Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

domenica 19 marzo 2023

A tutti i papà

 


Auguri a tutti i papà, 

a quelli che sono fantastici ma comunque non perfetti,

a quelli che ti guardano negli occhi e ti rassicurano sulle cose da fare.

a quelli che ti chiedono ciò che anche loro fanno per coerenza,

a quelli che vogliono la tua felicità e la tua sicurezza,

a quelli che spengono lo smartphone appena entrano in casa,

per non essere disturbati mentre ti ascoltano,

a quelli che "ti racconto cosa ho fatto oggi",

a quelli che ogni tanto ti portano con loro al lavoro  e tu ne sei felice,

a quelli che sanno ascoltare sempre o quasi...

a quelli che ti rassicurano che gli errori servono sempre per crescere,

a quelli che ti perdonano,

a quelli che ti insegnano la gentilezza, anche in auto,

a quelli che leggono un libro per o con te,

a quelli che ti portano al museo, in libreria, al parco...

a quelli che quando eri solo o sola ti hanno accolto con amore, 

a quelli che "esco a cena con mia moglie, la tua mamma",

a quelli che "mi alzo io stanotte se piange, tu riposati stanotte",

a quelli che hanno cura di se stessi perchè sanno che così potranno aver cura di te,

a quelli che hai visto commuoversi qualche volta 

e il tuo cuore era pieno di comprensione,

a quelli che non ce l'hanno fatta a difenderti sul barcone nel Mediterraneo 

eppure devono continuare a vivere,

a quelli che non sono riusciti a far funzionare la famiglia

ma ci provano ad essere papà  presenti,

a quelli che non riescono a uscire dai tunnel,

a quelli che non ci sono più e il ricordo è una carezza.

A tutti i papà un abbraccio forte e avanti sempre!

Pubblicato da Annamaria Gatti

illustr. da Papaboys 3.0

sabato 11 marzo 2023

DONI A SAPERLI VEDERE 3: LA PIOGGIA

Accompagnata dalla poetica illustrazione di Eleonora Moretti, vi racconto.

Storia di Annamaria Gatti

Fonte CITTA' NUOVA marzo 2023

PIOGGIA

La principessa Lucia si faceva delle domande. “…E dopo aver scoperto il dono delle nuvole e del vento, cosa mi riserverà questa nuova favola?” si chiedeva, mentre la mongolfiera e la brezza la trasportava con l’ amico Carlo, sfiorando le nuvole. Ma ecco all’improvviso uno scossone e la luce farsi debole.

“Ehi, brezza, che succede? La mongolfiera è in pericolo?” aveva scandito Carlo, un po’ agitato. Era il momento per Lucia di fare squadra: gli amici si vedono nel momento di bisogno, quindi si fece passare la paura e fece attenzione. Cose luminose come diamanti presero a scivolare giù per la mongolfiera e poi sui loro capelli e sugli abiti. “Oh bella, piove. Fine del viaggio” aveva sospirato Carlo deluso. “Ma nooooo! Guarda!” suggerì la mongolfiera.

“Ma no…” ripetè una cosetta appollaiata sul pallone, “dai, goditi questa pioggia leggera. Sono una goccia e, con tantissime sorelline, sono venuta per aiutare le piante e gli animali assetati, dopo tanta calura.”

“Ma tu da dove vieni?” aveva chiesto curiosa Lucia. “Dalla mia nuvola, eravamo miliardi lassù, evaporate dall’acqua presente sulla Terra, dagli Oceani… a cui tornerò, cadendo nei laghi, nei fiumi, nelle falde sotto terra, per poi tornare con la mia danza senza fine”. E Carlo aveva precisato: “ E’ il ciclo dell’acqua quindi…”

“Bravo!” aveva replicato la gocciolona cadendo sul suo ciuffo biondissimo che, piombato sugli occhi del bambino, aveva fatto scoppiare Lucia in una fragorosa risata e in un saluto pieno di poesia:

“Amica pioggia, sorellina acqua, bene prezioso, sei il nostro gioiello!”

Ma dove erano tutti gli altri bambine e bambini in questo momento?, si chiedeva Lucia. Fu allora che avevano dato una occhiata sulla Terra e una lunga scia di ombrelli colorati stava accompagnando bambini e bambine con alti stivali, a saltare nelle pozzanghere e a far festa con alberi e animaletti, finalmente! Poi era accaduto: un raggio di sole si era infiltrato fra le nuvole e la magia aveva avvolto la mongolfiera. Un arcobaleno aveva salutato Lucia e Carlo con il vocione da tenore, una voce importante: “Saluti a voi piccoli amici. Le nuvole e il vento mi hanno suggerito di raggiungervi: visto che magnificenza? Così non vi lamenterete più se piove!”

Gli occhi dei due bambini non potevano staccarsi da quello spettacolo. Anche i bambini laggiù, chiusi gli ombrelli, stavano tutti con il naso all’insù. Ed era una meraviglia.

 


martedì 7 marzo 2023

Per una scuola giusta e rinnovata che diventi davvero per tutti laboratorio sociale




A questo link un' intervista di grande interesse per il futuro della scuola. L'intervista ad Anna D'Auria, presidente di MCE è pubblicata  su Città Nuova, marzo 2023 a firma di  Silvio Minnetti già dirigente scuola superiore e già presidente del Movimento Politico per l’Unità in Italia. Coordinatore Alfa-Terzo Settore, collaboratore Citesec-Unimc.

 Solo unendo le forze in chiari step propositivi  si potranno rendere operativi davvero i provvedimenti per una scuola rispettosa di alunni e studenti e docenti. Ancora una volta l'unità e la tenacia sono alla base della speranza nel  cambiamento, nonostante i tempi difficili.

 https://www.cittanuova.it/scuola-sia-laboratorio-sociale/?ms=003&se=005

pubblicato da Annamaria Gatti

Foto da Città Nuova

gatti54@yahoo.it

lunedì 6 marzo 2023

In un video ben fatto un appello alla pace da chi la pace la sa capire: i bambini


 Un appello coinvolgente alla coerenza quotidiana. 

E non possiamo stare in silenzio a guardare, 

Facciamo tutti la nostra parte per la pace dove viviamo e  appoggiamo e impegniamoci  nelle iniziative per chiedere la pace, attraverso il dialogo, le trattative.

Avendo a cuore solo... SOLO... il bene di bambini, donne e uomini. 

https://www.youtube.com/watch?v=eVl3yBeNH_8

Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

domenica 26 febbraio 2023

Le storie del cuore: Papà Nuvola Papà Mare ovvero quanto vale un papà ovunque nel mondo

I bambini soffrono molto. Per molte ragioni. 

Riconfermiamo l'impegno ad avere cura di loro. Ovunque 

di Annamaria Gatti e illustrazioni
di Elisabetta Basili
Le Brumaie Editore
Il libro Mamma foresta Mamma città aveva incontrato il desiderio di essere rassicurati dalla mamma di fronte ad ogni timore, a qualsiasi latitudine, in una foresta africana o in una grande metropoli sudamericana... accompagnati da Diana e King e da Pablo e Ana.
                                           

Oggi due fratelli e due sorelle, David e Mia, Emma e Andrea, vivono un'analoga esperienza in Alaska e in una località marina, in Liguria, ma questa volta non c'è mamma a spegnere la paura, chi li salverà? Così lontani ma... Stesse paure, stessi sentimenti...

               Andrea ed Emma    Mia e David

Un modo semplice, ma ricco di emozioni e di particolari ambientali  per conoscere due luoghi lontani e i cuori bambini, che però battono la stessa musica. Lo stesso desiderio di amore.



L'editore stimola il nostro pensiero: "Serenità, forza, riconnessione, accoglienza: quali sensazioni vi trasmettono queste due illustrazioni?
Sono tratte dal nostro nuovo albo «Papà Nuvola & Papà Mare» disponibile da oggi sul nostro shop online e in libreria. Scritto da Annamaria Gatti e illustrato da Basili Elisabetta, è dedicato a tutti i padri, che siano di cuore o di sangue. Per saperne di più, vi aspettiamo sul nostro sito www.lebrumaie.it 🎈"

A presto! Un invito
dai protagonisti della nuova storia:

                                                 Andrea ed Emma e da Mia e David!

https://www.lebrumaie.it/index.php?route=product/product&product_id=221


Pubblicato da Annamaria Gatti

Le Brumaie Editore, Contatto diretto:  3338750004

lunedì 20 febbraio 2023

Favola di carnevale in podcast: Le lacrime di Pierrot"

 



Ecco una favola in podcast per i vostri bambini dai 7 ai 10 anni, ma ormai solo voi potete stabilire quanto siano recettivi e "filosofi" i bambini che frequentate, figli, nipoti, alunni... a loro è dedicata per scegliere sempre di essere gentili, empatici e generosi, come il Pierrot della storia che vedrà la sua lacrima trasformarsi in stellina solo quando saprà donare il cuore. 

Vale la pena essere gentili, sempre, e poi mi è sempre spiaciuto che il povero Pierrot fosse provvisto di lacrima sul viso... Nelle favole si possono creare magie buone! 

                 LE LACRIME DI PIERROT 

            di Annamaria Gatti

                           Fonte Città Nuova                

  Narrata con maestria da Paolo Bertini

https://www.cittanuova.it/multimedia/2023/2/20/le-lacrime-pierrot-ascolta-la-favola-carnevale/

C’era una volta un Pierrot, mio amico.
Di solito i Pierrot hanno una maschera triste e delicata, con una bella lacrima disegnata sul volto.
Ma non tutti i Pierrot sono uguali.
Quello che conosco io non voleva saperne di quella cosina triste disegnata là. Non si sentiva per niente così infelice. Nel suo abito vaporoso era amico di tutti, faceva compagnia a bambini e a vecchietti, preferiva il gelato alla fragola e giocava a nascondino con le farfalle…
Dovete anche sapere che il mio amico abitava in un casa meravigliosa, veramente speciale, che si poteva vedere dopo un temporale, se non si ha troppa fretta: Pierrot abitava sull’arcobaleno e andava e veniva dalla Terra su una nuvola sempre pronta.
Insomma, si capisce perché non poteva fare a meno di pensare che quella lacrima sul viso era proprio una nota stonata.
Così una mattina di carnevale particolarmente serena, Pierrot si alzò festoso e gridò a tutte le altre maschere:
“Oggi mi laverò via la lacrima!”
Raggiunse la fontana del parco, ma per quanto si fregasse, la lacrima era sempre lì, non se ne andava.
“Forse potrei tentare con la gomma con cui si cancellano gli errori sui quaderni… o con qualche detersivo, di quelli potenti…”
Ma non risolse il suo problema: frega, frega… non successe niente.
Tornando verso casa un po’ deluso, incontrò Fatina, un’altra famosa maschera che gli chiese:
“Posso aiutarti? Mi sembri così a terra!”
Pierrot le spiegò il suo desiderio di cancellare quel segno di tristezza, che portava grigiore intorno a sé.
“Caro Pierrot,” spiegò Fatina “non è semplice esaudire questo tuo desiderio… Vi riuscirai solo se farai scomparire la tristezza dal volto di qualche essere umano. Pensaci, non sarà facile!”
Pierrot pensò e ripensò, ma non sapeva proprio come affrontare la situazione: doveva far piangere qualcuno? Doveva forse accordarsi con qualche anima triste?
Sbuffò rumorosamente, salì sulla prima nuvola di passaggio e poi scese verso terra, a divertirsi nel parco che di solito a quell’ora era pieno di bambini.
…E invece era deserto! Tutti infatti erano alla festa del carnevale.
Solo un ragazzino vagava lungo il vialetto lì davanti e Pierrot incuriosito lo raggiunse e lo salutò:
“Ciao!”
“Ciao” ricambiò Tonino con gli occhi lucidi. Si vedeva che aveva pianto.
“Piangi?”
“No.”
“Però hai pianto…”
“Sì.”
“Perché?”
“Tutti i miei amici hanno avuto una bella maschera per questo carnevale. Io invece no, perché ho dovuto aiutare il papà fino a tardi e non ho potuto procurarmela. In piazza ormai la festa è cominciata.”
Pierrot sospirò. Poi con un balzo improvviso si affiancò a Tonino e si incamminò con lui.
Saltellandogli intorno gentilmente gli chiese:
“Ti andrebbe un costume da Pierrot?”
“Siiii! Sarebbe bellissimo, ma dove lo trovi?”
“Sull’arcobaleno, è là che io abito.”
“Sull’arcobaleno?”
“Se ti fidi di me ti porto a casa mia in un momento… chiudi gli occhi e dammi la mano…”
Tonino chiuse gli occhi e gli sembrò di sognare, di essere entrato in una favola. Con un balzo Pierrot lo condusse sulla prima nuvola di passaggio, fino all’arcobaleno.
Poi in un lampo furono di ritorno. Tonino riaprendo gli occhi, si guardò e quasi non si riconosceva neppure nel nuovo costume da Pierrot.
Abbracciò festoso quell’amico un po’ magico e corse alla festa, mentre Pierrot pensava che sarebbe stato bello partecipare alla sfilata, se non fosse stato per quella lacrima…
Commentando fra sé e sé il fatto, si sporse sullo specchio della fontana ed esclamò:
“Ohhhhh!”
Disse solo “ohhh”, perché rimase senza parole: la lacrima non c’era più, al suo posto invece luccicava una stellina.
Pierrot sorrise, era proprio bella e come si sentiva felice e commosso per quel regalo!
Il suo desiderio si era avverato, come aveva detto Fatina.
…E una lacrimona di gioia scivolò giù, lungo il viso di Pierrot e cantò nell’acqua creando tanti cerchi concentrici che avevano proprio il colore dell’arcobaleno



giovedì 16 febbraio 2023

Favola di carnevale anche in Podcast: Chi ha rubato i colori ad Arlecchino?

 


In questi giorni di grandi tristezze, vogliamo raccogliere tutte le forze per raccontare il bene che c'è, anche Arlecchino ci ha provato e i colori perduti sono tornati. Una favola che già  molti conoscono ma ora  da ascoltare!

CHI HA RUBATO I COLORI DI ARLECCHINO?     

Narrata con garbo e dolcezza da Gabriella Maggiora

di Annamaria Gatti 

illustrazione di Eleonora Moretti

Fonte Città Nuova

https://www.cittanuova.it/multimedia/2023/2/16/rubato-colori-arlecchino-ascolta-la-favola-carnevale/

Ecco il testo:

Arlecchino dorme tranquillo nel suo letto, quand’ecco una voce lo sveglia di soprassalto:
“Arlecchino! Dove sei? Svegliati, è l’ora di andare al mercato!”
Arlecchino è proprio assonnato e stanco.
“Voglia di mercato, saltami addosso!” bisbiglia appena. Si veste con calma e poi ha un brivido.
“Brr, fa freddo! Torno a letto.”
E si tuffa nel piumone soffice.
“Arlecchino! Vieni qui aiutami ti prego!”
“Arlecchino! Angiolino ti aspetta per aggiustare la gabbietta del canarino.”
“Arlecchino! La signora Elvira deve sistemare il giardino…”
Ma lui dormicchia…
“Arlecchino… Arlecchino! Sempre di me c’è bisogno? Io oggi sto sotto le coperte.”
Arlecchino si riappisola sotto le coperte, poi apre un occhio e subito dopo l’altro, piano piano, senza fretta. Subito però li richiude spaventato.
“Ma… sono tutto grigio!”
Si guarda nello specchio dell’armadio grande: dov’è finito il suo bel vestito multicolore? Che sia uno scherzo di Carnevale?
Apre la finestra e giù nella strada è già cominciato il Carnevale: le maschere si preparano alla festa e un’occhiata di sole le sollecita già agli scherzi!
“E adesso come faccio?” si dispera Arlecchino. “Non posso certo presentarmi così, con queste pezze grigie. Guarda anche il cappello e la maschera sono grigiastri”
Un pettirosso ha ascoltato il lamento di Arlecchino e impietosito lo rassicura:
“Non ti disperare amico! E’ il grigiore dell’animo che intacca l’abito e l’umore. Dimmi cosa hai combinato stamattina di così strano?”
“Niente, non ho fatto niente. Beh, ho proprio deciso di chiudere il cuore…se proprio lo vuoi sapere!”
“Vedi tu!” sospira il pettirosso.
Arlecchino fa un balzo, non per paura, né per sconforto: riprende possesso del suo cuore, spazza tutto il buio e sorride a se stesso. Poi recita la sua filastrocca:
Arlecchino è a colori
un insieme di tesori
pronto a vivere contento,
della vita ogni momento.
Pronto a dare il suo aiuto,
anche a te ogni minuto,
perché al tristissimo grigiore
preferisce i colori dell’amore.

“Arlecchino! Per favore!”
“Vengo, vengo!”
E avviandosi alla porta, passa davanti allo specchio dell’armadio grande, dove si ferma: i colori stanno ritornando più vivaci di prima, su, su, dalle scarpe al cappello.
Anche lo stomaco riprende a brontolare. Allora, rivolgendosi all’Arlecchino multicolore riflesso nello specchio e prostrandosi in un bell’inchino, decide:
“Prima farò un’abbondante colazione: coi colori mi è tornato l’appetito! La vita e’ proprio bella! ”
“E’ sempre il solito!” fischietta allegro il pettirosso svolazzandogli appresso.

 

martedì 14 febbraio 2023

Plusdotazione: quando i genitori fanno la differenza

 


In questo blog sono stati illustrati in precedenza alcuni aspetti del funzionamento che caratterizza bambini con plusdotazione. In questo appuntamento si riporta un’esperienza che sottolinea l’importanza delle scelte dei genitori
.

Rispondere sempre

Notte fonda. Francesco, tre anni, si sveglia e chiede: “Mamma, come si scrive il mio nome?”

E’ notte Francesco, lo facciamo domani.”

Vorrei tanto vedere il mio nome scritto adesso.”

Mamma Laura risponde sempre alle domande di suo figlio, solitamente non rimanda, sa che Francesco apprezza questo interesse e quindi anche quella notte scende in cucina e su un foglio scrive il nome. Gli spiega come avviene il miracolo della lettura e della scrittura di quelle nove lettere,  in modo semplice. Francesco è soddisfatto e si rimette a dormire. A tre anni sa leggere, senza che nessuno l’abbia stimolato. La maestra della materna esprimerà il suo disappunto, perché, sostiene, Francesco si annoierà alla scuola elementare, la stessa cosa che alcuni insegnanti ripetono dal secolo scorso.  Non tutti gli insegnanti.

E’ uno dei tanti aneddoti che mamma Laura racconta per tracciare una storia bellissima, quanto difficile, quando ricorda gli anni della scuola, dalla materna, alla secondaria di primo grado.

 

La plusdotazione va a scuola, o no?

Francesco è uno dei numerosissimi ragazzi plusdotati che la nostra scuola spesso spegne o stigmatizza, a causa di una formazione che non viene offerta o, se succede, talvolta non viene applicata da insegnanti inadeguati o che si ritengono non all’altezza. Non è un’accusa, ma una constatazione, a fronte invece di avvincenti esperienze di docenti illuminati ed entusiasti, che sanno ben gestire questo bisogno educativo speciale… specialissimo.

Si racconta qui di Francesco per sottolineare quanto lo stile educativo sia fondamentale, quanto facciano la differenza  l’attenzione, la determinazione e spesso il coraggio di genitori responsabili. Francesco quest’anno  frequenta un liceo che risponde alle sue richieste, con un team insegnante capace di farne una risorsa per tutti, ma la storia narra di fatiche e di delusioni profonde.

La scuola primaria e la scuola secondaria hanno spento Francesco, la sua vitalità e il desiderio di conoscere e di giocarsi nel condividere scoperte e curiosità. Il bambino gioioso consegnato alla scuola, è tornato a casa senza colore. Allora mamma Laura comincia a cercare di conoscere perché questo figlio splendido non funziona per questa scuola, anzi perché la scuola non funziona per lui e come si possa ottimizzare la prassi didattica per rendere Francesco operativo,  partecipe, felice…

 

Consapevolezza del proprio funzionamento ad alto potenziale

I genitori approdano in luoghi dedicati, anche lontani da casa ma, per andare oltre a questo innaturale situazione,  non si fermano certo. Propongono anche una formazione mirata al preside per i docenti del figlio, con la necessaria umiltà, ma anche con la certezza di fare un servizio per altri studenti.  Le cose non vanno come avevano sperato, il team docente non accetta aiuti, ma intanto il passo importante è stato fatto, la consapevolezza è diventata una compagna della famiglia e anche di Francesco, che dopo la valutazione diagnostica comincia a conoscersi meglio,  fa i conti  con dubbi e delusioni scolastiche, e ora sa come funziona e perché.

Non è una meta il riconoscimento delle proprie caratteristiche, ma un trampolino di lancio per imparare a capirsi e a relazionarsi correttamente con i desideri e gli interessi, per scegliere appunto consapevolmente, valutando e scoprendo gradualmente punti di forza e di debolezza in sé, ma anche nella scuola.

Un capolavoro

A questo traguardo intermedio Francesco non sarebbe giunto senza la determinazione e la cura di due genitori attenti, capaci soprattutto di accoglienza, di sguardo vero e di rispetto verso l’alterità di un figlio. Mamma Laura è sempre preoccupata che questo figlio sbocci e cerca conferme: vuol capire se ha fatto proprio tutto quel che doveva fare. E la conferma arriva da Francesco che intercetta l’ansia materna: “Mamma, tu non preoccuparti, perché la mia diversità per me non è un problema. Tu mi hai accompagnato fin qui, adesso devo trovare io il mio percorso.” Un capolavoro.

Ai genitori da questo blog  giunga un incoraggiamento a conoscere e a non fermarsi di fronte alle necessità dei figli che mostrano caratteristiche di plusdotazione o alto potenziale, così vario nelle manifestazioni, ma che mantiene sempre alta l’attenzione sugli aspetti affettivi e psicologici. Bambini che non si sentono riconosciuti nei loro talenti e soffrono per questo infatti sviluppano comportamenti che rischiano di essere classificati e diagnosticati erroneamente come patologie del comportamento, mentre hanno solo la necessità di avviare interventi adeguati e già sperimentati. Basta aggiornarsi,  agire propriamente,  mettersi in ascolto e dialogare.

Alla scuola un appello, come da più parti viene inoltrato,  alla formazione, allo studio e alla serietà e alla correttezza intellettuale e professionale. Conoscere gli aspetti molteplici dell’alto potenziale e delle buone pratiche didattiche e pedagogiche, renderà anche i docenti più competenti e più realizzati nella loro professione e i bambini e i ragazzi diventeranno grandi risorse per tutti. E questa è inclusione vera.


pubblicato da Annamaria Gatti

Foto: greenworld.it

sabato 4 febbraio 2023

Il seme di Sofia 2 Era un fiordaliso che spiega a Sofia il mistero

Avvertita dalla farfalla Sofia corre a vedere la sorpresa: è nato qualcosa dal semino da lei curato. Sofia ha saputo attendere.

Sofia: Sei tu il mio seme?

Seme-Fiore: Sì, sono io. Sono un fiordaliso...

Sofia: Allora dentro al mio seme c'eri tu...

Fiordaliso: Proprio così. Anche tu un giorno sboccerai e diventerai grande... 

E' già tutto dentro di te... 

Quando diventerai grande vedrai tutta la tua bellezza e la tua gentilezza fiorire...

rielaborazione dal libro : 


https://www.lebrumaie.it/index.php?route=product/product&product_id=224 

giovedì 2 febbraio 2023

Il seme di Sofia 1 Solo un piccolo seme

Questa è Sofia. Il libro ti racconta come è questa bambina. 
E chi sono gli amici che le faranno scoprire come nasce una vita.


Un giorno vede una piccola cosa e si chiede a cosa servirà...


Cosa succederà?



pubblicato  da Annamaria Gatti

 

domenica 29 gennaio 2023

IL SEME DI SOFIA come nasce una nuova vita, dai 3 ai 99 anni

Un libro per raccontare la vita? 

Una bella pretesa! Ma ci abbiamo provato, io e l'illustratrice Elisabetta Basili , a farlo nel libretto riccamente illustrato "IL SEME DI SOFIA  COME NASCE UNA NUOVA VITA" 

Il volumetto curatissimo, come è solito fare, dall'editore Le Brumaie,  con linguaggio semplice, ma profondo, introduce la piccola Sofia alla scoperta di come da un semino può nascere un bellissimo fiore. Con l'aiuto di amici che sanno accompagnarla in questa scoperta, Sofia scoprirà che anche  dentro di sè c'è già tutto un futuro ricco di doni e scoperte.

Possibile acquistare copie del libro a questo link editoriale

https://www.lebrumaie.it/index.php?route=product/product&product_id=224




martedì 24 gennaio 2023

I segnali dei bambini 5: Laura demotivata, distratta,diversa, help.

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Laura manda i suoi segnali, lo abbiamo visto nel post precedente e l'impegno degli adulti è quello di fare posto alla sua comunicazione.
In sintesi significa osservare con attenzione e mettersi nella disposizione di imparare, per conoscere e poter dare un aiuto.
Significa anche osservare e ricostruire il mondo che l'accompagna, conoscere il sistema in cui vive, lavorare di empatia.
E una raccolta dati onesta rileva le problematiche relazionali attraversate dai genitori, di cui Laura si sente responsabile. Sono bastati alcuni seri litigi e, di più, silenzi inusuali, messaggi analogici del "non voglio parlare con te, tu non esisti perchè mi fai soffrire" riferiti nella coppia dei genitori, che hanno incrinato le certezze affettive della bambina.
Laura, la bambina di 9 anni brava e fonte di soddisfazioni in ogni campo, ha visto sbiadire il mondo attorno e la fragilità ha frenato ogni suo passo.
Di qui i segnali da leggere:
distratta, demotivata, insicura, troppo protettiva, triste... 
Laura stava cercando modalità per dire:
      STO VIVENDO  MALE QUESTO MOMENTO
DAMMI CHIAREZZA
AIUTAMI A TROVARE LE PAROLE PER DIRE LA MIA SOFFERENZA
ABBI PAZIENZA CON ME IN QUESTI GIORNI DIFFICILI
STAMMI VICINO  
CONDIVIDI CON ME I MOMENTI
DIMMI CHE NON E’ COLPA MIA SE I MIEI GENITORI SONO TRISTI E PREOCCUPATI
RIPETIMELO  
AIUTAMI A RIPRENDERE FIDUCIA

Pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto www.bambinoinforma,it

lunedì 23 gennaio 2023

I segnali dei bambini 4: Laura svogliata, distratta, diversa, help!

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Molte potrebbero essere le ragioni dei segnali che Laura invia ai suoi genitori, con garbo e senza strepito, ma ugualmente inquietanti, visto il pregresso del vissuto di questa bambina. I genitori hanno messo in atto una serie di strategie, le hanno anche parlato, per chiederle le ragioni di alcuni comportamenti non usuali e questo ha creato un clima pesante e poco sereno che ha allarmato Laura, peggiorando le cose.
Ecco in sintesi  il quadro tracciato dai genitori.
Brillante ed empatica Laura , da poche settimane appare:
svogliata e  distratta, preferisce la tv, che solitamente non l'attira molto,
a scuola non si applica più come sempre,
non frequenta più volentieri gli allenamenti di basket, sport in cui è molto apprezzata, per spirito di squadra
è più silenziosa e riservata in casa, poco espansiva,

non litiga neppure più con la sorellina, ma ha verso di lei un comportamento protettivo.
Come leggere i segnali che Laura invia ai suoi genitori e ai suoi insegnanti e cosa fare?
Al prossimo post.
Pubblicato da Annamaria Gatti
Illustrazione:  Quino

sabato 21 gennaio 2023

I segnali dei bambini 3 Aiutami! Paolo, oppositivo e provocatore?

                Risultati immagini per immagini mamma ho perso l'aereo


Bentrovati, ecco  il terzo appuntamento sulla provocazione: i segnali dei bambini, come leggerli?
Avevo anticipato che avremmo cercato di leggere insieme i segnali che Paolo manda ai suoi genitori e agli educatori.
Partiamo.
Paolo ha 8 anni.
I genitori e gli insegnanti sono preoccupati. In qualche momento è capitato che gettassero la classica spugna: irrecuperabile. Anche le terapie psicologiche sembrava a loro che  non avessero dato frutto. 
Così avevano abbandonato il percorso, troppo presto... e avevano navigato al buio.

Cosa fa o non fa Paolo?
A scuola e a casa provoca adulti e  soprattutto coetanei con gesti, accuse, frasi indisponenti;

 si nasconde, si isola spesso, si nasconde sotto tavoli o sedie se è in un contesto sociale, non se è solo a casa;
 sembra sempre distratto ma…
 ascolta sempre tutto  e riferisce con puntualità esasperante, destando talvolta l'ammirazione degli adulti e dei compagni;
 anticipa  i contenuti talvolta in modo indisciplinato, a scuola ottiene ottimi risultati; 
 accusa tutti, prevarica e ostacola gli altri compagni, appena può li svalorizza;
rabbia e disperazione sono la caratteristica più evidente delle sue relazioni, i suoi occhi spesso si riempiono di lacrime e di tristezza;
fugge da una stanza, dall'aula se qualcosa non gli viene permesso, se gli si pongono dei limiti, se lo si corregge direttamente e pubblicamente.
PAOLO  HA UN DISTURBO DELLA CONDOTTA?
Paolo soffre per un disagio che va letto con competenza e lungimiranza.
Nei suoi segnali, molto inquietanti e chiari, possiamo leggere messaggi che potrebbero essere risolutivi per individuare la terapia e soprattutto la bonifica delle risposte ambientali degli educatori. Abbiamo saputo  inoltre che vi sono problemi di salute, che necessitano di approfondimenti clinici.
Ad un'analisi oggettiva delle osservazioni dei comportamenti di Paolo si sono rilevati questi interessanti messaggi precisi, che hanno trovato riscontro nei numerosi step di osservazione: 
VEDI QUANTE COSE SO FARE E CONOSCO?
 VALORIZZAMI PER FAVORE, VEDI CHE SOFFRO...
 QUALCHE VOLTA MI SENTO MALE, AIUTAMI MI SENTO IN ANSIA
 AIUTAMI A INTERIORIZZARE MODELLI BUONI DI GESTIONE DELLA MIA ANSIA
 SE MI AIUTI E SEI CALMO TU IO SONO CAPACE DI STARE CON GLI ALTRI
 RASSICURAMI, DIMMI CHE MI ACCETTI COME SONO, STAI CON ME
 CONTIENIMI QUANDO NON RIESCO A CAPIRMI E SCAPPO DA ME
FAMMI FARE ESPERIENZE BUONE DI RELAZIONE
NON PRETENDERE DA ME CHE IO SIA (TROPPO) GRANDE E PERFETTO
 FIDATI DI ME, IO VOGLIO FIDARMI DI TE, MA FAMMELO CAPIRE SEMPRE, OGNI VOLTA CHE STO MALE.
Risultati:
1)A Paolo è stata diagnosticata una malattia genetica di malassorbimento che lo obbliga a una dieta particolare.
2) E' inserito in un percorso psicoterapeutico, con laboratori a gruppi, attività sportiva. 
3) I genitori e gli insegnanti sono supportati dallo psicologo che li accompagna nella gestione del comportamento con strategie educative e verifica periodicamente gli obiettivi fissati.
 Leggere e comprendere i segnali inviati da Paolo è stato fondamentale nella determinazione dei suoi reali bisogni e nell'aiuto.

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto dal film: Mamma ho perso l'aereo

venerdì 20 gennaio 2023

I segnali dei bambini 2: come ci parlano?

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Il mondo adulto fatica spesso ad alzarsi al livello dei bambini e poi si chiede come capirli, che è un mestiere così difficile quello di crescerli, che ci sono tante corse da fare e che si è stanchi quando si rientra a casa e loro allora  chiedono, parlano, si muovono... 

... Oppure  non chiedono e non parlano, non sempre perchè sono diventati mansueti, ma perchè sono come già delusi e forse scoraggiati e rispondono a messaggi involontari già dati: fate i buoni, non disturbate.

Difficile alzarsi al loro livello, dicevo. Difficile fermarsi e vedere al di là. Ma non sempre è così, vi sono tanti genitori in gamba, ciascuno con i suoi interrogativi e i suoi punti deboli. I bambini amano chi li ama davvero, anche se quell'adulto è  un cumulo di difetti.

Cosa vorrà dire questo bambino che fa i capricci?
E' già una domanda interessante, non è come chi dice: è un bambino impossibile, è capriccioso!
Cosa stanno dietro i capricci per esempio?
Un brutto carattere? Un'affermazione che qualche psicologo definirebbe un'atrocità. Una sentenza. Vedremo perchè.
SONO QUANTO SARANNO AMATI, dicevamo nel post precendente.

Per capire, per saper leggere i loro segnali occorre una premessa:
OSSERVARE PER LEGGERE
Sembra facile, ma non lo è.
Saper osservare, vedere oltre al guardare senza intenzionalità, è una bella sfida umana. 
Noi vediamo gli altri e le cose, ma se osserviamo è diverso, tutto assume una fisionomia, che ci stupisce.
Allora il SILENZIO, il GESTO,  l'ESPRESSIONE del volto, la PAROLA, CIO' CHE FA... assumono significati pregnanti e ci accompagnano nella lettura del disagio o della gioia, o della preoccupazione, o della paura. 
CI DICE LE COSE COME STANNO. A SAPERLE VEDERE.

Cosa si nasconde dietro a Paolo, 9 anni, che provoca in continuazione, a casa e a scuola?
Lo vedremo la prossima volta, al prossimo post.
A presto!

pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto dal film Pippi Calzelunghe

giovedì 19 gennaio 2023

I segnali dei bambini 1: come "leggerli".

Puoi stupirti, commuoverti, fare tuo questo tramonto, ma ...
puoi cambiare una sola pennellata di questa bellezza? 
I figli sono così

Tempi difficili e mass media occupati a darci solo notizie tragiche o d’effetto, non favoriscono certo la serenità delle famiglie. 
Valori, speranza, fiducia, tenacia, coraggio, buona progettualità, sembra siano termini troppo scontati, ingenui o preistorici.

Anche la psicologia dell’età evolutiva  sta lavorando  per confermare, recuperare, valorizzare, alla luce dei cambiamenti sociali, il ruolo della famiglia e dei genitori a cui hanno diritto tutti i bambini, insistendo su modelli educativi possibili, facilitando la comunicazione, la collaborazione per creare abilità e soprattutto conoscenza e fiducia nella propria azione educativa.

Ma quali figli vogliamo crescere? 
Abbiamo un progetto per loro che rispetti ogni individualità?
Vogliamo figli sani, educati, intelligenti, di successo, responsabili, magari autonomi, competenti, ben socializzati…?
Ma questi figli saranno COME E QUANTO SARANNO AMATI.

Potete cambiare una solo sfumatura di un tramonto o di un’alba a cui assistete? Potete stupirvi, emozionarvi, ringraziare il Creatore, ma non aggiungerete una sola pennellata di cobalto o di arancione, di giallo o di viola!

I figli sono proprio così: facciamo responsabilmente la nostra parte, ciò che ci viene richiesto, perché crescano secondo un disegno ben preciso, secondo la loro straordinaria unicità  su questo pianeta.
                                        Al prossimo appuntamento. 
Vedremo insieme come leggere i segnali dei bambini in alcune situazioni critiche desunte dalla realtà.


Pubblicato da Annamaria Gatti

foto da scienzaesalute.blogosfere.it

martedì 17 gennaio 2023

Figli forti. Capaci di attesa.



                           
Spesso in questo blog hanno trovato spazio la riflessione e l'esperienza di tutti i giorni che pongono attenzione massima ai fattori che favoriscono la crescita di bambini, ragazzi, giovani, uomini e donne forti, capaci di resilienza e di affrontare le difficoltà della vita senza rinunciare a se stessi e ai valori che con loro vanno condivisi e soprattutto testimoniati.

Un'insegnante appassionata, Chiara Ruffin,  mi aveva mandato questa breve considerazione condivisa, che è così attuale e si ricollega al post sulla necessità di operare con pazienza. E, come al solito, più che le parole, bambini e ragazzi vogliono gesti di vita vera. 

"Se non abituiamo i bambini all'attesa, alle piccole frustrazioni a stare da soli senza sentirsi soli, a cavarsela nei tempi morti, a tirare fuori la creatività e il desiderio si rischia di  produrre adolescenti incapaci di sopportare le più piccole frustrazioni, le più lievi sensazioni disturbanti, come per esempio due ore di ozio... 
E se non riescono a contenere e a riempire tempi così brevi , figuriamoci gli obiettivi della vita, i progetti e i desideri che proprio perchè tali implicano l'attesa, l'impegno, la dilazione, il futuro,
Il volere tutto e subito di numerosi adolescenti, affonda le radici proprio in questa difficoltà..."


E loro ci interrogano, sempre. E implorano risposte.


pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it

illust. Charlie Mackesy