Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

domenica 30 giugno 2013

Separazioni familiari, nonni e nipoti



"Oggi è più difficile nelle  famiglie...", sospirano due nonni colpiti  per la separazione delle famiglie dei figli.
Oggi maggiori consapevolezze, ma anche dinamiche e problematiche psico-sociali di diversa natura scatenano la crisi di coppia nonostante la tenacia di chi, nella famiglia,  lotta con dignità perchè vuole starci in quel rapporto, vuole salvarla perchè ama.
 
Questa  tenacia poi trova un rinforzo assoluto nella coscienza che per il bene dei figli la madre  deve restare la mamma e il padre deve rimanere  il riferimento paterno.
E queste figure nei figli sono e restano i fari essenziali per la vita intera, figure cercate,  conservate  e coltivate nella sfera cognitiva e affettiva. Senza quelle proiezioni positive i ragazzi non potranno stare, pena ribellione, aggressività, fuga e sofferenza.
 
Ecco la gara quindi a far sì che i figli conservino la presenza reale, collaborativa, buona, accogliente dei genitori, pur separati, pur con tutti i loro limiti (meno male: non esistono genitori perfetti, ricordate?).
 
I  sogni dei bambini, pur in situazioni di difficoltà,  sono popolati da momenti di ricongiungimento e di ricomposizione della famiglia, che permane una nostalgia e un desiderio struggente: avere la percezione che le figure parentali comunque si accolgono per loro e da loro non si separano mai, questo rende efficace le relazioni, forse anche molto complesse del dopo - separazione.
 
E' un cammino faticoso, forse in alcuni casi più impegnativo dello stare insieme e gestire il disagio, ma una fatica che darà buoni risultati in termini di educazione, di evoluzione psicologica armonica, di dialogo e di "sopravvivenza" nell'età adolescenziale).
 
Pena la sofferenza dei figli, il distacco, la perdita di autorevolezza di entrambi i genitori, la perdita del senso della propria vita, di autostima e talvolta l'innescarsi di fenomeni depressivi.
 
E' un cammino faticoso per la coppia, che deve trovare nella mediazione familiare, psicologica, lo stesso dialogo, lo stesso linguaggio, pur con le sfumature che caratterizzano le figure genitoriali, il temperamento, il carattere, il contesto.
 
In questo scenario si collocano i nonni.
I nonni, depositari di difesa dell'infanzia, della gratuità e stabilità di affetti, restano  colonne portanti, figure di vero supporto e promotrici di benessere se
  • continuano a rimandare ai nipoti l'immagine di una famiglia buona, che
  • valorizza la loro infanzia con gesti concreti e con parole di fiducia, di sostegno,
  • prendendosi sulle spalle la sofferenza,
  • senza competere o parteggiare impropriamente per una o l'altra "fazione"
  • senza giudicare,
  • sapendo perdonare,
  • senza metacomunicare con i nipoti sulle scelte dei genitori,
  • sottolineando  il positivo e
  • gestendo senza ansia i punti deboli della famiglia.
 
Ruoli competitivi o penalizzanti, comportamenti confusi e poco generosi non aiuteranno i bambini, già sofferenti, a conservare una buona immagine della propria famiglia e quindi di sè, perdendo fiducia nelle proprie capacità e sentendosi sempre più colpevoli di ciò che è accaduto. 
 
Mai come oggi viene richiesta la saggezza ai nonni che  accompagnano,  per lo più silenziosamente, con discrezione, ma con determinazione  ed efficacia queste famiglie lacerate.
(Si vedano gli altri post sul tema)
 
pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto da www. muoversinsieme.it

domenica 23 giugno 2013

Preoccupazioni e stress

 
Uno psicologo insegna ai suoi studenti come gestire lo stress…
Prende un bicchiere d'acqua e si avvia per la stanza, in silenzio… Tutti si aspettano una doman
da tipo - è mezzo pieno o mezzo vuoto?

 
 
Ad un certo punto si ferma, alza il bicchiere e chiede ai suoi studenti: " Quanto è pesante questo bicchiere d'acqua?"
Meravigliati, gli studenti  danno risposte tra 250 e 500 g


Lo psicologo risponde che  il peso assoluto non importa…
Importa quanto tempo lo tieni alzato…
Un minuto - nessun problema…
Un'ora - un braccio dolorante…
Un giorno - paralizza il braccio…
In ognuno di questi tre casi il peso del bicchiere non cambia.
 
Cambia solo il tempo,
più il tempo passa,
più diventa pesante…
 
Lo stress e le preoccupazioni della vita sono come il bicchiere d'acqua…
Se si pensa di meno a loro  non succede quasi nulla.
Se si pensa di più  il cuore inizia a far male…
Se stai pensando a loro per tutto il tempo  paralizzano la tua mente ... non puoi fare più nulla.
Ecco perché è importante alleviare lo stress…
...
Torniamo allo psicologo: "Se iniziamo a pensarci più volte durante la giornata, la nostra mente inizia ad essere stanca e nervosa. Se pensiamo continuamente alle nostre preoccupazioni, la nostra mente si paralizza.” ...
“Per ritrovare la serenità" dice "dovete imparare a lasciare andare stress e preoccupazioni. Dovete imparare a dedicare loro il minor tempo possibile, focalizzando la vostra attenzione su ciò che volete e non su ciò che non volete. Dovete imparare a mettere giù il bicchiere d’acqua.”
 In sintesi:
Quando arrivi a casa la sera, lascia fuori le tue preoccupazioni … Non portarle con te durante la notte…
Metti giù il bicchiere!!!
 
testo e foto da facebook
illustrazione di Schulz
pubblicato da Annamaria

giovedì 20 giugno 2013

Paura ed errori... Favola

 

A SOGNARE GLI ERRORI...
favola di Annamaria Gatti
fonte.  Città Nuova, n° 12, 2013.
 
Pino dorme un sonno agitato stanotte. Forse sarà la luna che spia fra le persiane e inquieta sbircia nella stanzetta. Forse sarà che tre fette di dolce al cioccolato sono state troppe, proprio troppe, come dice la mamma.

Pino si raggomitola nel letto e sussurra qualcosa.

Non grida, ma  nel sonno è proprio disperato.

“A capo, lettera maiuscola!” sentenzia un vocione da sotto il cuscino.

Un brivido scuote il povero Pino: chi ha parlato?

“Scienziato con la i! Possibile che non la ricordi mai?” brontola un tipo in camice bianco con un microscopio sotto il naso.

Altro brivido…

“E io? Io sono una parola capricciosa e  me ne vanto, non ci voglio stare sul quaderno di Pino che mi scrive ancora con la qu!” urla stizzito un cuoco grande come una montagna, brandendo minaccioso  un mattarello della sua cucina.

 Appena in tempo Pino si rifugia sotto le coperte: lì non lo troveranno mai,  neppure gli altri errori, che sono sempre troppi, tanti!

“Ma ce le ha o non ce le a Pino le scarpe nuove? E le ha comprate o non le a comprate ‘ste scarpe?” biascica l’acca panciuta e nervosetta. “Non si capisce mai  quando scrive qualcosa che vuole l’acca!”

Da sotto le lenzuola Pino non sa più cosa deve fare.

“Qui bisogna trovare una soluzione, sarebbe meglio consultare sul vocabolario tutte le parole difficili, per essere sicuri di scriverle correttamente o correggerle al computer” lamenta una voce nasale che pare quella della maestra Cloe.

Pino si agita e sobbalza sul materasso. Sbuca fuori e cerca la sua lancia da cavaliere: “Venite fuori, errori dei miei stivali!” grida. “Battetevi a duello come si deve! Da oggi vi sconfiggerò tutti e non tornerete più a sfidarmi!”

Poi si sveglia davvero, sudaticcio e spaventato.

Ah! Pensa. Meno male, era un incubo!

O forse un sogno? Fai un po’ tu!
 
Scheda errori da puntochat.it
 

 

giovedì 13 giugno 2013

"Noi siamo così": ragazzi trasparenti e dintorni


 



NOI SIAMO COSI'
'Noi siamo così': un romanzo che racconta l'adolescenza con le parole dei ragazzi
un libro di Luisa Mattia
Edizioni Sinnos, per i tipi Zonafranca
fonte: Città Nuova, 10 giugno 2013
 di Annamaria Gatti


Una novità da leggere in un istante, lungo quanto il desiderio di vedere risolta questa ragazzina che fugge da casa perché inascoltata, di vetro, trasparente all’interesse di una madre perduta, di un padre nascosto dall’incapacità comunicativa e di un fratello che l’angoscia butta sulla strada.
Solo un barbone ne ha pietà, solo un cane le si affeziona nella turbinosa ricerca di sicurezza ed affetto. Arianna si perde, per ritrovarsi  solo quando la  lieve di pazzia di chi sa osservare e capire il suo cuore disperato la conduce, mano nella mano, a casa, dalla sua famiglia o di quel che ne resta, per riprendersi il senso di so-stare con i propri affetti.
Un romanzo veloce,  incalzante e inquieto  sull’ adolescenza naufragata, assetata di cura e conferme, di esempi e rassicurazioni, per poter crescere e incidere nel giorno che va.
Un’immediata narrativa vicina ai ragazzi di tutti i giorni che si sono affiancati in cordata con l’autrice: una seconda media della periferia di Roma, che Luisa Mattia elenca nell’ultima pagina, uno per uno, con tenerezza di adulto e che si ritrovano anche dentro il booktrailer:


Un’ autrice determinata, dalla Melevisione al Teatro Ragazzi, Premio  Andersen 2008 come  miglior scrittrice.  Un’ editrice, la Sinnos, Onlus, che coniuga ricerca letteraria di pregio e grandi ideali. Per adolescenti, da dibattito.

 

lunedì 10 giugno 2013

Bruni, Grasso e D'Avenia al Festival Biblico

++ DON PUGLISI E' BEATO, IN 80 MILA LO ACCLAMANO ++
 
 
Così diversi gli ambiti, ma così simili:
Luigino Bruni per Economia, Libertà e Felicità, venerdì scorso e Pietro Grasso, presidente del Senato  con  lo scrittore Alessandro D'Avenia ieri per la celebrazione del ricordo del Beato Pino Puglisi, testimone di fede e libertà,  nel tempio gioiello  di Santa Corona in Vicenza. Un pubblico numerosissimo e vario, molti giovani. In streeming altre migliaia.
L'educazione al centro, per tutti.
In questi incontri del Festival Biblico risuonano analoghi messaggi. E sono appassionati: andiamo oltre, difendiamo  e incoraggiamo l'uomo che c'è nel bambino, nel ragazzo!
Diamo spazio e soprattutto ascoltiamo, guardiamo negli occhi ogni giovane, perchè ciò che caratterizza una buona economia è l'attenzione al benessere, alla felicità, che parte dal rispetto per la vita, dall'attenzione alle giovani generazioni, che sono invitate a  sognare, a realizzare il bene, a non rinunciare ai loro ideali, a costruire...
 
Guardiamo negli occhi i bambini, i giovani, perchè, come faceva Don Puglisi, testimone e martire, si sentano accolti, amati, riconosciuti figli di un Padre, non trasparenti, fantasmi,... E crescano assetati di giustizia, in grado di guardare in alto e, a 360°, intorno a loro, di rispondere alla chiamata ad una vita buona, perchè capaci di sentirsi figli.
Per questo D'Avenia ieri ha ribaltato la celebre frase de Il Piccolo Principe " l'essenziale è invisibile agli occhi..." in un profetico: "l'essenziale è .... visibile agli occhi", perchè proprio gli occhi di un figlio sanno vedere cosa c'è dietro ad ogni persona, in quanto si è sentito "guardato" con Amore. E riconosciuto. Perciò "libero".
 
Pubblicato da Annamaria Gatti
Foto ANSA.IT Beatificazione di Don Pino Puglisi
 
 
 
 
 

lunedì 3 giugno 2013

Adolescenza 2. Perdono mio padre, mia madre



CONTINUAZIONE.
Poi però Suor Roberta  va al di là dell’immaginabile  e trova un fiume in piena quando chiede se viaggia fra loro  il desiderio di  poter perdonare i propri genitori. Il fiume irrompe e tracima, l’inondazione affettiva e spirituale ha il sopravvento e la scoperta di un Padre altro che accompagna i passi di chi si affida vince la paura.

Sì perché i genitori sono una razza strana, li ami e li odi nello stesso momento, li vorresti diversi, ma poi senti che non potresti accettarli differenti, sono loro e il tuo DNA è lì, fra quelle mura, in quegli sguardi e in quelle voci rotte spesso e sfiduciate, mentre tu giovane avresti bisogno di fiducia, di coraggio e di speranza.

Loro però non sono così, loro sembrano sopravvissuti, capaci di tagliare i ponti in qualsiasi momento con  te, anche se allungano il denaro che ti serve e le chiavi che ti aprono anche porte ignote. A volte è proprio così. Spesso.

E in una giornata dedicata allo sport, l’attività più innocente e più ovvia per far incontrare i ragazzi, per parlare con i gesti e gli sguardi a genitori venuti a controllare il grado di vittoria del proprio figlio,  svela il nascosto e chiede a tutti i ragazzi di alzare la mano chi voglia perdonare  il padre e la madre.

Un terremoto spirituale invade i giovani  sportivi, si sciolgono cuori e lacrime scorrono a fiumi sui quei volti increduli: qualcuno ci chiede di perdonarli?

Si può allora dare sfogo al dolore sordo del silenzio, della disattenzione, della trascuratezza non materiale forse, ma affettiva e spirituale, quella sì!

E quante mani alzate chiedono di  perdonare  madri mai cresciute, infantilmente disperate e emotivamente involute, sole e alla ricerca del nulla intorno a loro!

Quante mani tremanti desiderano perdonare  padri ingenuamente ragazzini, insicuri e fragili, perduti nel lavoro e negli affetti instabili, alla ricerca del padre che non hanno avuto e che non sanno essere?

Riconciliazione pervade il popolo sportivo e dalla riconciliazione si può ricominciare tutto.

E tutto perché, come un Pietro di evangelica memoria,  hanno accettato di mettere un piedi fuori dalla barca, hanno provato a camminare, sulla fede, fuori dal rancore e dal giudizio, per onorare il padre e la madre, al di là di tutto, nonostante tutto.
 
Pubblicato da Annamaria Gatti
Foto da bachecaannunci.it

 

 

 

 

 

sabato 1 giugno 2013

Adolescenti 1. Chiedere perdono alla madre e al padre.





Suor Roberta  di materno ha tutto. Madre spirituale, lega il suo nome e la sua vocazione all’accompagnamento fortissimo, tenace e battagliero degli adolescenti in ricerca, o forse  disperati, o solo incontrati per caso, ma comunque alla ricerca di senso. E tutti gli adolescenti  sono alla ricerca di semi di vita. Tutti nei diversi linguaggi o messaggi che occorre saper leggere. Che è doveroso saper leggere.

Inquietante la riflessione che Suor Roberta Vinerba propone dalle  pagine di “Noi genitori e figli”, prezioso inserto di Avvenire (26 maggio 2013).  
Inquietante   quanto vera, perché  desunta dalla realtà di educatrice di frontiera, e perfettamente aderente alle numerose riflessioni psicologiche sull’età adolescenziale e affini.  Il fatto è che Roberta  va la di là, come è giusto, e integra  la psicologia  con lo Spirito, che contraddistingue la natura umana.  …Nonostante in tanti si sforzino di equiparare l’uomo ad una sorta di animale privilegiato.

E risponde, Suor Roberta, al bisogno impellente, tragicamente vero, dei giovani di oggi: poter/saper chiedere perdono ai genitori.
Perdono per tutto quello che non capaci di mantenere e di rispettare, per tutto quello che sono e vorrebbero essere. Perdono per tutto quello che i sogni  di un padre e di una madre hanno impattato spesso drammaticamente con la realtà e si sono spenti o si sono trascolorati, divenendo gelidi, velati e nebbiosi come un oscuro mattino di dicembre.
C’è bisogno di chiedere perdono, c’è bisogno di darlo a piene mani.
C’è bisogno di chiederlo al padre che ha segnato la strada per stare al mondo da soli, in piedi, con dignità e coraggio.
C’è bisogno di chiederlo alla madre, che  ha accolto e accompagnato la vita e il sorriso, i pianti e le paure.
Per onorare questo padre e questa madre, comunque.
Bisogna poi vedere se questo padre e questa madre saranno capaci di capire questo bisogno di perdono e se sapranno donarlo. Il seguito sarà anche più travolgente... a lunedì!

Pubblicato da Annamaria Gatti
foto da: "Be the bridge"  Giovani per un Mondo Unito in Terra Santa