Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

martedì 29 dicembre 2020

Giocare alla felicità e traghettarci nel 2021

 Avete avuto fra le mani il libro di Pollyanna o avrete visto le versioni cinematografiche o di animazione.

Non a tutti sta simpatica Pollyanna che sembra trovare in ogni persona o cosa il lato positivo... becera ingenuità? Superficialità? provateci...

Eppure è una grande opportunità.

Non la negazione della difficoltà, (infelicemente definita come  sindrome di Pollyanna) ma la trasformazione del disagio nella ricerca del lato positivo.


E perchè allora non giocare con i nostri bambini al gioco di Pollyanna? Trovare i lati positivi delle varie situazioni in cui ci troviamo. 
Difficile? 
Ostico per il nostro umore in questi giorni di restrizioni e chiusure?
Allora farà bene anche a noi.
Anzi... diventa una sfida.
Una sfida per entrare nel 2021. Allora buon nuovo anno a tutti voi!


lunedì 28 dicembre 2020

Gli eroi del Natale, film di animazione

 


Mi piace scrivere "da non perdere"... E io avevo perso questo film  nel 2017. Ero incuriosita dalla proposta originale, per la regia di Timothy Reckart,  di un lavoro rivelatosi gradevole e ben realizzato, adatto ai bambini,  ma anche a chi vuole "sostare" con loro. Qualche osservazione su alcune rigidità che però non inficiano la qualità della proposta





 Dalla recensione di Maurizio Encari:

"...9 (mesi) A.C. La giovane Maria di Nazareth viene visitata dall'Arcangelo Gabriele, che le comunica che sarà la futura madre del Messia; ad assistere alla scena vi è anche un gerboa, un piccolo roditore del deserto, che inizia a diffondere la lieta novella nel mondo animale.

Sei mesi più tardi un giovane esemplare di asino riesce a fuggire dalla macina in cui era costretto a lavori pesanti e si rifugia nella casa dove Maria e Giuseppe - ancora ignaro del miracolo divino - hanno appena celebrato il loro matrimonio. Il quadrupede viene adottato dalla novella coppia di sposi e riceve il nome di Bo.
Nel frattempo i Re Magi sono partiti in groppa ai loro cammelli per consegnare i doni al Re dei re, ma vengono trattenuti al palazzo reale da Erode, il quale vede come un potenziale pericolo la nascita di Gesù. Proprio per questo il sovrano mette un suo scagnozzo, accompagnato da due ferocissimi cani, alle calcagna di Maria con l'intento di catturarla. Sarà allora che Bo si troverà coinvolto nell'avventura più incredibile della sua vita per salvare la padrona e l'avvento della cristianità..." e dell'umanità tutta!

Maria e Giuseppe sono presentati con molta simpatia e vicini a noi in questa narrazione, rispettosa nei passi salienti dell'evento evangelico. 
L'asinello, affascinato dalla bontà di Maria e con molti sogni di grandezza, giusto e benevolo scoprirà sorpreso dopo tante avventure per difendere Maria dai sicari di Erode, di aver portato in groppa il Re dei re.
Spassosi i tre cammelli, saggia la pecorella contestatrice che cerca il Bambinello della stella meravigliosa che da 9 mesi toglie il sonno agli animali della stalla dove troverà rifugio la santa coppia a cui Dio non ha risparmiato comunque dubbi e difficoltà.

Divertimento e un po' di commozione assicurati e qualche riflessione sul coraggio di affrontare la vita e le sue vicissitudini... guardando al Cielo, comunque.

Pubblicato da Annamaria Gatti
illustrazioni dal film "Gli eroi del Natale"

giovedì 24 dicembre 2020

Un presepe di tenerezza per un augurio luminoso

 


Laura Cortini illustrò anni fa, per una mia raccolta di storie, questa natività inedita che conserva a tutt'oggi un certo fascino per la tenerezza degli sguardi e delle forme, 
oltre ad essere facilmente riproducibile e vicina al cuore di bambine e bambini.

E' con questa immagine che desidero raggiungere tutti coloro che sono affezionati a questo blog e ai suoi pensieri, alle proposte e alle sorprese che ogni tanto mi piace fare a bambine, bambini e famiglie.
Grazie per  il vostro esserci sul cammino. 
Devo ringraziare anche a chi legge da lontano, dagli USA, dall'Europa, ma anche dall'Oriente... 
Sento una certa responsabilità di darvi cose buone in ogni senso. 
A breve al raggiungimento di 330000 entrate credo vi aggiornerò in modo costruttivo sul da farsi.

A voi un augurio caldo e tenero che ci ricordi che  è venuta una luce al mondo e continua a scaldare le nostre notti gelide  e i nostri affanni. Così ci viene chiesto per rispondere ed essere felici di essere noi luce e speranza: I CARE. Pur con la nostra  moltitudine di limiti e timori.
Come tu Bambino ti sei fatto umile e vicino a noi aiutaci ad essere questa luce.
Buon Natale!

                                                                                                 Annamaria

lunedì 21 dicembre 2020

Avere 12 anni oggi, due cose da dire. E un gioco inclusivo da fare a scuola.

 





Salve, oggi scrivo di  un dodicenne, potrebbe chiamarsi Matteo, Luca, Gigi, Aziz, John. 
Ho intervistato Matteo, un ragazzo come tanti. Ma con un suo profilo. Bellissimo. Tutti sono bellissimi questi ragazzi che si stanno portando fuori da questo tempo difficile. Vogliono vivere sereni, hanno dei sogni e delle passioni, vogliono poter capire e dire la loro. Sono grati agli adulti che li comprendono e valorizzano e che sanno stare accanto nella verità, ma soprattutto coltivando fiducia.

Comprendono la pesantezza di questo tempo, la leggono sul viso degli adulti. Sono bellissimi perchè si sono adattati, certo chi più serenamente,  chi meno convinto, alle richieste di divieti e chiusure, a un ritmo trasformato e allucinato. 

Chiusure che sono soprattutto quelle relazionali, ammorbidite dall'amore per loro dei genitori. Ho conosciuto mamme creative, toste, disponibili a giocarsi dentro un "confinamento" che ha aperto però cuori e menti. Per sostenere, motivare, attrezzare spazi ed emozioni.

Nell'intervista, grato di tale cura, Matteo non nasconde la fatica passata del lockdown duro, e la sottile gioia di ritrovarsi in estate finalmente con gli amici: in pochi certo, nessun assembramento, pedalate, giochi familiari, partite. Tutto con attenzione e sotto gli occhi vigili dei familiari. Poi la seconda ondata. Non uno tsunami. Ma una sottile presenza, inquietante, sempre più invadente e accettata malgrado tutto, forse un po' inconsapevoli e speranzosi che tutto finisse presto. 
Invece...
Niente incontri, pochi contatti con amici, scuola in presenza ora, con le sue fatiche di limiti impensabili. Quasi fosse un gioco, o un castigo. Invece è per amore. Ma anche questa è una espressione strana: li amo tanto che non posso abbracciarli. Così si sono detti questi dodicenni. E hanno capito comunque. 

Lascerà il segno questo virus, se impareranno i passi della resilienza, la capacità di adattarsi, di essere flessibili, di curarsi del momento presente, e di coltivare la cura dell'altro, di far funzionare le relazioni nei modi più cre-attivi...  Allora questo (brutto) tempo avrà insegnato molto anche a loro, oltre che a noi adulti, che abbiamo la responsabilità alta di traghettarli fuori da questi mesi, a un porto sicuro.

In queste settimane Matteo ha progettato un "gioco inclusivo" per il suo istituto, vincendo anche un riconoscimento su votazione dei ragazzi, che lo hanno sostenuto e riconosciuto. Bella esperienza. Che aiuta a stare bene insieme in questi giorni faticosi.

 Lo racconta  con poche parole: ha creato un gioco che ricorda il TRIS  che avesse le giuste caratteristiche per permettere a tutti di partecipare, creare, essere se stessi ed essere apprezzati e valorizzati. Niente attrezzi, causa covid, niente assembramenti, causa covid, ma tenacia e obiettivi chiari: tutti devono poter stare bene, anche a scuola, perchè stare a scuola ora è una occasione da non perdere e da giocarsi al meglio.
Grazie Matteo e grazie a  tutti i ragazzi che ci provano e che restano fedeli al mandato: ci sono per te, anche in questo tempo difficile.



pubblicato da Annamaria Gatti
illustrazione I Penauts, di Schulz



mercoledì 9 dicembre 2020

Ruolo della psicologia al tempo del covid. E dopo. Aggiornamenti: 1)Testimonianza dall'editrice La meridiana. 2)Convegno Ordine Psicologi Veneto

 



Il professor Maurizio Andolfi,  già docente alla Sapienza,  è intervenuto di recente in un bel momento formativo per psicologi , condotto dal dott. Nicola Piccinini di  FCP, all'interno di un  paio di ore dense e ricche di contenuti e condivisioni. 

Ci ha ricordato dall'Australia che gli interventi  in questo periodo difficile sarebbe auspicabile fossero pensati e concordati di comune accordo fra premier,  ministro della salute e responsabile per la salute mentale.

Sì, in parole semplici, e con un' obbligatoria sintesi come conviene in un blog... quel che stiamo vivendo ha risvolti emotivi e psicologici visibili a tutti e vissuti sulla pelle di tutti. In particolare in  questa seconda ondata di pandemia.

Tutto il buono che c'è e che si è liberato in questi mesi accompagna il negativo, la irresponsabilità di molti, la sofferenza di famiglie, ma soprattutto di bambini e ragazzi che stanno soffrendo e che debbono trovare ascolto, attenzione e risposte in m omenti a loro dedicati. Quale sofferenza poi quella  del personale sanitario che combatte la battaglia in corsia e nelle ambulanze, negli ambulatori, nei paesi.

Si spezza ancora una lancia in  favore di una strutturazione precisa del ruolo della psicologia e degli psicologi  negli eventi, nel tessuto sociale. Servizio che va di diritto equiparato appunto alla sanità, perchè di salute psichica parliamo, quando ci imbattiamo in tante sofferenze psicologiche legate agli eventi,  ma anche alla quotidianità di sempre.

Psicologia cenerentola, destinata a essere ora e a diventare sempre di più invece un gigante nella prevenzione, nell'aiuto in nome di un I CARE, che si è scoperto  il pensiero dominante di questo tempo, dove la CURA, curarsi degli altri,  ha preso il sopravvento nei valori alti di resilienza.

Tanti gli psicologi che hanno attivato forme di aiuto, molte le iniziative. Ma... Non può essere la psicologia lasciata alla sensibilità e alla buona volontà delle amministrazioni di settore o locali. Un appello che va ascoltato dal mondo della politica con cui si interfacciano di continuo da decenni gli Ordini degli Psicologi nazionali e regionali. 


Immagine: Reminiscenza archeologica dell’Angelus di Millet di Salvador Dalì (1935)

Post Scriptum: ricevo oggi, 10 dicembre, una testimonianza importante da La meridiana, segnalata da Elvira Zaccagnino,  direttrice dell'editrice di Molfetta. La condivido per l'intensità e la verità. 

https://www.edizionilameridiana.it/testimonianza-di-giovanna-degni-infermiera-sul-covid19/


ALTRO AGGIORNAMENTO MOLTO INTERESSANTE buone prassi, impegno professionale : 



                                      CONVEGNO  INTERVENTO PSICOLOGICO NEL COVID 19

                                                     ORDINE DEGLI PSICOLOGI DEL VENETO

https://www.facebook.com/OrdinePsicologiVeneto/videos/128838195568200/?comment_id=128959895556030&notif_id=1607689816485183&notif_t=feedback_reaction_generic&ref=notif

Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it 

ill. minvento.it


venerdì 4 dicembre 2020

Un aiuto in tempo di covid. Il presepe resta nel cuore. I bambini lo comprendono bene.


Un ricordo emerge dai post. Ve lo dedico con gli aggiornamenti del tempo difficile che viviamo. Coraggio! 
Tempi di resilienza pura, il Natale all'orizzonte si profila un momento triste per molti. Niente affetti, niente abbracci, niente presenze.
Facciamo il possibile perchè Natale sia vero, senza timori, essenziale e quindi di Lui, Gesù che nasce davvero "ancorasempreovunque".
Facciamo un presepe senz'altro quest'anno. Anche come rivolta al natale del consumo.
Facciamolo per i bambini e per noi grandi che abbiamo il compito di traghettarli in questa bufera emotiva e sanitaria. Con coraggio e determinazione. Loro si aspettano questo da noi. Sicurezza. pazienza, fiducia, equilibrio. Sosteniamoci a vicenda. 

Quando avevo pensato ad un  presepe essenziale le cose sono andate così.
Il  nipotino che allora aveva cinque anni mi aveva fatto notare che "... no, non è poi tanto bello, ci sono poche statuine e mancano tutti gli animali... e dove andrà Gesù a nascere senza grotta? e dove metteremo i Magi in cammino? e se non c'è il ruscello e il  laghetto con le papere come faranno a bere le pecore assetate? e come potrà un solo angelo annunciare e cantare  tutta la notte? e il castello e la stella cometa e...dov'è il tuo bel presepe degli altri anni?"
Tutto da rivedere, quindi! Ero felice di questa rivolta: vuol dire che questo presepe è  una presenza importante! 

Mia madre ultra novantenne  aveva portato con sè  dalla mia città una scatola rossa, con un'indicazione chiarissima: PRESEPE scritta con la calligrafia di tanti anni fa. Me l'aveva  consegnata.
L'avevo aperta e facevano capolino, fra il finto muschio, l'asino e il bue. Con cautela ho rimosso alcune statuine e ne sono emersi   San Giuseppe e Maria, esattamente come me li ricordavo e come li disegnavo nei quaderni di scuola. Gesù Bambino nella mangiatoia e tutti i personaggi che incantavano il piccolo semplice mondo del presepe di casa mi guardano nostalgici e trepidi:  sembrano ancora così fragili! 

Che il ricordo dopo tanti anni fosse ancora vivo mi ha stupito e mi ha riportato alla devozione di allora, alla naturalezza dell'evento natalizio agli occhi bambini, alla riverenza per quella nascita divina, che stupisce il mondo ancora.
Natale nel presepe allora è sapore di rito familiare, di certezza, di bene, di autenticità.
Facciamo allora il presepe con questi nostri bambini!
Costruiamolo con loro, con i loro materiali, con la loro ingegnosità, la loro fantasia e la loro semplicità. Facciamo loro il dono della rappresentazione di un fatto reale, storico e divino, di un evento d'amore, che li accompagnerà per la vita con l'immediatezza dell'immagine e delle cose.
Avranno qualcosa di grande e di umile insieme da ricordare nei momenti bui e difficili, lieti e festosi: forse l'espressione di un pastore o la sorpresa del re Melchiorre, o la tenerezza di Maria o l'espressione  attonita del soldato con la spada sguainata, o il semplice sicuro sguardo di Giuseppe, uomo giusto".

E questo Natale sia apertura a coloro che sono soli, che mendicano un sorriso e una voce che li rassicuri: Dio ci ama. Attraverso gli occhi dell'altro.
Felice Attesa.

Pubblicato da Annamaria
foto film Nativity