di Annamaria Gatti
dalla raccolta
"CANTASTORIE13"
A CURA DELLA FONDAZIONE CITTA' DELLA SPERANZA
DICEMBRE 2014
PERDERSI NEL BOSCO LA NOTTE DI
NATALE
Stefano
e Michele guardarono con occhi sbarrati il buio. Se avessero potuto, lo avrebbero perforato per aprirsi un varco luminoso e mettere fine così
alla loro paura.
Ma non c’era nessuna possibilità di cambiare nulla e
dovevano farsi coraggio: si erano persi nel bosco, che sembrava sussurrare con
il suo fruscio inquietante.
“Non dovevamo seguire il capriolo… Vero Michele?”
chiese Stefano, il fratellino più piccolo.
“Già…” ammise Michele. “E’ stata una bella
imprudenza, allontanarsi così dal paese e, quel che è peggio, verso il
tramonto! Però adesso non ti scoraggiare, guarda! Le stelle e quel pezzetto di
luna ci fanno un po’ di luce e mi sembra che siamo proprio sul sentiero verso
la valle!”
Stefano, ammirando il coraggio del fratello più
grande, guardò in su e si sentì un po’ rassicurato.
… Ma solo un po’. Dentro sentiva un gelo ancora più
agghiacciante del freddo che avvolgeva la montagna, in quella vigilia di
Natale, così aggiunse, cercando di non piangere:
“…E proprio la notte di Natale! Chissà come saranno
preoccupati la mamma e il papà, chissà se riusciremo a tornare a casa!”
“CI STARANNO CERCANDO TUTTI”
A quella osservazione Michele sentì un tremito lungo
le spalle, come la volta che aveva avuto la febbre alta, e pensò intensamente:
il bosco è pericoloso di sera. Perciò si fece coraggio, come diceva sempre la
nonna: Gesù aiutaci tu!
Poi strinse forte la mano di Stefano, raccolse tutta
la forza dei suoi undici anni e concluse con buon senso:
“Ci staranno cercando tutti, anche la guardia
forestale! E anche Baleno seguirà la nostra pista con il suo fiuto!”
“Giusto, anche il mio cagnolino verrà a cercarmi!”
Michele metteva con cautela un piede dietro l’altro.
Poi all’improvviso si bloccò, come per studiare bene la situazione.
“Guarda Stefano, laggiù! Vedi quella luce?”
UNA LUCE NELLA NOTTE
Nella massa scura, si distingueva lo scintillio di
una lampada. Seguendo il bagliore, Stefano e Michele si ritrovarono in un luogo
aperto, forse il pascolo di una malga.
Una piccola capanna lasciava intravedere un soffio di vita all’interno. Con un grido
di gioia i due fratelli si precipitarono all’entrata, ma lo stupore li
paralizzò sulla porta.
Era un presepe. Anzi, proprio un Presepe. Il bue e
l’asino proteggevano con occhi placidi una giovane Madre che teneramente si
occupava del suo Bambino, un neonato disteso in un umile pagliericcio.
Accanto a loro un uomo mite, dalla folta barba, si
occupava di un focherello che, al solo vederlo,
almeno riscaldava il cuore.
E’ IL PRESEPE!
“Stefano , ma è un presepe!”
I due bambini si fermarono incantati ad osservare
quella scena familiare, eppure così straordinaria.
Tutto attorno sapeva di storia, di poesia, una
strana miscela di profumi e di colori.
“ Il Bambino è così piccolo e con i capelli così
neri. Assomiglia a Gesù, quello che
dovevo mettere nel nostro presepe, a casa.”
“Vedrai che domani lo metteremo insieme. C’è della
paglia nella mangiatoia, dormiamo un po’ anche noi, vicini ci scalderemo.”
La Donna sorrise loro e con un cenno li invitò ad
entrare:
“Fa freddo fuori, meglio se rimanete un po’ qui, in
attesa dei vostri genitori.”
Il Bambino si
stiracchiò un poco e sorrise al suono della voce della Mamma.
RITROVATI!
I due bambini si addormentarono, rassicurati
finalmente da quei sorrisi sinceri e dal
tepore ritrovato.
Poi sentirono delle grida: era quasi l’alba.
“Dio sia lodato! Sono qui! Michele, Stefano, bambini
miei!”
Era la voce di papà. Michele e Stefano aprirono gli
occhi e soffocarono la gioia in un abbraccio forte e generoso, bagnato subito
dalle lacrime della mamma e da alcune leccate di Baleno.
“Ciao Baleno! Ci hai trovato!” gridò Stefano.
“Hai visto papà, il presepe….?”
“Quale presepe, Michele?” chiese papà.
Michele sentì morirgli in gola la frase: l’unica
cosa rimasta del presepe della notte infatti era la paglia in cui avevano
dormito.
“Sì, papà,”
spiegò Stefano, “qui c’erano Gesù e Maria, là c’era Giuseppe, il bue e l’asino erano laggiù… Ma adesso sono
andati via, perché siete arrivati voi a salvarci!”
ACCADONO COSE STRAORDINARIE
Michele non riusciva a giustificare la spiegazione
del fratellino.
Chi mai avrebbe creduto al racconto di ciò che avevano visto nella notte, in quella capannuccia?
Cosa davvero era accaduto in quella Notte Santa?
Gesù aveva voluto salvarli dal buio e dal freddo
della notte?
Poi Michele sorrise e, gettando le braccia al collo
della mamma, le sussurrò:
“Scusaci mamma, però… Accadono davvero cose
straordinarie nella notte di Natale!”
“E non solo!” concluse la mamma.
Michele la guardò intensamente negli occhi, ma
nessuno dei due aggiunse nulla: forse la mamma aveva capito.
Foto: Presepe vivente di Tarquinia