche  socievole e collaborativo. 

Enea era molto apprezzato da tutti come buon amico, sincero e uomo di grande coraggio, affidabile e giusto, capace di redimere le liti fra di loro e di trovare la soluzione giusta.

 “Quanto tempo dovremo ancora attendere prima di esser nominati cavalieri?” chiese Marillo ai suoi tre compagni.

“Presto il Gran Maestro ci dirà chi ha superato le prove” lo rassicurò Norberto.

Giangiacomo precisò: “Enea certamente è stato il più capace… Noi tre abbiamo fatto parecchi errori!”

“Abbiamo affrontato prove stravaganti, che ci hanno fatto molto pensare, abbiamo imparato insieme a distinguere il bene dal male” aveva aggiunto Enea.

 Poi un giorno il Gran Maestro li convocò nella sala del trono e proclamò: “E’ giunto il momento di dirvi chi verrà nominato  cavaliere di Re Riccardo!”

All’improvviso però tutto si oscurò, le torce  si spensero, aggredite da una folata gelida, che imperversò per alcuni momenti, che parvero interminabili a tutti i presenti.

“E ti pareva che le cose potessero andare lisce almeno una volta…” borbottò Giangiacomo.

Certo che no, mio sprovveduto cavaliere!” urlò un vocione da togliere il fiato. Poi aggiunse:  “Le cose non vanno mai lisce se re Riccardo si arricchisce di cavalieri in gamba, fedeli, sinceri e puahhh! onesti.”

“Ecco mancavi tu, brutto ceffo!” commentò allarmato il Gran Maestro.

Il brutto ceffo pareva uno sgorbio di nano:  gobbo, con un naso enorme e con una voce gracchiante e profonda, sproporzionata alle sue dimensioni. Suscitava una certa inquietudine vederlo in mezzo a quel buio,  illuminato dalla sua spadina incandescente, perché non si poteva prevedere cosa avrebbe potuto combinare.

“Riaccendi le torce” ordinò il Maestro. Ma il ceffo continuò a roteare per la sala reale  distruggendo quel che trovava nel suo vagare. Poi puntò lo sguardo feroce su Norberto e Marillo. E sghignazzò  minaccioso. Stava per aggredirli.

“ Come ti chiami?” chiese Enea, con l’intento di distrarlo.

“Il mio nome è Sconosciuto, ma a voi non interessa” bonfonchiò. “Interessa solo che io non  vi permetterò di diventare cavalieri. Non supererete l’ultima decisiva prova! AH AH AH”.

“E sarebbe?” chiese deciso Norberto.

“Trovare il modo per farmi  tornare quel che ero: un cavaliere di valore! Per un accidente mi sono cacciato in un maleficio che mi ha tolto tutto:  l’onore e i talenti. E anche il mio vero nome. Ma non troverete la forza di combattermi e neppure una pozione magica.”

Mentre il ceffo ridacchiava saltellando qua e là, i quattro giovani si accordarono sul da farsi. Non servirono molte parole, avevano capito: era uno che aveva scelto male e stava pagando il suo errore.

“Hai fatto un grande errore, Sconosciuto” considerò Norberto.

“Beh sì, lo so. E cosa volete dire con questo?” gracchiò il nano.

“Diciamo che TI PERDONIAMO” scandirono insieme i giovani, alzando le loro quattro spade unite al cielo. Il Gran Maestro con un sospiro si fece attento: stava accadendo quel che era giusto! Presto avrebbe lasciato i suoi apprendisti. E questo gli dispiaceva un po’.

Le torce si riaccesero, il nano stramazzò a terra, come accade sempre quando un personaggio si trasforma: al suo posto si svegliava ora un cavaliere, in abiti preziosi, la spadina era diventata spada degna di un re. Nulla faceva ricordare il brutto ceffo di pochi istanti prima. Lo sguardo era limpido, il viso sorridente e il portamento deciso e gentile.

“Grazie cavalieri, mi avete liberato dal maleficio, ora sono tornato quel che ero” ammise stanco ma sollevato il giovane. “Nessuno aveva pensato a perdonarmi e nessuno aveva pensato che solo così avrei riacquistato tutto, anche  il mio nome. Siete stati geniali.”

Squilli di trombe invasero la sala del trono e il Gran Maestro annunciò l’arrivo del re che, entrato, si guardò attorno e capì cosa era accaduto. Il cavaliere gli corse incontro e si inginocchiò, in segno di rispetto.

“Sono molto lieto di rivederti cavalier  Carlo di Montelungo. Finalmente potrai tornare al tuo compito di difesa dei deboli, ma lo farai ora in compagnia di questi nuovi quattro cavalieri,  che meritano la nostra fiducia. Hanno faticato e imparato molto, ma sanno che  non si finisce mai di apprendere.

Si voltò verso il Gran Maestro con un cenno di gratitudine e lo invitò vicino ai suoi giovani: aveva fatto un buon lavoro, come sempre!

Stese lo scettro su di loro e li investì del titolo di CAVALIERI DEL REGNO:

“Enea di Roccabruna, Norberto di Normandia, Marillo della Marca, Giangiacomo di Val di Sole,  vi nomino miei cavalieri, con il compito di mettere in pratica tutto ciò che avete imparato,  da ultimo che conviene scegliere sempre il bene e saper perdonare.”

E così si conclude questa storia del giovane Enea, diventato cavaliere. La sua vita sarà molto intensa e lunga, sarà un cavaliere molto amato soprattutto da tanti giovani che da lui impareranno molto.

“Ehi tu dove vai?” chiedevano ai giovani allievi.

“Vado a diventare cavaliere alla guida di Enea il Saggio”

“Ah beh… allora avanti e buona fortuna!”

 Eh sì perché re Riccardo proprio ad Enea affiderà i suoi cavalieri per tanti tanti anni.


giovedì 26 giugno 2025

Favola quarto episodio in onore alle Mammenopfas e all'epocale sentenza che condanna l'inquinamento da PFAS "Quando i draghi sorridono perdono tutta la loro forza"...

 Quarto appuntamento con le avventure di Enea apprendista cavaliere




Favola dedicata alle mamme nopfas  del Veneto

che lottano da anni  per avere acqua non avvelenata per i loro figli

e che oggi, 26 giugno 2025, hanno esultato 

per la condanna giusta dei responsabili. 

Grazie Mammenopfas e tutti i cittadini attivi in questa lotta non 

violenta, ma per questo molto determinata e autorevole.


IL CAVALIERE ENEA SCONFIGGE  

IL DRAGO PIFASSS


testo di Annamaria Gatti

Illustrazione di Eleonora Moretti

fonte: Città Nuova, Roma

                        BARABABOOM!

Il boato ruppe il silenzio. Gli apprendisti cavalieri balzarono giù dalle brande e si precipitarono in sala grande. “Armatevi e partite!” urlò il Gran Maestro, “la prova che volevate è arrivata: un drago sta distruggendo tutto!”

Marillo, figlio del conte Della Marca esplose in un: “Finalmente, un vero drago da uccidere!”

Norberto, nipote di re Giulio di Fiandra aggiunse: “Sono pronto!”

Giangiacomo di Borgo Val Del Sole proclamò: “A noi due drago, ti annienterò!”

Enea, con la fidata spada ai fianchi, propose con decisione: “Andiamo, insieme lo combatteremo con forza e furbizia! Tutti per uno, uno per tutti, dicevano…”

“Non insieme” risposero, “dobbiamo superare la prova e  quindi ciascuno per sé.”

Enea scosse la testa incredulo. “I miei compagni non pensano molto. La vedremo!”

Il drago era un esemplare goffo e maldestro, con tutti gli optional: codone uncinato, testa a pera, narici sporgenti, pancione tartarugato. Era verde e rosso e stava distruggendo il bosco: sollevava con le sue zampacce gli alberi secolari. Dalle casupole gli abitanti scappavano terrorizzati.

Marillo si parò davanti al drago, che gli chiese:

“Cosa vuoi tu, formichina?”  lasciandolo a lancia sospesa per lo stupore.

“Tu…tu…” balbettò “Tu parli.”

“Certo, sono il drago PIFASSS e mi hanno dato l’incarico di rendere invivibile questo regno…AH AH AH!

Marillo  gli  lanciò la mazza chiodata sul cuore, ma fece solo il solletico al drago, che la sbriciolò e gli gridò un BUUUUUUUUUU spaventoso, mettendolo in fuga.

Stessa fine per Norberto e Giangiacomo che si trovarono senza le loro  balestre infallibili  con cui avevano cercato di fermare il drago. Prima PIFASSS dall’argine aveva scaricato tonnellate di sporcizia inquinando il corso d’acqua,  che cominciò a restituire carpe e trote morte. Poi dal monte alto aveva sparso un gas micidiale, che accecava gli animali in fuga: una vera catastrofe.

Allora Enea si nascose fra i massi e gridò con voce cavernosa contraffatta: 

Sono tutti capaci di distruggere. Non sei capace di ricostruire però. Ah, non vali molto come drago, orgoglioso PIFASSS!”

Tutto si fermò, pure il drago, che cercò chi mai avesse osato mettere in dubbio i suoi talenti. “Vieni fuori verme” borbottò seccato e minaccioso.

“No che non vengo, mi faresti fuori subito. Sei capace solo di questo tu.”

“NON E’ VERO!” tuonò PIFASSS più rosso del solito per la rabbia  “e te lo dimostrerò. Vedi questo fiume? Tornerà come prima…”

E con un soffio micidiale vomitò una colonna di fuoco che ridusse tutto in polvere. Come per incanto pian piano dalla sorgente riprese a zampillare acqua fresca e limpida. E il fiume riprese a vivere.

PIFASSS sorrise. Ma quando i draghi sorridono perdono tutta la loro forza e la loro cattiveria.

Enea sbucò dal nascondiglio fra le rocce e, brandendo la sua bellissima e pericolosa  spada, si avvicinò al drago, che piangeva. Ma erano lacrime di liberazione e sussurrava: “Non conviene proprio fare i cattivoni!”

E anche questa volta l’aspirante Enea vinse la gara per diventare cavaliere.



 pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

 

 

 


lunedì 16 giugno 2025

L'astronave perfetta, storia di amicizia e cooperazione

 

di Nicoletta Asnicar
illustratrice Chiara Spinelli
I nuovi colori del mondo
Città Nuova Editrice

Recensione di Annamaria Gatti

Libro opportunamente creato con i consueti criteri grafici e accorgimenti che agevolano la lettura, è rivolto ai piccoli lettori, ma racchiude messaggi nascosti, leggibili anche dagli adulti che sanno farsi coinvolgere.

Teo è un bambino decisamente fantasioso, ricco di idee che lo portano a una relazione interessante e lineare con i propri adulti di riferimento. 
Nulla è scontato nella sua vita semplice, tutto è motivo di curiosità, crescita e relazioni. I suoi genitori sono anche troppo presenti nella gestione dei talenti che Teo coltiva con ironia. 

Sono mamma e papà che lo avviano e lo seguono nella realizzazione di una astronave che non gli appartiene come progetto, che è invece di un amico con il quale, in compagnia di una dotata compagna di banco, riuscirà a portare a termine. 

Tutto centrato sulla straodinaria unicità di ciascuno e sulla bellezza della cooperazione fra pari, regala agli adulti del racconto il ruolo di pazienti consulenti.  Il che non è sempre scontato.

Le illustrazioni sono funzionali al testo e ricalcano le figure-bambine che troviamo spesso riprodotte nei disegni infantili, per questo vicine alla loro sensibilità.

Buona lettura quindi a tutti i capitani di astronavi, a tutte le bambine sognatrici con Teo di avventure e di progetti!



sabato 14 giugno 2025

Favola terzo episodio. Il cavaliere Enea e la scoperta della regola d’oro.

 Ecco la continuazione dell'esperienza di Enea 

che diventerà cavaliere solo se avrà saputo fare le scelte giuste. 

Dedico questa favola a Willy barbaramente ucciso 

mentre voleva difendere  un amico e portare la pace.

Willy ora è un vero cavaliere. 

Omicidio Willy, ecco i risultati dell'autopsia “ucciso per i colpi violenti  su diverse parti del corpo” 


fonte:  Città Nuova Settembre   favola di Annamaria Gatti

illustrazione di Eleonora Moretti 

Il castello degli apprendisti cavalieri era una severa  dimora, poca luce e  rumori sinistri popolavano le stanze “Avete paura del buio? Avete paura delle novità?” chiedeva il Grande Maestro.

“No” rispondevano gli apprendisti “noi sappiamo cavarcela bene. Andiamo finalmente a cacciare draghi?”

“Nulla del genere,  la prossima prova sarà liberare dalla torre il gran borbottone.”

I giovani si guardarono e scoppiarono in una sonora risata. Il  Maestro  li lasciò ridere, poi aggiunse: “Vedrete, non è un tipo piacevole, buona fortuna!”

 Un ululato acutissimo proveniente dalle scale della torre li fece rabbrividire.  Dopo un veloce “pari o dispari” stabilirono l’ordine dei tentativi. “Parto!” disse il primo un po’ titubante “sarò velocissimo”. Infatti velocissimo… ritornò contrariato: “Beh pensateci voi, è così brontolone che non lo sopporto. E poi ho il cuore in gola: c’erano ombre strane lungo la scala!”

Si sentirono ruggiti raccapriccianti e tutti si guardarono preoccupati. Comunque, anche il secondo tornò solo: “E’ insopportabile! E’ un maleducato, non gli va bene niente!”

Il terzo si fece coraggio, salì guardingo ed entrò. Gli  promise mari e monti, poi lo prese in giro pesantemente e iniziò anche a minacciarlo se non fosse partito con lui. Il borbottone si accucciò in un angolo e, spaventato, non si mosse più. Anche il giovane tornò giù tremante di paura e di rabbia.

Era il turno di Enea. Strana prova: sembrava un giochetto e invece…

Entrò nella cella della torre. Borbottone,  un omino ossuto,  vestito elegantemente, ma sgradevole a vedersi, stava lamentandosi:  “Nessuno mi  capisce, mi chiudono qui perché brontolo sempre,  questa torre è una prigione! Voglio tornare a casa, giocherò con i nipotini anche se mi tireranno la barba, prometto, non brontolerò più…”

Enea era sempre là seduto ad ascoltare.

L’omino lo guardò. Enea lo guardò.

L’omino  gli sorrise. Enea gli sorrise.

“Sei venuto a liberarmi?” gli chiese.

“Beh, se vuoi sì. Se io fossi nei tuoi panni, mi farebbe piacere che qualcuno mi ascoltasse e mi capisse.”

“Amico,  hai fatto con me quello che vorresti fosse fatto a te, quindi hai superato la prova. Ora vengo.”

La scala era ripida, ma il Borbottone la scese in fretta fino a sbattere contro il barbone del Gran Maestro.

“Ullallah! Ecco trovato il cavaliere che ha scoperto la regola d’oro.” Esclamò il Maestro, osservando curioso il borbottone.

“Me ne vado Maestro, hai trovato il tuo apprendista in gamba. Io torno a casa e… venite a trovarmi ragazzi ma non bevete tutto il mio sidro e non mangiatemi tutto il cinghiale e poi non lasciate le armi sparse nel cortile e poi… e poi…”

“Sì, sì signore… abbiamo capito!” urlarono in coro tutti. Che razza di brontolone, questo borbottone!

 E anche gli altri giovanotti impararono che è meglio fare agli altri quel che vorresti fosse fatto a te.                                      

pubblicato da Annamaria Gatti

illustrazione  A Willy di Kitoshi Kimmo,  da Frosinone Today.

 

 

 

 

 

 

Fine scuola 2, pagelle, voti e dintorni, per esempio Nicola Govoni.

 



Il fenomeno Nicola Govoni, classe 1993, è tutto da studiare e da accogliere con cuore libero. 

Ci farebbe e ci fa  benissimo.

Bocciato e umiliato, ha cercato la sua strada e l'ha trovata alla grande. Per chi non lo conoscesse:  

"...dopo un'adolescenza difficile e una bocciatura nel 2013 parte per un'esperienza di volontariato nel'orfanotrofio Dayavu Boy’s Home nel Tamil Nadu dopo aver conseguito il diploma di maturità classica ...  Decide poi di fermarsi in India per continuare l'attività di volontariato e proseguire gli studi iscrivendosi a un corso di laurea in giornalismo alla Symbiosis International University di Pune. Nel 2017 autopubblica l'e-book "Bianco come Dio" in cui racconta la sua esperienza di volontariato. Il libro diventa un piccolo caso editoriale, vendendo circa diecimila copie e attirando l'interesse della casa editrice Rizzoli che ne acquista i diritti per la pubblicazione. Il ricavato delle vendite viene utilizzato per la realizzazione di una biblioteca nell'orfanotrofio..." (Wikipedia recita)

Così inizia una vita tutta in salita, nel senso lettrale del termine e costellata di grandi passi che lo portano a lavorare in Palestina e  nel più grande campo profughi d'Europa e a fondare con Giulia Cicoli e sarah Ruzek l'associazione  STILL I RISE, ad aprire scuole per ragazzi e ragazze profughi. Costruisce una nuova scuola in Turchia presso il confine con la Sira con il ricavato della vendita del suo secondo libro di successo "Se fosse tuo figlio"  

Nel 2020 vince la prima edizione del premio Premio CIDU per i Diritti Umani assegnato dal Ministero degli Esteri.  A Nairobi in Kenia  segue la realizzazione della prima International School, nata con l'obiettivo di fornire istruzione di alto livello gratuitamente per i ragazzi più poveri permettendogli di ottenere il titolo di Baccellierato internazionale. 

Successivamente nel  libro fotografico "Attraverso i nostri occhi. Vivere da bambini in un campo profughi" racconta la sua esperienza a Samo.  A Bogotà  apre la  seconda scuola internazionale e nel 2023 pubblica il romanzo giallo "Altrove" per la casa editrice Still I Rise, appena fondata.  Rizzoli pubblica nel 2024 il saggio "Un mondo possibile".

Nicola Govoni, fuori/classe nella nostra scuola, riceve il Premio Internazionale per la Leadership e la Benevolenza Joaquín Navarro-Valls per le sue azioni a favore di persone bisognose. 

Meno male talvolta la scuola sbaglia, e alla grande. ma possiamo imparare sempre dagli errori e questa è la nostra forza.  Quante analoghe storie da raccontare!

Allora riconfermiamo che allearci con i nostri ragazzi è la strada vincente comunque!

pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

foto AGI

 

venerdì 13 giugno 2025

Fine scuola, pagelle, voti e dintorni, per esempio Sinner...

 


Parliamo di fine scuola.

Amiamo la scuola e molto. Ho vissuto nella scuola, fatta di bambini, ragazzi, famiglie, dirigenti e collaboratori e vivo tutt'ora in forme diverse, anni bellissimi (e faticosi, certo!) a cui non rinuncerei per nessun tesoro al mondo.

Ogni anno mi fermo, alla fine del periodo scolastico, sui risultati, promozioni e bocciature,  stroncature di bambini e ragazzi e implicitamente delle famiglie e dei docenti. E faccio qualche riflessione ad hoc, sempre pensando a tutti loro con simpatia e condividendo fatiche e gioie.

Concludo sempre che comunque le bocciature non hanno (quasi) mai rovinato nessuno, non sono quelle che determineranno il futuro di ciascuno. Anzi! E che la ricerca della meraviglia e dei talenti presenti in ciascuno dei ragazzi e delle ragazze, avrebbe portato "in alto" tutti. E non è semplicismo o ingenuità. Ma non è lo scopo di questo post approfondire tutta la casistica e gli aspetti specifici di tale problematica. 

Cosa c'entra Sinner, il grande tennista? (...la grande persona)

In qualunque modo si sia concluso questo anno scolastico, con le sue incongruenze, con i successi e i doni umani e culturali portati o evasi, non ho potuto fare a meno di pensare a lui, sconfitto a Parigi. E di come abbia portato questa sconfitta con onore e maturità rara, in un tempo  come il nostro,  tanto da separare il risultato dalla qualità delle relazioni, per esempio, col vincitore della lunga, pesantissima tenzone con racchetta e pallina. 

Di cosa hanno bisogno quindi i nostri ragazzi e le nostre ragazze alle prese con un insuccesso scolastico? Comunque di alleati, per capire, riprendersi, ripescare talenti e forze, che ci sono senz'altro, se qualcuno li aiuta a vederli. 

E allora mettiamo in luce i tanti Sinner che incontriamo sulla nostra strada della vita, di chi sa riconoscere, si rialza, si riprende e non si scoraggia. Ma soprattutto sa rispettare e non sopraffare. 

E' un appello a genitori e insengnati. Coltiviamo alleanza, speranza e fiducia. Facciamo tutta la nostra parte, dove siamo e possiamo.  Raccoglieremo frutti, a dispetto di questi tempi di meschinità, superficialità e  venti di guerra e di atrocità. 

Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

foto da Avvenire